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Autore: VictorianPuppet    18/03/2013    1 recensioni
73 a. C., Roma
Aurelia Orestilla è l'unica erede di una nobile famiglia patrizia caduta in disgrazia per debiti. Ma mentre le cose sembrano precipitare sempre più, la ragazza incontrerà l'uomo che rivoluzionerà la sua vita: Lucius Catilina. Figura affascinante e controversa, il rivoluzionario legherà a sè Aurelia, trascinandola nell'avventura delle divergenze politiche che sconvolgono la Roma del primo secolo avanti Cristo.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
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Erano tempi difficili per Roma quelli: non più distratta dalle lotte all'estero, l'Urbe aveva ripiegato sulle guerre civili, che già da diversi anni laceravano la popolazione in scontri fraticidi dettati solo dalla smania di potere a cui la politica orientava.

L'aspra contesa fra Mario e Silla e la recente dittatura di quest'ultimo facevano ancora sentire il loro eco nella vita cittadina, dove le dispute sembravano essere all'ordine del giorno. E, oltre alle ferite fisiche e alle faide, l'eredità lasciata a Roma era quella di una situazione economica precaria e fragile: sempre più cittadini si ritrovavano sul lastrico, ridotti in rovina e tutto ciò che potevano fare era essere presi come servi da qualche ricco per ripagare i debiti accumulati.

Il sistema politico attuale, era chiaro ed evidente, non funzionava più, ma la classe dirigente si ostinava a conservare il potere con le unghie, anche a costo di vedere la città farsi da sola a brandelli.

Questa era anche la mia situazione.

Il mio nome era Aurelia Orestilla, unica figlia dell'ex console Gneo Aufidio Oreste; la mia gens vantava un'origine antica quasi quanto Roma stessa ed era stata fra le più ricche della città, fino a quando la crisi economica non si era abbattuta anche su di noi.

A tredici anni avevo dovuto lasciare la scuola; ma, almeno questa, era stata una novità positiva: non che andassi male, anzi, i magistri mi ritenevano una studentessa diligente e capace, ma studiare mi annoiava da morire. Oltretutto i miei avevano dovuto licenziare parte della servitù, così fui libera di applicarmi alle faccende domestiche, che preferivo di gran lunga, e soprattutto alla mia attività preferita: cucinare.

A quattordici anni, invece, accadde una cosa che mi avrebbe segnata maggiormente: origliando una conversazione fra io padre e il suo contabile, scoprii che la mia dote matrimoniale sarebbe stata interamente impiegata per sopperire alle spese della nostra villa. Il mio piccolo mondo, all'improvviso, si accartocciò e mi crollò addosso: senza dote non ero nessuno. Il titolo aristocratico non mi sarebbe bastato per trovare un buon partito a cui sposarmi, anzi, in quelle condizioni nessuno mi avrebbe voluta come moglie. Ero condannata a rimanere per sempre sola.

Avevo guardato nel riflesso del laghetto del parco della villa, sotto la luce della luna, i miei ricci color grano e i miei occhi acquamarina, eredità di una ramo della famiglia proveniente dal nord; finora avevano attirato sguardi interessati e apprezzamenti da parte di molti, ma ora non mi sarebbero serviti più a nulla. A nulla.

Poi, l'anno dopo, nel fatidico 73, il destino mi era crollato addosso del tutto.

Mio padre, una mattina di Aprile, era uscito come suo solito per andare nel Foro a sentire le ultime novità e parlare di politica. Ma, stranamente, a mezzogiorno non era rientrato.

All'inizio non ci avevo dato troppo peso, anzi non gliene avevo dato per nulla, ma i movimenti nervosi di mia madre e le piccole rughe che avevano iniziato a incresparle il viso, invecchiandolo, mi avevano creato una sensazione di disagio.

Così mi ero messa a sedere alla finestra dell'atrio che dava sulla strada di ingresso e avevo cominciato ad aspettare.

Aspettai.

Aspettai.

Mio padre non tornò.

Soltanto il giorno dopo, a seguito di una notte insonne spezzata solo dai pianti di mia madre al piano superiore, alcuni colleghi e amici si presentarono, mesti, per darci la notizia: di fronte alla disastrosa situazione economica della nostra famiglia, il grande Oreste non aveva potuto fare altro che togliersi la vita.

Suicida per debiti.

Non era l'unico, dopotutto.

- Vigliacco.-

Avevo sputato quella parola rabbiosa di fronte a tutti e, voltando loro le spalle, mi ero diretta con calma nella mia camera. Il mio cuore era vuoto del dolore che avrei dovuto provare nei confronti della fine del mio genitore, ma straripava di un senso di indignazione e vergogna che non avevo mai provato prima.

Mio padre, l'uomo a cui avevo sempre guardato come al più grande eroe delle leggende, era morto come un codardo, lasciando due donne ad affrontare da sole il destino feroce.

Mia madre, da quel momento, si ritirò nelle sue camere per essere divorata da una profonda crisi: mi capitò di vederla solo una volta nei due mesi successivi, e nella vecchia con gli occhi infossati e lo sguardo da folle che mi trovai davanti non riconobbi la figura affettuosa che era stata un tempo per me.

Io rimasi sola, aiutata solamente dall'unica coppia di servi che erano rimasti con noi e dal contabile.

Agli inizi di giugno, tuttavia, la bancarotta definitiva fu inevitabile.

Ma, proprio mentre mi dirigevo triste e rabbiosa verso l'ufficio del contabile per dichiarare la situazione, avvenne l'incontro che avrebbe cambiato la mia vita.





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Buongiorno a tutti!!
Io sono VictorianPuppet e questa è la mia prima storia del genere! ^^
L'idea mi è venuta durante un'ora di latino in cui avevo terminato i modi per insultare Cicerone (xD) e siccome il personaggio di Catilina mi ha sempre affascinata ho pensato di scrivere qualcosa su di lui. Non essendo però capace di parlare da un punto di vista maschile, ho usato come protagonista sua moglie Aurelia.

Cercherò di essere il più fedele possibile all'epoca Romana, anche se so che mi mancano tante conoscenze...

Aurelia Orestilla è stata veramente la seconda moglie di Lucio Sergio Catilina (ma visto che Lucio non mi piace lo latinizzo in Lucius ù.ù), anche se non era così giovane. La storia riferita alla sua famiglia è bellamente inventata dalla mia mente insana.
Specificherò il più possibile i dettagli e i contesti storici, se vi possono interessare! :D

Nasturalmente aspetto le vostre opinioni!! <3

VictorianPuppet

  
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