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Autore: AlexisLestrange    18/03/2013    3 recensioni
Con un sbuffo infastidito, la ragazzina si scostò una ciocca dal volto, sporcandolo con le dita grassocce, piene di terra.
Era immersa fino alla cintola in una buca che aveva scavato lei stessa nel fango, e se ne stette là ferma per un attimo, tra il vento che soffiava sui vestiti bagnaticci e il sudore che le imperlava la fronte, appiccicandole i capelli scuri sulla pelle accaldata dalla fatica. Era la dura vita della cacciatrice.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Supernatural - Season ½'
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Dean si voltò appena verso il sedile accanto a lui. Sam dormiva; o forse, faceva finta.
Ultimamente, non era più sicuro di nulla che lo riguardasse.

Il fratello era diventato scostante e taciturno, da quando lo aveva costretto a rivelare quelle
dannate ultime parole che il padre gli aveva rivolto. Dean scosse la testa. Quanto avrebbe
voluto non avergliele dette. Non averle proprio sentite. Che cosa avrebbe dovuto fare,
adesso? Aveva sempre obbedito, fino all'ultimo. Ma questo... questo non poteva farglielo
fare. Non era da papà. E Dean non voleva.

Si girò meglio verso il fratello -sì, stava decisamente dormendo, aveva le palpebre
rilassate ed il respiro regolare. Almeno, ogni tanto riusciva a riposare tranquillamente;
stava diventando una rarità, per entrambi.

Tornò a concentrarsi sulla guida, stringendo gli occhi per vedere meglio, mentre si
avvicinava l'ora del crepuscolo e l'orizzonte iniziava ad arrossarsi. Non era sicuro che fosse
stata la scelta giusta, quel viaggio dell'ultimo minuto. Certo, c'era stata una serie di 'morti
in circostanze misteriose' a Tinton Falls, ma sapeva anche che era in quelle zone del New
Jersey che suo padre aveva trovato le ultime tracce di occhi gialli, prima che... succedesse
quello che era successo.

Proprio mentre lui deglutiva con una smorfia, Sam si agitò nel sonno, trattenendo
bruscamente il respiro -Dean decise che era il momento opportuno per svegliarlo e lo
scrollò sulle spalle, finché non vide che apriva gli occhi, con l'aria più esausta di prima.

«Bentornato tra noi, Sammy» ghignò il fratello, divertito. «Siamo quasi arrivati e ti stai
perdendo un magnifico tramonto».

Quello si limitò a stropicciarsi gli occhi, rimettendosi a sedere, la fronte ancora aggrottata;
 Dean giudicò di non fargli domande su quello che poteva aver sognato, e si limitò ad
allungarli un giornale.

«Non dovrebbe essere nulla di troppo complicato» commentò, indicandogli con la mano
libera un paio di notizie cerchiate in rosso. «Le vittime sono state trovate tutte nello stesso
punto del bosco, dev'essere infestato».

«Qualche spirito delle foreste?» azzardò Sam, trattenendo appena uno sbadiglio.

«O un semplice fantasma» fece Dean, con noncuranza. Non gli era sfuggito che il fratello
avesse dato prima un'occhiata al diario del padre, fermandosi dal prenderlo con una specie
di piccolo scatto involontario. «Un semplice lavoretto vecchio stile, ci farà bene».

Come un sottile gelo pervase l'aria attorno a loro, mentre nel silenzio passavano tanti
pensieri non detti, che nessuno dei due espresse ad alta voce. Quando divenne
insopportabile, fu di nuovo Dean a parlare.

«Sammy, se vuoi...»

«Va tutto bene» lo fermò il fratello, stroncando sul nascere qualsiasi penosa discussione
sul fatto di essere o meno il prescelto per chissà che sorta di piani malvagi.

Dean tacque, limitandosi a gettargli un'occhiata preoccupata, la fronte aggrottata, in
silenzio. Sam fece finta di guardare fuori dal finestrino, pensando.

La strada si era già fatta più scura, e quando un cartello annunciò loro l'ingresso nei
territori di Tinton Falls, quasi rischiarono di non vederlo. Dean s'infilò in una strada di
campagna, fuori mano, e presto attorno a loro non ci furono che alti alberi di pino, a
gettare ombre dalle forme contorte sull'asfalto.

«Occhi aperti, Sammy, il nostro Casper è da queste parti».

La voce di Dean sembrava forzatamente allegra, dopo tanto silenzio. Sam gli lanciò
un'occhiata, e al vederlo apparire così rilassato alla guida, le mani sul volante, lo sguardo
fisso davanti a sé, ebbe quasi un moto di rabbia. Sapeva che il fratello stava male quanto
lui, ma perché... come faceva a reagire in quel modo, così, a sangue freddo?

Dean si accorse del suo sguardo.

«Tutto bene, Sammy?» chiese di nuovo, e questa volta una nota di preoccupazione incrinò
la sua voce.

«Ho detto di sì» replicò subito lui, sulla difensiva.

Il fratello si voltò a guardarlo, le sopracciglia di nuovo aggrottate. «Non devi per forza far
finta che...»

«Dean...»

«No, stammi a sentire, non puoi sempre...»

«Dean...!»

«Lo so cosa stai passando, ma...»

«Dean, la strada!»

Fu un attimo. Un momento prima si voltò di nuovo verso l'asfalto buio, senza capire, un
momento dopo, dal nulla, una figura parve schizzare fuori dal bosco; Dean poté avvertire
il suo corpo urtare contro il paraurti dell'Impala, e ricadere violentemente sulla strada.

«Dannazione!»

Dean inchiodò, le ruote scivolarono sull'asfalto, sfrigolando; l'Impala curvò bruscamente,
frenando a pochi centimetri dal corpo sulla strada; i due fratelli corsero fuori, e si
ritrovarono davanti ad una ragazzina che, carponi, tossiva e cercava di rimettersi in piedi,
avvolta in un ammasso di vestiti sporchi di terra e di sangue.
   
 
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