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Autore: Billie_Jean    17/03/2013    4 recensioni
Seven Spells - o Perchè Harry Styles e Niall Horan sono una pessima coppia; una storia di Louis Tomlinson.
Louis Tomlinson è un fiero Serpeverde dell'ultimo anno, e ci tiene a precisare che non ha assolutamente una cotta per Harry Styles. Non siamo ridicoli, quel ragazzino gli piace soltanto perchè ha le labbra più belle di tutta Hogwarts, e perchè i suoi occhi s'intonerebbero benissimo alla sua divisa; e poi, andiamo, Niall Horan? Lui è mille volte meglio di quel Tassorosso da strapazzo, e ha un piano perfetto per farlo capire anche a Harry. Basta un piccolo incantesimo, e il gioco è fatto.
Hogwarts!AU
[Dal secondo capitolo]
-Se ti do retta, poi te ne vai?- sospirò rassegnato. Louis si concesse un ghigno soddisfatto, prima di replicare:
-Certo. A meno che non sia tu a chiedermi di restare-.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 - Oppugno


***

 
Se avessero mai istituito un premio per la fiducia in se stessi, Louis era certo che avrebbe vinto primo, secondo e terzo posto. E non solo: probabilmente avrebbero anche dato il suo stesso nome, a quel premio; perché mentre si dirigeva verso la biblioteca di Hogwarts e ascoltava i suoi passi fieri risuonare nel corridoio deserto, Louis Tomlinson si sentiva invincibile.
 
Canticchiando un motivetto tra sé e sé, il ragazzo oltrepassò madama Pince nell'ingresso della biblioteca, e cominciò a percorrere le corsie di scaffali polverosi, certo che avrebbe presto trovato quello che stava cercando. Infatti, proprio sotto la finestra che separava la sezione “Malattie Magiche” da “Mammiferi Mutaforma”, seduto ad un tavolo carico di libri, si trovava la persona che, ormai da qualche tempo, era divenuta la sua ossessione.
 
Louis aveva passato l'ultima settimana a studiare in dettaglio ogni gesto, spostamento e abitudine di Harry Styles – era arrivato perfino ad appostarsi accanto al bagno del terzo piano, per accertarsi che il ragazzo andasse sempre lì dopo le lezioni di Incantesimi – e poteva ormai dirsi un esperto della vita del giovane Grifondoro. Harry studiava sempre in biblioteca tra le cinque e le sei, tranne il weekend; e poiché Niall aveva l'allenamento di Quidditch dalle cinque alle sette quel giorno, Louis era piuttosto certo che l'onnivoro Tassorosso sarebbe stato fuori dai piedi per un po'. Abbastanza a lungo da consentirgli un'ammaliante chiacchierata con Harry.
 
Zayn aveva riso di lui, e della sua caparbietà nei confronti della questione Narry – un nome ridicolo per una coppia orripilante, aveva commentato il Serpeverde – e lo punzecchiava in continuazione sulla sua fantomatica cotta per Harry. Louis scuoteva il capo ogni volta, basito davanti all'inettitudine del cugino che proprio non voleva capirlo, che quel ragazzino, per lui, non rappresentava che una sfida. Una delle tante conquiste, uno dei trofei che dimostravano che Louis Tomlinson poteva avere tutto quello che voleva; che Louis Tomlinson vinceva, sempre.
 
Il Serpeverde raggiunse il tavolo e si piazzò dritto davanti a Harry, schiarendosi la gola per attirare la sua attenzione. Il ragazzo, che stava scribacchiando annoiato sul foglio di pergamena che aveva di fronte, alzò lo sguardo, piantando i limpidi occhi verdi in quelli di Louis. Corrugò le sopracciglia, infastidito.
 
 -Sì?- fece, con tono seccato. Louis rimase a fissarlo, come imbambolato, per qualche secondo; poi Harry inarcò un sopracciglio e il ragazzo si riprese, imbastendo frettolosamente un sorrisetto sicuro.
 
 -Heilà- gli disse -Non ti dispiace se mi siedo qui, vero? È tutto pieno-
 
Harry si guardò intorno nel locale semi-deserto e tornò a guardare Louis, che sostenne il suo sguardo con fare innocente, nonostante il calore che si stava diffondendo in zona orecchie.
 
 -Non c'è nessuno qui- fece notare, ma Louis fece spallucce e si sedette di fronte a lui, spostando in un solo gesto metà dei libri che occupavano il piano del tavolo e incrociando le braccia, sporgendosi verso Harry.
 
 -Fa niente- replicò -Si studia meglio in compagnia e, fattelo dire, tu hai l'aria di avere un bisogno disperato di un'anima viva-
 
Harry lanciò un'occhiata al fantasma della Dama Grigia che fluttuava nella corsia accanto e sbuffò una risatina; Louis però non fece in tempo a godersi il moto di soddisfazione che l'aveva pervaso – l'aveva fatto ridere, ormai erano praticamente in confidenza – che Harry recuperò la facciata burbera, scoccandogli un'altra occhiata irritata.
 -Devi proprio?- chiese, retoricamente; Louis annuì allegramente e il Grifondoro scosse il capo sbuffando, e riprese a scribacchiare sul suo compito.
 
Louis si prese un attimo per osservarlo. I capelli ricci gli ricadevano in continuazione sulla fronte, e Harry non faceva che scostarseli con uno scatto del capo che scombinava non solo le sue ciocche, ma anche l'equilibrio ormonale del Serpeverde; inoltre, il ragazzo aveva la terribile abitudine di umettarsi con la lingua il labbro inferiore, con il risultato che Louis faticava a tenere gli occhi sul suo libro in favore di un incessante ping-pong visivo tra il suo compito e il volto del ragazzo che aveva di fronte.
 
Gli concesse qualche minuto di tregua, poi Louis sbuffò sonoramente e si piegò in avanti, stendendosi sul tavolino con le braccia incrociate e posandovi il mento. Fissò Harry, che lo ignorava con decisione, con un sorrisetto sul viso, finché il Grifondoro non riuscì a concentrarsi e gli rivolse l'ennesima occhiata irritata.
 
 -Si può sapere cosa vuoi?- sbottò, senza preoccuparsi di risultare maleducato. Louis gli sorrise apertamente, prima di rispondere:
 
 -Solo fare due chiacchiere con te, Harry-.
 
 -Si da il caso che io stia studiando- replicò seccamente il ricciolino, facendo per riprendere a scrivere; ma Louis posò una mano sul suo libro e richiamò nuovamente la sua attenzione.
 
 -Si da anche il caso che non te ne freghi nulla, di quello che stai studiando- disse, e trattenne un sorriso trionfante al rossore che tinse le guance di Harry -Per cui puoi anche smetterla di fingere che io non sia un'alternativa migliore-.
 
Se le sopracciglia di Harry si fossero inarcate di più, probabilmente sarebbero schizzate sul soffitto. Il ragazzo sembrò sul punto di dire qualcosa, poi scosse il capo come per schiarirsi le idee.
 
 -Se ti do retta, poi te ne vai?- sospirò rassegnato. Louis si concesse un ghigno soddisfatto, prima di replicare:
 
 -Certo. A meno che non sia tu a chiedermi di restare-.
 
Harry alzò gli occhi al cielo e si abbandonò indietro sulla sedia, incrociando le braccia e fissando Louis con aspettativa.
 
 -Bene, sentiamo allora- disse -Di cosa vuoi parlare?-
 
Louis si ritirò dalla sua posizione stravaccata e si raddrizzò, posando i gomiti sul tavolo e il mento sulle dita intrecciate.
 
 -Di te, per esempio- rispose, ignorando l'occhiata perplessa che Harry gli lanciò -Cosa ti piace fare, sogni nel cassetto, scheletri nell'armadio... quella roba lì, insomma-
 
 -E perchè vorresti saperlo?- replicò con astio il Grifondoro. Louis alzò le spalle mantenendo una facciata di casuale indifferenza, mentre tutto quello che avrebbe voluto fare era correre da lui, afferrarlo per le spalle e scuoterlo violentemente finché non gli avesse spiegato per filo e per segno per quale motivo stesse ancora con Niall Horan.
 
 -Non puoi rispondere e basta?- disse invece, battendo nervosamente un piede per terra. Tra le tante cose che non capiva di Harry Styles, assieme al suo inspiegabile cattivo gusto in fatto di ragazzi, figurava la sua decisa testardaggine. Accidenti, poteva rivaleggiare perfino quella di Louis!
 
Harry lo squadrò per un po’, ma alla fine si abbandonò all’ennesimo sospiro rassegnato, e cedette.
 
 -Mi chiamo Harry Styles, ho sedici anni e vengo da Holmes Chapel. Ho un gatto che si chiama Molly, una sorella e faccio schifo in Pozioni- disse con tono annoiato, poi gli rivolse uno sguardo di sfida –Contento adesso?-
 
Louis arricciò il naso, simulando il disgusto.
 
 -Davvero non sai fare di meglio?- lo canzonò. Esitò un attimo, poi aggiunse –Il tuo ragazzo sarà felice di sapere che non lo hai nemmeno incluso tra le informazioni base su di te-.
 
Harry lo fissò negli occhi e Louis trattenne il fiato, chiedendosi se non si fosse spinto troppo oltre.
 
 -Che diavolo c’entra Niall in tutto questo?- sbottò Harry. Louis si morse delicatamente il labbro, maledicendosi per non essere in grado di formulare un solo pensiero coerente sotto lo sguardo penetrante del ragazzo. Settimane di preparazione mandate a quel paese da un paio di occhi verdi; bel lavoro, Tomlinson.
 
 -Dicono che quando una persona è innamorata, non smette mai di parlare dell’altro- le labbra di Louis risposero da sole, senza lasciare al suo cervello il diritto di veto sulla stronzata che aveva appena fatto. Harry sgranò gli occhi e Louis arrossì violentemente, tutto il suo proverbiale autocontrollo disperso da qualche parte tra la voglia di saltare addosso al ragazzo che aveva di fronte e l’istinto contrastante di fuggire da lì il prima possibile, pregando che il Grifondoro si dimenticasse tutto.
 
Guardandolo in attesa che dicesse qualcosa, Louis poteva praticamente vedere gli ingranaggi del suo cervello lavorare senza sosta, mettendo insieme i pezzi; e quando un lampo di comprensione balenò negli occhi del ragazzo, gli ci volle tutta la sua forza di volontà per non puntargli contro la bacchetta e strillare un incantesimo che gli avrebbe cancellato per sempre dalla memoria quel suo grosso errore.
 
Gli occhi di Harry si ridussero a due fessure, mentre il ragazzo chiudeva con uno schiocco il grosso libro che aveva di fronte e raccattava le sue cose, gettandole nella borsa alla rinfusa.
 
 -Non ti permetto di fare certe insinuazioni- sibilò –Ma grazie mille della chiacchierata, è stata davvero illuminante- aggiunse con tono di scherno, balzando in piedi e allontanandosi a grandi passi.
 
Louis inspirò violentemente e, ignorando platealmente ogni fibra del suo corpo che gli strillava di fermarsi e restare dove si trovava, mollò lì tutte le sue cose e si catapultò fuori dalla biblioteca, all’inseguimento del ragazzo.
 
 Harry era già a metà del corridoio, quando lo raggiunse.
 
 -Harry aspetta!- esclamò. Il ragazzo lo ignorò, così Louis lo afferrò per un braccio, costringendolo a voltarsi. Harry lo fulminò con uno sguardo di fuoco, liberandosi dalla sua presa con uno strattone.
 
 -Che diavolo vuoi ancora, Tomlinson?- esclamò –Mi piombi in mezzo ai piedi mentre cerco di studiare, dici di voler sapere qualcosa di me e poi ti metti a giudicare la mia vita sentimentale; ma chi ti credi di essere, si può sapere?-
 
Louis lo guardò negli occhi con decisione, rifiutando di lasciarlo stare finché non avesse capito che era lui, ad avere ragione.
 
 -Dico solo che siete una pessima coppia!- sbottò, scoprendo finalmente le sue carte –Se solo lo capissi anche tu, che Horan non ti merita per niente. Tu puoi avere di meglio, Harry!-
 
Harry era diventato talmente rosso che Louis si chiese distrattamente se non sarebbe esploso direttamente, insieme alla vena che pulsava minacciosa sul suo collo. Non aveva mai pensato che un ragazzino potesse intimidirlo a quel modo, ma sotto lo sguardo feroce del Grifondoro, Louis si fece piccolo piccolo, mordicchiandosi il labbro nervosamente.
 
 -E sentiamo- Harry stava praticamente ansimando dalla rabbia –Saresti tu, l’alternativa? Perché preferirei andare a letto con la piovra gigante, piuttosto che uscire con te anche solo una volta-.
 
Louis si era sempre vantato della sua imperturbabilità. Prendeva tutto alla leggera e non si era mai lasciato condizionare dalle critiche che spesso gli venivano mosse, perché era convinto che, se voleva avere successo nella vita, prevaricare gli altri ogni tanto fosse necessario; e se qualcuno gli dava dello stronzo di tanto in tanto, non era che un invidioso, da guardare con sufficienza dall’alto della sua strada e oltrepassare senza fare commenti.
 
Ma quando Harry gli voltò le spalle, dopo avergli gridato in faccia il suo disprezzo, Louis poté percepire distintamente qualcosa che si spezzava, dalle parti della sua cassa toracica; come in trance allungò un braccio e chiuse le dita attorno al maglione del ragazzo, rifiutandosi categoricamente di lasciarlo andare a quel modo.
 
Harry si voltò di scatto, lo sguardo acceso da un’ira quasi folle; estrasse la bacchetta con un gesto fulmineo e la puntò contro Louis, che non ebbe il tempo per fare altro che sgranare gli occhi dalla sorpresa prima che le labbra di Harry si muovessero veloci.
 
 -Oppugno!- strillò. La vetrinetta accanto a Louis esplose in una pioggia di schegge e tutti i trofei che vi si trovavano schizzarono verso di lui, che lasciò andare il maglione di Harry per proteggersi il viso; e mentre si rannicchiava sul pavimento, cercando tentoni la propria bacchetta per porre fine a quel casino, il ragazzo si rese conto che nonostante il metallo e il vetro che gli graffiavano la pelle, quello che faceva più male era il dolore lancinante nel petto, alimentato dall’eco dei passi di Harry che si allontanava di corsa lungo il corridoio.
 
 

***

 
 
 -Non dirò che te l’avevo detto- la voce puntigliosa di Zayn suonò come un trapano nelle orecchie di Louis, che strinse la presa sulla forchetta fino a far divenire bianche le nocche –Ma te l’avevo detto-.
 
Il suono dell’argenteria che veniva scagliata nel piatto risuonò con un clangore, e Louis si voltò di scatto verso il cugino.
 
 -Bene, bravissimo. Avevi ragione, contento?- sbottò. Recuperò la sua forchetta con un gesto di stizza e infilzò una patata, infilandosela in bocca tutta intera. La verità era che aveva un groppo in gola che si rifiutava di svanire, e Louis strinse forte le palpebre per impedirsi di perdere il controllo e cedere al pizzicore che gli irritava gli occhi. Sentì Zayn sospirare profondamente e lo vide, con la coda dell’occhio, scuotere il capo.
 
 -Lou, sarebbe tutto molto più facile se tu non fossi così pieno di te, lo sai?- gli disse, e Louis incassò le spalle e chiuse gli occhi, chiedendosi che cosa avesse spinto il mondo ad avercela con lui, quel giorno. Prima Harry che non solo l’aveva rifiutato, ma si era premurato di scagliargli addosso un’intera vetrina di trofei, poi Zayn che gli faceva notare che era il suo carattere, il problema; cos’altro mancava alla lista del “Come distruggere l’autostima di Louis Tomlinson in meno di dodici ore”?
 
 -Louis!- lo strillo acuto di Lottie fece voltare mezza Sala verso la ragazzina che marciava spedita verso il fratello, e Louis nascose il capo tra le mani gemendo disperato. Lottie si fermò davanti a lui con le mani sui fianchi e un cipiglio così simile a quello di sua madre che il ragazzo – con una certa vergogna - non poté fare a meno di sentirsi intimidito dalla dodicenne.
 
 -Che vuoi, Lottie?- bofonchiò riportando la sua attenzione sulle patate lesse nel suo piatto, e costringendosi a ignorare lo sguardo penetrante della sorella. Sembrava volerlo perforare da parte a parte.
 
 -Di un po’, è vero che hai aggredito Harry Styles fuori dalla biblioteca, oggi?- esclamò. Louis alzò il capo di scatto, sgranando gli occhi sgomento.
 
 -Che cosa?- fece, la voce più acuta di un’ottava –È stato lui ad aggredire me, mi ha scagliato contro una vetrinetta di trofei!- esclamò con foga, incredulo.
 
 -Dopo che tu gli hai detto di lasciare Horan per mettersi con te!- precisò Lottie incrociando le braccia, e Louis si fece paonazzo mentre tutto il tavolo di Corvonero, nel raggio di due o tre metri, ridacchiava origliando.
 
 -Si può sapere che diavolo vuoi da me, Lottie?- sibilò il ragazzo, pregando che anche la ragazzina avrebbe abbassato la voce. Non c’era proprio bisogno che tutta la scuola venisse a sapere del suo clamoroso fallimento, anche se da come ne parlava sua sorella, era probabile che tutti ne fossero già al corrente.
 
 -Solo dirti che sei stato un idiota- fu la pronta replica di Lottie, che si andò ad aggiungere immediatamente alle dieci migliori stoccate infisse alla sua autostima –E che, se me lo chiedono, io dirò che non ti conosco. Buonanotte-.
 
Louis abbassò il capo e si chiese cosa avesse fatto di così terribilmente sbagliato, per meritarsi tutto quell’odio. E, alla faccia dell’unità famigliare, sua sorella aveva ereditato da lui tutta la schiettezza e la sottile crudeltà Serpeverde; se non ne fosse stato vittima, sarebbe stato senz’altro molto fiero di lei.
 
Tra le frecciatine generali dei suoi compagni e sotto lo sguardo indecifrabile di Zayn, Louis spinse da parte il suo piatto; gli si era chiuso lo stomaco. Si alzò in piedi, concedendo al cugino un cenno del capo in segno di saluto e si avviò verso la porta della Sala, percorrendo il corridoio che separava il tavolo dei Corvonero da quello dei Tassorosso.
 
Sussultò quando incrociò lo sguardo di Harry, seduto accanto a Niall; e proprio mentre gli passava accanto, il Grifondoro si premurò di afferrare il suo ragazzo alla nuca, incurante della coscia di pollo che ancora stava masticando, e lo coinvolse in un bacio mozzafiato, gettandogli le braccia al collo e stringendolo a sé. Socchiuse gli occhi quanto bastava per fissare Louis dritto nei suoi, oltre le spalle dell’ignaro Tassorosso; e il ragazzo deglutì, oltrepassandoli a capo chino e accelerando il passo, certo che questa volta, neppure il suo autocontrollo di ferro avrebbe retto il colpo.


***
 

Salve a tutti, bentornati se avevate già letto, benvenuti se siete nuovi :)
Innanzitutto, grazie mille a tutti quelli che hanno messo la storia fra le seguite, le preferite o le ricordate, e a chi ha lasciato una recensione; leggere quello che pensate è importantissimo per me, e fa schizzare 
alle stelle il morale, l'ispirazione, e la voglia di scrivere *_*

In questo capitolo, il povero Louis prende un sacco di botte, morali e fisiche :P
Insomma, anche un duro come lui, prima o poi crolla...
Come immagino che vi siate accorti, il titolo di ogni capitolo rappresenta un incantesimo che potrebbe essere utilizzato dai personaggi, come potrebbe avere un significato figurato di quello che succede nella storia; vediamo se indovinate quale sarà il prossimo che userò :P Vi dico solo, che le cose potrebbero prendere una piega diversa da come sono andate fino ad ora. (Molto criptico e inutile, ma non odiatemi)
Un altro grazie va alla mia NinaWho del cuore, che ha pazientemente betato e dato un parere su questo capitolo, nonostante detesti il fandom per cui scrivo; tanta pace e amore, e se vi piace Assassin's Creed, andate a leggere le sue storie.
Vi lascio, spero tanto che questo capitolo vi sia piaciuto; come al solito, vi amerò alla follia se leggete, vi costruirò un altarino dorato se recensite: davvero, ogni fan writer sa quanto sia bello ricevere un feedback sul proprio lavoro, quindi se avete letto fino qui, mi piacerebbe sapere il vostro parere sulla storia.
Basta, sono logorroica: vi lascio davvero, grazie mille, buon anno, buona Pasqua, pace, amore e tanto Larry.
Al prossimo capitolo! 
Billie Jean xxx

   
 
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