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Autore: nobodyishopeless    17/03/2013    3 recensioni
Jill abita a Framlingham nella contea di Suffolk. Negli ultimi due anni la sua vita è diventata un disastro completo, un padre violento, la madre depressa, il fratello assente e un migliore amico lontano che ha deciso di seguire il suo sogno e ha fatto strada nella musica.
Ma un giorno torna...Lei si arrabbia, lei lo accusa di averlo abbandonata.. ma se lui ora fosse pronto a salvarla.. a mettere in gioco dei sentimenti che cercavano entrambi di reprimere?
Genere: Dark, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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I’m not like your father.


Nei capanni più desolati, un gruppo di ragazzi e ragazze stava sistemando per il rave party in programma per quella sera. Si sarebbero senz’altro divertiti.

“Come vanno le cose?”chiese Ed ai ragazzi.
“Bene per noi.. ma tra Nick ed Amity non si capisce bene cosa ci sia..” rivelò Simon rivolendo la frecciatina a Nick seduto in parte a lui.

Nick era leggermente arrossito e Ed sorrise notando ancora, come dopo tutto quel tempo Simon fosse ancora il leader del gruppo come al liceo.
“Cioè?”chiese Ed intenzionato a saperne di più.
“Cioè hanno scopato.. più di una volta!” rispose ancora Simon rubando la parola a Nick.
“Ma il ragazzo ha paura di spiegare ciò che sente ad Amity e lei.. si sta rompendo!” continuò Simon posando una mano sulla spalla di Nick, il quale lo fissava scocciato della sua solita sfacciataggine.

“Cosa dovrei fare scusa?”gli chiese gesticolando più del dovuto.
“Magari metterti assieme?”rispose retorico Simon.
“Certo così di botto?? Io non voglio farla riempire di corna come fai tu con Brook!” esplose scocciato Nick rinfacciando la reale situazione sul rapporto tra Simon e Brook. Lui alzò le spalle.

Ad Ed erano mancati quei discorsi, quelle discussioni leggere, quella vita leggera. Nel mondo della musica si era divertito un sacco, ma aveva bisogno della pausa. Era troppo sotto pressione ed era convinto che passare del tempo con i suoi vecchi amici nella sua vecchia città che contava poco più di 2000 abitanti gli avrebbe fatto bene. E soprattutto con lei, con Jill per farsi perdonare , lei era la persona a cui teneva di più.
Quella riflessione lo spinse a fare alcune domande agli amici.

“Come sta Jill?”chiese serio. Nick, Simon e Corey si guardarono amareggiati.
“Tira avanti!”rispose Corey con tono triste.
“Che significa?”chiese Ed preoccupandosi per la reazione degli amici.
“La famiglia è distrutta.. dopo che il fratello Joseph è scomparso, il padre è diventato un’alcolista e.. piuttosto violento. Sua madre non si è più vista..Amity ha detto che è caduta in depressione e passa i giorni sul divano a cercare di morire di fame.. ma Jill non glielo permette e la fa mangiare quasi a forza.. la cosa peggiore è che è da sola in tutto questo, non ha mai potuto piangere la perdita di suo fratello.. non ne ha mai avuto il tempo!” spiegò Nick guardando a terra visibilmente dispiaciuto per la situazione familiare dell’amica.

Ed si era bloccato a “il padre è diventato un alcolista e.. piuttosto violento”.

Gli tornò in mente il livido sul collo di lei e un’onda di rabbia gli crebbe nel petto. Strinse i pugni e poi si rivolse agli amici.

“Il padre di Jill.. la picchia?”chiese mentre un brivido gli percorreva rapido la schiena.

Ci fu un attimo di silenzio e poi Simon annuì serio, stringendo i pugni, probabilmente dentro stava provando le stesse emozioni iraconde di Ed.

“Lei non ha nessuno.. intendo non ha un ragazzo o che so io?”chiese Ed, pensando che probabilmente un ragazzo non avrebbe sopportato i lividi che il padre le lasciava.
“Scopa con Corey!”disse Simon
“Simon!”lo riprese Corey alzando gli occhi al cielo.
“Siamo scopamici..” confessò poi Corey guardando Ed il quale scosse la testa in segno di disapprovazione.
“Lo so Ed.. ma a lei sta bene così e anche a me!”si difese Corey capendo l’opinione dell’amico.

Ed alzò le spalle, ma comprese, conosceva bene Jill sapeva che i legami l’avevano sempre spaventata. Quando erano migliori amici lei gli raccontava tutto, era piena di sogni d’amore, poi conobbe un ragazzo Michael, e d’un tratto smisero di vedersi e lei diventò una ragazza che voleva spegnere il cuore, tranne con lui, era sempre affettuosa e disponibile.

A casa di Amity le tre ragazze stavano scegliendo come vestirsi. Non era da andare in tiro lo sapevano bene, era un rave all’aperto, in riva al lago dove vi erano i capannoni abbandonati. Dove di giorno stavano le prostitute e la sera diventa il luogo dei giovani, vi era parecchia droga che girava. Vi era parecchia vita che vibrava a ritmo di musica. Jill si vestì con una minigonna nera con delle fantasie bianche e una canotta bianca abbondante che lasciava scoperti i fianchi fino a metà e si vedeva il reggiseno e delle infradito nere, sistemò i capelli ondulati e si mise solo del rossetto rosso. Amity invece si mise un paio di shorts celesti con una riga di pizzo nero sul fianco, una camicia bianca rubata a Nick lasciata aperta e un costume viola, ai piedi espadrillas bianche, lasciò sciolti i lunghi capelli scuri, si mise un po’ di mascara sulle ciglia già folte e scure naturalmente. Brook si mise un vestitino bianco cortissimo col bustino di pizzo praticamente trasparente, ai piedi un paio di infradito nere con dei lustrini argentati, anche lei lasciò i capelli sciolti, non si truccò, i suoi occhi verdi non avevano bisogno di trucco.

“A cosa pensi?”chiese Amity a Jill che si era incantata.
“A nessuno..”mentì lei bloccando il flusso di pensieri che portavano a Ed.

Brook la guardò incredula spingendola a dire la verità.
“Non voglio che Ed sappia.. tutto qui!”rivelò guardando a terra.
“Potrebbe aiutarti..”disse Brook
“Nessuno può aiutarmi, se avessi voluto sarei andata a vivere da sola, ma c’è mia madre, lei ha bisogno di me..”confessò spostando lo sguardo su Brook.

“Ed è sempre stato il ragazzo più impulsivo nel nostro gruppo… sarebbe devastante se si abbattesse su mio padre!” continuò poi mostrando la sua preoccupazione.
“Andrà tutto bene Jill..” cercò di tranquillizzarla Amity e in parte ci riuscì.

Circa un’ora dopo il buio era calato e la musica pompava a tutto volume e si sentiva fino al centro. Le ragazze arrivarono in ritardo, la festa era già nel vivo.
Tayler stava già limonando con uno, era gay fino al midollo, si era sempre saputo ma nessuno lo disprezzava per questo, anzi era molto rispettato dagli altri ed era molto popolare. Brook raggiunse Simon che attirava parecchi sguardi femminili poco opportuni. Brook segnò subito il territorio ficcando la lingua in bocca a Simon che accettò volentieri con un sorriso sghembo. Amity andò incontro a Nick che le sorrise arrossendo lievemente.
Jill rimasta sola si diresse al bar e buttò giù un paio di bicchierini di tequila. Poi vide lontano Corey e lo salutò con un cenno, lui andò verso di lei sorridendo. Gli stampò un bacio sulla guancia e sorrise. Lui agguantò un birra e bevvero insieme. Poi la ragazza tirò fuori una canna dalla borsetta a tracolla e la accese, fece un paio di tiri e la passò al ragazzo che sorrise sghembo. Finirono di fumare e si gettarono nel mucchio a ballare.
Ed intanto stava parlando con un sacco di gente che gli faceva i complimenti per il suo successo. Verso mezzanotte finalmente ebbe la possibilità di cercare Jill per parlarle. Ma prima si fermò a bere l’ennesimo superalcolico ignorando i giramenti di testa che da una mezz’ora buona si susseguivano sul suo corpo, condizionando il suo equilibrio.
Quindi ormai ubriaco cercò la ragazza tra la folla e vide lei e Corey che si strusciavano l’uno sull’altra dietro un capannone, lei era contro il muro, le loro labbra erano attaccate, quando le mani di Corey finirono sotto la maglietta della ragazza Ed non ragionò più. A passo deciso di diresse verso di loro, prese Corey per il colletto della maglietta e lo staccò dalla ragazza che guardava Ed con aria scioccata. Corey con un’evidente erezione alzò gli occhi al cielo.

“Ci serve un po’ di privacy Corey!”disse Ed, Corey sbuffò e se ne andò senza fare storie, conoscendo i trascorsi di Ed quando era ubriaco. La ragazza però era decisa a non restare in silenzio.

“Perché fai il guastafeste?”chiese arrabbiata
“E tu perché fai la puttana?”le chiese Ed a sua volta.
Jill fu ferita. Sentiva spezzarsi qualcosa nel petto. Non era la prima volta che le davano della puttana, se n’era sempre fregata, ma col suo migliore amico era diverso.

“Stammi bene a sentire! Tu cosa credi? Di tornare dopo avermi lasciato allo sbando per due anni e vuoi anche giudicarmi! Non sei nessuno!”gridò la ragazza dandogli uno spintone.
“Smettila!”urlò anche lui tirandole una spinta non dosando bene la forza e facendola andare a sbattere contro il muro.

In quel momento Jill ebbe paura, per la prima volta il suo migliore amico le faceva paura. Forse perché con gli occhi azzurri,lucidi iniettati di sangue; l’alito di alcol; il rossore sulle guancie; lo spintone; l’ira.. le ricordava suo padre. Involontariamente in quel momento cominciò a tremare, Ed se ne rese conto e si calmò all’istante. Fece per accarezzarla alzando una mano, ma Jill per un riflesso condizionato si coprì il viso e si rannicchiò come faceva sempre prima che il padre la colpisse. Una lacrima le rigò la guancia, pensando al fatto che il suo migliore amico avrebbe potuto picchiarla, che come suo padre gli uomini erano tutti malvagi quasi. Ma Ed era rimasto sbalordito, mortificato dalla reazione della ragazza, si chinò verso di lei, e la prese delicatamente per le spalle tirandola su e abbracciandola, lei aveva cominciato silenziosamente.

“Non potrei mai farti del male!”le sussurrò sincero.
“Lo hai fatto per due anni!”confessò lei tra le lacrime

Ed si staccò da lei per guardarla negli occhi. Sentiva le lacrime solleticargli gli occhi, spingere per uscire, ma tratteneva gli argini.

“Mi dispiace.. ma io.. non sono come tuo padre!”confessò facendole mozzare il fiato.
“Mio.. mio padre mi ama!”replicò quella.
“Non te lo dimostra nel modo giusto!”ribattè quello accarezzandole delicatamente il collo dove vi era ancora il livido.
“Non sai niente!”esclamò lei senza cessare le lacrime.

Gli occhi di Ed si chiusero un attimo per poi far scorrere delle lacrime sul suo volto.

“Mi dispiace di averti lasciato in questa merda!”disse tra i singhiozzi prendendole il volto tra le mani.

Jill dal canto suo continuava a piangere per la sua merda di vita, per sua madre, per suo padre, per Joseph che solo Dio sa dov’era finito. Cadde sulle ginocchia e continuò a piangere disperandosi. Si accasciò a terra e Ed la raggiunse stringendola a sé cercando di calmare i singhiozzi di lei, le soffiò nelle orecchi il ritornello di una canzona che e aveva scritto quando aveva tredici anni, proprio a lei.

“You know I'll be
Your life, your voice, your reason to be
My love, my heart is breathing for this
Moment, in time I'll find the words to say
Before you leave me today”

Buonasera a tutti;)
scusate per il ritardo ma è un periodo scolastico di merda..
cioè pieno di compiti e interrogazioni..
gli esami si avvicinano… ok non ci penso sennò mi cago sotto ;)

Che ne pensate del capitolo?
Io ringrazio tantissimo
Damonsavedme
Che ha recensito il capitolo precedente e chiunque recensisca,
preferisca ricordi e segue la storia grazie;)
spero in qualche recensione baci
mar

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Brook..

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Amity .
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Jill..

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