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Autore: Tinkerbell92    17/03/2013    4 recensioni
STORIA IN REVISIONE
Emma Bennett è una trovatella, educata e molto intelligente, che ha passato diciannove anni nell'Orfanatrofio di Volterra.
Il suo tragico passato sembra, ormai, soltanto un lontano ricordo, quando, un giorno, assiste, per caso, al brutale omicidio di uno stranissimo essere umano dalla pelle fredda come il ghiaccio.
I giustizieri altri non sono che i Volturi, i quali, dopo aver discusso sul destino della scomoda testimone, invece che ucciderla, decidono di portarla in dono alla viziatissima figlia di uno dei tre capi.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Twilight Saga according to Tinkerbell'
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Il dottor Cullen restò piuttosto vago circa la malattia di Miss Collins, ma io capii quasi subito che si trattava di Polmonite.
Passai tre giorni da incubo, alternando continuamente le visite all’inferma con le altre ragazze più grandi, temendo ogni secondo di vederla morire.
Era cosciente sempre meno spesso, tossiva di continuo e a volte delirava per via della febbre.
Non sapevo per quanto avrei resistito a vederla così.
Nei tre giorni successivi le acque sembrarono calmarsi, anche se la tosse non smetteva.
Fino alla sera del sesto giorno, la situazione resto invariabile, cambiando solo verso mezzanotte.
Strano ma vero, fu proprio quel cambiamento a determinare la mia vita futura.
Ero seduta sul letto di Miss Collins, bagnandole la fronte con uno straccio bagnato, e stavo per spegnere la candela sul suo comodino, quando lei, improvvisamente, mi prese per mano.
Sulle prime non ci feci caso, pensando che fosse ancora sotto l’effetto dei deliri della febbre, ma ebbi un tuffo al cuore quando la sentii pronunciare il mio nome: - Emma…
La guardai ad occhi spalancati, per accertarmi che fosse effettivamente cosciente.
Il suo sguardo era spento, i suoi occhi lucidi e rovinati dalle occhiaie, ma l’espressione che aveva sul volto non sembrava affatto quella di una donna delirante.
- Miss?
Lei mi guardò, sorridendo leggermente: - Allora non ho sognato… sei tornata davvero per me…
- Sì, Miss.
Trattenni a stento le lacrime, mentre lei si mosse leggermente: - Mi sistemeresti un po’ il cuscino, per favore?
- Certamente, Miss.
- Grazie.
Eseguii la richiesta con una stretta al cuore, e lei, una volta che mi fui riseduta, mi guardò con curiosità: - Allora, com’è il nuovo lavoro, Emma?
- Nuovo lavoro?
Aggrottai la fronte perplessa, ma lei allargò il sorriso: - Sono felice che tu sia riuscita a farti assumere. Il signore alto che è venuto a dirmi della tua nuova sistemazione mi è sembrato una persona molto gentile, anche se il suo sguardo era triste… sembrava che non sorridesse da anni…
Mi lasciai sfuggire un sorriso, ripensando con un po’ di nostalgia a Marcus: - Sì, ho capito di chi parlate. E’ un uomo buono, ma ha perso la moglie, che amava al di sopra di ogni cosa, per questo è triste.
- Oh, ecco- mormorò Miss Collins – Beh, se dici che è una brava persona, allora mi sento tranquilla. Mi è dispiaciuto che tu non abbia avuto il tempo di salutarci, ma, d’altra parte, so quanto detesti gli addii…
- Io… vi chiedo scusa…
- Non importa.
Gli occhi di Miss Collins si illuminarono di una luce curiosa: - Allora, ti va di raccontarmi un po’ com’è il tuo lavoro? Quando hai intenzione di tornare?
Io restai un attimo perplessa, poi risposi: -Io… non penso che ritornerò… voglio dire, sono qui per assistervi, Miss, e aiutare le mie compagne e Miss Mitchell… c’è più bisogno di me qui che altrove.
Miss Collins aggrottò la fronte: - Siamo in tanti qua, Emma… se hai una lavoro, è meglio che torni.
- No, Miss, davvero. Preferisco restare qui.
- Raccontami un po’ di loro- mi interruppe – Sei stata assunta in una famiglia importante, no? Ci saranno di sicuro molte persone interessanti all’interno…
Annuii, figurandomi mentalmente la famiglia dei Volturi: - Beh, ci sono tre capifamiglia. Uno di questi è Marcus, l’uomo che è venuto a farvi visita il mese scorso- sorrisi non appena il volto del vampiro comparve nella mia mente – E’ una persona gentile e colta. Mi ha fatto visitare la Biblioteca e ci siamo ritrovati spesso lì a leggere. Oh, dovreste vedere che biblioteca enorme hanno, Miss! La più grande, ricca e bella biblioteca che abbia mai visto! Oltre a questo, Marcus è anche bravo a dipingere, mi ha mostrato alcuni suoi dipinti, tra cui quello che fece alla moglie tempo fa.
E’ stato difficile dirgli addio. Dovreste vederlo quando prova a sorridere! Gli costa molto, eppure, quando è con me, lo fa spesso – cercai di trattenere una lacrima, ma mi risultò piuttosto difficile.
Miss Collins sorrise, invitandomi a continuare.
- Poi, ci sono le mogli degli altri due capi, una trentina di guardie e parecchi servitori. Oh, e poi c’è Milady, la figlia del leader più giovane. Si chiama Rowena ed io sono la sua dama di compagnia.
- E com’è questa ragazzina?- domandò curiosa Miss Collins.
Sorrisi, mentre la vocetta acuta di Milady mi risuonava nella testa: - Ha diciotto anni, anche se a volte si comporta come se ne avesse meno. All’inizio era viziata e insopportabile, ma poi è migliorata molto. In fondo, non era colpa sua, nessuno l’aveva educata correttamente.
- E ci hai pensato tu, giusto?- sorrise Miss Collins.
Annuii, trattenendo una risata: - E’ stata dura, ma le ho insegnato un po’ di buone maniere.
Miss Collins rise: - Posso immaginare.
- E’ anche grazie all’educazione che mi avete dato voi che ci sono riuscita- affermai, leggendo un lieve moto d’orgoglio nei suoi occhi – E poi, oltre ad un’educatrice le serviva un’amica. Milady è una ragazza bellissima, che ottiene sempre tutto quello che vuole, però non ha mai avuto nessuno che l’ascoltasse quando ne aveva bisogno.
Miss Collins annuì, poi domandò: - Hai fatto amicizia con altri membri della famiglia? Se non sbaglio, hai detto che hanno molti servitori e guardie…
- Oh, certo!- affermai con entusiasmo – I servitori sono educatissimi e pazienti. Esaudiscono ogni richiesta dei padroni senza batter ciglio. E le guardie sono incredibilmente efficaci. Nessuno oserebbe mai attaccare i tre leader. Se la vedrebbero con persone tipo Felix. E’ un energumeno gigantesco, perfino più alto di Marcus. Ha una forza incredibile. Poi ci sono Jane e Alec, i due gemelli. Sono giovanissimi, ma non bisogna lasciarsi ingannare dall’aspetto: sono davvero tremendi. E poi, c’è Demetri…- a quel punto arrossii, ma cercai di nasconderlo – Lui è… beh, è molto bravo a scovare chiunque possa essere considerato un pericolo per la famiglia e ha parecchio successo con le donne.
Passò circa un’ora, durante la quale raccontai a Miss Collins del mio soggiorno nel castello di Volterra, e lei, incredibilmente, rimase cosciente per tutto quel tempo.
Ascoltò pazientemente, senza mai interrompermi, poi, quand’ebbi terminato, una strana espressione, che ricordava molto quella dei grandi saggi, si dipinse sul suo volto stanco.
Stavo per chiederle se desiderasse dormire, ma le parole mi morirono in gola non appena incontrai il suo sguardo.
- Emma- mi disse, con un tono decisamente insolito – Mi sembra che tu sia stata ben inserita all’interno di questa famiglia. Io credo proprio che dovresti tornare.
- No, Miss!- mi allarmai – Voi avete bisogno di me! Mi sentirei in colpa se me ne andassi proprio in questo momento. Siete voi la mia famiglia.
Lei sorrise, annuendo: - Lo so. Io ti ho cresciuta e sono orgogliosa della donna che sei diventata. Questa sarà per sempre la tua casa, Emma, e noi saremo sempre la tua famiglia. Ma, come in ogni famiglia, è inevitabile che i figli se ne vadano per seguire la propria strada. E’ la vita, Emma.
Io sono dispiaciuta ogni volta che uno di voi se ne va, ma d’altra parte mi sento felice per voi, perché finalmente siete in grado di cavarvela da soli, con le vostre forze.
Io non sono sola: ho Miss Mitchell qui con me, e i tuoi compagni. Non sentirti sempre responsabile per tutto, Emma. Per me è stata una gioia rivederti, credimi, mi ha fatto davvero bene vedere che mi sei affezionata al punto di lasciare il lavoro e la tua nuova famiglia.
Però, sono del parere che tu debba tornare. A quanto ho sentito, hanno molto più bisogno loro di te rispetto a noi. Quell’uomo, Marcus, hai detto che da quando sei arrivata ha ripreso un po’ a vivere. E la ragazza di nome Rowena aveva finalmente trovato in te l’amica che non ha mai avuto. Non ti sembra che queste siano buone ragioni per tornare?
E non sono solo loro ad aver bisogno di te: tu stessa, nel profondo del tuo cuore, desideri tornare. E non negare, Emma, è evidente: te l’ho letto nello sguardo nel momento in cui mi parlavi di loro. Vuoi bene a quella ragazzina, così come agli altri. Sorridevi di continuo non appena nominavi Marcus e mi sembra che anche quel giovanotto di nome Demetri fosse molto importante per te… oh, dai, Emma- sorrise, non appena vide il mio sguardo sorpreso – Ti conosco bene. Non puoi nascondere a tutti i tuoi sentimenti, per me è evidente. Ti sei illuminata non appena hai pronunciato il suo nome. Che c’è di male? So che all’inizio certe cose possono spaventare, ma fanno sempre parte della nostra vita.
Tossì leggermente, facendomi allarmare, ma riprese subito a parlare: - Io ti ringrazio per tutto, Emma. Ti ringrazio per essere tornata a salutarmi e per aver imparato tante cose da me. Ora è il momento di mettere a frutto i miei insegnamenti. So che ce la puoi fare. Torna da loro, fai le valigie e recati subito al castello. E, se ogni tanto vorrai passare qui per un saluto, sappi che sarai sempre la benvenuta.
A quel punto, piangevo.
Non sapevo cosa dire: da un lato, mi sentivo in obbligo a restare, a prendermi cura di lei, ma, dall’altro, sapevo che aveva dannatamente ragione.
Io volevo tornare. Volevo rivedere il castello. Volevo sentire di nuovo la risata acuta di Milady, volevo arrossire davanti al sorriso furbo di Demetri, volevo passeggiare di nuovo per quei lunghi corridoi, giocare a nascondino nel giardino, passare ore in biblioteca. Volevo rivedere Marcus.
Miss Collins posò la mano sulla mia, facendomi alzare lo sguardo: - Miss… che cosa farò se Voi…
- Emma- mi interruppe – Hai già fatto tanto per me. Vuoi esaudire l’ultimo desiderio di una vecchia malata?
Annuii, senza soffocare le lacrime.
- Domani mattina il giardiniere si recherà in città alle sette in punto. Prendi la valigia e và con lui. Ti scorterà fino al castello.
- Ma Miss- protestai – Io vorrei esservi vicina… insomma, in caso Voi…
- Il mio desiderio è questo- continuò – Lo so che vorresti tenermi la mano, in caso dovessi morire. Ma io preferirei che tu non mi vedessi in una simile situazione. Voglio che mi ricordi così come sono: viva e incredibilmente fiera di te e dei tuoi compagni. Questa è l’ultima cosa che ti chiedo, nel caso le cose andassero male. Esaudirai il mio desiderio?
Avrei voluto protestare, ma il modo in cui mi guardò mi fece capire il suo punto di vista.
Così, abbassai la testa e mormorai: - Sì, Miss. D’accordo.
Lei sorrise, ma prima che potesse dire altro, mi sfilai il braccialetto d’oro che tenevo legato al polso sinistro – un accessorio che faceva parte del mio abbigliamento da dama di compagnia – e glielo misi in mano: - In caso le cose andassero male, voglio che abbiate almeno questo con Voi. Forse non è molto, ma così avrete qualcosa di me, che magari vi faccia sentire che vi sono vicina… e Miss Mitchell potrà venderlo, se non servirà più… non saprei che altro darvi, Miss…
Lei sorrise e serrò le dita attorno al bracciale: - E’ molto più di quanto chiedessi. Ora và, Emma. Prepara le valigie e dormi, che domani dovrai alzarti presto.
Annuii, senza trattenere le lacrime, e strinsi la sua mano nella mia: - Grazie di tutto, Miss.
- Grazie a te- mormorò, chiudendo gli occhi – E arrivederci, Emma.
- A-Arrivederci.
Sì, forse “Addio” non era la parola giusta.
Le baciai la fronte e, senza fare rumore, mi allontanai, con le lacrime che scendevano copiose lungo le mie guance.
 
Sembrava quasi uno strano sogno.
Camminavo, con la mia borsa da viaggio caricata in spalla, ma mi sembrava quasi di essere immersa in una densa e fitta nebbia, che mi rallentava i movimenti.
Mi voltai indietro solo una volta, giusto per dare un ultimo sguardo a ciò che stavo per lasciare.
Il giardiniere, un uomo anziano ma dall’aria robusta, mi domandò se preferivo lasciare la borsa a lui, ma aveva già due grossi sacchi da portare, sarebbe stato scorretto da parte mia sovraccaricarlo.
E poi, la borsa, stranamente, non mi pesava così tanto. Almeno, non tanto quanto l’ultima volta che l’avevo portata in spalla, prima di partire dal castello dei Volturi.
In realtà, man mano che ci avvicinavamo a Volterra, la borsa mi appariva sempre più leggera.
Arrivammo alla piazza centrale della città e, a quel punto, decisi di proseguire da sola.
Ringraziai il giardiniere per avermi accompagnata e, con uno stranissimo raggiante sorriso, mi incamminai verso il castello a passo sempre più spedito, fino a ritrovarmi a correre come non avevo mai fatto in vita mia.
Era una sensazione indescrivibile.
Come se mi avessero appena tolto delle pesanti catene dalle gambe, come se mi fossi appena liberata di un grosso vincolo. Come se mi fossero appena spuntate le ali.
E, finalmente, lo vidi. Il grande cancello spalancato.
Mi fermai un secondo, con il cuore che batteva a mille, ammirando per alcuni istanti quel luogo che sentivo di amare più di me stessa.
Ripresi all’istante la corsa, attraversando come un fulmine il lungo viale d’ingresso.
Davanti alle porte, c’era Felix, che stava rientrando proprio in quel momento.
Si voltò di scatto, spalancando gli occhi cremisi: - Emma? Che cosa ci fai qui, hai dimenticato qualcosa?
- No!- gridai, mentre lo raggiungevo – Sono qui per restare!
L’euforia che provavo era tale che lo abbracciai non appena fui abbastanza vicina, lasciandolo perplesso: - Sono tornata! Forza, Felix, apri le porte!
Il vampiro eseguì, ancora sconvolto, e, non appena varcai la soglia, il cuore riprese a battere ancora più velocemente.
- Emma?
Un sorriso affiorò sulle mie labbra, non appena vidi Sulpicia avanzare verso di me: - Che cosa significa? Ti abbiamo sentita arrivare ma non pensavamo che…
- Che cosa ci fai tu qui?
Caius ci raggiunse in meno di un secondo e mi squadrò stupito: - Non eri partita?
- Sì, infatti- risposi, senza ammettere che, in fondo, ero contenta di rivedere anche lui.
Athenodora arrivò subito dopo, con un sorriso di sorpresa sul volto: - E’ tornata davvero!
- Sì, io…
Mi bloccai, restando un po’ sorpresa nel vedere arrivare, un po’ alla volta, quasi tutta la famiglia Volturi.
Chelsea, Renata e Corinne mi salutarono con un sorriso, e perfino Alec abbozzò un timido saluto.
C’era anche Heidi, che fumava di rabbia.
Ma fu quando udii una vocetta acuta pronunciare il mio nome che mi illuminai.
- Emma?
Milady scese le scale rapidamente, e, prima che riuscissi a dire qualcosa, mi sorprese di brutto abbracciandomi.
Nonostante avessimo passato quasi un mese assieme, non ci eravamo mai abbracciate prima di allora.
- Oh, Emma! Che cosa ci fai qui?- i suoi grandi occhi grigi si specchiarono nei miei – Cos’hai dimenticato? Ah, giusto, hai lasciato qui uno dei tuoi libri, quello delle cinque sorelle che ne combinano una per colore e alla fine la seconda si sposa con il tipo ricco e snob che all’inizio detestava… vado a prendertelo…
- No, Milady- la fermai, con un sorriso – Non sono qui per Orgoglio e Pregiudizio. Sono tornata per restare…
I suoi occhi si spalancarono: - Restare?
Aprii la bocca per rispondere, quando una voce mielosa e familiare mi interruppe: - Dunque è tornata… quale incredibile gioia…
Alzai gli occhi al cielo, ma abbozzai comunque un sorriso: - Salve, Aro.
Il vampiro avanzò verso di me con il sorriso stampato: - Ti confesso che è una sorpresa per me trovarti qui. Così come per tutti gli altri… e hai davvero intenzione di intrattenerti?
- Sì- risposi convinta – A meno che non vogliate rispedirmi all’Orfanatrofio, resterò qui.
- Beh, sarebbe stupido da parte nostra- brontolò Caius – Insomma, sei comunque una pericolosa umana che sa troppe cose e… ouch!- si interruppe non appena Athenodora, dopo averlo fulminato con lo sguardo, gli diede una gomitata abbastanza fissa nelle costole – E… e anche perché noi… beh, forse ci eravamo un po’ affezionati a te.
Athenodora sorrise, baciandolo sulla guancia, e lui abbassò lo sguardo, per non tradire emozioni.
Annuii, sapendo che era già tanto che avesse ammesso una cosa del genere, e stavo per domandare a Milady dove fossero tutti gli altri, quando un movimento sulle scale attirò la mia attenzione.
Il cuore mi si fermò per un istante.
La folla di Volturi si aprì lentamente, per lasciarmi libero il passaggio, anche se sulle prime non riuscii a muovermi.
Con i suoi occhi spenti, il volto solcato da diverse rughe e le labbra perennemente curvate verso il basso, Marcus mi guardava fermo a metà scalinata, con l’espressione stupita di chi non riesce a credere ai propri occhi.
- Emma?
Spalancai gli occhi a mia volta, riuscendo appena a mormorare a fatica: - Marcus…
Lui provò a riprendersi, ma non ci riuscì, così, con molta fatica, decisi di fare un passo in avanti, poi un altro, fino a quando non mi ritrovai a correre su per la scalinata.
Lui scese alcuni gradini, ma io fui più veloce.
Mi gettai tra le sue braccia in lacrime, gridando il suo nome, mentre lui faceva quasi fatica a parlare.
- Emma… sei… tornata?
- Sì!- risposi, tra le lacrime.
- Perché?
Gettai un rapido sguardo ai vampiri che ci osservavano dal piano inferiore, poi lo guardai negli occhi, senza smettere di singhiozzare: - Mi sono resa conto che mi mancavate… questo posto, Milady … mi mancavate Voi, Marcus!- mi strinsi più forte a lui – Sono qui per restare! Siete voi la mia famiglia, ora! E vi prometto che non vi lascerò più!
Nei suoi occhi tristi e spenti comparve una luce di speranza, la stessa che aveva quando mi guardava, e, col respiro un po’ corto, mi abbracciò delicatamente: - Non sai che gioia mi dà questa notizia…
Risi tra le lacrime, mormorando le parole che avevo sempre voluto dirgli, ma senza mai avere l’occasione: - Vi voglio bene, Marcus.
Lui, sulle prime, sembrò sorpreso, poi, appoggiò la fronte fredda sulla mia testa: - E io ne voglio a te. Tanto.
Non appena trovammo il coraggio di scendere le scale, fummo immediatamente circondati di nuovo dagli altri membri della famiglia.
Feci scorrere rapidamente lo sguardo, ma non individuai chi cercavo.
Milady se ne accorse e disse con un sorriso: - Adesso è fuori. Arriverà nel pomeriggio.
Annuii, arrossendo un po’, ma nessuno se ne accorse, anche perché Caius disse in modo spiccio: - Beh, credo che sia meglio che vai a sistemare le tue cose. Non possiamo stare qui tutto il giorno…
- Caius ha ragione- intervenne Aro – Però vorrei festeggiare il ritorno di Emma stasera. Faremo un brindisi, per darti il bentornato.
- Grazie- risposi, asciugandomi le lacrime.
Jane mi si avvicinò, mentre gli altri tornavano alle proprie faccende e, dopo avermi squadrata per alcuni istanti, disse in tono piatto: - Che fossi pazza lo sapevo. Ma mai mi sarei aspettata di vederti tornare. Devo ammetterlo: mi hai sorpresa. Sei più coraggiosa di quanto pensassi e trovo il tuo gesto, sebbene insolito, abbastanza ammirevole.
- Ehm… grazie, Jane.
La vampira annuì, poi, senza dire altro, si allontanò insieme al fratello.
Milady mi mise il braccio attorno alle spalle e mormorò: - Andiamo di sopra, Emma, la mia camera aspetta solo di essere riempita di nuovo dei tuoi noiosi libri-mattone.
Mi lasciai sfuggire una risata e, insieme, salimmo la scalinata che portava alla stanza.
 
Erano ormai le cinque del pomeriggio.
Milady aveva deciso di lasciarmi la giornata libera, così, dopo aver passato ore in biblioteca assieme a Marcus, decisi di fare una passeggiata per il castello.
Scesi al piano terra, entrando nella Sala della Luce, chiamata così per via delle gigantesche finestre che lasciavano filtrare i raggi del sole attraverso delle tende colorate, e mi affacciai.
Da dove mi trovavo, si poteva intravedere appena il labirinto, con il suo gazebo in cima alla torre.
Improvvisamente, dei passi leggeri alle mie spalle mi fecero voltare, mentre una voce maschile, piuttosto nota, giunse alle mie orecchie: - E così sei tornata.
Mi lasciai sfuggire un sorriso, mentre Demetri avanzava lentamente verso di me.
- Sì- risposi, cercando di mantenere un atteggiamento neutrale – Mi sono resa conto che era tutto più noioso, senza i capricci di Milady, e così…
Lui piegò un angolo della bocca verso l’alto, in quel sorriso che tanto amavo e che tanto lo caratterizzava, e mi fissò con aria maliziosa: - Beh, tanto meglio…
Aprii la bocca per replicare con una battuta scherzosa, ma mi bloccai non appena la sua mano fredda sfiorò la mia guancia.
Ci guardammo per un secondo, poi, lui avvicinò il viso al mio e mi baciò.
Ebbi un istante di sorpresa e panico: era la prima volta che baciavo qualcuno!
Le sue labbra fredde sulle mie mi fecero un po’ rabbrividire, ma poi, qualcosa mi spinse a ricambiare il bacio, senza più pensare a nulla.
Non durò molto, ma fu davvero stupendo.
Demetri staccò lentamente le labbra dalle mie e mi guardò con un sorriso scaltro ma sincero.
Io cercai di mantenere il contegno, anche se risultò parecchio difficile, e mormorai un po’ tremante: - E… questo cosa sarebbe?
Lui trattenne una risatina, rispondendomi con tono furbo: - Diciamo che è un modo per dirti “Bentornata”.
Arrossii parecchio, ma riuscii a non fare la figura dell’idiota: - Beh- sussurrai con fare malizioso – Allora dovrò allontanarmi più spesso dal castello…
Lui rise insieme a me, poi, mi rivolse uno sguardo incredibilmente diverso dal solito. Dolce, pieno di gioia, forse un po’ commosso.
La sua voce si incrinò un po’ per l’emozione e, con un po’ di fatica, sussurrò: - Sono felice che tu sia tornata, Emma…
Gli sorrisi, con il cuore che batteva forte, poi, senza dire niente, Demetri si allontanò silenzioso, cercando di mantenere la sua aria spavalda.
Accarezzai una delle tende colorate della sala e, con un sorriso, mormorai semplicemente: - Sì, lo sono anch’io…
 
***
Angolo dell’Autrice: Ebbene, Emma ha fatto la sua scelta ed è tornata a Volterra.
Io credo che abbia fatto la scelta migliore, dopotutto, ormai quella era diventata la sua nuova casa e, per di più, ha ottenuto un bacio da Demetri! XD
Tutti sembrano felici del suo ritorno, però questo non significa che le cose saranno facili per lei.
Heidi è sempre in agguato e la misteriosa vampira medium di nome Mary Anne farà presto la sua comparsa, portando con sé segreti abbastanza pericolosi.
Grazie per aver letto, ci vediamo con il prossimo capitolo! ;)
Un bacio
Tinkerbell92
  
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