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Autore: _echo of lost voices    17/03/2013    3 recensioni
«Austen, Bladerck… questi sono i vostri compagni di penna. Vedete di non deludermi.» E se ne andò. Sbirciai sulla scheda e lessi:
- Louis William Tomlinson.
- Nato il 24 Dicembre 1991 a Doncaster, Inghilterra.
- Residente a Londra, Inghilterra.
- 20 anni.
- Maschio.

«Porca puzzola!» esclamai sgranando gli occhi, e sentii Zoey accanto a me trattenere il fiato.
«Charlene, Charlene leggi quà!» Disse passandomi il foglio e tremando per l’eccitazione. Io le passai il mio e lessi i dati del compagno di Zoey.
- Niall James Horan.
- Nato il 13 Settembre 1993 a Mullingar, Irlanda.
- Residente a Londra, Inghilterra.
- 18 anni.
- Maschio.

Ci guardammo per un attimo, e poi non potemmo più trattenere la gioia.
«Andremo a Londra!» urlammo in contemporanea, e attirammo l’attenzione di tutta la classe, compresa la capra.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The magic of Flowers;



Chapter twenty-one.
“Return back, please.”

 
Pov Charlene.
 
Un giorno o un’eternità, quanto tempo era che ero intrappolata dietro quelle sbarre invisibili?
Avevo perso la cognizione del tempo, ormai. Le voci andavano e venivano, racconti e aneddoti su persone che non mi interessavano davvero scandivano il mio tempo.
Erano successe un po’ di cose, da quando ero intrappolata lì.
Primo, avevo perso l’uso del mio corpo. Cioè, non sapevo dove ero, non sentivo niente che potesse collegarmi al mio  corpo, galleggiavo nel nulla con il pensiero, ero nel vuoto assoluto.
Secondo, sentivo le loro voci: le voci di tutte le persone che mi venivano a trovare nel luogo in cui si trovava il mio corpo. Mi raccontavano di tutto, spesso piangevano, e le loro voci erano stanche, come se non dormissero da tempo. Non mi piaceva pensare che la ragione di quel dolore fossi io.
Terzo, ero sempre più convinta di essere in una specie di coma, da cui purtroppo non riuscivo a vedere alcuna via d’uscita. Non c’era luce, non c’era buio. Non c’era nulla, non ero nemmeno sicura di esistere ancora.
Quarto, mi sentivo terribilmente sola. Le voci non bastavano, avevo bisogno di stringere la mano a qualcuno, di sentire il calore di un corpo accanto al mio. Ma non credevo fosse possibile, dal momento che non riuscivo a sentire nemmeno il mio, di corpo.
Quinto, Harry e Violet facevano coppia fissa. Erano così dolci: quando mi venivano a trovare, entrambi non facevano altro che parlare l’uno dell’altro. Zoey e Niall invece continuavano con la loro favola, sempre più innamorati. In un certo senso invidiavo i loro amori così "tranquilli", cosa che sicuramente non erano i miei.
All’improvviso, sentii una porta sbattere. Qualcuno si sedette accanto a me, e di nuovo sentii quel brivido di freddo correre nel vuoto in cui mi trovavo. Avevo un’ipotesi: forse quei brividi erano le mie emozioni, non del tutto irraggiungibili. Forse il mio corpo provava inconsciamente delle emozioni al tocco di qualcuno. Da quel brivido capivo che nella stanza erano entrati o Zayn, o Louis. O magari entrambi. Accadeva solo con loro.
«Charl…» Sussurrò una voce. La sua voce.
“Si Zayn?” Avrei voluto rispondere, ma purtroppo non mi era possibile, così mi arresi all’ennesima tortura a cui ero sottoposta da quando mi trovavo in quello stato.
«Amore mio...» Sussurrò ancora con voce tremante. Ecco, stava piangendo, di nuovo. Non potevo più reggere quella situazione. Non riuscivo a rimanere con le mani in mano sentendo Zayn piangere, mi distruggeva il cuore.
«C-come stai, eh?» Mi chiese balbettando a causa del singhiozzi, ed io avrei voluto urlargli “Bene Zayn, sto bene!” per fermare le sue lacrime. Ma ancora dovetti lasciar perdere.
«Quì è tutto una merda… I ragazzi stanno impazzendo. Nessuno parla più, nessuno osa nemmeno respirare, quasi se questo silenzio fosse una cosa sacra. Ci manchi Charl, manchi a tutti. L-Louis non esce dalla sua stanza da giorni, mangia il minimo indispensabile e beve giusto la quantità per non rimanerci stecchito.» Cominciò a raccontare, mentre il mio cuore si sgretolava sempre di più ad ogni parola. Loro non meritavano tutto quel dolore, e soprattutto non a causa mia.
“E tu Zayn, come stai?” Lasciai cadere quella domanda nel vuoto, ormai arresa al fatto che quelle mie parole non sarebbero mai arrivate al ragazzo.
«C’è… c’è una cosa che devo dirti.» Sussurrò il ragazzo, prima di essere interrotto dall’ennesimo singhiozzo, ed io mi agitai, improvvisamente preoccupata. Di certo non portava buone notizie.
«T-tua madre ha chiesto di trasferirti all’ospedale di Bologna, ed hanno accettato. T-torni in Italia, Charl. Torni a casa.» Disse prima di arrendersi alle lacrime e lanciarmi una scarica ancora più forte di brividi. Mi stava abbracciando, forse.
E desiderai poter piangere anch’io, in quel momento. Non potevano trasferirmi d’ospedale, non potevano mandarmi in Italia, non potevano portarmi via da Zayn e Louis! Loro avevano bisogno di me, non potevano impedirmi di rimanere a Londra!
«Io ti amo, Charl! Non è vero tutto quello che ti ho detto prima dell’incidente, non è assolutamente vero! Sono stato un cretino! Mi ha costretto Jack, il tuo ex! Non volevo che ti facesse del male. Lo so, sono stato uno stupido: avrei dovuto ammazzarlo di botte, avrei dovuto proteggerti, ed invece sono solo stato un vigliacco! Ti prego perdonami, io non posso vivere senza di te. Torna indietro Charl, apri quei tuoi stramaledetti occhi! Non lasciare che ti portino via da me, per favore!» Gettò fuori tutto d’un fiato, scoppiando in un pianto liberatorio. Non l’avevo mai sentito piangere così da quando ero lì dentro. Provai con tutte le forze a fare quello che mi aveva chiesto, provai fino allo sfinimento a risvegliarmi per poterlo abbracciare e per potergli dire “Non fa niente Zayn, ti amo anch’io.” Ma semplicemente non ci riuscii.
Improvvisamente quel brivido freddo scivolò via, e il silenzio calò sulla mia mente. Zayn era andato via, probabilmente questa volta per sempre.
 
 
 
 
Un vociare concitato attirò la mia attenzione, e cercai in tutti i modi di captare il senso del discorso.
«Che vuol dire che torna in Italia?!» Esclamò vivacemente un ragazzo, che riconobbi come Louis. Subito mi feci più vigile.
«Charlene ha bisogno di aria nuova, Louis. Restare qui a Londra non può farle che male! Vedrai, tornare in Italia, a casa sua, l’aiuterà a risvegliarsi dal coma!» Spiegò debolmente mia madre. Bloccai un impeto di rabbia a quelle parole. Cazzate, erano tutte cazzate. Io volevo rimanere a Londra. Io dovevo rimanere a Londra.
«Bé, si vede che lei non ha capito un emerito cazzo di sua figlia, signora! L’unico modo per farla risvegliare da quel fottuto coma è farla stare qui, con le persone che ama!» Urlò fuori di se, e mia madre schioccò la bocca indignata.
«Tu non sei di certo d’aiuto con questi tuoi atteggiamenti, signorino! Charlene torna in Italia, e non si discute!» Esclamò mia madre perdendo il controllo, ed io sentii una porta sbattere. Subito il brivido freddo tornò a farmi compagnia.
«Tua madre è fuori di testa, Charlene.» Esclamò il ragazzo, facendomi venire voglia di ridere, cosa che nessuno era stato capace di fare da un bel po’ di tempo.
«Tu non vuoi tornare in Italia, vero? Io lo so che tu non vuoi.» Mi sussurrò improvvisamente serio, e mi venne da piangere per quanto quel ragazzo mi potesse conoscere bene.
«Non ce la faccio più Charl, torna quì, ti prego.» Mi sussurrò mandandomi una scarica di freddo. Aveva appoggiato il capo accanto al mio.
“Non ci riesco Louis, non ci riesco.” Sussurrai invano. Lui non mi avrebbe sentito.
«Mi perdonerai mai per tutto quello che ti ho fatto?» Sussurrò ancora.
“L’ho già fatto.” Pensai.
«Charl, puoi raccontare balle a chi vuoi, ma non a me. Puoi ingannare Zayn, tua madre, tuo padre, i dottori, i ragazzi, Violet, Zoey, ma non me. Io so che tu puoi farcela, so che puoi riuscirci. Impegnati Charl, torna indietro prima che sia troppo tardi.» Sussurrò prima di allentare la presa, ed andarsene via, portandosi con sé tutte le mie emozioni.
“Forse è già troppo tardi, Louis.”



SCIALLAAAAAA.
Okaaay, questo capitolo è solo di passaggio, 
giusto per far capire un pò la situazione di Charl.
è in coma çwwwç
Zayn e Louis mi fanno una tenerezza immane.
Soprattutto i loro due modi diversi di reagire alla cosa:
Louis, chiuso come al solito, non lascia uscire le sue emozioni
e preferisce chiudersi in camera ed esternarsi dal mondo,
lasciando che il dolore lo distrugga dentro.
Zayn, invece, caccia fuori tutto il suo dolore attraverso le lacrime,
e lo trovo davvero... emozionante.
E alla fine, si è scoperto anche il perchè delle sue parole:
lo aveva fatto per paura, perchè Jack lo aveva costretto, 
ed in un certo senso  Zayn pensava che in quel modo 
potesse "proteggere" Charlene.
Ma lui la aaaaaaama, e lei lo aaaaaaama. (?)
E Louis è un forever aloooooooone AHAHAHAH
no dai, scherzo. E' naturale che c'è qualcosa anche fra lui e Charl èé
E trovo estremamente bello il fatto che lui creda tanto in Charl,
lui ci crede davvero che un giorno lei si risveglierà.
E la madre fa una grande bastardata: se la vuole riportare in Italia. cc
Stronza.
Bene, spero che il capitolo vi sia piaciuto
tanto quanto è piaciuto a me scriverlo,
perchè amo questa parte della storia fhdjhgfdhf
Ah, volevo avvisarvi che ho iniziato una nuova ff! :)
lasciatemi una piiiiccola recensioncina al prologo per farmi sapere che ne pensate, pls uu
Sooooo, ho detto tutto. :')
Un bacio,
#peaceloveandnondrogatevi.

-Zia Roby

 

  
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