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Autore: VictorianPuppet    21/03/2013    1 recensioni
73 a. C., Roma
Aurelia Orestilla è l'unica erede di una nobile famiglia patrizia caduta in disgrazia per debiti. Ma mentre le cose sembrano precipitare sempre più, la ragazza incontrerà l'uomo che rivoluzionerà la sua vita: Lucius Catilina. Figura affascinante e controversa, il rivoluzionario legherà a sè Aurelia, trascinandola nell'avventura delle divergenze politiche che sconvolgono la Roma del primo secolo avanti Cristo.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
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I miei passi rieccheggiavano secchi e rabbiosi contro le pareti degli alti edifici popolari che delimitavano la stradina di ciottoli che stavo percorrendo con il cuore gonfio di sconforto; nonostante tutti gli sforzi e tutti i tentativi per evitare la rovina totale della nostra famiglia, i bilanci avevano finito per andare a rotoli, e così, ora, mi trovavo senza più un sesterzo: avremmo dovuto vendere tutti i nostri possedimenti e, quando anche quelli sarebbero finiti, io e mia madre ci saremmo dovute adattare alla nostra nuova vita come serve al comando di qualche ricco senatore, che invece sguazzava nell'oro.

Con la testa piena di questi pensieri, svoltai a destra, seguendo a memoria la strada che avevo percorso tante volte da quando mio padre era morto per recarmi dal notaio che controllava le finanze della famigliari. Sguardo rivolto a terra, seguivo come un'automa le linee di separazione fra una lastra e l'altra, cercando di non calpestarle, come in un gioco che facevo da bambina.

Quando girai nuovamente in direzione della piazza del mercato che avrei dovuto attraversare, un frastuono di voci concitate e confuse mi investì in pieno, distogliendomi dalle mie tetre riflessioni. Strano. A volte organizzavano dibattiti e discussioni in quel posto, come se fosse un Foro in miniatura, ma non avevo sentito dire nulla riguardo a quel giorno.

Mi diressi in quella direzione più per istinto e trascinata dalla frotta di gente che si dirigeva lì, che per mia volontà, ma quando fui più vicina mi resi conto che non si trattava semplicemente di una folla disorganizzata: qualcuno stava facendo un discorso che, a quanto pareva, suscitava parecchio l'attenzione generale.

- Fino a che punto, uomini valorosi, sopporterete tutto ciò?- stava esclamando con veemenza una voce di uomo. - Fino a che punto permetterete che quei vecchi ladri, già pieni di denaro da ridursi allo sperpero, vi rubino quello che avete guadagnato, con fatica e onore, per voi e per le vostre famiglie? Infatti, quale uomo di indole virile può tollerare che essi trabocchino delle ricchezze che accumulano per costruire edifici sul mare e spianare montagne, mentre per noi la sostanza familiare è insufficiente anche al necessario? Che essi colleghino due o più case alla volta, mentre noi non abbiamo un focolare in alcun luogo?-

La voce stava continuando la sua oratoria con sempre maggior convinzione, mentre le urla della folla la incitavano a continuare. Stretta com'ero fra le altre persone, non potei far altro che avvicinarmi sempre più a quel luogo. Quando finalmente arrivai nella piazza, potei vedere l'oratore.

In piedi sulla fontana centrale, c'era un uomo sulla trentina; il fisico atletico e slanciato, racchiuso in una leggera toga bianca, si agitava al ritmo dei gesti vistosi che accompagnavano il discorso, mentre i capelli neri come la notte si scompigliavano sul suo volto in ciocche lisce e disordinate.

Ma quello che di lui mi colpì più di ogni altra cosa furono i suoi occhi: erano di una chiarissima tonalità di azzurro, ed erano allo stesso tempo inesorabili e decisi come il ghiaccio ed ardenti come il fuoco.

E tanto ardore passava alla folla, che ad ogni parola lo acclamava e lo esaltava sempre di più.

Anch'io, stregata dai suoi modi e da quello che stava dicendo, non potei far altro che fermarmi per ascoltarlo, condividendo con rabbia tutto ciò che usciva dalla sua bocca.

Il discorso andò avanti per un altra mezz'ora.

Alla fine l'uomo, passandosi una mano sulla fronte per asciugarsi il sudore, ringraziò tutti i presenti, promettendo che, non appena avesse avuto abbastanza peso politico nella Repubblica, si sarebbe impegnato con tutte le sue forze per garantire quelle riforme sociali che aveva snocciolato poco prima con tanta convinzione.

- Ma chi è quello?- domandai ad un uomo anziano accanto a me, mentre la folla cominciava a disperdersi e l'oratore parlava con gli ultimi rimasti.

- Come fai a non saperlo, ragazzina? Quell'uomo è Lucius Catilina, colui che davvero riuscirà a dare una svolta alla vita di questa città sofferente. Non è la prima volta che scende in piazza a parlare alla gente, è uno che ci sa fare.-

Annuii, anche se il giudizio del vecchio mi parve troppo affrettato: tutti i politici erano bravi a parole per tenere buono il popolo, e il nostro uomo sembrava sapere il fatto suo.

Comunque, spinta dalla curiosità, decisi che sarei andata a parlare con il diretto interessato.

Dovetti sgomitare un po' per raggiungere Catilina, ancora circondato da qualche fedele seguace, ma grazie alla mia corporatura esile riuscii ad arrivargli alle spalle.

- Hei tu!- cercai di attirare la sua attenzione, tirando un lembo della sua toga.

L'uomo terminò di parlare con un compagno prima di voltarsi verso di me. I suoi occhi, da vicino, erano più chiari e magnetici che mai; quando vide chi aveva di fronte si spalancarono leggermente per la sorpresa.

- Hei, ciao!- mi rispose cordiale. - Chi sei?-

Ignorai la sua domanda.

- Credi davvero in ciò che dici o sei solo uno dei soliti politici buoni a vendere belle parole per convincere la gente a stare dalla loro parte?-

L'uomo, preso in contropiede dal mio interrogativo troppo diretto, rimase per un attimo senza parole, guardandomi con aria stupefatta e sospettosa. Poi scoppiò a ridere.

- E se fossi uno di quelli che dici pensi che verrei a dirtelo?- mi rispose con un'altra domanda sollevando un sopracciglio con aria complice.

- Certamente no.- dovetti ammettere scuotendo la testa. - Ma mi piace come parli, e volevo sperare che ci fosse qualcosa di sincero nelle tue parole.-

- Se cerchi sincerità,- sorrise l'uomo allungandomi una mano. - Hai trovato la persona giusta. Lucius Catilina, al tuo servizio.- completò con un inchino.

Ricambiai subito la sua stretta, contagiata dai suoi modi di fare amichevoli e spontanei.

- Io sono Aurelia Orestilla, figlia del console Oreste. Molto piacere.- mi presentai a mia volta.

Gli occhi azzurri di Catilina furono attraversati da un'ombra nel sentire il nome del mio genitore.

- Conoscevo tuo padre... Mi dispiace molto per quanto è successo.-

- Non importa.- ribattei subito alzando le spalle, ma abbassai lo sguardo. - Ormai è passato un po' di tempo.-

- Beh, un lutto così non è cosa da poco.- replicò l'uomo appoggiandomi una mano sulla spalla. - Come vanno le cose in famiglia?-

L'unica risposta che riuscii a formulare fu una smorfia di amarezza.

- Capisco.- spezzò il silenzio Catilina tornando al tono gioviale di poco prima. - Allora, che ne dici se ti do una mano?-

- Sul serio?- esclamai stupita alzando gli occhi verso di lui.

- Perchè no? Fin dove riesco ad arrivare mi piace aiutare le persone in difficoltà, e visto che tuo padre era un mio collega sarà un doppio piacere farlo.-

- Ma guarda che le cose vanno davvero male... Ormai non mi resta che vendere la casa, e...-

- Vedremo cosa si può fare, non preoccuparti. Lascia fare a me!- concluse Catilina con un occhiolino, e le sue labbra si dischiusero in un sorriso sghembo che mi mozzò il respiro per qualche istante; mi resi conto solo in quel momento che, nonostante doveva avere diversi anni più di me (Catilina, nel 73, ha 35 anni, quindi 20 più di Aurelia. nda), l'uomo che mi stava davanti aveva un'aria terribilmente affascinante e irresistibile, insieme ad un aspetto fisico di tutto rispetto. Non c'era da stupirsi che la folla lo amasse.

- Grazie Catilina.- fu tutto quello che riuscii a rispondergli, mentre sul mio viso si stampava un sorriso imbambolato.

- Chiamami Lucius!- ribattè lui, sempre sorridendo, e fece per tornare verso i suoi amici. - Per ora torna a casa e non fare nulla. Mi farò vivo io.-

Agitai la mano in un arrivederci che, sperai ardentemente incrociando le dita, avrebbe sigillato la sua promessa.




 
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Buongiorno a tutti, eccomi alla riscossa con il primo capitolo! :D
Finalmente è arrivato il nostro uomo!
Spero che la storia sia interessante, dal mio punto di vista è un esperimento più che azzardato, quindi non so proprio che pensare! xD Mi farebbe piacere ricevere i vostri commenti!

Buona parte del discorso di Catilina l'ho presa da Sallustio; tuttavia lì il contesto è molto diverso ed è ambientato una decina di anni dopo. Però mi sembrava che ci stesse bene (Catilina faceva davvero delle orazioni alla folla...).

Spero di aggiornare presto!!
Kisses,
VictorianPuppet

  
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