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Autore: Peter The Sloth    17/03/2013    0 recensioni
Alla morte di Ivan IV Il Terribile, Zar di Russia, le acque della Storia iniziano a farsi meno limpide: si apre il periodo dei Torbidi, una delle fasi più oscure per la Russia.
Vatslav, giovane figlio di una famiglia di ricchi mercanti di pellicce residenti a Perm, nella Moscovia orientale, entra nella maggiore età proprio in questi anni.
Tra intrighi di palazzo, una carestia che mette in ginocchio tutta la Russia, guerre ed un viaggio verso la salvezza, la fuga dal grande ingranaggio della Storia da parte del giovane mercante si rivelerà ben più arduo della vita all'interno dell'ingranaggio stesso.
Genere: Avventura, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Epoca moderna (1492/1789), Periodo Zarista
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Torbidi.

Prologo.
18 luglio 1610.

 
-Scappate, Vatslav!
Non l’avevo mai sentito chiamarmi per nome. Rimango attonito a guardare quell’uomo, quello scricciolo, intento a gridarmi. Non grida per il dolore mentre i polacchi conficcano chiodi nella sua carne: mi grida di scappare.
Rimango a guardarlo immobile mentre le sue mani si chiudono in dei pugni serrati mentre i polacchi iniziano ad accorgersi che non sono soli nel giardino. Alcuni di loro iniziano a cercarmi, annusando e scrutando nei cespugli, a seguire per capire dove sono lo sguardo di Miron, che però non è altro che una maschera di dolore. Ma quei piccoli vermi, quei polacchi di merda, a confronto con il Saggio Miron, non sono nulla.
 -Scappate! Andate via, qui s’è perso tutto!-, ripete. Tremante, esco da dietro il muretto, mi alzo e mi volto. Corro senza girarmi per i duecento metri di giardino che mi dividono dall’uscita più vicina. Arrivato al cancello, mi giro. Una volta solamente, e quella volta mi è sufficiente per vedere la spada di un polacco, probabilmente uno dei capi, entrare in mezzo alle scapole di Miron ed uscire dalla parte opposta del suo busto.
 
Qualche mese dopo.
 
Il cavallo è stanco. Io anche. Scendo dalla sella. Il cavallo rifiata.
Sdraiato per terra, sento i miei polmoni espandersi e cercare di cacciar via dal mio corpo stremato l’ansia, la paura, l’incertezza.
Quelli dei miei polmoni sono sforzi vani.
Sete. Cerco di raggiungere la bisaccia dove tengo l’acqua piovana e di fiume che ho trovato. Faccio fatica a mandar giù il liquido per il grumo che ho in gola. Bocca impastata. Sputo.
Non dormo da più di quarantott’ore. Gli occhi mi si chiudono da soli e a stento riesco ad aprirli di nuovo. Ma non ho tempo di dormire a lungo. Non posso permettermelo.
Da quando i polacchi sono entrati a Perm, non ho visto altro che fuoco e insegne boiarde.
Fumo che si solleva dai villaggi in fiamme. Vomito liberatorio che esce violentemente dalla mia debole bocca.
Bastardi polacchi, cattolici servi di Roma, bifolchi figli d’una mula e d’un ratto, potessero bruciare insieme alle loro insegne tra le fiamme che loro stessi appiccano! Marciranno e periranno tutti, dopo che saremo tornati, e si sentirà ancora di Vatslav L'vovic Rachmrninov!
 
Lo sfogo di grida è passato. Mi guardo intorno e vedo solo pianura. Tundra inospitale russa. I miei abiti nobili sono ridotti a stracci e gli strappi lasciano cadere l’imbottitura per far posto al freddo. Il poco cibo che ho trovato nelle vicinanze di uno dei villaggi presi dai polacchi sta per finire.
I villaggi.
Kackanar.
Lobva.
Sosva.
Gari.
Kercel.
E poi la salvezza.
Mezdurecenski.
Se raggiungo Mezdurecenski, sul fiume Konda, sarò salvo.
Il Konda, che si butta a capofitto nell’Irtys, sarà la mia salvezza.
Irtys e Ob si uniscono presso Hanty-Manijsk. Là potrò percorrere a ritroso il grande Ob fino a Tomsk, città legata a Perm e a tutta la regione moscovita per il commercio di pellicce. Lì potrò ripararmi.
Gli studi di geografia fatti con il professor Miron hanno portato, insieme alle carte di cui mi servo, anche dei discreti risultati di memoria.
Miron. Miron l’Erudito. Miron il Morto.
Il combattente con il libro in mano. Il primo prete anti-clericale di Russia. L’unico insegnante di una famiglia nobile che combatte i potenti.
Bah, nobile. Mercanti arricchiti, siamo, niente più. Ma siamo potenti.
I potenti.
Il clero.
Saranno loro ad avere la meglio, se nessuno cercherà di deviare il letto del fiume nel quale gli eventi scorrono sempre più velocemente. Clero e Zarato. Vaffanculo loro e i loro impicci maledetti, porci tutti. Gordunov, quel minorato di Fëdor I, Otrepev, sì, lo sanno tutti che non sei nessuno, sei un falso storico, brutto cane, hai meritato di essere bruciato e sparato dentro un cannone! Al diavolo Šujskij, traditore d’un boiardo, inetto mercenario, quattro anni hai governato! Al diavolo pure tu, Andreij! Giuda, t’avrei dovuto lasciare sul ciglio della strada a crepare di fame!, al diavolo Romanov, al diavolo…
Romanov.
Fëdor Romanov.
Fëdor Nikitic Romanov.
Filarete.
Cazzo.
Il clericale.
Il tutore di Fëdor I.
Il collega di Gordunov.
Sta da Sigismondo, quello.
Quello sta coi polacchi. E’ ambasciatore in Polonia.
E’ lui che li ha fatti entrare.
 
Filarete.
  
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