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Autore: ZephyrSelyne    17/03/2013    4 recensioni
Dopo la minaccia dei Volturi, la famiglia Cullen ritrova il suo equilibrio felice.
Però, un incontro casuale, durante una battuta di caccia, sconvolgerà la tranquillità dei vampiri vegetariani.
Una bambina, maltrattata, denutrita, umiliata che non ha mai conosciuto direttamente la parola "affetto". Misteriosa, piccola e bellissima...
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Dal prologo:
«Che c'è tesoro?...» non riuscì a finire la domanda che vide cosa aveva paralizzato la piccola.
Si trovavano in una piccola radura nella quale, al centro, vi era una grande quercia.
Alla base del tronco c'era qualcuno.
Una bambina.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Successivo alla saga
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Primo impatto

 

 

 

Doveva avere sui nove anni. Massimo undici.
Era distesa per terra, quasi nuda: indossava solamente delle mutandine, sporche di sangue.
Il suo corpo era pieno di lividi e le sue gambe erano aperte, in una posa innaturale.
Ma ciò che lasciò senza fiato i tre era la sua estrema bellezza.
Jacob e Bella avevano sempre pensato che non ci fosse bimba più bella di Nessie.
Quella lì, nonostante fosse piena di contusioni, sporca di sangue rappresso e di terra, la superava: era tre volte più bella.
Aveva capelli lunghi, del color del rubino, la pelle bianca come l'avorio e teneva gli occhi chiusi.
Sembrava morta e Bella dovette ricordarsi più volte che udiva il suo cuore battere. Molto lentamente, ma batteva.
«È viva?» sussurrò Jacob, talmente impressionato da non riuscire a parlare più forte.
«Sì, è viva» sussurrò di rimando. Poi, noto la sua bambina.
«Jake, porta via immediatamente Nessie, ha già visto abbastanza. Poi, chiama Carlisle e Edward. Muoviti!» ordinò.
Jacob ubbidì subito: prese in braccio una Renesmee sconvolta e se la strinse forte a sè. Non l'aveva mai vista così spaventata.
Nessie nascose il volto nell'ampio torace del ragazzo, stringendosi forte a lui. Così, Jacob corse a tutta velocità verso casa Cullen.
Bella, con lentezza umana, si avvicinò. Si accucciò di fronte a quella creatura.
Provò una forte compassione, quando notò che aveva il viso rigato di lacrime.
Ma che cos'era? Di sicuro non era umana.
No. Bella lo sentiva dall'odore.
Era strano... buonissimo, sì, ma strano.
La vampira indossava una giacca in jeans che si sfilò di dosso per coprire la bambina.
Si rialzò, non avendo il coraggio di fare altro.
Il suo lato materno le suggeriva di prendere in brccio quella piccola cretura e di stringersela, per proteggerla da qualsiasi altro male.
Non lo ritenne saggio. Poteva essere pericolosa, nonostante le apparenze.
Quante volte Edward le aveva ripetuto di non fidarsi di qualsiasi creatura che non fosse umana?
Per un attimo, provò sgomento al pensiero di aver lasciato esposta sua figlia...
Quell'essere avrebbe potuto alzarsi e ferirla, se non ucciderla...
Un ringhio si formò nella gola della vampira al solo pensiero.
Ma, osservandola meglio e con più attenzione, quel ringhio sfumò, sostituito da un senso di imbarazzo.
Insomma, sembrava così, piccola e indifesa... così vittima!
I lividi, il sangue e le gambe ferite testimoniavano la sofferenza provata dalla creatura.
No, non può essere pericolosa” si disse fra sé, accucciandosi di nuovo e avvicinandosi per un osservazione più dettagliata.
Il suo istinto le diceva che era innocua. Decise di ascoltarlo e di fidarsi. Dopotutto, si era fidata di se stessa quando aveva conosciuto Edward e questo le intimava di stargli lontana...
Non riuscì a trattenersi: accarezzò il viso di quell'essere, con estrema delicatezza.
La guancia era morbida e perfettamente liscia, molto somigliante a quella di Nessie.
Si pentì subito di quel gesto: la bambina fu attraversata da brividi e i suoi occhi, lentamente, si aprirono.
Bella rimase senza fiato: non aveva mai visto occhi così verdi. Avevano tante sfumature di quel colore.
La creatura stava prendendo conoscenza. Si guardò intorno, disorientata, e quando notò Bella, sgranò gli occhi e un espressione di paura si fece spazio nel suo viso.
«Ti prego... ti prego, non farmi del male! Ti scongiuro!» supplicò con una vocina flebile.
Tentò di allontanarsi, ma le gambe spezzate le procurarono una forte fitta di dolore, perciò con una smorfia si immobilizzò.
Bella ritrovò la voce: «Tranquilla, non ti farò del male. Sono qui per aiutarti» la rassicurò lei.
Ma la bambina la guardava con un misto di paura e diffidenza.
Non si fidava, dopo tutto quello che aveva passato.
Bella sentì un movimento alle sue spalle.
Carlisle, Edward e Jasper erano arrivati, insieme a Jacob che li aveva guidati.
Edward si mise subito accanto a Bella, la quale si raddrizzò.
Carlisle si avvicinò alla piccola.
Non riuscì a nascondere la sorpresa e la pena che gli provocava guardarla.
«Stammi lontano!» gli intimò la bambina, sempre con voce flebile.
«Tranquilla, piccola, non ti farò del male. Al contrario, sono qui per far sparire ogni dolore che stai provando.Vedi questo?», mostrò la sua borsa in cui vi era un kit di pronto soccorso, «qui ho tutto il necessario per farti star meglio. Prometto che farò il possibile per non farti soffrire più».
Quando si accucciò, tutti sentirono che il cuore della bambina batteva più forte.
«Jazz? Potresti rilassarla, per favore?» disse Bella con voce soffocata dalla pena che provava.
Quale mostro aveva potuto fare tutto questo a una creatura così piccola?
Tutta la diffidenza provata prima era sparita completamente.
Edward le cinse una spalla per rassicurarla, ma anche lui era nervoso e molto teso: sua moglie lo percepiva dalla sua rigidità e immobilità.
Jasper inviò un'ondata di calma e tranquillità serena che sortì l'effetto desiderato: la bambina si rilassò e il suo viso si fece meno rigido.
Ma i suoi occhi erano ancora vigili, attenti e pieni di paura.
Carlisle tastò il ventre, il torace e la schiena con tocchi delicati. Poi, scese giù fino alle gambe.
«Sono spezzate in tre punti...» mormorò. Tirò fuori delle stecche e qualche rotolo di fasciature.
Poi, il medico si fermò di colpo. «Mmm» fece, dubbioso.
«Cosa c'è?» chiese Bella senza riuscire a reprimere la preoccupazione nella voce.
«Non è umana, e la morfina non farebbe effetto...» rispose Edward.
«Senti, piccola, dovrò tirare per rimettere a posto le ossa. Non vorrei farlo, ma devo perché potrebbero ricrescere male. Se senti troppo male smetto, d'accordo?».
La bambina annuì, ma era terrorizzata.
Carlisle prese la gamba destra e tirò, cercando di fare tutto con estrema delicatezza.
La bambina sbuffò di dolore, ma non emise un lamento.
Stringeva forte i denti, però.
Bella provò l'impulso di spingere via Carlisle e mettersi a coccolarla e a proteggerla, ma questa volta mise a freno il suo lato materno.
Dopo aver sistemato per bene le ossa, Carlisle prese le stecche e fasciò il tutto.
«Questo è provvisorio, poiché bisognerà sicuramente lavarla...» disse. Poi controllò se avesse ferite e, durante la perquisizione, lo sguardo cadde sulle mutandine macchiate di sangue proprio in prossimità della vagina.
Edward si irrigidì e i suoi muscoli si contrassero, Jasper sgranò gli occhi sconvolto mentre Carlisle mantenne la calma.
«Cosa c'è?» chiese di nuovo Bella in tono ansioso.
«È stata...» tentò di dire Edward ma la sua voce si troncò.
«Violentata» finì Jasper.
Si sentì uno scoppio che fece trasalire la bambina seguiti da passi che si stavano allontanando di corsa: era Jacob che si era trasformato. Non sopportava più la compassione che gli procurava la vista di quella bambina, perciò fuggì. Gli venivano in mente pensieri orribili su Renesme, perciò ebbe il bisogno fisico ed emotivo di andare da lei.
Bella sgranò gli occhi.
Non ci poteva credere... non voleva neanche pensare a una cosa così orribile.
Carlisle medicò un taglio vicino alla gola e uno molto profondo su un braccio. Quando concluse, disse: «Bene, adesso ti prendo in braccio e ti porto a casa nostra. Posso?» chiese prima di agire.
La piccola riflettè molto, anche se ci mise solo qualche momento.
Aveva paura verso i vampiri, ma questi le sembravano diversi e così gentili.
Anche i loro occhi erano dolci, di un colore che ispirava calore, non sete famelica.
Perciò annuì.
Non servì altro a Carlisle: la prese in braccio, lentamente, facendo estrema attenzione alle gambe.
«Andiamo» fece ai suoi famigliari.

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Eccomi di nuovo! Dato che avevo il capitolo pronto, ho pensato di pubblicarlo subito :).
Se avete commenti, critiche, impressioni da communicarmi, recensite ^_^

Un bacio,

Selyne
  
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