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Autore: _muchlovefordrew    18/03/2013    2 recensioni
Angel. L'amore è un demone.
Genere: Dark, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Justin è il mio migliore amico, siamo cresciuti insieme.
Ci conosciamo da quando io avevo i codini castani e lui già una chioma biondo oro da far invidia al sole.
Suono il citofono. Nessuna risposta.
E' tipico: starà sotto la doccia o magari ad asciugarsi i capelli col phon.
Mi attacco al campanello, con due dita.
Vediamo se ora sente.
Un buon minuto dopo, mi risponde.
-Ciao Mery! Dai, sali.
Stacco le due dita dal pulsante, sa riconoscere la mia scampanellata.
La casa di Justin mi piace, specialmente perchè malgrado abbia una famiglia numerosa, o non c'è mai nessuno o chi c'è ci lascia sempre in pace.
Apre la porta con i cuiffi biondi ancora umidi.
-Scusa, mi stavo asciugando.
Naturalmente.
-Fa niente, lo immaginavo.
Justin è il mio vero fratello, anche se appartiene a un'altra famiglia. 
Considero molto più fratello lui di quanto "senta" Hope mia sorella.
Lui c'è sempre e sempre c'è stato nella mia vita, non ho ricordi che non siano legati a lui, in un modo o nell'altro.
Justin è la parte razionale che mi dice quando esagero e allo stesso tempo è la vena di divertente follia che riesce sempre a tirarmi su il morale.
Non serve neanche parlare troppo: se uno dei due sta male l'altro lo sente, lo vede, chiede e consiglia se necessario, oppure ascolta e basta, sapendo dosare i silenzi.
Questo è il bello tra noi.
Andiamo in camera sua, e mentre lui finisce di prepararsi io mi butto sul puff azzurro.
-Un giorno questo coso mi inghiottirà- dico preoccupata, mentre vengo inglobata dall'imbottitura budinosa della poltrona.
-Si, sto cercando di insegnarglielo, ma non è molto obbediente!
Scoppio a ridere e sprofondo dentro a questa trappola di gommapiuma così straordinariamente comoda.
-Dammi una mano, non riesco più ad uscire!
-La tentazione di lasciarti lì al tuo destino è forte- ribatte lui ridendo.
Mi prende per un braccio e mi tira fuori dal sadico puff.
Quant'è alto rispetto a me, Justin; è proprio l'angelo perfetto: slanciato, biondissimo, occhio chiari tra il verde acqua e l'azzurro.
Ali.
Ora non sono aperte, e in realtà non sono nemmeno chiuse. 
Gli angeli come noi, pardon, come loro (quelli con tutti i pezzi al posto giusto), non se ne vanno in giro con le piume in bella vista.
Anche per questo non è così difficile sembrare "normali" quando ce n'è bisogno.
-Allora, che fai?- mi chiede. -E' l'ultimo giorno di vacanza, dovrebbe essere speciale!
-Lo so, lo so. Qualche idea?
-Potremmo prendere un treno e fare un giro da qualche parte. La città non offre un granchè..
-Andiamo a svegliare Destiny?- propongo.
-Ottima idea.
Destiny è la mia migliore amica, ed è la ragazza di Justin. 
Stanno insieme da quasi due anni ma la situazione è più complicata di quanto dovrebbe essere.
Destiny non è un angelo, è umana.
Questa cosa è stupida, sciocca e arcaica, molto arcaica, ma gli angeli non posso avere relazioni sentimentali con i non-angeli; è una regola.
Destiny e Justin sono coraggiosi e ignorano i commenti poco carini, le occhiate di disapprovazione che a volte ricevono.
Sono molto, molto forti e ammirevoli, tuttavia, anche se tutti sono al corrente della loro relazione, devono fare attenzione a come si muovono.
Mi piange il cuore ogni volta che passeggiamo insieme e vedo le loro dita sfiorarsi appena, desiderose di scringersi, per poi allontanarsi all'improvviso temendo il giudizio di qualche conoscente.

Scendiamo la scalinata interna dell'antico palazzo e incrociamo una coppia di angeli che si baciano appoggiati alla colonna.
Justin li guarda con invidia.
-Sai cosa succederebbe se io e Destiny facessimo una cosa del genere?- chiede, scuotndo la testa mostamente.
-E' probabile che verreste cacciati dal paese.
-Solo? Secondo me ci chiuderebbero in una gabbia e ci appenderebbero in piazza.
Sta scherzando, o meglio, cerca di scherzarci su.
La verità è che ci soffre parecchio, anche se non lo vuole far vedere.
E anche se nessuno si sognerebbe si appenderli in piazza, di certo la cosa non rimarrebbe senza conseguenze.

Usciamo dal portone e veniamo investiti dalla luce del sole.
I raggi dorati si tuffano avidi sulla chioma chiarissima di Justin, ci giocano, si perdono e si inseguono, facendo brillare le ciocche come broccato.
Il quartiere trema, quando il mio amico esce in una giornata di sole, tutta la città trema e io rido, perchè dopo tutti questi anni ancora non si abitua alla sua bellezza abbagliante.
Ma in fondo va bene così, perchè la gente è troppo impegnata a evitare un palo della luce, non fa poi tanto caso alla mia zazzera castana, a cui allo stesso modo non si è ancora abituata.
-Le regole prima o poi cambiano- dico io per rasserenarlo. Lui sa a cosa mi riferisco.
-Già, è quello che spero- sospira, ma senza convinzione.
E' una regola vecchia come queste strade, ma no, di più: come i blocchi di tufo nella necropoli. 
Andiamo in giro con i jeans, il cellulare e l'iPod in tasca e dobbiamo ancora piegarci a questa specie di segrregazione?
E' assurdo.
E poi, soprattutto, visto che questa regola in qualche modo riguarda anche me, quale dobvrebbe essere la mia situazione?
Io, angelo senza ali, con chi potrò mai avere un legame sentimentale? 
Con una scarpiera?
Mistero.
Preferisco non pensarci.
Camminiamo lungo le strade e in pochi minuti giungiamo a destinazione.
Destiny vive in un palazzo nel centro storico con una splendida terrazza in pietra che domina i tetti e la valle circostante.
La veduta giunge fino alla campagna.
Sua madre ci accoglie sulla porta e ci informa che Destiny sta ancora dormendo.
Non è una novità. Anche io sono pigra, molto pigra, ma Destiny mi batte alla grande.
-Andate pure a svegliarla- ci dice sua madre facendoci entrare. -Chissà che voi non riusciate a tirarla giù dal letto.
Da tempo ha smesso di ingegnarsi per trovare il modo di svegliare la figlia a un'ora decente.
Entriamo nella sua stanza, immersa nella penombra. 
Vado verso la finestra e apro le veneziane, molto lentamente.
Faccio entrare due raggi di luce, la stanza si rischiara appena.
Justin si siede sul letto, piano.
Le dà un bacio sulla fronte.
Destiny si muove appena, apre gli occhi al dolce risveglio.
-Amore..- sussurra lei stropicciandosi le palpebre - stavo facendo un sogno assurdo. C'eri tu e..
Il suo sguardo in quel momento si posa su di me.
-..c'era anche Mery..oh cavolo, forse sto ancora sognando.
-No, non stai sognando!- esclamo ridendo -Ma di sicuro stai ancora dormendo.
Anche Justin scoppia a ridere e Destiny si guarda attorno disorientata.
-Io vado in terrazza- dico a quel punto uscendo dalla stanza -Voi raccontati tutti i vostri sogni, vi aspetto fuori.
La terrazza di Destiny è piena di vasi di coccio enormi, colmi di fiori, di piante che si arrampicano lungo il muro anitco, si intrecciano sul pergolato di legno, cadono a goccia, a ghirlande morbide e profumate.
Questo è il nostro giardino privato.
Il nostro ritaglio di verde e di colore in una città bella ma scolpita nella roccia.
Mi lascio cadere sul dondolo di legno e chiudo gli occhi, facendomi cullare dal vento. 
Il profumo dolce dei fiori mi riempie le narici e per un momento mi dimentico di dove sono.
Apro le palpebre e getto uno sguardo al cielo azzuro, pieno, intenso, tipico dell'estate, con poche soffici nuvola bianche come grandi batuffoli di ovatta vaporosa.
Da quassù il cielo sembra molto più vicino che la strada, e non posso fare a meno di chiedermi ancora una volta quale sia il mio posto tra questi due estremi.
-Ciao, angioletto!- Destiny mi saluta dalla finestra del terrazzo.
Mi chiama sempre così, anche se sa che non mi impazzire. Ormai ho messo di farglielo notare.
-Buongiorno, amica in vena di ironia.
Lei ride e mi viene incontro. -Avete già fatto colazione?
-Ma hai visto che ore sono?
Lei controlla l'orologio e splalanca gli occhi stupita.
-Ho dormito un po'..- dice, sorridendo. -Vado a prendere il caffè, torno subito.
Destiny sparisce oltre la tenda di stoffa che copre l'incavo della porta.
Justin si accomoda su una sedia, chiude gli occhi e si fa baciare dal sole ancora estivo, caldo e luminoso, quel sole che tra qualche giorno guarderemo colmi di nostalgia, dalle nostre finestre di scuola.
-A che pensi?- mi domanda.
Non mi ci abituerò mai: è capace di sentire i miei pensieri o le mi tensioni a distanza, anche a occhi chiusi.
-A tante cose..- rispondo piano. Con lo sguardo continuo a inseguire i contorni delle nuvole.
-Ti ci senti mai un po' stretto in questa città?- gli chiedo poi, tirando le fila dei miei pensieri.
-A volte.
Ginevra compare sulla porta del terrazzo con un vassoio tra le mani.
-I miei biscotti però li dovete assaggiare. Li ho fatti ieri sera!
Io e Justin incrociamo lo sguardo per un istante cercando di nascondere lo sconforto.
I biscotti di Destiny, al primo posto tra i suoi "indimenticabili" esperimenti culinari: capaci di essere bruciati fuori e crudi dentro.
Scommetto che se li avesse lasciati in cucina, sul vassoio, si sarebbero buttati nel cestino da soli.
Ne assaggiamo uno ma solo per farla felice.
-Tesoro, lo sai che ti voglio bene..
-Cos'è, non ti piacciono?
-No, no, mi piacciono, è che..
-Ieri ho provato una nuova ricetta, la devo solo perfezionare! - trilla lei contenta. E io non ho il cuore di deluderla.
-Sono ottimi, davvero.
Che danni può fare una piccola bugia?


SPAZIO SCRITTRICE


ci ho messo tre ore a scrivere questo capitolo, spero vi piaccia, lol.
come sempre lasciate una recenzione e continuate a leggere, ne vale la pena!

-@muchlovefordrew
  
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