Trodden Papers and Frequent Irritation.
“Non
credo che avrei potuto ottenere un partner peggiore per
il progetto di Reymer” borbottai
infastidita, facendo scorrere il mio vassoio del pranzo sul tavolo e
sedendomi
pesantemente vicino
a Natasha.
Mi
rivolse uno sguardo comprensivo, arricciando il naso
leggermente.
“Si,
lo so”
dichiarò lei “Mi dispiace, fa veramente
schifo”.
“Ma,
onestamente? Questa classe ha circa trenta persone, e
naturalmente io ho preso l’unica persona con cui non volevo
stare” mormorai,
scuotendo la testa. “E’ tutta colpa
della mia sfortuna”.
“Be,
se ti fa sentire meglio, non ho avuto un partner molto
migliore del tuo. Non
so Greg è… strano”
disse Natasha.
“Si,
ma lui è meglio di Justin” sbuffai.
Lei
si strinse nelle spalle. “Forse”.
“Che
libro hai preso per il progetto?”
domandai,
guardando Natasha meravigliata e addentando il mio panino.
Mi
rivolse uno sguardo imbronciato e infastidito.
“1984”
“Ooh”
commentai, facendo una smorfia. “Ouch”.
“Yep”
rispose lei, calcando la ‘p’. “Tu,
invece?”
“Romeo
e Giulietta” risposi accigliata.
Natasha
si rianimò al suo posto.
“Amo questo gioco!”
“Io
no” risposi. “E’ probabilmente il mio
pezzo preferito di
Shakespeare di sempre. E’ solo così irrealistico,
voglio dire le persone non si
innamorano nel giro di pochi giorni al punto che si arriva ad uccidere
per
l’altro, che proprio non ha senso. E poi il fatto che insieme
alle loro
famiglie-‘’
“Sì,sì
lo so che odi questo gioco” mi interruppe Natasha,
sorridendomi consapevolmente. “Non ho bisogno di sentire
tutta la tiritera. Me
l’hai urlata tipo 50 volte prima”
“Scusa”
dissi.
Lei
rise. “Beh, se potessi scambierei gli argomenti con voi.
Mi piacerebbe avere Romeo e Giulietta al posto di 1984”
Mi
strinsi nelle spalle, emettendo un leggero sospiro. “Si,
noi vorremmo cambiare ma Reymer si incazzerebbe”
Natasha
annuì. “Purtroppo”
“Hai
parlato con Greg da quando tu
e lui siete insieme?” le chiesi.
Dopo
l’assegnazione dei partner, il signor Reymer aveva
proceduto a spiegare le basi del progetto e ha detto che i partner
devono
incontrarsi il più presto possibile per stabilire un
approccio introduttivo al
loro progetto; stava per indurre una riunione la prossima settimana,
cosi ha
messo in chiaro che i partner dovevano stare insieme di tanto in tanto.
Natasha
scosse la testa. “No, non l’ho fatto.”
Dichiarò “Non
ancora. E tu? Con Justin, ci hai già parlato?”
“Ci
sto mettendo più tempo possibile” risposi.
Natasha
rise.
“Scherzi
a parte. Ci odiamo l’un l’altro” dissi
“Non so
quando andrò a parlare con lui”.
Natasha
si schiarì la gola leggermente.
“Beh..” cominciò goffamente
“Ora potrebbe
essere la tua occasione”
Le
rivolsi uno sguardo confuso, aggrottando le sopracciglia
interrogativamente.
I
suoi occhi guizzarono su qualcosa sopra la mia spalla, ma
prima che potessi girarmi per vedere cosa fosse mi ritrovai a fissare
una
t-shirt blu scura che
delineava degli
addominali tonici. I miei occhi hanno lentamente risalito il corpo fino
a che
non stavo guardando dritto in faccia a Justin Bieber.
Gemetti
interiormente.
Non
ero esattamente felice che lui fosse li.
“Va
bene Nash, finiamo questa merda” mormorò irritato.
Alzai
un sopracciglio, incrociando le braccia e guardandolo
male.
Ci
fu un momento di silenzio.
“Il
nostro progetto” dichiarò Justin, guardandomi come
se
fosse la cosa più ovvia del mondo.
“So
di cosa stai parlando” risposi freddamente.
Justin
si limitò a guardarmi infastidito. “Va
bene” dichiarò
a malincuore.
Mi
lasciai sfuggire un sospiro
irritato. “Quando vuoi che ci incontriamo?”
Si
strinse nelle spalle “Deve
essere tra oggi e lunedi”
“Lo
so” dissi a malincuore.
Lui
fece una smorfia. “Sto solo
affermando l’ovvio”
“Chiaramente”
mormorai. Alzai lo
sguardo verso di lui, fermandomi per un momento. “Seriamente,
quando vuoi che
lo facciamo?”
Justin
mi guardò sorpreso. “Farlo
insieme?” mi
chiese fintamente sorpreso.
Un ghignò suggestivo si formò sul suo volto.
“Wow, Nash, chi sapeva che si
potesse essere cosi avanti? Se avessi saputo che il progetto
comprendeva anche
quello probabilmente non mi sarei incazzato così
tanto”
Lo
guardai in cagnesco, tentando
seriamente di fare un passo avanti e strangolarlo.
Che
pervertito. Onestamente.
“Sai
cosa volevo dire” risposi
seccamente, con una punta di esasperazione nella mia voce.
Mi
sorrise e la sua espressione
divenne ancora più suggestiva.
“Certo”
affermò.
“Sta’
zitto Bieber” scattai.
Emise
un grugnito.
Alzai
gli occhi al cielo.
Natasha
si schiarì la gola con
calma, e sia Justin che io ci voltammo per rivolgerle un occhiataccia.
Lei
si rannicchiò sulla sua sedia.
“Scusate”
mormorò.
Scossi
la testa leggermente e mi
voltai verso Justin che ora aveva la mascella tesa e sembrava
completamente infastidito.
Si voltò a guardarmi e la sua espressione
era chiaramente di odio.
“Domani
dopo la scuola. A casa mia”
sputò amaramente “Va bene per te,
principessa?”
Ridussi
i miei occhi a delle
fessure “Va bene”, risposi.
Lui
sorrise. “Bene”.
“Dove
diavolo è casa tua?” sputai.
Justin
roteò gli occhi prima di
strappare un tovagliolo dal tavolo e afferrare una delle penne di
Natasha per
scriverci sopra un indirizzo e porgermelo. Mi sventolò il
tovagliolo in aria
per un attimo prima che io a malincuore allungassi la mano e lo
prendessi,
senza staccare i miei occhi dai suoi.
“Ecco”
affermò “Adesso lo sai”
Gli
regalai un sorriso falso.
“Bello” risposi con un tono falsamente dolce.
“Ci
vediamo domani, Nash” disse
Justin, raddrizzandosi.
“Non
vedo l’ora” risposi.
“Il
sentimento è reciproco” mi
disse guardandomi da sopra la sua spalla per poi voltarsi ed andarsene.
In
quel momento si scontrò con
Aubrey, che passava di li per dirigersi al suo tavolo dove lei, le sue
compari
cheerleaders e tutti gli amici coglioni di Justin si siedono.
“Perché
stavi parlando con lei?”
sibilò Aubrey, fissandomi.
Justin
le mormorò qualcosa, scuotendo
la testa irritato, prima di
metterle un braccio intorno alla vita e condurla giù per la
mensa verso il loro
tavolo.
Alzai
gli occhi al cielo.
***
“Tash,
non voglio farlo.” Mi
lamentai al telefono, in piedi sul marciapiede fissando una grande casa
marrone
con fastidio.
Guardai
verso il basso per
controllare due volte il tovagliolo dove ieri Justin mi aveva scritto
l’indirizzo. L’indirizzo corrispondeva al testo e
avrei dovuto solo andare
dentro ora e
iniziare il nostro
progetto.
“Lo
so Mandy, fa schifo. Lo fa. Ma….
Devi farlo” Mi rispose Natasha, con la voce leggermente
strozzata.
Feci
una grande smorfia. “Questo è
stupido!” esclamai.
“Prima
entri dentro e cominci il
progetto prima puoi uscire da li” dichiarò Natasha.
Sospirai.
Aveva ragione.
“Va
bene” gemetti.
“Mandami
un messaggio quando hai
finito, magari possiamo vederci da Starbucks”
suggerì Natasha.
“Okay”
borbottai.
“Buona
fortuna” cantò Natasha.
“Ciao”
risposi miseramente.
Schiacciai
il tasto di chiusura
della chiamata prima di guardare di traverso la casa di fronte a me.
Gemetti.
Dopo
qualche momento di
crogiolamento nella miseria, trascinai i piedi verso la porta
d’ingresso,
sistemando lo zaino che avevo in mano e cercando di essere il
più ottimista
possibile.
Fallii.
E’
solo peggiorata quando raggiunsi
la porta d’ingresso e si è aperta prima che io
fossi in grado di bussare.
Fui
accolta con la vista di due
ragazze scandalose che si stavano aggiustando i loro mini-abiti e i
loro
capelli.
Una
ragazza ha anche rapidamente
aggiustato la spallina del suo reggiseno, infilandola sotto la manica
del
vestito.
Si
voltarono e ridacchiarono a
qualcuno dietro di loro, lanciando baci e sguardi seducenti non appena
misero
piede fuori casa.
Justin
apparve sulla soglia,
sorridendo a loro suggestivamente. “Mi sono divertito oggi,
signore. Sentitevi
libere di tornare quando volete”.
Una
delle ragazze ridacchiò forte.
“Ciao, Justin” rispose strizzando
l’occhio.
Justin
stava facendo il check-out
del culo delle ragazze mentre si pavoneggiavano passandomi vicino senza
nemmeno
guardarmi.
Ero
disgustata.
Lui
è un puttaniere.
Justin
sembrò notare che ero li in
quel momento e i suoi occhi si spalancarono alla mia vista.
“E’
bello vederti, Nash!” disse
sorridendomi sfacciatamente.
Mi
accigliai.
“Sei
disgustoso, Bieber” risposi.
Sbuffò.
“Quelle due non sembravano
pensarla così.” Annuì retoricamente
alle due troie che chiaramente lo avevano
appena divertito.
Lo
derisi. “Indipendentemente da
ciò, sei un porco” risposi “Hai una
ragazza”.
Si
strinse nelle spalle. “Come se
lei non stesse facendo la stessa cosa” mi rispose
“Inoltre” sorrise “Quello che
non sa non le farà del male”.
Alzai
gli occhi al cielo.
“Facciamola finita” mormorai.
“Volentieri”
rispose. Fece un passo
indietro e mi fece cenno di entrare in casa.
A
malincuore lo feci.
Chiuse
la porta dietro di me ed io
rimasi a guardare con stupore la cavernosa stanza d’ingresso
in cui ero appena
entrata.
C’era
una grande scala doppia
davanti a me e un enorme lampadario era appeso al soffitto.
Mobili
classici erano stati posti
strategicamente contro le pareti beige.
Ad
un tratto una porta si aprì alla
nostra sinistra e qualcuno entrò nella grande entrata.
Mi
voltai per vedere chi fosse. Una donna con i capelli
castani corti che
sembrava avere una trentina d’anni aveva appena fatto il suo
ingresso con
un’espressione curiosa sul suo viso.
Quando
mi vide la sua espressione
cambiò subito in esasperata.
“Justin…
di nuovo?” chiese volgendo
volutamente lo sguardo a Justin. Era chiaramente seccata.
“No,
mamma” Justin rispose irritato
“E’ qui solo per lavorare con me ad un progetto per
la scuola”.
La
donna che era evidentemente sua
madre non sembrò credergli, non sembrava neanche
impressionata, ma si limitò a
scuotere la testa leggermente.
Justin
roteò gli occhi.
Non
ho potuto fare a meno di
sentirmi imbarazzata.
In
quel momento, Justin si
voltò a guardarmi. "Dai, possiamo andare a cominciare il
progetto nella mia
stanza."
Sollevai
un sopracciglio.
"Non
ho intenzione di
fare niente." Justin sputò irritato. "Credimi, tu sei
l'ultima
persona con la quale avrei fatto qualcosa.
Mi
fulminò con lo sguardo.
Che
stronzo.
Fece
una smorfia.
"Andiamo." Borbottò, camminando davanti a me verso le scale
conducendomi al secondo piano. Lo seguii lungo un corridoio ampio e
lungo fino
ad una porta vicino
alla fine di esso.
Justin
la aprì ed entrò, facendomi
segno di fare lo stesso.
Era
una grande e spaziosa camera
con un letto (attualmente disfatto - disgustoso), parecchie sedie, una
grande
TV a schermo piatto, una Xbox, e una serie di strumenti. Un sistema
audio e per
la registrazione era posto nel retro della stanza. Una sedia
è stata tirata fuori
dalla scrivania che era vicino al computer, come se Justin si fosse
seduto a
scrivere una canzone, e si fosse alzato per prendere una bibita o
qualcosa del
genere.
Sinceramente
ero un po’ sorpresa.
Non sapevo che Justin avesse tutto questo nella sua stanza. Avrei
dovuto tenerne
conto, considerando che è un cantante e tutto il resto, ma
... ancora una volta
mi ha preso alla sprovvista.
Justin
si accasciò in una poltrona
molle che stava di fronte alla la sua Xbox e TV. "Va bene, quindi,
cerchiamo di finirlail più velocemente possibile."
Aprì il suo zaino e
cominciò a frugarci dentro, alla ricerca di tutte le sue
cose per il progetto
di Reymer.
Annuii
non volendo nient’altro che
andarmene.
Camminai
avanti per prendere un
posto a sedere su una sedia accanto a lui, ma ero distratta da un
foglio di
carta che giaceva sul pavimento. Avevo appena messo piede su di esso
per caso,
e mi chinai per raccoglierlo, pensando di averlo perso dal mio zaino.
Presto
mi resi conto che non aveva
niente a che fare con la scuola e che non era di certo mio.
Sulla
parte superiore della pagina
scritta a mano di Justin c’erano queste parole: "Down to
Earth".
Sotto
questo, un insieme di
quello che sembravano essere parole elencate. C’erano molte
cancellature e
macchie d'inchiostro con cui Justin aveva
evidentemente grattato le cose.
'Questa
è una canzone Justin ha
scritto ...' mi resi conto.
Non
ho potuto farne a meno. I
miei occhi hanno viaggiato per tutta la lunghezza del foglio leggendo
alcune
parole:
I never thought that
it’d be easy,
Cause we’re
both so distant now.
And the walls are
closing in on us,
And we’re
wondering how.
No one has a solid
answer,
We’re just
walking in the dark,
But you can see the look
on my face,
It just tears me apart.
So we fight, through the
hurt,
And we-
“Cosa
stai facendo?” chiese Justin
bruscamente.
I
miei occhi si ritrassero dalla
carta ed alzai lo sguardo verso di lui allarmata. Subito mi sentii
arrossire..
"Mi
dispiace."
Mormorai e Justin si alzò in piedi.
Camminò
verso di me e mi strappò il
foglio di carta tra le mani "Che cazzo pensavi di fare, toccando roba
che
c'è nella mia stanza?" gridò. Era chiaramente
arrabbiato, ma sentivo qualcosa
di diverso nei suoi occhi - imbarazzo? Allarme?
"Mi
dispiace."
Risposi. "Ci ho messo il piede sopra e ho pensato che fosse mio. Non
stavo
cercando di leggere la tua merda. "Mi fulminò con lo sguardo.
Guardò
indietro.
Ci
fu un lungo momento di
silenzio.
"E
'veramente bello."
Ammisi dopo un attimo, guardandolo dritto negli occhi. "Quello che hai
scritto, voglio dire” Indicai il foglio di carta increspata
che ora stava
tenendo tra le mani.
"Grazie."
Mormorò a malincuore.
“Di
che si tratta?" chiesi
curiosa.
"Niente."
Rispose.
"E 'solo una stupida canzone." Accartocciò il foglio e lo
gettò nel
cestino, voltandomi le spalle. "Non significa nulla."
Gli
fissai la schiena.
"Dobbiamo
la vorare adesso.",
dichiarò, ricadendo nella poltrona. La sua voce era un po'
impaziente ora.
Annuii,
e cammini avanti, sedendomi
su una sedia accanto a lui.
"Non
ho idea di dove
cazzo cominciare, non ho mai nemmeno letto Romeo e Giulietta."
mormorò Justin,
fissando la scheda del progetto dove c’erano scritte le linee
guida con chiaro fastidio
su tutta la faccia.
Mi
lasciai sfuggire un
sospiro irritato. “Be ', questo potrebbe essere utile."
sparai, il sarcasmo
gocciolava dalle mie parole.
Mi
lanciò un'occhiata, prima di
guardare il contorno nelle sue mani. "Così sto supponendo
che tu lo abbia
letto”
"So
di cosa si
tratta!" sputò Justin irritato. "Dio, io non sono un idiota."
"Mi
dispiace."
Mormorai roteando
gli occhi.
Era
sul serio così scortese,
ed era peggiorato da quando mi aveva vista
leggere la sua
stupida canzone.
Se
non voleva che la gente leggesse
i testi che aveva scritto, non dovrebbe lasciarli in giro sul pavimento
della
sua camera da letto, dove sono sicura che un sacco di ragazze ci
trascorrono la
maggior parte del tempo. Inoltre, se ha programmato di registrare
questa canzone
e di rilasciarla, il mondo intero andrà a sentirla (tra cui,
purtroppo, me,
anche se vi assicuro, sarà molto probabilmente contro la mia
volontà), quindi che
differenza fa leggerla ora? Oltretutto, non è che ho preso
in giro il testo
della canzone. In realtà, gli ho anche fatto i complimenti.
Non c’è bisogno che
sia così dannatamente sensibile.
Scossi la testa con irritazione a
destra e a sinistra e Justin mi lanciò uno sguardo seccato.
"Possiamo
farla finita?" mormorammo
all’unisono.
Ci
fissammo l'un
l'altro prima che a malincuore lui si
voltasse per scrutare la sagoma che aveva in mano, e io setacciai rabbiosamente il mio zaino in cerca della
mia copia del
libro.
Ma se fisicamente ero alla ricerca
dei materiali relativi al nostro progetto, emotivamente, ero altrove.
Il mio
cervello era immerso in mille pensieri.
Solo che non riuscivo a
togliermi quella canzone dalla testa.
Non potevo credere che avevo
ammesso a lui (tanto meno a me stessa) che il testo che avevo avuto
modo di
leggere era davvero bello.
Mi chiedevo cosa stessero facendo.
Ovviamente dovevano significare
qualcosa per Justin, altrimenti non si sarebbe sconvolto
così tanto nel vedermi
leggerli.
Ma che cosa, esattamente?
Mi morsi il labbro, sentendomi
passare ad un tono leggermente contemplativo.
Forse ci sono cose su Justin
che nessuno conosceva, cose che, ovviamente, ho colpito in qualche modo.
Ma quali erano?
... E perché improvvisamente
mi importava?
LEGGETEMI SONO
IMPORTANTE!
Mi
scuso per l’immenso ritardo con
il quale ho pubblicato e per la lunghezza del capitolo ma essendo una
traduzione non è che io potessi fare altrimenti, spero di
non annoiarvi.
Ringrazio
per le recensioni al
capitolo precedente nonostante fossero solo due fanno sempre piacere.
Sono
curiosa di sapere cosa ne
pensate, per cui fatemi sapere!
Mi
scuso se ci sono errori ma non
ho avuto tempo di rileggere.
A
presto.
Baci
baci,
Gossip
Girl.