perchè ogni parola, ogni frase che ho scritto,
l'ho fatta pensando a te che la leggevi dall'altra parte dello schermo.
Enjoy it, darling!
Con un sbuffo infastidito, la ragazzina si scostò una ciocca dal volto, sporcandolo con le
dita grassocce, piene di terra.
Era immersa fino alla cintola in una buca che aveva scavato lei stessa nel fango, e se ne
stette là ferma per un attimo; così, tra il vento che soffiava sui vestiti bagnaticci e il
sudore che le imperlava la fronte, appiccicandole i capelli scuri sulla pelle accaldata dalla
fatica, non avrebbe neppure saputo dire se aveva più freddo o caldo.
Si portò al viso le mani che i guanti a mezze dita -probabilmente l'invenzione più stupida
dell'uomo, erano stati capaci di scaldare solo a metà, ci soffiò sopra e le strofinò con forza,
finché non sentì i polpastrelli gelati riprendere sensibilità.
«E adesso, a noi due!» proclamò, a voce alta, poi si zittì subito, preoccupata che qualcuno
l'avesse sentita -ma le rispose solo il cicalare leggero della sera.
S'inginocchiò, fece pressione con le braccia, e quando anche l'ultimo chiodo arrugginito
ebbe ceduto, sollevò il coperchio di legno della bara. Il cadavere le restituì uno sguardo
vuoto e cavo.
La ragazzina ebbe un conato e si sporse dal bordo della fossa per vomitare. Quando si
risollevò, il volto lentigginoso aveva preso uno strano colorito verdastro; fece una smorfia,
disgustata, poi tirò fuori un barattolo di sale dallo zaino e iniziò a spargerlo su per il corpo,
cercando di non guardare, ma quello le scivolò dalle mani tremanti e cadde sulla cassa
toracica del corpo, risuonando con un rumore metallico e spargendo ovunque il suo
contenuto.
Inghiottendo il ribrezzo, tirò su con il naso, e lo raccolse con cautela per metterlo a posto.
Tirò fuori un accendino che riuscì ad accendere solo al quinto tentativo, lo fece cadere sul
corpo, che iniziò ad andare in fiamme più velocemente del previsto; si arrampicò
frettolosamente sul bordo della fossa per uscirne, ma nel risalire scivolò di nuovo sul
fango.
Quando si rialzò in piedi, era un tutt'uno con il cimitero terroso, i vestiti sporchi, zuppa di
pioggia e lo stomaco più rivoltato che mai con quell'odore acre di resti uomo morto -per
un attimo, parve avere gli occhi lucidi, poi tirò di nuovo su con il naso e fece le spallucce.
Era la dura vita della cacciatrice.