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Autore: Take_Me_ Home    18/03/2013    3 recensioni
Amanda è stata trasformata in un vampiro all'età di 16 anni da un vampiro di nome Michael, per motivi a lei sconosciuti. Dopo la sua trasformazione ha pochi ricordi della sua vita da umana, ma un giorno incontrerà una persona che rappresenta il legame tra lei e la sua vita passata: Liam.
Se vi ho incuriosito entrate.
Genere: Dark, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Cap 10 “Fight for freedom”

Liam’s POV

Per tutto il resto della mattinata Amanda si comportò come una vera morta vivente. Fissava il vuoto e non diceva praticamente niente. Quella situazione mi spaventava un po’. Volevo sapere a cosa stesse pensando! Dopo pranzo Louis e Harry se ne andarono per fare qualcosa riguardante la loro casa e finalmente ebbi modo di parlare con Amanda.
“Cosa c’è?”, le chiesi sedendomi vicino a lei sul divano, proprio come la sera precedente. Mi guardò per un attimo con gli occhi vuoti e scuri per poi scuotere la testa.
“Niente”, sussurrò per poi tornare a fissare il vuoto. Non ci credevo. Di solito era sempre aperta alle chiacchiere ma quel giorno era inspiegabilmente taciturna.
“Non mentirmi. Cosa c’è che non va?”, chiesi di nuovo prendendole il volto tra le mani e girandolo nella mia direzione in modo che potesse guardarmi negli occhi.
“Niente Liam! Stammi lontano”, disse lei alzandosi dal divano e allontanandosi da me. Cominciò a camminare aventi e indietro, fregandosi le mani nervosamente. Era palese che avesse qualcosa, ma Amanda era testarda e probabilmente, se non l’avessi scoperto da solo, non me l’avrebbe mai detto. Mi alzai e mi avvicinai piano a lei. In quel momento era di spalle che, stranamente, erano immobili. Sembrava che non respirasse. Le misi una mano sulla spalla... non l’avessi mai fatto! Non appena la mia mano l’aveva toccata aveva fatto un salto altissimo e in un attimo era sparita dalla mia vista.
“Amanda!”, la chiamai preoccupato.
“S-sono qui”, sentii sussurrare dietro di me. Mi voltai e la scena che mi si presentò davanti era... raccapricciante: Amanda era sulla libreria, accucciata, che mi guardava con due occhi che avrebbe spaventato chiunque. Il suo sguardo era famelico... pericoloso. Il mio istinto mi diceva di scappare, di mettere più distanza possibile tra me e quel vampiro, ma non riuscivo a muovermi. Forse era un po’ per la paura, ma soprattutto era perché sapevo che non mi avrebbe fatto del male. Me lo aveva promesso!
“Liam...”, ringhiò Amanda. Tremai per come aveva pronunciato il mio nome. Era come se si stesse trattenendo dal fare qualcosa.
“Amanda io...”.
“SCAPPA!”, Urlò stringendo la presa sullo scaffale della libreria di legno. Dei frammenti di legno caddero a terra, distrutti dalla sua forza. Feci un passo indietro, cercando di fare come mi aveva detto di fare, ma non ci riuscii. Perché sarei dovuto scappare?
“Liam per favore! Vattene!”, disse nascondendo il viso tra il suo braccio e il muro. Non volevo! Mi aveva promesso che non mi avrebbe fatto del male e volevo crederle. Poteva controllarsi, doveva solo calmarsi un po’.
“Amanda, ti prego calmati...”.
“Corri Liam! Non ce la faccio più! Lo so, ti avevo promesso che non ti avrei mai fatto del male, ma non ce la faccio! Io non sono quella che pensi tu! Io sono un mostro! E’ nella mia natura uccidere le persone e non c’è niente che mi possa fermare dall’uccidere anche te! Ora, se ci tieni alla tua vita, scappa!”. Inconsciamente feci un altro passo indietro e, prima che me ne rendessi davvero conto, cominciai a correre. Correndo arrivai fino alla mia macchina e velocemente salii, misi in moto e premetti sull’acceleratore, allontanandomi sempre di più da casa mia e... da Amanda. Non ci potevo credere. Mi aveva promesso che non sarebbe mai successo! Ecco il perché del suo nervosismo. Si stava trattenendo dall’uccidere me, e forse anche Louis ed Harry. Com’era stato possibile? Ma non era quello il momento di pensarci, in quel momento dovevo solo scappare.
 
Amanda’s POV
 
Appena sentii la macchina di Liam allontanarsi mi rilassai e scesi dalla libreria. Avevo dovuto nascondere il viso per non fargli vedere che stavo piangendo. Avrebbe capito che c’era qualcosa che non andava e mi avrebbe scoperta. Non avrei mai voluto spaventarlo così tanto, ma se volevo allontanarlo da me quello era l’unico modo. Se gli avessi parlato, non mi avrebbe ascoltata. Liam era davvero testardo, a volte. Così ero sicura che non mi avrebbe cercata più e che sarebbe stato al sicuro. Al solo pensiero di non vederlo più altre lacrime si aggiunsero a quelle già cadute. Perché doveva essere così difficile? Io non avevo mai chiesto tutto questo! Vinta dal dolore mi ritrovai in ginocchio sul tappeto del soggiorno di Liam, tremando e piangendo. Quanto avrei voluto che ci fosse stato lui a consolarmi, come la sera prima. Ma lui non sarebbe mai tornato e io non l’avrei più rivisto. Rimasi lì a piangere per tanto, troppo tempo, ma non mi veniva niente in mente che potesse motivarmi ad alzarmi e andarmene. Non volevo fare niente o vedere nessuno. Beh, in realtà c’era una persona che avrei voluto vedere, ma tanto ormai era impossibile. All’improvviso sentii una macchina farsi sempre più vicina. Possibile che stesse già tornando? Pensavo di averlo spaventato davvero! Infatti il rumore della macchina non era la stessa di quella di Liam. Decisi comunque di alzarmi. Chiunque era, non doveva vederli lì. Feci appena in tempo a scappare in cucina quando la porta all’ingresso si aprì.
“Liam? Perché la porta è aperta?”.
“Va tutto bene?”. Louis e Harry. Perfetto! Dovevo andarmene da lì! Se mi avessero vista in lacrime nella cucina di Liam il mio piano sarebbe andato a farsi fottere. Mi avvicinai alla finestra sul lato della cucina e velocemente uscii da lì, silenziosa come solo un vampiro sapeva essere. Cominciai a correre verso casa. Non mi importava che Michael mi vedesse così. Ora non aveva niente da togliermi e del suo giudizio non me ne facevo niente. In un attimo arrivai e, asciugandomi le lacrime che non avevano accennato a fermarsi durante il tragitto, entrai. Lui era seduto sul divano e leggeva, come al solito.
“Ce l’hai fatta a rientrare! Eri con quello, vero? Beh, allora? Cosa hai deciso? Lo trasformerai?”, mi chiese ghignando. In quel momento capii. Lui aveva previsto la mia reazione! Aveva capito che tipo di rapporto c’era tra me e Liam e aveva usato il mio odio per quello che ero contro di me. Sapeva che non lo avrei mai trasformato e che lo avrei allontanato pur di non fargli del male. Proprio quello che avevo fatto. Accecata dalla rabbia per quell’uomo che per anni mi aveva tenuta con sé facendomi prigioniera mi accecava, tanto da non farmi ragionare. In un lampo mi avvicinai a Michael e, con tutta la forza che avevo, gli diedi uno schiaffo. Per la forza che avevo usato si ritrovò un labbro spaccato. Stranamente non avevo paura delle conseguenze. Non mi importava che mi uccidesse, avevo fatto quello che per ben 4 anni avevo sognato di fare. Michael mi guardò sbalordito e, lentamente, si portò la mano alla bocca, per toccare il suo sangue. Ormai dello spacco non c’era più traccia, merito della guarigione precoce, ma un po’ di sangue era rimasto. Il suo sguardo passò dal sorpreso all’infuriato e in meno di un secondo mi  scaraventò dall’altra parte della stanza. Avevo sentito il rumore di qualche costola che si rompeva, ma dopo pochi secondi di dolore, le sentii tornare al loro posto. Michael mi si parò davanti. Evidentemente il suo lavoro non era finito. Forse quella volta mi avrebbe uccisa, ma non lo avrei di certo lasciato fare. Avrei combattuto per la mia libertà. Senza neanche capire cosa stava succedendo mi ritrovai sul tavolo della cucina che, per l’impatto, cedette, rompensosi. Prima che potesse avvicinarsi a me mi alzai e lo raggiunsi. Questa volta fu il mio turno di attaccare e con un calcio nello stomaco lo feci sbattere sulla libreria. L’impatto la fece cadere, proprio sopra a Michael. Ora le centinaia di libri che teneva con tanta cura si trovavano abbandonate sul pavimento. Senza badarci Michael si rialzò e velocemente mi raggiunse. Io presi un coltello e, quando si avvicinò, glielo piantai in un fianco. Lui gemette dal dolore e si fermò per toglierlo. Questo mi diede un po’ di tempo per pensare a cosa fare, così cercai qualcosa con cui attaccarlo. Il mio sguardo cadde su quello che una volta era un tavolo. Ora era solo un ammasso di pezzi di legno appuntiti. Ecco la mia arma. Feci per avvicinarmi al tavolo ma venni brutalmente tirata all’indietro e sbattuta sulla porta di vetro che dava sul giardino. L’impatto l’aveva rotta e chissà quanti pezzi di vetro mi si erano conficcati nella schiena, nelle  gambe e nelle braccia. Lamentandomi per il dolore provai a toglierli. Intanto Michael si era avvicinato al tavolo. Probabilmente prima aveva seguito il mio sguardo e aveva capito i miei piani. Aumentai la velocità con cui estraevo i pezzi di vetro, provando ancora più dolore. Intanto lui aveva già preso un pezzo di legno e stava venendo nella mia direzione. Cercai di alzarmi ma il vetro nella schiena me lo impedì. Michael mi raggiunse e con un piede sul collo mi costrinse a rimanere a terra. Non avrei mai potuto batterlo. Era più vecchio, quindi più forte! Ma non importava se fossi morta, sarebbe stato meglio che rimanere lì con lui. Lo guardai dritto negli occhi e lui ricambiò lo sguardo.
“E’ così che finisce, quindi? Dopo 4 anni mi uccidi e basta?”.
“Non avrei mai voluto farlo, ma tu non mi lasci scelta! Hai cominciato a disobbedirmi!”.
“Non sarebbe dovuta andare così! Avremmo potuto vivere insieme come amici! Ma tu mi hai fatta prigioniera! 0Non hai fatto altro che sottrarmi alla gabbia che i miei genitori mi avevano costruito attorno per poi mettermi in un’altra, ancora più sporca e brutta!”. Gli dissi. Lo vidi impallidire, assimilando le parole che gli avevo urlato.
“Come fai a...”.
“Ricordare? Che c’è? Ti aspettavi che non provassi a ricordare il mio passato? In questi 4 anni non hai imparato a conoscermi? Sì, ricordo molte cose, e tu non puoi farci proprio niente. E sai che c’è? Se mi uccidi, i tuoi amici capiranno che razza di fallito tu sia. Ti disprezzeranno per non essere stato capace di ammaestrarmi!”.
“Ahahahahahaha. Credi davvero che tu sia la prima che ho trasformato? Non hai capito niente! Non hai idea di quante persone io abbia trasformato e ammaestrato?”. Non aveva tutti i torti. In quei 4 anni ero riuscita a conoscerlo bene. Beh, lui era esattamente quel tipo di uomo che fa del male giusto per il gusto di farlo. Il fatto che avesse trasformato altre persone prima di me non mi sorprendeva più di tanto. Trasformare una persona in un vampiro voleva dire strapparla alla sua vita. Era un destino peggiore della morte. Il fatto che poi le avesse tenute per educarle era normale: era vietato creare nuovi vampiri senza insegnare loro come comportarsi.
“Quindi hai ucciso altri vampiri prima di me? Beh, si vede che non hai niente da fare!”. Lo stuzzicai. Tanto ormai ero morta.
“E chi ti dice che io li abbia uccisi?”, mi chiese.
“Io non vedo nessun vampiro qui”.
“Questo perché dopo averli istruiti li ho lasciati andare”, spiegò. Cosa?! E perché io ero ancora lì?
“E perché...”.
“Perché ti ho costretta a rimanere qui? Beh, tesoro, pensavo mi saresti stata utile. Sei carina e intelligente, in più hai un dono speciale, qualcosa che non ho mai trovato negli altri. Pensavo di poterti tenere con me, ma tu hai cominciato a disobbedirmi! Non posso rischiare che ti trovi un altro vampiro! Se non rimani con me, allora puoi anche morire”. Dono speciale? Era serio? Quale dono speciale avevo?
“Quale dono speciale ho?”, gli chiesi seria. Lui scosse la testa ghignando.
“Credi davvero che te lo dirò?”.
“Beh, stai per uccidermi. Non vedo quale vantaggio avresti se non me lo dicessi”.
“Beh,mi dispiace ma non te lo dirò”, disse facendomi un sorriso che mi fece gelare il sangue nelle vene. Non poteva finire così. Avevo sprecato 4 anni della mia vita con lui e ora volevo vivere davvero! Doveva esserci un modo. Cominciai a cercare qualcosa che potesse aiutarmi e con la mano toccai qualcosa di morbido: il tappeto. Riuscii ad alzare la testa a sufficienza per vedere che Michael si trovava proprio sopra di questo. Bene.
“Che c’è? Ti è passata la voglia di impalarmi?”. Gli chiesi sprezzante. Se volevo agire dovevo farlo nel momento in cui lui sarebbe stato più vulnerabile, cioè quando mi avrebbe attaccata. In quel momento avrebbe abbassato tutte le difese per concentrarsi sull’attacco ed io non potevo chiedere di meglio. Lui mi sorrise e, come avevo previsto, alzò il pezzo di legno fin sopra alla sua testa. Proprio mentre stava per conficcarlo nel mio cuore tirai il tappeto e lui cadde all’indietro. Senza perdere neanche un secondo di tempo mi alzai, presi il bastone che aveva lasciato cadere e lo impalai. Sfortunatamente ero ancora debole per i pezzi di vetro che si trovavano ancora nella mia schiena e quindi non lo colpii al cuore, ma ci andai vicino. Sapevo che non avrei potuto combattere ancora e quindi scappai, lasciandolo lì agonizzante nel tentativo di tirare fuori il pezzo di legno dal suo torace. Corsi più veloce che potevo, fino ad arrivare al solito parco. Lì non sarebbe mai venuto a cercarmi. Sospirando mi lasciai cadere ai piedi di un albero e, dolorante e stanca, continuai ad estrarre i pezzi di vetro dalla mia schiena. Avevo perso molto sangue e se volevo che le ferite guarissero dovevo nutrirmi. Ma ero troppo stanca per alzarmi e sicuramente troppo debole per cacciare. Completamente inerme persi conoscenza, proprio sotto a l’albero dove, per la prima volta, Liam aveva visto ciò che ero realmente.
 
Liam’s POV
 
Avevo guidato fino ad uscire completamente dalla città, cercando di schiarirmi le idee, ma il risultato era stato pessimo. Circa un’ora dopo essermene andato Harry aveva provato a chiamarmi al cellulare, ma gli avevo attaccato e lo avevo spento. Non mi andava di sentire nessuno. Ma che dovevo fare ora? Non potevo tornare a casa mia e non potevo andare dai miei amici perché altrimenti avrei dovuto spiegare loro la situazione. Che casino! Decisi di andare nel posto dove ultimamente mi recavo per pensare: il parco. Era stupido, ma quel parco ormai mi faceva sentire come se fossi a casa mia. Guidai fino a raggiungerlo e parcheggiai la macchina. L’aria della sera era fredda e pungente ed io non avevo niente con cui coprirmi, essendo scappato da casa così velocemente. Inevitabilmente quando entrai nel parco mille ricordi riguardanti Amanda tornarono a farmi visita, come la prima volta che l’avevo vista, il pomeriggio a casa mia, la sera prima...mi soffermai maggiormente su quell’ultimo ricordo.

“Gli occhi”. Disse ad un certo punto.
“Cosa?”. Chiesi confuso.
“Devi guardare gli occhi. Se un vampiro è affamato o sta per attaccare gli occhi tendono al rosso”. Disse. Mi accorsi che stava rispondendo alla mia domanda di prima...

Ero più che sicuro che gli occhi di Amanda non fossero rossi, quando mi aveva urlato di scappare. Ne ero certo perché poco prima le avevo girato il viso nella mia direzione in modo da poterli guardare bene. Quindi se non erano rossi... lei non era affamata! E quindi perché mi aveva urlato di scappare? Poi capii. Per tutto il giorno era stata in silenzio perché stava pensando! “A cosa?”, mi ero chiesto io. Beh, avevo trovato la risposta. Tutti i discorsi sul fatto che stare insieme era pericoloso... quadrava tutto! Aveva voluto allontanarmi e sapeva che quello era l’unico modo per farlo. Come avevo fatto a non accorgermene? Era tutta una messa in scena! Rapidamente riaccesi il cellulare e, non curante delle 10 chiamate senza risposta, probabilmente di Harry e Louis, cercai il suo numero nella rubrica. Lo trovai e la chiamai. Quando mi accorsi che stava squillando tirai un sospiro di sollievo. Almeno non l’aveva spento o buttato via. Squillò una, due, dieci volte, ma lei non rispose. Attaccai e provai a richiamarla. In quel momento sentii un rumore, quasi una musichetta. Continuando a chiamarla cercai di capire da dove veniva quel rumore. Mi inoltrai nel parco, rabbrividendo al pensiero di quello che era successo l’ultima volta che avevo sentito un rumore. Quando trovai la fonte della musica notai che qualcosa sull’erba si illuminava, proprio dietro all’albero dove avevo visto Amanda la sera prima. Mi avvicinai con cautela e mi trattenni dal non urlare. Amanda era lì, svenuta e in un bagno di sangue.
“Amanda!”. Urlai raggiungendola e cercando di farla svegliare. La musichetta era la suoneria del suo cellulare. Notai che tutt’intorno a lei era pieno di pezzi di vetro insanguinati. Allora capii cosa dovevo fare. Presi un pezzo di vetro e mi feci un taglio sul polso. Senza badare al dolore lo avvicinai alla bocca di Amanda. Dopo pochi secondi la vidi tremare e, lentamente, aprire gli occhi. Guardò il mio polso insanguinato e poi guardò me.
“L-Liam...”, sussurrò, ma la interruppi.
“Zitta e bevi”. Scosse debolmente la testa. Sbuffando per la sua testardaggine le presi la testa e la avvicinai al mio polso. Era talmente debole da non riuscire ad opporre resistenza.
“Bevi”. Le ripetei serio, guardandole negli occhi. Li vidi cambiare colore, abbandonando quel bellissimo castano per lasciare spazio ad un rosso scuro. La vidi sforzarsi di fare più piano possibile ma, anche se cercava di nasconderlo, si vedeva che era assetata. Posò le labbra sul taglio e, lentamente, cominciò a succhiare. All’inizio faceva male, ma una volta abituato alla sensazione di sentirmi svuotato era quasi piacevole. Per tutto il tempo lei non staccò gli occhi dai miei. Devo ammettere che il rosso nei suoi occhi faceva un po’ paura, ma lo sguardo era sempre lo stesso. Dopo qualche minuto sentii le gambe cedermi e fui costretto a sedermi. Stava diventando troppo, se avesse continuato così mi avrebbe dissanguato.
“A...Man..Da, basta”. Provai a dirle, ma lei non mi ascoltò. Continuò a succhiare e, in pochi secondi, persi conoscenza.


NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
Cosa succederà a Liam?!
Beh, non lo so neanche io, lol.
Scusate l'assenza ma in questi giorni sono stata iperoccupata.
Per farmi perdonare ho allungato un po' il capitolo, contente? No, ok.
Non so, avevo deciso di fare un capitolo ad effetto, ma rileggendolo mi sono resa conto che è una cagata abnorme.
SORRYYYYYYYYYYYYYYYYY!
Voi fatemi sapere comunque che ne pensate.
PLEASEEEEEEEEEEEEEE RECENSITEEEEEEEEEEEEEEE!
Se volete su twitter sono @giorgia985
Se mi seguite avvisatemi che siete voi così ricambio.
Ora me ne vado sennò vi rompo.
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito la mia storia, quelli che l'hanno messa tra le
preferite, ricordate o seguite e anche quelli che la leggono e basta.
VI VOGLIO BENEEEEEEEEEEEEEEE (?)
Ora vado sul serio.
Ricordatevi di lasciarmi una piccola recensione.
BYEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!
 


                                                      

 
  
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