Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Tenebra_Incantata    18/03/2013    0 recensioni
Era una di quelle solite domeniche dove tutto sembra avere una calma apparente.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Una ragazza bionda, con occhi marroni sfumati di verde, un naso aquilino, le labbra carnose ornate di lucidalabbra, la carnagione chiara, indossa un vestitino nero e verde.
Si trova distesa, sul pavimento, immersa in una grossa pozza di sangue rosso scuro.
Un altro omicidio, un’altra giovane ragazza senza vita e ancora nessun assassino.
Guardando quel corpo, inerme, disteso a terra, sbiancammo tutti quanti.
Natasha, si voltò e abbracciò Ian scoppiando in lacrime, tutto il trucco le si sbavò lungo le guance.
Dean mise un braccio intorno al collo di maya, che era a bocca aperta per lo shock, e la trasse dolcemente a sé.
Cale, vicino a me, si limitò ad appoggiarmi una mano sulla spalla.
La musica delle tre sale si spense e il silenzio prese possesso di quella che, prima, era una discoteca e che, ora, si era brutalmente trasformata in una scena del delitto. A smorzare quell'incessante calma furono le sirene dei carabinieri e dell'ambulanza. Il plaza disco evacuò in meno di una decina di minuti; anche i più curiosi si erano dileguati in tempo record.
Eravamo scioccati, spaventati; nessuno sapeva cosa dire nè cosa fare.
Prendemmo le macchine.
Ian, Natasha e Dean presero l’auto di maya ma, dato che, si rifiutò di guidare per via dello shock, Dean si offri volontario.
Aprii la portiera, feci per salire ma Cale mi fermò. Appoggio una mano al tettuccio della macchina, l’altra l’appoggiò alla portiera aperta:
<< Guido io, non posso farti guidare in queste condizioni>>, disse con una voce talmente dolce che per poco dimenticai di respirare. Lui profumava, si profumava di buono; ed, in quel momento, stare vicino a lui, mi faceva sentire al sicuro. Gli diedi le chiavi, e lui si spostò per farmi scendere. Presi il posto del passeggero. Durante il viaggio il finestrino era il mio unico compagno di pensieri; infatti non facevo altro che scrutare il paesaggio al di fuori di esso.
Erano accadute tante cose in una sola sera, ed io, stavo provando troppe emozioni tutte in una volta; continuavo a pensare: Alla ragazza, uccisa, fuori dal plaza. A Cale, che riusciva sempre a sorprendermi. All’intesa che si era creata mentre ballavamo. A quell’ apparente passione che sembrava averci travolto.
<< Hey, ti sei un pò ripresa ? >>, Cale, mi riportò con i piedi a terra.
<< Si, credo di si. Ma non nè sono così sicura >>, risposi io.
Tornai a guardare fuori dal finestrino ed i pensieri mi invasero nuovamente, come mandria di bisonti che calpestano, a centinaia, il suolo sottostante. Passarono 5 minuti di silenzio, quel silenzio di pace, dove non serve parlare.
<< A che pensi ? >>, domandò Cale, rivolgendosi verso me.
<< Cosa ti fa credere che io stia pensando? >>
<<  Niente, lo so e basta. Hai lo sguardo perso, e chi ha lo sguardo perso pensa. >>, concluse beatamente Cale.
Ecco, nuovamente mi stupì per l’ennesima volta; aveva notato il mio sguardo perso, nonostante guidasse.
<< Anche se stessi pensando, penserei a tutto ciò che è accaduto questa sera; troppe emozioni. >>, risposi senza confermare né negare nulla.
 Lo sguardo non si distolse per tutto il discorso.
Cale, scostò la sua mano, dalle marce alla mia guancia ed iniziò ad accarezzarla delicatamente. Mi voltai, ma non dissi nulla; non lo fermai nemmeno. Lo lasciai fare, quel gesto era tutto ciò che mi serviva per avere un po’ di conforto. Poi, calò il silenzio.
I ragazzi, ci aspettavano a casa mia.
Scesi dalla macchina tremante. Quella ragazza morta mi aveva fortemente segnato e quella notte non volevo dormire sola.
<< Maya, Natasha non è che questa sera potreste fermarvi qua con me ?>>, chiesi speranzosa con voce tremolante.
<>, rispose Natasha.
<< Invece Dean mi a invitato ad andare da lui a dormire, sai, ho paura a dormire da sola dopo quello che è accaduto.>>, ci tenne a specificare Maya.
Ecco ero sola, pensai; avrei dovuto passare la notte con la paura che mi avrebbe logorato la mente.
Mi sarebbe bastata una persona sola per sentirmi al sicuro, Cale.
Ma mai avrei avuto il coraggio di chiederglielo.
Mentre stavo per avviarmi verso la porta, Cale mi prese per mano e mi strattonò dolcemente. Poi disse : << Questa notte, se ti senti più sicura, potrei stare qui io, con te … >>.
Aspettava una mia risposta ed io lo abbracciai. Non so cosa mi prese, ma tra quelle braccia mi sentivo alquanto protetta. Nulla avrebbe potuto farmi del male se ci fosse stato lui vicino. Ed io, in quel momento avevo davvero bisogno di sentirmi protetta, mi sentivo così vulnerabile.
Pensai che Cale mi avrebbe allontanato, invece, mi abbracciò anche lui, talmente forte che sembrava non volesse lasciarmi andare. Salutai i ragazzi e con Cale ci dirigemmo alla porta.
 
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Tenebra_Incantata