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Autore: wilsbud    17/03/2013    5 recensioni
Guardavo le persone, tanto per vedere chi era innamorato, e chi era solo lì per perdere tempo. Poi ho visto Ed, era ancora sul palco, e lui mi ha guardata negli occhi, con uno di quegli sguardi che non si dimenticano facilmente, poi ha rivolto la sua attenzione ad Harry.
Sapeva. Niente di specifico, in realtà, ma sapeva. E credo che ad un amico non si possa chiedere di più.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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chapter two
 

‘Io penso che tu sia davvero un bravo ragazzo, Harry.’ Il riccio era esattamente di fronte a me. Appoggiò i gomiti sul tavolo e mi fissò. ‘Anche mia sorella è rimasta colpita da te.’
‘Tu non mi conosci.’
Iniziò a scuotere la testa, come se stessa tornando alla realtà.
Come se stesse capendo che il modo in cui si era comportato con me fosse completamente sbagliato. ‘Certo, neanche fosse colpa mia! Sei tu che non mi conosci, sei tu che hai iniziato la conversazione, sei tu che vuoi conoscermi, non io.’ Mi resi conto troppo tardi della cattiveria con cui quella frase uscì dalle mie labbra, così cercai di sfuggire allo sguardo Harry, abbassando la testa. Perché non sto mai zitta?
Vidi gli occhi di Harry farsi sempre più cupi e capii che la mia apparente sicurezza, che pensavo di avere, avrebbe avuto vita breve.
‘Mi dispiace, Vivien.’ Mi presi il labbro inferiori tra i denti, lo strinsi fino a farlo sanguinare. Sentii il sapore metallico del sangue in bocca. ‘Non mi sarei dovuto comportare in questo modo. Non faccio così con le ragazze.. Questo non sono io.’ Harry fece un sospiro, si coprì gli occhi con una mano e si alzò dalla sedia, facendola strisciare per terra. Tenne la testa bassa, in modo che i capelli gli coprissero la parte superiore del viso. ‘Devo andare in bagno.’
Si allontanò lentamente verso una porta rossa ed entrò.


Appoggiai la schiena alla sedia, allungando le gambe verso il posto di Harry, ormai vuoto da cinque minuti. Controllai l’ora sul mio iPhone per la quarta volta.
Il mio sguardo si spostò dallo schermo del mio cellulare a Ed che, ancora sul palco, stava ringraziando tutte le persone presenti per la loro calorosità. Si alzò con la chitarra sulle spalle e venne verso di me. ‘Ehi Vivien, allora sei venuta!’
Sorrisi ed arrossii. ‘Si, sei stato fantastico!’
‘Grazie mille’
Disse voltandosi verso Harry che si stava avvicinando al tavolo. ‘Ehi, dov’eri?’
‘Sono andato un attimo in bagno.’

‘Ah, bene. Allora ordiniamo qualcosa da bere?’
‘Certo.’



Ed aveva preso una sedia e si era messo di fianco a me. Lui ed Harry avevano ordinato una vodka alla pesca, mentre io soltanto un bicchiere di acqua frizzante.
Odiavo bere alcolici, odiavo le feste, i locali e tutte le persone ubriache che barcollavano a destra e a sinistra, ma la cosa più odiosa di tutte era la puzza di sudore che invadeva tutte le sale da ballo. La gente saltava, ballava, si divertiva e sudava. Al solo pensiero mi venne da vomitare, ma in fondo ci avevo fatto l’abitudine. D’altronde io lavoravo in mezzo a tutto questo.
Quando Ed mi aveva chiesto se mi sarebbe piaciuto andare a vederlo, ho sperato con tutta me stessa che non si sarebbe dovuto esibire in locale. Conclusione: si è esibito in un locale gremito di gente che emanava tutt’altro che buoni odori. Ma alla fine è stato meglio di quando pensassi.
Avrei fatto qualsiasi cosa pur di rivederlo, pur di incrociare di nuovo quei suoi occhi azzurrissimi.
Era l’unica occasione che avevo per sentire di nuovo la sua voce, e sicuramente non l’avrei sprecata.


Uscimmo dal locale verso mezzanotte, ci fermammo tutti e tre sul marciapiede. Ed si accese una sigaretta, quando si accorse di aver dimenticato la chitarra dentro. ‘Me la tieni?’
Harry afferrò la sua sigaretta e il rosso entrò di nuovo in mezzo alla folla che riempiva il Monkey’s.
‘Potremmo essere amici’ Dissi tremando. Harry mi vide sbattere i denti, buttò per terra la sigaretta di Ed e si tolse la giacca. La sua camicia si alzò, lasciando intravedere dei segni rossi sul polso destro. ‘Tieni, prendi la mia giacca.’ Guardai Harry con uno sguardo perso. ‘Grazie, ma n.. non ne ho bisogno. Tienila tu.’
‘Non ho freddo.’
Afferrai la sua giacca enorme e la indossai. Era calda. ‘Harry?’ Il moro si girò verso di me e sorrise. Gli presi il braccio ed alzai la sua camicia a quadri blu fino al gomito. Sfiorai il palmo della sua mano con le dita, fino ad arrivare ai tagli sul suo polso. ‘Perché?’ Chiesi.
Harry abbassò lo sguardo, il suo corpo si irrigidì fino a quando non si accorse che Ed stava uscendo. Mi scostò la mano delicatamente ed abbassò la manica della camicia fino alla mano. Rimanemmo in silenzio fino a quando Ed non ci raggiunse sbuffando. ‘Me la stavano rubando! Stronzi’ Esclamò ‘Ma dov’è la mia sigaretta?’
Il riccio indicò il cemento del marciapiede, dove giacevano i resti della sigaretta di Ed.
Scoppiammo a ridere. ‘È colpa mia’ Dissi. ‘Avevo freddo, Harry mi ha dato la sua giacca. Ma non se la sarebbe potuta togliere con la sigaretta in mano, così l’ha buttata.’
‘Mi sembra giusto.’
Ed sorrise. ‘Ti serve un passaggio?’
‘Oh no, posso andare anche a piedi.’
‘Non ci penso nemmeno! Ti accompagniamo noi.’
‘Non puoi non accettare’
Si intromise Harry.
‘Beh.. Va bene.’


Salimmo in una Range Rover nera, io mi misi dietro con la chitarra di Ed, mentre il rosso si sedette di fianco ad Harry, che stava alla guida. ‘Dove abiti?’
‘Lo so già.’
Harry mise in moto la macchina e partì. ‘Sei già andato a casa sua?’
‘No..’
Ci fermammo davanti ad un semaforo rosso.
‘Stamattina ho incrociato Harry davanti a casa mia. Era in macchina.’ Vidi gli occhi verdi di Harry lanciarmi un’occhiata dallo specchietto retrovisore. Finalmente arrivammo a casa mia, la macchina si fermò di fronte all’entrata del mio palazzo. ‘Grazie mille per il passaggio’ Dissi togliendomi la giacca di Harry, per poi appoggiarla sul sedile. ‘C.. Ci sentiamo.’
Chiusi la portiera e mi maledii per non esser riuscita a dire qualcosa in più. Strizzai gli occhi e mi voltai, incamminandomi verso il portoncino d’entrata. Misi le chiavi nella toppa e girai.
Sentii una mano gelida toccarmi la spalla, quel contatto mi fece venire i brividi.
Mi voltai di scatto e mi ritrovai faccia a faccia con Ed.
‘Ti ho spaventata?’ Sospirai ed abbassai lo sguardo.
‘N.. no. Pensavo soltanto che qualcuno volesse aggredirmi, ma va tutto bene.’
Il rosso scoppiò a ridere, stava passando tra le dita un plettro blu. Lo guardai far passare quel piccolo oggetto dalla mano destra a quella sinistra finché non si fermò. ‘Sono venuto solo a dirti che hai dimenticato questo in macchina’ Disse facendomi vedere il plettro. ‘Così ho pensato di riportartelo.’ Feci una smorfia.
‘Ma io non suono la chitarra.’  Sorrisi nuovamente, non riuscivo a farne a meno quando una persona come Ed si trovava di fronte a me. Il cuore iniziò a battermi velocemente, cercai di mantenere la calma, ma quando il ragazzo toccò la mia mano, il mio respiro diventò quasi affannoso.  ‘Ah, quindi questo non è tuo?’ Scossi la testa. ‘In realtà è mio.’
‘Tuo?’
‘Sì’
Disse. ‘È solo che non ho avuto tempo per chiederti di uscire, quindi ho dovuto cercare una scusa per venire qui. Quindi.. Vuoi uscire con me?’
‘D.. Davvero?’
‘Si, ovviamente solo se vuoi.’
Certo che voglio!’
Mi morsi il labbro. ‘Mi piaci e vorrei tanto uscire con te.’
La distanza tra Ed e me diminuì sempre di più, ad un tratto potrei giurar di aver sentito il suo cuore battere veloce quanto il mio. Preparai le labbra ad accogliere un suo bacio, ma quello che fece fu tutt’altro che baciarmi. 




here i am.
innanzitutto grazie mille per le tre recensioni, spero che per questo capitolo ne arrivino altrettante.
allora, che ne pensate? chissà cosa avrà fatto ed.. se non recensite non vado avanti.
okay, io ho finito. ora mi dileguo, un bacio,
wilsbud.

 

  
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