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Autore: Low_Armstrong    17/03/2013    4 recensioni
[Seconda classificata al contest di GiulyHermi96 “Hermione e... Ron, SOLO Ron” e vincitrice del Premio per il Miglior Ron]
Ron ha una domanda da fare alla sua ‘Mione. LA domanda. Ma prima deve comprare qualcosa, e chiede aiuto al suo fidato amico con gli occhiali tondi e i capelli mori e ribelli. Tra serate chic e frivolezze, sorprese e fallimenti, sarà un sì?
Prima long che pubblico, dopo averne ideate e lasciate a metà decine. Questa è completa, tranquilli!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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There’s something harder than falling in love







CAPITOLO 6. Everyone deserves a second chance.

Non sapeva come ci fosse riuscito, ma quella mattina si era svegliato presto. Con ancora Hermione tra le braccia. La luce del sole filtrava attraverso il cielo velato di sottili nuvole bianche di quella domenica mattina di inizio giugno. Sfilò piano il braccio avvolto intorno alla vita della ragazza e, con dolce fatica, scivolò fuori dal letto. Senza nemmeno infilarsi le pantofole, sgattaiolò verso la porta socchiusa.
«Mmm… Ron…?» Il mormorio della flebile voce di Hermione, impastata dal sonno, raggiunse le orecchie del rosso con lo stesso effetto di un acquazzone localizzato sulla sua testa. «È già ora?»
In un secondo, le fu accanto e, sedendosi delicatamente sul letto all’altezza dei suoi fianchi, le accarezzò una guancia.
«È domenica, amore, puoi restare qui quanto vuoi», sussurrò dolcemente.
«E tu dove te ne vai?» Sembrava una bambina, una piccola, curiosa, ingenua Hermione.
«Ho sete, prendo un bicchiere di succo di zucca e torno. Ok?»
«Ok», si arrese lei, girandosi sul fianco sinistro, verso la sponda del letto, riaffondando la testa nel cuscino. Ron si piegò su di lei e le posò un bacio sulla fronte, sfiorandole la tempia. Forse era il momento.

La caffettiera Babbana rimaneva, dopo quasi due anni di convivenza con una accanita sostenitrice della filosofia anti-magia in cucina, ancora un mistero per lui. Il fatto che fossero le otto della domenica mattina e che lui fosse a digiuno, poi, rendeva il tutto ancora più incomprensibile. Tuttavia, tentò di ricordare cosa la riccia facesse ogni giorno con quell’aggeggio strano, per preparargli un buon caffè profumato. Forse quel manuale sulla mensola vicino alla finestra…

Acceso il fuoco, sfilò dall’armadietto a destra del lavello un vassoio di legno, di quelli che danno l’idea di essere antichi e artigianali… O magari lo era davvero… Beh, non se lo era mai chiesto, comunque. Lo aveva scovato un paio di sere prima, mentre, in assenza di Hermione, cercava di arrangiarsi pur di non morire di fame, e aveva pensato che fosse perfetto. Lo appoggiò al centro del tavolo e cominciò a disporvi sopra qualcosa per, ecco… fare scena. Preparò delle fette di pane Babbanamente tostato, un vasetto di marmellata all’albicocca e uno al mirtillo e li mise nell’angolo più a sinistra. In un bicchiere versò del succo di zucca e, accanto, piegò un tovagliolo di stoffa blu notte. Trovò una tazza, in porcellana decorata con volute azzurre, e la mise al centro del vassoio. L’amaro aroma del caffè appena preparato gli invase le narici, mentre respirava a fondo. Panico, incertezza, speranza. Il timore lo attanagliò, la spaventata impazienza gli strinse lo stomaco. Cercò di inspirare di nuovo, profondamente, e sperò che il suo cuore smettesse di interpretare un brano “andante” per passare a un adorabile, bramato “moderato”. Avvicinò la mano tremante al manico della caffettiera bollente…
«Miseriaccia!» Non aveva urlato poi così tanto. Per fortuna.
Ricollegò il cervello al corpo per il tempo necessario ad afferrare una presina prima della caffettiera per versare il caffè nella tazza.
Controllò la tasca posteriore del pigiama.
Era tutto pronto.

Hermione era sul letto, sotto le lenzuola, le gambe raccolte vicino al petto, la schiena appoggiata su dei cuscini addossati alla testiera, su cui la chioma riccia si spargeva morbidamente. Leggeva. Stringeva tra le graziose mani curate un libro rilegato in pelle bordeaux, le lettere del titolo impresse in alto in grandi caratteri dorati. “Storia di Hogwarts”.
Ron si avvicinò in silenzio al letto; poi, resse il vassoio -Incantato- con una sola mano e sfilò il libro dalle mani della ragazza.
«Ronald, ma che…» Non fece nemmeno in tempo a cominciare il suo rimprovero che si trovò davanti agli occhi infastiditi un Ron che le portava una ricca colazione a letto. Sul suo viso si dipinsero in poche frazioni di secondo centinaia di espressioni contrastanti, fino a che un piacevole stupore non sopraffò tutto il resto.
«Wow, Ron! Come mai…», il rosso le posò delicatamente il vassoio in grembo, «tutta questa galanteria?»
«Non posso portare la colazione alla mia ragazza senza avere secondi fini?» la stuzzicò lui.
«Beh, non lo fai mai!» ribatté la riccia, sfoderando un sorriso mozzafiato. Assaggiò un pezzetto di pane tostato con un po’ di confettura, ma il cibo perse in fretta ogni attrattiva. Allungò il braccio verso Ron, gli accarezzò i capelli e lo tirò verso di lei. Lui si spostò a sedere più vicino e, pian piano, intenso blu perso nell’ambra preziosa, le loro labbra si unirono, come se si scoprissero per la prima volta. La mano di Ron scivolò sulla schiena di lei, mentre la sinistra si spostò dal poggiarsi sul letto, per andare a perdersi nei suoi ricci scomposti.
«Ronald! Per la barba di Merlino!»
«Oddio, ‘Mione, scusami! Miseriaccia, ho fatto un casino! Oh, che ho combinato!» Il caffè bollente si era riversato fino all’ultima goccia sul lenzuolo bianco e, sotto, sulle gambe di Hermione, e lui era rosso come non mai, peggio di quando aveva finito per abbrustolire l’arrosto di Fleur. «Ecco, ora risolvo tutto», asserì, con la sicurezza di un cucciolo di Labrador di fronte a un branco di leoni affamati. Sfoderò la bacchetta: «Tergeo! Aguamenti!»
«Ronald, mi hai praticamente bruciata e pensi a pulire il lenzuolo?!» Era più o meno in quella fase della sgridata che precedeva il tenergli il broncio per una settimana, ovvero stava attraversando il momento di isterismo totale, con momentanea (e preoccupante) perdita di senno. «Ci penso io! Sposta solo questo vassoio!»
Forse doveva faticare di più per ottenere l’occasione.







Angolo dell’autrice:
Buonasera! Allora, questo nuovo epic fail di Ron?! È un po’ banale, forse molto, me ne rendo conto, ma mi farebbe piacere sapere che ne pensate!
Basta, oggi taglio corto!
A presto con il settimo capitolo!

Lally_Weasley
  
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