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Autore: xladolcevita72    18/03/2013    2 recensioni
I am in an affair with Justin Bieber.
If someone had told me a month ago that I would one day say those words & actually mean them, I would have insisted they were on crack.
I don’t know why I agreed to this.
I have a boyfriend.
Who is not in any way, shape, or form Justin.
Yes, I’m attracted to Justin. Majorly.
But do I actually have legitimate feelings towards him?
I have no idea.
All I know is I’ve gotten caught up in a situation I never imagined myself to be in, & there’s really no turning back now.
♦ ♦ ♦
Dark blue, dark blue
Have you ever been alone in a crowded room?
Genere: Erotico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Ryan Butler
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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 Due.

Trodden Papers and Frequent Irritation.

“Non credo che avrei potuto ottenere un partner peggiore per il progetto di Reymer”  borbottai infastidita, facendo scorrere il mio vassoio del pranzo sul tavolo e sedendomi pesantemente  vicino a Natasha.

Mi rivolse uno sguardo comprensivo, arricciando il naso leggermente.

“Si, lo so dichiarò lei “Mi dispiace, fa veramente schifo”.

“Ma, onestamente? Questa classe ha circa trenta persone, e naturalmente io ho preso l’unica persona con cui non volevo stare”  mormorai, scuotendo la testa. “E’ tutta colpa della mia sfortuna”.

“Be, se ti fa sentire meglio, non ho avuto un partner molto migliore del tuo.  Non so Greg è… strano” disse Natasha.

“Si, ma lui è meglio di Justin” sbuffai.

Lei si strinse nelle spalle. “Forse”.

“Che libro hai preso per il progetto?”  domandai,  guardando Natasha meravigliata e addentando il mio panino.

Mi rivolse uno sguardo imbronciato e infastidito. “1984”

“Ooh” commentai, facendo una smorfia. “Ouch”.

“Yep” rispose lei, calcando la ‘p’. “Tu, invece?”

“Romeo e Giulietta” risposi accigliata.

Natasha si rianimò al suo posto.  “Amo questo gioco!”

“Io no” risposi. “E’ probabilmente il mio pezzo preferito di Shakespeare di sempre. E’ solo così irrealistico, voglio dire le persone non si innamorano nel giro di pochi giorni al punto che si arriva ad uccidere per l’altro, che proprio non ha senso. E poi il fatto che insieme alle loro famiglie-‘’

“Sì,sì lo so che odi questo gioco” mi interruppe Natasha, sorridendomi consapevolmente. “Non ho bisogno di sentire tutta la tiritera. Me l’hai urlata tipo 50 volte prima”

“Scusa” dissi.

Lei rise. “Beh, se potessi scambierei gli argomenti con voi. Mi piacerebbe avere Romeo e Giulietta al posto di 1984”

Mi strinsi nelle spalle, emettendo un leggero sospiro. “Si, noi vorremmo cambiare ma Reymer si incazzerebbe”

Natasha annuì. “Purtroppo”

“Hai parlato con Greg da quando  tu e lui siete insieme?” le chiesi.

Dopo l’assegnazione dei partner, il signor Reymer aveva proceduto a spiegare le basi del progetto e ha detto che i partner devono incontrarsi il più presto possibile per stabilire un approccio introduttivo al loro progetto; stava per indurre una riunione la prossima settimana, cosi ha messo in chiaro che i partner dovevano stare insieme di tanto in tanto.

Natasha scosse la testa. “No, non l’ho fatto.” Dichiarò “Non ancora. E tu? Con Justin, ci hai già parlato?”

“Ci sto mettendo più tempo possibile” risposi.

Natasha rise.

“Scherzi a parte. Ci odiamo l’un l’altro” dissi “Non so quando andrò a parlare con lui”.

Natasha si schiarì la gola leggermente.  “Beh..” cominciò goffamente “Ora potrebbe essere la tua occasione”

Le rivolsi uno sguardo confuso, aggrottando le sopracciglia interrogativamente.

I suoi occhi guizzarono su qualcosa sopra la mia spalla, ma prima che potessi girarmi per vedere cosa fosse mi ritrovai a fissare una t-shirt blu scura  che delineava degli addominali tonici. I miei occhi hanno lentamente risalito il corpo fino a che non stavo guardando dritto in faccia a Justin Bieber.

Gemetti interiormente.

Non ero esattamente felice che lui fosse li.

“Va bene Nash, finiamo questa merda” mormorò irritato.

Alzai un sopracciglio, incrociando le braccia e guardandolo male.

Ci fu un momento di silenzio.

“Il nostro progetto” dichiarò Justin, guardandomi come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“So di cosa stai parlando” risposi freddamente.

Justin si limitò a guardarmi infastidito. “Va bene” dichiarò a malincuore.

Mi lasciai sfuggire un sospiro irritato. “Quando vuoi che ci incontriamo?”

Si strinse nelle spalle “Deve essere tra oggi e lunedi”

“Lo so” dissi a malincuore.

Lui fece una smorfia. “Sto solo affermando l’ovvio”

“Chiaramente” mormorai. Alzai lo sguardo verso di lui, fermandomi per un momento. “Seriamente, quando vuoi che lo facciamo?”

Justin mi guardò sorpreso. “Farlo insieme?”  mi chiese fintamente sorpreso. Un ghignò suggestivo si formò sul suo volto. “Wow, Nash, chi sapeva che si potesse essere cosi avanti? Se avessi saputo che il progetto comprendeva anche quello probabilmente non mi sarei incazzato così tanto”

Lo guardai in cagnesco, tentando seriamente di fare un passo avanti e strangolarlo.

Che pervertito. Onestamente.

“Sai cosa volevo dire” risposi seccamente, con una punta di esasperazione nella mia voce.

Mi sorrise e la sua espressione divenne ancora più suggestiva.

“Certo” affermò.

“Sta’ zitto Bieber” scattai.

Emise un grugnito.

Alzai gli occhi al cielo.

Natasha si schiarì la gola con calma, e sia Justin che io ci voltammo per rivolgerle un occhiataccia.

Lei si rannicchiò sulla sua sedia.

“Scusate” mormorò.

Scossi la testa leggermente e mi voltai verso Justin che ora aveva la mascella tesa e sembrava completamente infastidito. Si voltò a guardarmi e la sua espressione  era chiaramente di odio.

“Domani dopo la scuola. A casa mia” sputò amaramente “Va bene per te, principessa?”

Ridussi i miei occhi a delle fessure “Va bene”, risposi.

Lui sorrise. “Bene”.

“Dove diavolo è casa tua?” sputai.

Justin roteò gli occhi prima di strappare un tovagliolo dal tavolo e afferrare una delle penne di Natasha per scriverci sopra un indirizzo e porgermelo. Mi sventolò il tovagliolo in aria per un attimo prima che io a malincuore allungassi la mano e lo prendessi, senza staccare i miei occhi dai suoi.

“Ecco” affermò “Adesso lo sai”

Gli regalai un sorriso falso. “Bello” risposi con un tono falsamente dolce.

“Ci vediamo domani, Nash” disse Justin, raddrizzandosi.

“Non vedo l’ora” risposi.

“Il sentimento è reciproco” mi disse guardandomi da sopra la sua spalla per poi voltarsi ed andarsene.

In quel momento si scontrò con Aubrey, che passava di li per dirigersi al suo tavolo dove lei, le sue compari cheerleaders e tutti gli amici coglioni di Justin si siedono.

“Perché stavi parlando con lei?” sibilò Aubrey, fissandomi.

Justin le mormorò qualcosa,  scuotendo la testa irritato, prima di metterle un braccio intorno alla vita e condurla giù per la mensa verso il loro tavolo.

Alzai gli occhi al cielo.

***

“Tash, non voglio farlo.” Mi lamentai al telefono, in piedi sul marciapiede fissando una grande casa marrone con fastidio.

Guardai verso il basso per controllare due volte il tovagliolo dove ieri Justin mi aveva scritto l’indirizzo. L’indirizzo corrispondeva al testo e avrei dovuto solo andare dentro  ora e iniziare il nostro progetto.

“Lo so Mandy, fa schifo. Lo fa. Ma…. Devi farlo” Mi rispose Natasha, con la voce leggermente strozzata.

Feci una grande smorfia. “Questo è stupido!” esclamai.

“Prima entri dentro e cominci il progetto prima puoi uscire da li” dichiarò Natasha.

Sospirai. Aveva ragione.

“Va bene” gemetti.

“Mandami un messaggio quando hai finito, magari possiamo vederci da Starbucks” suggerì Natasha.

“Okay” borbottai.

“Buona fortuna” cantò Natasha.

“Ciao” risposi miseramente.

Schiacciai il tasto di chiusura della chiamata prima di guardare di traverso la casa di fronte a me. Gemetti.

Dopo qualche momento di crogiolamento nella miseria, trascinai i piedi verso la porta d’ingresso, sistemando lo zaino che avevo in mano e cercando di essere il più ottimista possibile.

Fallii.

E’ solo peggiorata quando raggiunsi la porta d’ingresso e si è aperta prima che io fossi in grado di bussare.

Fui accolta con la vista di due ragazze scandalose che si stavano aggiustando i loro mini-abiti e i loro capelli.

Una ragazza ha anche rapidamente aggiustato la spallina del suo reggiseno, infilandola sotto la manica del vestito.

Si voltarono e ridacchiarono a qualcuno dietro di loro, lanciando baci e sguardi seducenti non appena misero piede fuori casa.

Justin apparve sulla soglia, sorridendo a loro suggestivamente. “Mi sono divertito oggi, signore. Sentitevi libere di tornare quando volete”.

Una delle ragazze ridacchiò forte. “Ciao, Justin” rispose strizzando l’occhio.

Justin stava facendo il check-out del culo delle ragazze mentre si pavoneggiavano passandomi vicino senza nemmeno guardarmi.

Ero disgustata.

Lui è un puttaniere.

Justin sembrò notare che ero li in quel momento e i suoi occhi si spalancarono alla mia vista.

“E’ bello vederti, Nash!” disse sorridendomi sfacciatamente.

Mi accigliai.

“Sei disgustoso, Bieber” risposi.

Sbuffò. “Quelle due non sembravano pensarla così.” Annuì retoricamente alle due troie che chiaramente lo avevano appena divertito.

Lo derisi. “Indipendentemente da ciò, sei un porco” risposi “Hai una ragazza”.

Si strinse nelle spalle. “Come se lei non stesse facendo la stessa cosa” mi rispose “Inoltre” sorrise “Quello che non sa non le farà del male”.

Alzai gli occhi al cielo. “Facciamola finita” mormorai.

“Volentieri” rispose. Fece un passo indietro e mi fece cenno di entrare in casa.

A malincuore lo feci.

Chiuse la porta dietro di me ed io rimasi a guardare con stupore la cavernosa stanza d’ingresso in cui ero appena entrata.

C’era una grande scala doppia davanti a me e un enorme lampadario era appeso al soffitto.

Mobili classici erano stati posti strategicamente contro le pareti beige.

Ad un tratto una porta si aprì alla nostra sinistra e qualcuno entrò nella grande entrata.

Mi  voltai per vedere chi fosse. Una donna con i capelli castani corti che sembrava avere una trentina d’anni aveva appena fatto il suo ingresso con un’espressione curiosa sul suo viso.

Quando mi vide la sua espressione cambiò subito in esasperata.

“Justin… di nuovo?” chiese volgendo volutamente lo sguardo a Justin. Era chiaramente seccata.

“No, mamma” Justin rispose irritato “E’ qui solo per lavorare con me ad un progetto per la scuola”.

La donna che era evidentemente sua madre non sembrò credergli, non sembrava neanche impressionata, ma si limitò a scuotere la testa leggermente.

 "La cena è alle sei, Justin. Frank sta venendo qui, quindi ... "gli lanciò uno sguardo pungente, come a dire, 'Sarà meglio che lei sia andata per allora '

 Justin annuì, chiaramente irritato. "Ho capito." rispose. La sua mascella era serrata, e sembrava tipo incazzato.

 Non sapevo chi fosse questo Frank, ma devo ammettere che ero un po’ curiosa di sapere qualcosa in più su di lui. Perché Justin era cos’ infastidito quando sua madre lo aveva nominato?

 "Per favore, solo ..." Sua madre si lasciò sfuggire un sospiro, scuotendo di nuovo la testa, come per cambiare idea su quello che stava per dire. Si toccò la fronte, si voltò e se ne andò.

 Justin roteò gli occhi.

Non ho potuto fare a meno di sentirmi imbarazzata.

 In quel momento, Justin si voltò a guardarmi. "Dai, possiamo andare a cominciare il progetto nella mia stanza."

 Sollevai un sopracciglio.

 "Non ho intenzione di fare niente." Justin sputò irritato. "Credimi, tu sei l'ultima persona con la quale avrei fatto qualcosa.

 Mi fulminò con lo sguardo.

 Che stronzo.

 Fece una smorfia. "Andiamo." Borbottò, camminando davanti a me verso le scale conducendomi al secondo piano. Lo seguii lungo un corridoio ampio e lungo fino ad  una porta vicino alla fine di esso.

Justin la aprì ed entrò, facendomi segno di fare lo stesso.

Era una grande e spaziosa camera con un letto (attualmente disfatto - disgustoso), parecchie sedie, una grande TV a schermo piatto, una Xbox, e una serie di strumenti. Un sistema audio e per la registrazione era posto nel retro della stanza. Una sedia è stata tirata fuori dalla scrivania che era vicino al computer, come se Justin si fosse seduto a scrivere una canzone, e si fosse alzato per prendere una bibita o qualcosa del genere.

Sinceramente ero un po’ sorpresa. Non sapevo che Justin avesse tutto questo nella sua stanza. Avrei dovuto tenerne conto, considerando che è un cantante e tutto il resto, ma ... ancora una volta mi ha preso alla sprovvista.

Justin si accasciò in una poltrona molle che stava di fronte alla la sua Xbox e TV. "Va bene, quindi, cerchiamo di finirlail più velocemente possibile." Aprì il suo zaino e cominciò a frugarci dentro, alla ricerca di tutte le sue cose per il progetto di Reymer.

Annuii non volendo nient’altro che andarmene.

Camminai avanti per prendere un posto a sedere su una sedia accanto a lui, ma ero distratta da un foglio di carta che giaceva sul pavimento. Avevo appena messo piede su di esso per caso, e mi chinai per raccoglierlo, pensando di averlo perso dal mio zaino.

Presto mi resi conto che non aveva niente a che fare con la scuola e che non era di certo mio.

Sulla parte superiore della pagina scritta a mano di Justin c’erano queste parole: "Down to Earth".

 Sotto questo, un insieme di quello che sembravano essere parole elencate. C’erano molte cancellature  e macchie d'inchiostro con cui Justin aveva evidentemente grattato le cose.

 

'Questa è una canzone Justin ha scritto ...' mi resi conto.

 Non ho potuto farne a meno. I miei occhi hanno viaggiato per tutta la lunghezza del foglio leggendo alcune parole:

I never thought that it’d be easy,
Cause we’re both so distant now.
And the walls are closing in on us,
And we’re wondering how.
No one has a solid answer,
We’re just walking in the dark,
But you can see the look on my face,
It just tears me apart.
So we fight, through the hurt,

And we-

“Cosa stai facendo?” chiese Justin bruscamente.

I miei occhi si ritrassero dalla carta ed alzai lo sguardo verso di lui allarmata. Subito mi sentii arrossire..

 "Mi dispiace." Mormorai e Justin si alzò in piedi.

Camminò verso di me e mi strappò il foglio di carta tra le mani "Che cazzo pensavi di fare, toccando roba che c'è nella mia stanza?" gridò. Era chiaramente arrabbiato, ma sentivo qualcosa di diverso nei suoi occhi - imbarazzo? Allarme?

 "Mi dispiace." Risposi. "Ci ho messo il piede sopra e ho pensato che fosse mio. Non stavo cercando di leggere la tua merda. "Mi fulminò con lo sguardo.

 Guardò indietro.

 Ci fu un lungo momento di silenzio.

 "E 'veramente bello." Ammisi dopo un attimo, guardandolo dritto negli occhi. "Quello che hai scritto, voglio dire” Indicai il foglio di carta increspata che ora stava tenendo tra le mani.

"Grazie." Mormorò a malincuore.

 “Di che si tratta?" chiesi curiosa.

 "Niente." Rispose. "E 'solo una stupida canzone." Accartocciò il foglio e lo gettò nel cestino, voltandomi le spalle. "Non significa nulla."

 

Gli fissai la schiena.

 "Dobbiamo la vorare adesso.", dichiarò, ricadendo nella poltrona. La sua voce era un po' impaziente ora.

 Annuii, e cammini avanti, sedendomi su una sedia accanto a lui.

 "Non ho idea di dove cazzo cominciare, non ho mai nemmeno letto Romeo e Giulietta." mormorò Justin, fissando la scheda del progetto dove c’erano scritte le linee guida con chiaro fastidio su tutta la faccia.

 Mi lasciai sfuggire un sospiro irritato. “Be ', questo potrebbe essere utile." sparai, il sarcasmo gocciolava dalle mie parole.

Mi lanciò un'occhiata, prima di guardare il contorno nelle sue mani. "Così sto supponendo che tu lo abbia letto”

 "Sì.", risposi. Mi fermai per un momento, cercando di essere paziente. "E 'una storia d'amore, di queste due persone provenienti da famiglie che si odiano tra loro -"

 "So di cosa si tratta!" sputò Justin irritato. "Dio, io non sono un idiota."

 "Mi dispiace." Mormorai  roteando gli occhi.

 Era sul serio così scortese, ed era peggiorato da quando mi aveva  vista  leggere la sua stupida canzone.

Se non voleva che la gente leggesse i testi che aveva scritto, non dovrebbe lasciarli in giro sul pavimento della sua camera da letto, dove sono sicura che un sacco di ragazze ci trascorrono la maggior parte del tempo. Inoltre, se ha programmato di registrare questa canzone e di rilasciarla, il mondo intero andrà a sentirla (tra cui, purtroppo, me, anche se vi assicuro, sarà molto probabilmente contro la mia volontà), quindi che differenza fa leggerla ora? Oltretutto, non è che ho preso in giro il testo della canzone. In realtà, gli ho anche fatto i complimenti. Non c’è bisogno che sia così dannatamente sensibile.
Scossi la testa con irritazione a destra e a sinistra e Justin mi lanciò uno sguardo seccato.

"Possiamo farla finita?" mormorammo all’unisono.

Ci fissammo  l'un l'altro prima che a malincuore lui si voltasse per scrutare la sagoma che aveva in mano, e io setacciai  rabbiosamente  il mio zaino in cerca della mia copia del libro.
Ma se fisicamente ero alla ricerca dei materiali relativi al nostro progetto, emotivamente, ero altrove. Il mio cervello era immerso in mille pensieri.
Solo che non riuscivo a togliermi quella canzone dalla testa.
Non potevo credere che avevo ammesso a lui (tanto meno a me stessa) che il testo che avevo avuto modo di leggere era davvero bello.
Mi chiedevo cosa stessero facendo.
Ovviamente dovevano significare qualcosa per Justin, altrimenti non si sarebbe sconvolto così tanto nel vedermi leggerli.
Ma che cosa, esattamente?
 Mi morsi il labbro, sentendomi passare ad un tono leggermente contemplativo.
 Forse ci sono cose su Justin che nessuno conosceva, cose che, ovviamente, ho colpito in qualche modo.
Ma quali erano?
 ... E perché improvvisamente mi importava?

 

LEGGETEMI SONO IMPORTANTE!

Mi scuso per l’immenso ritardo con il quale ho pubblicato e per la lunghezza del capitolo ma essendo una traduzione non è che io potessi fare altrimenti, spero di non annoiarvi.

Ringrazio per le recensioni al capitolo precedente nonostante fossero solo due fanno sempre piacere.

Sono curiosa di sapere cosa ne pensate, per cui fatemi sapere!

Mi scuso se ci sono errori ma non ho avuto tempo di rileggere.

A presto.

Baci baci,

Gossip Girl.

  
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