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Autore: Giu_911    19/03/2013    2 recensioni
"Forse la piccola punizione alla quale mi aveva sottoposto quella vecchiaccia non era poi così male: sarebbe stato divertente stuzzicare quel povero ragazzo e magari abusare di lui dopo averlo fatto ubriacare con qualche liquore scadente durante una stupida festa.
Si prospettava un anno interessante: mi sarei sicuramente divertito."
-Zayn.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Una settimana.
Era passata una settimana precisa da quando io e lui avevamo avuto il nostro ultimo incontro.
Una settimana esatta dall’ultima volta che l’avevo visto in assoluto.
A scuola non si era più presentato e per la prima volta, la prima nella mia vita, mi sentivo colpevole di quelle sue continue assenze, di quel malessere che Louis continuava a dare come giustificazione per il fatto che non si presentasse più a lezione.
Niall continuava a dirmi che non dovevo sentirmi in colpa di nulla, che era giusto che non avessi ceduto, che dovevo fregarmene e pensare alla mia felicità, eppure mi sentivo malissimo.
Ero rimasto seduto sul sedile dell’auto, con le mani posate sul volante e lo sguardo perso nel vuoto.
Sobbalzai quando sentii bussare sul finestrino della macchina, sicuro che voltandomi avrei contato gli occhi azzurri del mio amico irlandese, invece con mio grande stupore c’erano un altro paio di occhi azzurri a scrutarmi, e a chiedermi gentilmente di scendere dal veicolo.
Abbassai il finestrino, poggiandomi con il gomito sullo sportello, mentre il mio cervello cercava di comprendere per quale assurdo motivo Tomlinson si trovava in quel momento li con me.
Non parlava, così dopo aver fatto un cenno di mano fui io ad iniziare la conversazione.
-Hai bussato sul finestrino della mia auto solo per farmi voltare  e guardarmi in faccia, oppure hai intenzione di dire qualcosa?- corrugai la fronte, stupito di quella scontrosità che ultimamente avevo con tutti..non era da me avere quell’atteggiamento.
-Veramente non immagini perché sono qui?- m’incalzò lui, inarcando un sopracciglio.
Zayn, era sicuramente li per suo conto; mi strinsi nelle spalle, attendendo che continuasse a parlare.
Lui mi guardò, spostandosi poi sul muso della macchina dove si poggiò.
Sbuffai, prima di aprire lo sportello e scendere dall’auto, sistemandomi di fronte a lui con le braccia incrociate. -Si può sapere che diavolo vuoi da me Louis?-
-Io ho sempre saputo che tu eri innamorato di Zayn. Ho sempre saputo che gli sbavavi dietro dal primo giorno in cui ti ha rivolto la parola..-
-Si, in classe, quando mi hanno chiamato per presentarmi e lui mi ha deriso davanti a tutti solo perché avevo l’apparecchio ai denti e gli occhiali-
Louis ridacchiò a quel ricordo e feci per voltarmi, ma lui si allungò verso di me afferrandomi per il polso.
-Liam non sarei qui se non fosse importante, dai..-
-Cosa diavolo volete da me?- dissi voltandomi, alzando leggermente il tono di voce, mentre sentivo una stretta allo stomaco atroce, inspiegabile.
-Per Zayn non sei solo un gioco, io ne sono certo..-
-Si, ora vuoi dirmi che prova qualcosa per me? Due volte Louis, due volte mi sono ritrovato quasi al punto di piangere davanti a lui, due volte gli ho detto che non volevo assolutamente che lui giocasse con me perché in ballo c’è molto più che una scopata, ma il mio cuore. Cos’ha fatto lui?-
-Lui non si è mai aperto con nessuno, cerca di capire..-
-Questo non c’entra assolutamente nulla. Vuoi dirmi che ora è sempre chiuso in casa? A piangere e a dormire ad ogni ora del giorno, perché un ragazzo l’ha rifiutato?-
-Ognuno ha il suo modo per sfogare il dolore Liam- disse lui, risistemandosi lo zaino sulla spalla, mettendo la mano nella tasca dei jeans, estraendo il telefono cellulare: digitò velocemente sulla tastiera, prima di tornare a guardarmi -..Zayn ha la vita più complicata di quello che credi, e ultimamente l’avevo visto più sereno. Ha un dolore dentro che solo chi è con lui sempre, conosce..-
-E io cosa dovrei fare?-
-Parlarci, sarebbe già qualcosa..- disse ancora, prima di stringersi nelle spalle.
Senza aggiungere altro si staccò dall’auto e ricominciò a camminare lentamente in direzione dell’istituto.
Parlarci?
Cosa diavolo avrei dovuto dirgli?
Qua erano tutti impazziti, completamente.
Cosa dovevo fare, dare a Zayn quello che voleva solo per farlo felice?
Sbuffai, mentre sentivo quel dolore allo stomaco espandersi ed espandersi, raggiungendo ogni fibra del mio corpo, dandomi un malessere interiore che mi stava quasi uccidendo.
Aprii lo sportello posteriore, recuperando lo zaino che posai sulla spalla, prima di chiudere l’auto e poggiarmi sul muso dell’auto, dove poco prima era seduto Louis, in attesa del mio amico, mentre le parole del ragazzo continuavano a rimbombarmi nella testa.
“Ognuno ha il suo modo per sfogare il dolore”.
Voleva dire che stava veramente soffrendo per me?
Mi sembrava tutto così assurdo, impossibile.
Louis stava sicuramente esagerando, Zayn non poteva star male per me.
Nessuno avrebbe mai sofferto per uno come me..



Tolsi il casco, sistemando con un gesto repentino i capelli, prima di avvicinarmi con passo svelto verso l’entrata dell’edificio: aprii la grossa porta di vetro, bloccandomi quando vidi Zayn poggiato al muro.
Aveva il labbro spaccato e avrei quasi scommesso che aveva qualche graffio anche sul collo, visto che aveva un grosso cerotto che gli copriva la pelle.
Scossi la testa immediatamente, distogliendo lo sguardo, cercando di allontanarmi da lui.
-Prima cercavi di leccarmi il culo in ogni modo pur di prendermi in simpatia, ora non saluti nemmeno..-
Mi voltai lentamente: stava con lo sguardo fisso sulla porta e rigirava tra le mani un foglio di carta.
-Questa vostra convinzione di essere superiori a tutti mi disgusta, veramente..- dissi, voltandomi ancora prima che il suo sguardo potesse posarsi su di me.
-Non ho mai detto ne pensato di essere superiore a nessuno Harry, quindi non dire stronzate..-
-Avete tutte le ragazze ai vostri piedi, nel vostro letto c’è una ragazzina differente ogni week end..-
-E? Quindi?...- chiese lui bloccandomi nuovamente, avvicinandosi maggiormente a me -..io non metto il coltello alla gola alle ragazzine per venire a letto con me. Loro sanno come sono e non si fanno scrupoli a fare le troie e a stuzzicarmi solo per farsi una scopata come si deve e poi…tu dovresti saperlo meglio di me. Anche il tuo letto è stato occupato da molte donzelle, almeno prima di…-
-Prima di..?- chiesi assottigliando lo sguardo.
Non dovevo stupirmi.
Dovevo immaginarmi che sarebbe andato a parlare dal suo migliore amico di quello che era successo.
-Va tutto bene qui?- disse una voce alle spalle di Zayn, una voce che conoscevo benissimo.
Non mi sarei voltato, avrei preferito continuare a guardare quella testa di cazzo che avevo di fronte, e che aveva un sorriso schifosamente odioso: avrei voluto tanto mollargli un cazzotto in bocca e finire di spaccargli il labbro, ma non ero come lui..ero superiore.
-Io non sono mai stato, e non sarò mai come voi due..-
Scosse la testa sorridendo, passando la lingua sul taglio che aveva sul labbro.
-Tu lo sei stato, non si sputa mai nel piatto in cui si è mangiato per anni-
-Basta Zayn, lascialo perdere- disse Louis, sistemandosi alle sue spalle, lasciando che così il mio sguardo si inchiodasse nel suo: mi sentii terribilmente debole in quel momento.
Non dissi nulla, restai a guardare quegli occhi azzurri belli da morire, mentre lui afferrava il polso del suo migliore amico. Prima che potessero voltarsi e andarsene io gli diedi le spalle ed iniziai a camminare per il lungo corridoio, cercando di dar poco peso al vociferare che proveniva proprio da loro.
Non sarei mai riuscito ad andare avanti in quel modo, non riuscivo più a sopportare loro, né quel fottutissimo casino che avevo nella testa.
Sentivo che stavo crollando pian piano, non avrei retto ancora per molto.
 
 
-Lo sai che se tuo fratello ti vede siamo morte? Cioè..tu sei morta-
Scossi la testa ridendo, mentre continuavo a guardarmi intorno alla ricerca disperata di un ciuffo biondo e un paio di occhi azzurri. –Finirai nei guai, me lo sento- continuò.
-Ma la smetti? Se entro cinque minuti non lo vedo ce ne andremo, sta tranquilla- replicai io.
Kate, la mia migliore amica aveva la lingua lunga: sapevo che tutto quello che diceva lo diceva per il mio bene, lo diceva perché conosceva la mia famiglia e sapeva quanto mi stessero addosso, ma almeno quando non ero con loro volevo poter essere libera di fare qualche piccola pazzia.
Sbuffai, sentendo la campanella suonare e la mia amica batté le manine facendo un piccolo saltino sul posto, quasi vittoriosa.
-Niente principe, e sei salva. Direi che possiamo andare-
-Piccola Malik!..- mi voltai di scatto e sorrisi ampiamente, quando si tolse i suoi Ray-Ban scuri, permettendo ai suoi occhi azzurri meravigliosi di penetrare nei miei, facendomi arrossire immediatamente.
-Si, io vado in classe o la professoressa mi uccide..- disse il ragazzone alle sue spalle, che diede una pacca sulla spalla a Niall, allontanandosi subito dopo.
-Va bene Lì, a dopo..- rispose lui rivolgendogli solo per un attimo lo sguardo, mentre il mio lo studiava in ogni minimo particolare: mi sembravo una bambina alle prese con la sua prima cotta, mi sentivo così stupida, ma allo stesso tempo il suo sorriso mi faceva sentire maledettamente bene.
-Come mai sei qui?-
Bene, ora cosa potevo dirgli? Non mi ero preparata una scusa.
-Sono..venuta a trovare le vecchie compagne di classe. Ogni tanto passo per un salutino veloce!-
Non potevo inventarmi una scusa peggiore di questa, speravo solo ci credesse e che le mie guance smettessero di andare a fuoco, mettendomi più in imbarazzo di quanto non lo fossi già.
-Sono felice di averti incontrato, mi fa sempre piacere vederti..- disse lui, prima di sospirare e voltarsi verso l’edificio, mentre iniziava a grattarsi la nuca nervosamente. -..io però ora dovrei..dovrei proprio andare!-
-Ti va se ci vediamo domani, andiamo a prendere qualcosa!- dissi interrompendolo, cercando di sovrastare il tono della sua voce. Lui tornò a guardarmi e sorrise, iniziando a mordersi l’interno delle labbra.
-Di solito non sono i ragazzi a chiedere alle donne un appuntamento?-
-Chi ha parlato di appuntamento? E’ una semplice uscita tra amici, e una ragazza può chiedere ad un amico di uscire, no?..- dissi inclinando lievemente la testa, supplicandolo con lo sguardo.
-Tuo fratello non farà storie?-
-Non deve venire a saperlo necessariamente, e poi..mica ti farai intimorire da mio fratello!- risposi, facendo qualche passo verso di lui, prima di afferrare la sua maglia e stringerla tra le mani, mettendo il broncio –Dai irlandese, non farti pregare-
-E’ che non voglio avere problemi..- disse con un tono di voce così basso, che feci quasi fatica a sentirlo.
Sbuffai, prima di lasciare andare la sua maglia, allontanandomi poi verso la mia amica che presi per mano.
-Lascia perdere Horan-
Gli diedi le spalle ed iniziai a camminare, mentre la mia amica mi guardava sbalordita del fatto che non avessi insistito ancora: sapeva che ero combattiva e che ero capace di portare una persona all’esasperazione finché non avrei ottenuto quello che volevo, ma sapevo con chi avevo a che fare.
-A che ora passo a prenderti?- mi bloccai e lottai con me stessa affinché la bambina che era in me non uscisse e mi portasse a saltare per tutto il cortile di quella scuola.
Guardai la mia amica con la coda dell’occhio, prima di voltarmi, senza accorgermi che lui nel frattempo si era avvicinato, e che era troppo vicino a me.
-Facciamo che ci vediamo al parco per le quattro?-
Improvvisamente quella che aveva un calo di voce ero io; lui si avvicinò a me, posandomi una mano sul fianco, prima di stamparmi un bacio sulla guancia –alle quattro, non farmi aspettare!-
Mi limitai ad annuire, incapace di parlare e lo guardai mentre indietreggiava: mi fece l’occhiolino, prima di darmi le spalle ed iniziare a correre verso la porta d’ingresso.
-Dimmi che non sto sognando..- dissi restando con lo sguardo puntato su di lui, che pochi istanti dopo sparì dietro la porta d’ingresso.
Sentii la mia amica sbuffare, prima di sentire la sua mano afferrarmi il polso e trascinarmi con lei verso la fermata del bus –Si, andiamo Cenerentola!- esclamò, prima di iniziare a correre.
Mio fratello mi avrebbe uccisa, ne ero certa, ma io avevo bisogno di vivere e lui era perfetto.
Non sarei rimasta la piccola Malik per sempre, stavo crescendo e avevo la necessità di sbagliare, di fare le mie prime esperienze, cose che, sigillata nelle quattro mura della mia stanza, non potevo fare.
 
 
-E’ la terza volta che si rifiuta di venire ad un’interrogazione. Signor Malik, il suo rendimento scolastico è pessimo, le sue assenze sono troppe, cosa ha deciso di fare, vuole perdere l’anno?-
Ormai mi ripeteva sempre le stesse cose, e io ero stanco di ascoltarla.
Me ne stavo in silenzio, a fissare la mia penna, mentre continuavo ad accarezzare con la punta della lingua il labbro martoriato. Volevo solo che quell’ora finisse, che quella donna cessasse di parlare e che finalmente io potessi alzarmi da quella sedia e allontanarmi da quel ragazzo, che si era messo alla massima estremità del banco, come se avesse timore che potessi abusare di lui di fronte a tutta la classe.
Finalmente la campanella venne in mio aiuto e io mi limitai a dire un “si professoressa”, mentre lei, come faceva ogni volta, prendeva le sue cose e fuggiva dalla classe.
Senza degnare Liam di uno sguardo estrassi dalla tasca dei jeans il foglietto che avevo preso nella bacheca della scuola, sbattendolo proprio sotto il suo naso.
-Mi servono..- dissi senza troppi giri di parole, costringendo il ragazzo ad alzare lo sguardo.
Mi guardò per un attimo, forse per la prima volta da quando avevo messo piede nella classe, restando quasi stupito da come ero combinato in viso.
-Che ti è successo?- mi chiese restando con l’astuccio in mano.
Io mi alzai velocemente dalla sedia, recuperando da terra il mio zaino, che portai sulla spalla.
-Possiamo iniziare domani?- chiesi ancora, evitando del tutto la sua domanda, posizionandomi di fronte a lui e posando le mani sul banco.
-V-veramente io..-
-Ti pagherò il doppio. I miei mi uccidono se vengo bocciato e credimi, scoccia più a me di venire da te-
Restò in silenzio per un attimo, grattandosi la nuca, come se stesse riflettendo sul da farsi.
Quel suo atteggiamento mi stava seriamente dando ai nervi.
-Cos’è, ora hai anche bisogno di essere pregato? Li hai messi tu questi volantini o no?-
-Certo, e non è un problema per me farti ripetizioni se è per questo- Bugia, poteva benissimo leggersi nel suo sguardo quanto gli costava -..i miei partiranno, e non vogliono che ci sia gente a casa durante la loro assenza, quindi dobbiamo assolutamente rimandare-
Era solo? La cosa si faceva più interessante.
-Se è questo il problema vieni da me-
-Non mi sembra il cas..-
-Liam, non sarei venuto qui se non fosse stato veramente importante-
Restò in silenzio ancora, mentre prendeva il fogliettino che aveva scritto con tanta cura, rigirandoselo tra le mani: in quel momento avevo una gran voglia di baciarlo, quasi incontenibile. Era quasi strano da ammettere, ma non avevo mai desiderato così tanto che qualcuno mi sbattesse al muro e mi facesse quello che vuole. Odiavo l’effetto che quel ragazzo aveva su di me.
-Puoi venire da me alle tre, ma facciamo un paio d’ore, non di più. Alle cinque e mezza torna la domestica per prepararmi la cena e per quell’ora devi essere fuori da casa mia- disse lui facendo si che i pensieri cessassero di scorrere velocemente nella mia testa.
-Sei gentilissimo..- dissi, facendo si che un sorriso sghembo si dipingesse sulle mie labbra -..allora ci vediamo domani!- gli feci l’occhiolino, voltandomi poi prima di uscire fuori dalla classe, senza neanche salutarlo.
Io ottenevo sempre quello che volevo, e improvvisamente la chimica e le ripetizioni erano passate in secondo piano, e la voglia di avvicinare sempre di più a me quel ragazzo stava sovrastando ogni cosa.
Sarebbe stato mio prima o poi, ne ero sempre più sicuro..

 


SPAZIO AUTRICE:
Notte fonda, capitolo finito e pubblicato immediatamente.
Sono quasi le quattro del mattino e io non so veramente cosa ho scritto, ma spero sempre che voi gradiate il mio lavoro.
Voglio ringraziare tutte quelle persone che recensiscono ogni capitolo e che mi danno quella cosa in più che mi spinge 
in qualche modo a migliorarmi e a fare sempre del mio meglio.
Vi ringrazio davvero di cuore.
Credo di aver detto tutto: aspetto i vostri commenti/suggerimenti/critiche.
Baci, G.

  
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