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Autore: Mrs Spoon    19/03/2013    3 recensioni
"Uno stanzino,delle ragazze bendate ed uno specchio. Poi tante e tante fragorose risate dall'altra parte della vetrata. Qualche ragazza,tenterei dire anche ragazzina,aveva atteggiamenti poco consoni..ma le facce delle giovani, erano davvero poco convinte. Ricordo delle voci..degli incitamenti..e altre ragazze solo in intimo. Poi il vuoto.
Sarà stato solo un sogno,oppure esiste davvero uno stanzino del genere? Sporco e lussurioso?"
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Cap. 12
“What the hell?”
 
#Connie.                                                                                
 
“Raggiungimi in cortile che ho trovato un mio vecchio amico. J
Gli avevo detto di raggiungermi in camera e lui che fa? Mi dice di andare in cortile.
Mio fratello è sempre stato qualcuno su cui non si può contare, se devi prendere un impegno, meglio non affidarti a lui, ma io lo dimentico sempre.
“Vabbene stupido. Sto arrivando. J
Intanto non lo posso mica cambiare, che poi ha amici dappertutto.
Chi sarà quest’ultimo? Uno dei suoi soliti giocatori di football muscolosi e senza cervello, ormai ci sono abituata a questo tipo di amicizie.
Prendo la prima borsa che mi capita davanti, chiudo la porta e vi inserisco le chiavi e il cellulare, poi corro di sotto di fretta.
Oggi sono contenta poiché si prospetta una bella giornata: pomeriggio con Summ e Jayd, che per giunta non ho ancora visto, e film e popcorn con mio fratello.
Benissimo!
Arrivo col fiatone nel cortile, sono stata troppo ferma e adesso il minimo sforzo mi sembra enorme, è una sensazione orribile, che passerà appena ricomincerò con le mie corsette salutari.
“THOMAS!” urlo quando lo vedo, di fronte ad un ragazzo non molto alto che mio fratello copre completamente e di cui non riesco ancora a inquadrare il volto.
Arrivo e gli schiocco un bacio sonoro sulla guancia, trovandomi faccia a faccia con un volto, adesso, che mi risulta familiare.
“LOUIS!” urlo con lo stesso tono usato precedentemente, prima di schioccare un bel bacio anche a lui.
“Quindi voi due vi conoscete?!” esclama stupefatto Thomas, sorridendo.
“Certo, e anche molto bene.” Risponde Lou con un sorriso tre volte più grande di quello di mio fratello.
Lui ci rivolge un’occhiata strana, credo abbia frainteso.
“Non nel senso che stai pensando, Thom. Io e Louis non stiamo insieme, siamo solo molto amici.” Spiego il tutto con fare disinvolto mentre Louis mi guarda fisso.
Cosa cazzo ho che non va?
Insalata fra i denti? Nah, non mangio insalata da quando indossavo il pannolino.
Capelli fuori posto? No, li ho aggiustati per bene si e no venti minuti fa.
Matita sbavata? Impossibile, non ho la matita.
Cosa avrà da guardare? Bah.
“Allora puoi dargliele tu le ripetizioni di letteratura di cui mi stava parlando!” sbotta tutto ad un tratto Thomas, allargando le braccia, come ad aver trovato una soluzione a qualcosa di davvero importante.
“Si, giusto!” risponde Louis entusiasta.
Mi ritrovo ad acconsentire, sotto lo sguardo inquisitore di entrambi.
Questa non è vita, che palle, dovrò entrare in quella fottuta stanza.
“Per oggi però devi salire in camera nostra, non posso scendere perché ho promesso a Harry che gli avrei fatto compagnia.” Continua il ragazzo con la maglietta a righe.
Ecco qua.
“Siete solo tu ed Harry?” chiedo come se non mi fidassi.
“Si, non preoccuparti, non c’è più nessuno e di sicuro Harry si appisolerà sul divano, come sempre.” Conclude Louis con un occhiolino.
“Allora quando devo venire?” ripropongo una nuova domanda sorridendo.
“Adesso, per favore.” Quasi mi prega Lou, piegando all’ingiù gli angoli della bocca, come ad imitare un faccino triste.
“Vengo anch’io! Così magari faccio un po’ di compagnia a questo Harry nel frattempo che voi- si autoinvita mio fratello, facendo con le mani il gesto delle virgolette- ‘studiate’!” conclude sorridendo maliziosamente.
“Si, Thomas. Vado a prendere i libri in camera e vengo. A dopo.” Mi ritiro con un sorriso e corro in camera, prendendo i libri e lasciando, subito dopo, un post- it attaccato al frigorifero (posto in cui lo vedranno di sicuro) per Summer e Jayden:
‘Il pomeriggio insieme lo rimandiamo, mi dispiace. LHo preso un impegno, siamo sopra, nella camera dei coglioni. Raggiungeteci quando leggete. JA dopo beibis.’
Poi mi dirigo verso la stanza maledetta, busso e mi apre mio fratello, già notevolmente integrato.
“E’ arrivata!” urla come se dovesse farlo sapere al mondo, scomparendo dietro la porta.
Quasi dimenticavo cosa significasse avere un fratello sempre in mezzo le palle.
Louis è già seduto su una sedia, con i libri poggiati sul tavolo, in mia attesa.
Sul divano c’è Harry che continua a guardare la tv anche quando entro, senza rivolgermi nemmeno un’occhiata, come se non ci fosse nessuno di estraneo in camera propria.
Estraneo… questo è quello che voglio essere per loro: un’ estranea.
“Allora Lou, sei pronto?” chiedo, posizionando una sedia vicino la sua e sfoggiando un sorrisone, quasi come a voler far vedere a Harry che sono felicissima anche senza di loro.
Bugie su bugie.
Però tipi di questo genere è meglio perderli che trovarli.
“Certo piccola!” risponde energico e sorridente come sempre.
Però stavolta ha una cosa in più negli occhi, brillano… sono più… sono più belli del solito.
Con questi occhi e quel sorriso sembra normale che non abbia mai fatto del male ad una mosca e che non centri niente con quel patetico episodio.
Appena apro bocca per parlare, la mano di Louis si posiziona sulla mia, lentamente.
Ma che cazz?
E non appena riapro la bocca per emettere un suono il più vicino possibile a una parola ben composta bussano di nuovo alla porta.
Thomas esce dalla cucina e ci guarda scioccato.
“Menomale che siete solo ‘molto amici’. Ma andatevene a quel paese, chi volete prendere in giro?!” esclama prima di aprire la porta.
Ma…ma…io non ho fatto nulla.
Lo sguardo di Louis si spegne alla vista dei nuovi arrivati: Zayn e Liam, e ritrae subito la mano dalla mia.
I due entrano e poi soffermano lo sguardo su di me.
“Che ci fanno loro due qui, Louis?” sbotta il moro, digrignando i denti.
“Non ti interessa. Sono qui per me, okay?” risponde il ragazzo, ritornando con lo sguardo sul libro.
“Mi avevi detto che non ci sarebbe stato nessuno a parte te ed Harry.” Dico rivolta a Louis.
“Scusa…pensavo non venissero.” sussurra a testa bassa.
Liam si butta sul divano vicino ad Harry un po’ spiazzato, Thomas se ne torna in cucina per non fare scenate e Zayn, che sia maledetto, prende una sedia e la posiziona proprio di fronte al posto dove siamo piazzati io e Louis.
“Allora, cosa ripetete?” ci chiede, facendo il finto interessato.
“Allora, cosa aspetti ad alzare il culo e andartene, Malik?” chiedo esasperata.
“Non fare l’acida. Non sei nessuno per comportarti così con me.” Risponde serio, pungendomi con lo sguardo.
“ E tu non sei nessuno per sederti qui vicino a noi.” Contrattacco stringendo i pugni sotto il tavolo.
“Fino a prova contraria questa è camera mia, Dickens.” Biascica guardandomi negli occhi.
Sembra quasi un duello a chi riesce a colpirsi più nel profondo, è sempre una cazzo di sfida con Zayn, sempre.
“Sembri un bam…”
Mentre sto per concludere la frase sento la mano di Louis stringere la mia da sotto il tavolo.
Non so cosa stia succedendo, ma dopo ciò mi sento tipo pietrificata.
La sua stretta calda e tenera mi ha trasmesso tranquillità e il sorriso che mi sta rivolgendo, ben attento a non farsi vedere da Zayn, mi sta facendo del tutto disinteressare al moro.
Ancora ci perdo tempo?
“Grazie…” sussurro a testa bassa, facendo finta di leggere una parola del libro.
“Di niente…” risponde sorridendo.
Zayn se ne va e sbatte la sedia a terra, indispettito.
Bel lavoro Tomlinson.
“Con te non è finita, Louis.” Biascica prima di buttarsi anche lui sul divano.
Stringo ancora di più la mano di Louis per ringraziarlo meglio e iniziamo a studiare vicini, mano nella mano, ognuno ad infondere un po’ di tranquillità all’altro.
Siamo complici e siamo carinissimi.
 
#Summer.
 
‘Il pomeriggio insieme lo rimandiamo, mi dispiace. LHo preso un impegno, siamo sopra, nella camera dei coglioni. Raggiungeteci quando leggete. JA dopo beibis.’
Bene.
Cacchio, ci siamo appena unite dopo una settimana e loro che fanno?
Aspettate.. loro?
Questi verbi al plurale non mi ispirano niente di buono, con chi capperetti fritti sarà salita in camera quella lì?
A proposito dei capperetti fritti, ho promesso di non dire parolacce troppo spesso, dato che stavo un po’ esagerando, ma il risultato non è dei migliori, dato che mi escono solo perle del tipo: capperetti o simili di cui non conosco l’esistenza, carote, patate, insomma… potrei essere la moglie di un contadino per quanto sono informata sull’esistenza di vegetali sconosciuti all’umanità.
Diventerei miliardaria.
Vabbè, torniamo a noi.
Quindi io adesso dovrei salire in camera di quattro persone con cui non parlo, che ci hanno mentito e hanno fatto del male a delle ragazze, per fare cosa?
Per Connie che non sa fare nulla.
E’ incredibile questa ragazza, penso proprio che non andrò…
 
* venti minuti dopo *
 
Rinfresco un po’ il trucco e salgo di sopra, sperando con tutto il cuore che Liam non sia in camera, o forse spero che ci sia, almeno può vedere quanto io sia sfacciata e per nulla toccata dalle sue parole.
Si, ho deciso di salire solo per questo motivo.
Prendo qualche sospiro per tranquillizzarmi e per evitare che mi escano insulti di ogni tipo davanti al tizio che mi aprirà, che sarà di sicuro uno dei quattro cogl..co... cioè… cotolette.
Oh merda.  Cotolette non ci sta bene.
Sto battendo il piede dall’impazienza da almeno dieci minuti, mi decido a bussare e, neanche il tempo di ritrarre la mano, che subito mi apre un ragazzo altissimo, bruno, con degli occhioni grandissimi color nocciola con degli spruzzi di verde… ma… ma quegli occhi li conosco benissimo!
Rimango con la bocca spalancata davanti a Thomas, che, sorpreso, fa per abbracciarmi, prima che si avvicini, però, gli salto addosso e mi appendo al suo collo con le braccia, sotto il suo busto con le gambe.
Merda, ho le vertigini.
“Ciao piccola Summy!” esclama schioccandomi un bacio sulla guancia.
Si vede che lui e Connie sono fratelli.
“Ciao piccolo… cioè… grande Thom!” esclamo, balbettando un po’, riferendomi alla sua altezza.
Thomas è stato il mio primo grande amore, quelli amori da quindicenni impazzite con le ovaie talmente veloci che potrebbero vincere un premio mondiale per la velocità delle ovaie (?).
Era, è e sarà sempre bellissimo.
Me lo ero quasi dimenticata, pensavo non mi avrebbe fatto mai effetto…mi sbagliavo.
Mi sbagliavo tantissimo.
Thomas mi fa scendere dal suo corpo che i pompieri potrebbero usare come scala per arrivare ai piani superiori dei palazzi ed entro dentro, poggiando la borsa a terra e attraversando il corridoio principale con Thomas accanto tipo guardia del corpo.
Non so se Connie gli abbia spiegato cosa è successo.
“SUMMY, SEI ARRIVATA?” sento la voce gracchiante di Connie, proveniente dal piccolo soggiorno, che urlando, oltre a trapanarmi le orecchie, mi riporta alla realtà.
Questa stanza mi era sembrata così familiare che mi ero dimenticata di dove fossi.
Sento un sospiro lungo 3907897 ore provenire dal divano.
E’ Liam, ne sono sicurissima, ci metterei la mano sul fuoco.
“No, guarda. Se non fossi arrivata non sarei qui.” Rispondo ridendo alla ragazza dagli occhi color nocciola.
Adesso sento anche il sospiro di Connie.
La situazione mi sembra alquanto imbarazzante.
Connie e Louis sono appiccicati come vongole, per arrivare a salutare Lou ho dovuto attraversare le barriere che avevano fatto con le braccia e ho dovuto separare i loro corpi tanto vicini da sembrare uno solo.
Zayn, Liam e Harry sono sul divano e non parlano.
Bravi, se parlassero mi farebbero parlare di conseguenza e questo non va beeeene.
E poi c’è il mio Thom, insieme al cui mi siedo al tavolo dove sono le due vongole e con cui comincio a parlare del più e del meno.
“Allora, come va Summy?” mi chiede sorridendo.
“Oh, diciamo che va mal… va tutto benissimo!” mi correggo urlando l’ultima parte per far sentire a qualsiasi presente che non sto stando per niente male.
Bugia numero uno.Connie mi guarda spiazzata, poi ricomincia a studiare con Tomlinson.
“E tu?” continuo sorridendo a mia volta.
“Adesso che sono qui con mia sorella, te e Louis, va meglio.” Risponde facendo spallucce.
“Come vi trovate qui? Mia sorella non mi dice nulla.” Continua guardandomi dritto negli occhi.
Oh merda, questo però me lo fa apposta. Come se non lo sapesse che gli vado appresso da quando facevo la pupù nel pannolino.
Seconda occhiata spiazzata di Connie.
“Abbastanza bene!” rispondo, è già tanto se riesco ad articolare bene due parole con quegli occhi addosso.
“E Jayd?” mi chiede poi.
“Jayden è in giro, ultimamente non siamo state molto unite e po..”
“ZITTI CAZZO, STIAMO CERCANDO DI STUDIARE!” sbotta Connie, alzando la testa dal libro.
“Andate a studiare in camera da soli, piccioncini!” risponde Thomas ridendo.
Adesso riesco a sentire anche il sospiro lunghissimo di Zayn.
“Non ti ricordavo così idiota, sai?” contrattacca la sorella.
“Io non ti ricordavo così acida.” Risponde il bruno ridendo.
“ E io non ti ricordavo così alto!” esclama Louis per prendere la situazione in mano ed evitare litigi.
“ E io non ti ricordavo così figo!” concludo io, mettendomi subito una mano sulla bocca.
“ZITTI!” urla Liam alzandosi dal divano.
“Che cazzo, questa è la nostra camera e non riusciamo nemmeno a guardare in pace un fottuto film!” continua aggrottando le sopracciglia.
Geloso, carino?
Bastar…barboncino maledetto.
Adesso il clima della stanza è pungente, è come se tantissimi aghi mi stessero pungendo dappertutto, sento il bisogno di mandarlo a fa… a fambecca e andarmene, ma mi trattengo.
Harry e Zayn si voltano verso di noi e ci guardano male, con le sopracciglia aggrottate.
In questo momento andrei veramente davanti a loro e gli tirerei tanti di quei pugni là giù in basso da fargli dimenticare di essere nati uomini.
Promesso.
“Cazzo, vi sta dicendo di andarvene!” dice quest’ultimo guardandoci uno ad uno e soffermandosi su Connie e Louis.
Geloso, carino? Pt.2
Sinceramente questa storiella dei due fidanzatini gelosi è ridicola.
Cacchio, se la sono cercati loro.
Ho sofferto da impazzire per tutto ciò, ma a loro non gliene è fregato nulla.
Vi sembra giusto che debba continuare a soffrire ancora, ancora e ancora, senza sosta? Solo perché loro giocano a fare i fidanzatini gelosi?
E’ giusto?
“Questa è anche camera di Louis se non mi sbaglio!” risponde Connie, con aria di sfida.
“Ma non è camera vostra.” Risponde digrignando i denti Harry.
Pure questo si ci mette?
Vedo la mano di Louis stringere quella di Connie, che cacchio fanno sti due?
Sono nel bel mezzo di una crisi di nervi, ho un bisogno esasperato di piangere e di urlare con tutte le forze che ho in corpo.
Sembra che si divertano a farmi, a farci, del male.
“Cazzo, io me ne vado. Non ho intenzione di passare altro tempo qui.” Urlo esasperata “Sapete portare solo guai e zizzanie, solo questo. Vergognatevi.” Concludo voltandomi per ritornare nella mia camera.
Mi hanno fatto uscire una parolaccia, me la pagheranno ancora più cara.
Primo comandamento: non far si che Summer non mantenga le promesse a se stessa.
“Vai, su, nessuno ti trattiene, a nessuno importa di voi in questo momento. “ mi risponde Liam, allungando le braccia sui fianchi, un po’ desolato.
“ A nessuno importa di voi in questo momento.” Lo imito, scimmiottandolo “A questo stesso nessuno è mai importato di noi, allora. Certo che me ne vado, non me ne faccio tre quarti di mi… minestra della vostra compagnia.” Urlo avvelenata da una rabbia che sembra non appartenermi di solito.
Certo che però la minestra in questo caso non ci sta.
“Minestra?” mi chiede Thomas divertito.
“ MINCHIA, THOMAS, MINCHIA. “ concludo andandomene, sbattendo la porta, seguita da Thomas.
 
 
#Connie.
 
Summer e Thomas se ne vanno sbattendo la porta alle loro spalle.
Bravo fratellone, bravo.
Me la pagherete cara, parola di Connie Dickens.
“ Allora vado anche io…” dico flebile e del tutto scontenta a Louis, mettendo in ordine i libri sparpagliati sul tavolo e inserendoli in borsa.
Zayn e Liam si ributtano sul divano, Harry va in cucina.
Io penso di odiarli. Tutti e quattro. Proprio odio, odio profondo.
Louis mi guarda dispiaciuto.
“Okay…” sussurra “Quindi sarà per la prossima volta..” conclude sorridendo.
Mi avvicino alla porta e abbasso la maniglia di ottone, a testa bassa.
Precisiamo che la testa bassa non è in senso di sconfitta, ma è che se la tenessi alta e incrocerei lo sguardo terribile di uno di quelli, soprattutto uno, resterei lì e li ammazzerei di botte.
Con amore, eh, come sempre.
Louis mi si avvicina e mi schiocca un bacio quasi languido sulla guancia destra, quando mi volto per permettergli di baciarmi anche l’altra guancia,  si avvicina pericolosamente alla mia bocca e mi schiocca un secondo bacio sull’angolo della bocca, che di colpo si alza mostrando un sorriso.
“Andate a fare le vostre smancerie da qualche altra parte.” Sbotta Zayn dal divano, senza voltarsi nemmeno verso di noi.
Cazzo, ma non sta guardando la tv?
“No.” Risponde stufato da questa situazione Louis.
“Non era una domanda, era un ordine.” si gira stavolta Zayn.
“Io ti ordino di farti i cazzi tuoi.” Risponde di nuovo Lou, contraendo i muscoli del viso.
Gli stringo forte la mano, non voglio che litighi con tutti loro per colpa mia, stavolta è il mio turno di immettergli calma.
“Cazzo, te ne vai?” urla il moro quando capisce di essere in svantaggio contro di noi e di non poterci abbattere con le sue stramaledettissime parole.
“Ciao Lou, a domani…” dico, facendo finta di non sentire Zayn.
Se c’è una cosa che ho imparato in questi sette giorni è quella di cercare di mantenere la calma per più tempo possibile.
Louis mi sorride e le nostre mani si staccano, senza il suo tocco mi sento quasi a disagio.
Appena socchiudo la porta sento urlare dal moro: “TOMLINSON SEI UN COGLIONE. Ringrazia che siamo amici o ti avrei riempito di botte, davvero.”
Ma come si permette? Ti riempirei di botte nonostante tutto, io.
Riapro la porta che Louis stava per chiudere e chiedo sfacciatamente e con un sorriso abbastanza irritante: “Magari stasera potremmo uscire, alle otto e mezza nel cortile Lou, okay?” quasi urlo per farmi sentire.
Ben ti sta.
“Okay.” Risponde lui con un occhiolino.
Chiudo la porta ed esco soddisfatta.
Adesso Zayn non controbatte più, direi che sono soddisfattissima.
‘Dove siete?’
Mando un messaggio a Summer e, mentre aspetto la risposta, mi siedo comodamente su una poltroncina d’ attesa fuori dall’ aula di biologia.
‘Al bar.. raggiungici.’
Mi incammino verso il chioschetto non distante da dove stavo felicemente oziando e trovo Summer e Thomas su due sgabelli intenti a bere un caffè.
“Allora?” chiede Thom, indicandomi uno sgabello da prendere per inserirmi nel ‘gruppetto’ che hanno formato.
“Allora nulla. Sono idioti, tutti, e non cambieranno mai.” Svio la questione con una risposta non proprio dettagliata.
“Vuoi un caffè?” mi chiede Summer quasi come se non le importi di tutta quella faccenda.
Tanto non è mai stata brava a fingere.
“Si, grazie.” Rispondo schietta.
La biondina chiede un caffè al cameriere, che me lo porta dopo cinque minuti.
“E Jayd? Dov’è?” chiede Thomas, quasi preoccupato.
“Jayd è…mmhh… Dove cazzo è?” chiedo di risposta, dopo aver finito di sorseggiare il caffè.
“Avrà visto il messaggio e non volendo salire sopra, sarà uscita con Rose o con Jessie…” risponde ,ottimista come sempre, Summer “Aspetta, le mando un messaggio.” Conclude estraendo il cellulare dalla tasca.
A me questa situazione puzza.
In fondo sono le cinque e mezza del pomeriggio e non la vedo da stamattina.
Non ci ha nemmeno avvisate.
Dove cazzo è andata?
 
#Jayden.

Estraggo il cellulare dalla borsa e premo il tasto di sblocco, non guardo i diecimila messaggi, mi punto direttamente sull’orario… sono le due e mezza di notte e sono davanti la porta della nostra camera, è tutto così… buio e sfocato.
Busso ripetutamente e qualcuno mi apre.
“Dove sei stata? Ci hai fatti preoccupare, vieni qui Jayd!” urla abbracciandomi un ragazzo abbastanza alto che etichetto subito come Thomas Dickens, fratello di Connie.
Che ci fa lui qui? Forse ho sbagliato stanza...
Non faccio nient’altro che ricambiare l’abbraccio, per cortesia, perché adesso quello che voglio è esclusivamente buttarmi sul letto e dormire fino a domani sera.
Intravedo due teste spuntare dalla porta della cucina, ah… allora non ho sbagliato stanza.
“Thomas, lasciala.” Ordina Connie e come sempre Thom la obbedisce.
“Si può sapere dove sei stata?” mi chiede Summer squadrandomi da capo a piedi.
“Sono stata…emmh…Emmh… Sono stata con Rose ad aiutarla con alcuni incarichi.” Invento al momento, osservandomi la punta delle scarpe.
Le due si guardano insospettite e poi rivolgono lo sguardo su di me.
Ma cazzo, mi lasciassero in pace per una volta.
“ Jayd… Ho chiamato Rose una mezz’oretta fa e mi ha detto che non vi siete viste oggi.” Sputa Connie velenosa.
Bastarda.
“Va bene, va bene… Ho aiutato Jessie a fare i compiti di matematica.” Ripropongo una nuova idea.
“Jessie era con lei.” Conclude Summer, abbassando il capo.
“Lo sapete anche voi due che Jessie è una bugiarda, sono stata con lei, giuro su… sul bene che voglio a Niall!” metto insieme le prime idee che mi vengono in testa, e figuriamoci se non c’era quel fottuto nome nella mia testa, poi mi butto su una sedia, mentre i tre mi circondano.
“Sul fatto che sia una bugiarda ci può pure stare, ma la promessa sul bene di Niall non me la dice giusta.” Sbotta Connie incrociando le braccia al petto.
“Come fa una promessa a dire qualcosa di giusto?” si intromette ironico Thomas, ridendo da solo come un imbecille.
Summ e Connie lo fulminano con lo sguardo e lui torna al suo posto.
“E sai dirmi che avete fatto con Jessie fino alle due e mezza di notte?” chiede Summ come se fosse un poliziotto al suo primo interrogatorio.
“Ve l’ho detto!” sbruffo annoiata “Ho aiutato a farle fare i compiti di scienze!”
“Non era matematica?” mi chiede retorica Connie con un ghigno soddisfatto in faccia.
A mala pena riesco a vederla bene e già mi sta sulle palle…matematica, scienze… alle elementari avevo un’unica maestra per ste due merda di materie, vuol dire che si somigliano no?
Emetto un mugugno e piego la testa all’indietro, facendo quasi rovesciare la sedia.
“Ma sei cretina?” urla Summer, preoccupandosi per la mia vita su una sedia.
“No, sono solo un po’..” sbruffo e faccio cadere la testa davanti stavolta “…sbronza.” Concludo sorridendo beata.
Thomas torna dalla cucina con un bicchiere d’acqua.
“Ecco, bravo, dagliene un p..”
“MA SEI COGLIONE? SEI UN DEFICIENTE COME TUA SORELLA!” urlo alzandomi dalla sedia bagnata fradicia.
Eh si, perché l’idiota non fa nemmeno finire la frase a Summer per farmi bere un po’ d’acqua che me la ha già buttata addosso.
“THOMAS, PRENDI L’INTERA BOTTIGLIA E BUTTAGLIELA ADDOSSO.” Ordina stavolta Connie, guardandomi con le sopracciglia aggrottate, mentre Summer si è piegata in due dalle risate.
Quel cretino di Thomas va davvero a prendere una bottiglia soddisfatto di quello che ha appena commesso, io la bottiglia gliela faccio ingoiare e uscire direttamente dal culo a quel babbeo.
Mi alzo dalla sedia, e mi butto in ginocchio, camminando a gattoni per arrivare al mio bel lettino.
“Dove vai che sei tutta bagnata? DOVE?” urla Connie agitando le mani e venendomi appresso.
“Nel mio letto. Dove altrimenti?” rispondo scrollando le spalle.
Thomas mi si catapulta davanti con una bottiglia da due litri piena d’acqua e mi blocca la strada.
“Adesso dicci dove sei stata o te la butto tutta addosso.” Mi minaccia l’idiota.
Mi butto sul culo arresa e poggio la testa al muro.
“Okay… ve lo dico, ma mantenete la promessa…” esclamo serissima “sono stata a distribuire i regali ai bambini buoni insieme a babbo natale, sapete è complicatissimo fare il giro del mondo in una notte. Figuratevi che ci è arrivata persino la letterina di un bambino marziano. Potevamo dirgli di no?” sussurro più convincente che mai.
Ci hanno abboccato, ne sono sicura.
“DICCI. DOVE. SEI. ANDATA. CRETINA.” Scandisce le parole Summer, che all’inizio non trattiene una risata.
Hanno scoperto che non è la verità… ma…ma come hanno fatto?
“Oh, sono stata con Stephan, quanti complessi che vi fat…”
Non concludo la frase che Summer mi blocca.
“Sei un’ingenua.” Sbotta “Non capisci che ti fa solo male la sua compagnia?” mi chiede concludendo, retorica.
“Prometti che non tornerai mai più in queste condizioni in camera e che non frequenterai più quel drogato, fallo un’altra volta e te ne vai dalla camera.” Esclama Connie seria, serissima.
“Promesso, ma adesso levati dai coglioni Thomas, arrivare su Marte è stato straziante, non credi?”
Concludo esasperata.
 
*il giorno dopo*
 
#Summer.
 
“Sono le otto! Svegliati idiota!” esclamo cacciando le coperte da dosso a Connie.
“Mmh.. altri 5 minuti!” mugugna questa voltandosi dall’altra parte.
“Dov’è Jayd?” chiedo agitando le mani in aria e andando verso il bagno.
Sullo specchio c’è un post-it, ah ecco.
‘Sono sotto, non preoccupatevi, stavolta sono in buone mani :* jayd.’
Ormai quella fa la bella vita.
Sbuffo e faccio uscire il dentifricio dal contenitore con uno sforzo enorme, porca paletta, arriveremo in ritardo, ancora.
Se Connie non si è alzata prima che finisca di lavarmi, la ammazzo con le mie stesse mani.
 
*una mezz’ora dopo*
 
“Finalmente pronta eh?!” urlo in faccia alla ragazza dagli occhi color nocciola, mostrandole l’orario.
8: 30.
Vabbè, dai, dieci minuti di ritardo non sono molti.
Connie si limita ad acconsentire ed esce dalla porta, devo dire che è poco suscettibile di prima mattina la ragazza.
Scendiamo di fretta e ci rechiamo nell’aula di letteratura, dove il professor Fincher è intento a spiegare un pezzo della vita di Shakespear.
Entriamo in punta di piedi e ci rechiamo al nostro banco, in ultima fila.
Una bella dormitina ci sta, ooooh si.
Inizio a scarabocchiare il quaderno per illudere il professore che stia davvero prendendo appunti su qualcuno di cui adesso non mi interessa più di tanto e inizio a riempire la mia testa di pensieri su tutto.
“Lewis, povtami il tuo quadevno.” Sputa Fincher.
Che tu sia maledetto, terribile ometto pelato.
“Emmmh, professore, ve lo porto dopo, perché… perché adesso non posso alzarmi.” Inizio ad agitarmi e a pronunciare frasi senza senso.
Vovvà dive che vevvò io a vedeve cosa hai combinato stavolta.” Continua con un ghigno in faccia.
Io  lo odio.
Si avvicina da me con le mani dietro la schiena e pone un’occhiata al mio quaderno, che io gli offro con strafottenza.
Ma si fottesse.
“Bene, Lewis, va a sbavvave il nome di questo Liam fuovi!” alza la voce il professore dalla fastidiosissima erre moscissima, che in alcune ragazze sta anche bene, ma con la sua voce gracchiante è un gran contrasto.
Mi alzo dalla sedia subito, non vedo l’ora di uscire da questa stanza ed è meglio evitare un litigio anche con questo pazzo.
“Dickens, Lewis e Evans!” tuona una voce femminile appena entra dalla porta della nostra aula.
“Adesso che c’è?” rispondo secca.
“Siete richiamate in segreteria.” Conclude la vecchia collaboratrice che aveva appena pronunciato i nostri nomi.
Il professore fa cenno di si con la testa come per darci il permesso.
“Ti sei salvata stavolta Lew…” non lo faccio nemmeno finire che chiudo la porta alle mie spalle, lasciandolo a metà discorso.
Connie è un po’ agitata, cosa vogliono da noi adesso?
“Buongiorno signorine…” esclama una signorina da dietro lo specchio della segreteria come per sapere i nostri nomi.
“… Dickens e Lewis.” Risponde Connie educatamente con un sorriso.
“E la signorina Evans?” chiede di rimando quella, ricambiando il sorriso.
“E’ assente dalle lezioni.” Risponde di nuovo la mora.
“Bene, allora riferirete voi al posto mio. Ricordate la borsa di studio che vi era stata assegnata alla fine dell’anno scolastico precedente?” ci chiede quasi triste la ragazza.
Annuisco con la testa.
Dammi una brutta notizia e ammazzo anche te.
“Siamo venuti a sapere cose non molto gradevoli sul vostro conto e la presidenza vi ha negato l’assegnazione, mi dispiace…” squittisce abbassando la testa.
“COSA?” mi lascio sfuggire portandomi le mani sulla testa.
“Ci può dire chi è stato per favore?” chiede serafica Connie.
“Chi ci ha detto tutto ha chiesto di mantenere l’anonimato, mi dispiace.” Conclude scrollando le spalle.
Me ne vado sbattendo un piede a terra, mentre Connie mi segue.
“Summer, calmati. Noi sappiamo chi è stato.” Cerca di calmarmi la ragazza.
“Io gli stacco le palle… degli occhi e gliele faccio ingoiare a quei quattro coglioni. Giuro.” Sbotto, aprendo la porta dell’aula e ritornando al mio banco.
La faccia di Connie è davvero tristissima e incazzatissima direi.
Ci credo, eravamo prontissime a questa borsa di studio, che cazzo.
Cosa avranno detto di noi poi?
E come si sono permessi?
Mi hanno rovinato la vita.
“Dickens e Lewis, si chiede il pevmesso pvima di entvave.” Sbotta Fincher.
“Vaffanculo.” Rispondiamo a bassa voce io e Connie, all’unisono.
Ma io, non avevo promesso che non avrei detto più parolacce?


 
 
#Jayden.
 
Poggio lentamente i piedi a terra e mi alzo altrettanto lentamente, provo a reggermi sulle gambe ma barcollo, decido di ributtarmi sul letto, così non è proprio vita.
Vaffanculo a tutti quelli del ‘barcollo ma non mollo.’
Io mollo eccome!
Ho un mal di testa che non mi fa capire nulla e mi sento così fragile e stanca da non riuscire quasi a muovermi.
Mi guardo intorno e vedo Summ e Connie ancora addormentate sui rispettivi letti, chissà che ore sono.
Non riesco ad orientarmi, a capire.
Dove sono stata ieri sera? Cosa mi è successo?

‘Questa è pesante, la vuoi comunque?’

Pian piano la mia mente si libera dalla densa nebbia che la ricopriva e mi impediva di ricordare, e mi vengono in mente alcune frasi che avrei voluto non conoscere, frasi pungenti, aspre, frasi che mi fanno perdere di vista la vera Jayden.
Chi cazzo è Jayden Evans? Dove è andata a finire?
La colpa di tutto questo è solo di quattro persone, in particolare di una e me la pagheranno per tutto il male che mi hanno fatto.
Stringo le coperte in un pugno e inizio a mugugnare.
‘Non piangere Jayden, non piangere.’Ripeto fra me e me.

‘Certo che la voglio, so i rischi che corro e non mi importano.’

Chi voglio prendere in giro, la colpa è mia.
Muovo il braccio sul comodino e tocco qualsiasi oggetto fino ad arrivare al cellulare, sono le 7 e 10 ed è decisamente troppo presto, ma chi cazzo ricomincia a dormire adesso.
Jayden fatti forza, alza questo culo e reggiti in piedi.
Porto la forza sulle gambe e mi alzo, la testa mi gira da impazzire e sembra che tutta la stanza mi ruoti intorno.
Mi avvio verso la cucina reggendomi a qualsiasi oggetto solido che mi capiti davanti e riempio un bicchiere d’acqua dove inserisco una di quelle pillole per il mal di testa che tengo sempre in borsa.
Aspetto impazientemente che quella fottuta pillola si sciogli e mi siedo su una sedia, buttando la testa all’indietro, beandomi del suono leggero che provoca la compressa effervescente nell’acqua.

‘Certo che sei proprio una tosta eh?’

Basta.
Basta pensieri riguardanti ieri sera, ormai è tutto finito e non toccherò mai più roba di quel genere, mai più.
Prendo il telefono in mano e sfoglio i messaggi e le chiamate che evidentemente ieri, conciata com’ero, non avevo neanche letto, per ammazzare il tempo.
Nel frattempo la pillola si è sciolta, afferro il bicchiere e bevo il contenuto tutto ad un sorso, ho sempre odiato questo tipo di medicinali.
Mi alzo di scatto e mi muovo verso il bagno, dove mi aspetta una bella doccia rilassante, per rimuovere questo senso di sporco che mi sento addosso.
Il getto dell’acqua fredda mi fa venire i brividi per un secondo, poi mi rilassa terribilmente.
Finalmente un po’ di pace.
Mentre passo il bagnoschiuma sulla pelle liscia, il mio cellulare vibra.
Lo afferro nonostante sia tutta bagnata e guardo il messaggio:
“Fra venti minuti in cortile;)”
E’ Stephan, chissà cosa vuole adesso, non gli sembra che mi abbia rovinato abbastanza?
Purtroppo non riesco a dirgli di no, lui è l’unico che mi è stato vicino durante la settimana peggiore della mia vita, nel bene o nel male, mi ha aiutato a dimenticare e di questo bisogna dargli il merito, anche se adesso, in questa stanza, sotto l’acqua, il mio cervello è colmo di pensieri su tremendi occhi glaciali che mi fissano… Niall… Niall.
 
‘Jayden, io non sono un ragazzo montato, un puttaniere o un pezzo di merda che merita la morte del suo pene, come pensi tu.
Sono un ventenne segnato a vita da un padre di merda. Sono uno che ha paura di fare la sua stessa fine. Sono uno che vuole amare e non finire come lui.
Con te, se mi guardo allo specchio sorrido.
Si è accesa la speranza di essere migliore, da quando ti conosco.
Sei la prima ragazza a cui racconto la mia storia.
Manterrò la mia promessa costi quel che costi.'
 
Le sue parole rimbombano nella mia testa, facendomi pungere le tempie e portare le mani su di esse.
AH.
Sbatto un pugno al muro.
Mi ha fatto solo del male, coglione di merda.
Le lacrime iniziano a rigarmi il viso, ma basta cazzo, lui sarà in giro a spassarsela e io lo penso ancora, sono ridicola.
Mi strofino le gote con l’asciugamano ed esco dalla doccia: ho deciso, vado da Stephan, basta piangersi addosso.
Lui c’è sempre stato, al contrario di quel fottuto biondo.
Mi vesto velocemente con le prime cose che mi capitano in mano e scendo di sotto, dimenticandomi di non aver avvisato le ragazze.
Giusto… ma non posso nemmeno dirgli che vado da Stephan, ieri Connie è stata abbastanza chiara, quindi provvederò a fare tutto di nascosto e a lasciargli un post-it che non gli faccia intendere dove sono realmente.
Mi urta che loro mi impediscano di fare quello che voglio, quindi a mali estremi, estremi rimedi.
Raggiungo il cortile in pochissimo tempo e trovo Stephan seduto su un muretto, con la solita sigaretta in bocca, immagino di che colore pessimo siano i suoi polmoni con tutto questo catrame.
Mi avvicino a lui che, prima ancora di salutarmi, mi offre una sigaretta dal suo pacco, porgendomelo.
“No, per adesso non mi v…”
Mi arriva come un flashback l’immagine di Niall, Liam, Zayn ed Harry in quello stanzino, i loro sorrisini sadici, le promesse di Niall, gli abbracci, la delusione, l’oblio in cui ci hanno fatto cadere e il mio karma scende sotto i piedi, calpestato e senza voglia di rialzarsi.
“Anzi, si, dammene una.” Rispondo definitivamente, contraendo la mascella e mettendomi a sedere vicino a lui sul muretto.
Mi presta l’accendino e inizio a ispirare lentamente, per poi espirare tutto altrettanto lentamente.
Non sono una fumatrice, precisiamo, ma le sigarette mi rilassano e sono il mio miglior calmante, quindi quando sono nervosa almeno una la devo fumare.
“Come stai?” mi chiede Steph, allontanandosi la sigaretta dalla bocca.
“Stamattina stavo una merda, ma una compressa, una doccia rilassante e la sigaretta stanno calmando le acque.” Rispondo mostrando un sorriso.
“Quindi la roba di ieri non ti ha provocato nessun effetto grave?” chiede di nuovo, sbalordito, il ragazzo, prendendo un’altra boccata dalla sigaretta.
“Nah… non del tutto.” Rispondo nuovamente, scrollando le spalle.
“Cazzo, sei un mito Jayd!” esclama quasi fiero di me.
“Sinceramente non ho voglia di passare altro tempo a parlare di questa cosa, non me ne fotte nulla di ieri sera, fatto sta che non devi mai più darmi quella roba, mai più.” Controbatto fredda, aspirando avida il mio calmante.
“Oh, ma tu eri consenziente piccola!” si giustifica Steph, poggiando una mano sulla mia spalla.
MAI PIU’.” Concludo voltando il capo verso di lui e fulminandolo con lo sguardo.
“Vieni con me, so come farmi perdonare.” Biascica sorridendo e prendendomi per mano, sorrido a mia volta e lo seguo, già sicura di quello che vuole fare.
Lo conosco il suo sguardo, ormai.
Buttiamo entrambi la sigaretta ormai consumata e ci dirigiamo verso il corridoio dove si trova la camera di Stephan, tanto a quest’ora non passa mai nessuno, lo so, non è la prima volta che mi ci porta.
Arrivati in uno dei bagni , posizionati nel corridoio, comuni a tutti i ragazzi che vivono nelle stanze di quel piano e chiusa la porta, Stephan stringe una mano sul mio sedere e inizia a baciarmi il collo avidamente.
Lascia una scia di baci umidi fino alla scollatura della maglietta, per poi sfilarmela del tutto.
“Perché non andiamo in camera tua?” chiedo ansimando.
“C’è Lucas che rompe i coglioni.” Risponde appena si stacca un secondo dalla mia pelle.
Risale verso il collo fino ad arrivare alle mie labbra, che bacia con tanta passione da farmi intendere che questo bacio sia necessario per sopravvivere.
E’ sempre stato bravo in questo, a farmi intendere che io gli fossi necessaria per sopravvivere, ma me ne ha dato prova sempre e solo facendo sesso.
Forse non è il modo migliore per dimostrarlo, ma mi ha sempre fatto piacere farlo con lui.
Lego le mie braccia intorno al suo collo e gli sfilo la maglietta a mia volta, durante la pausa che si sono prese le nostre bocche, subito dopo riprendiamo a baciarci, mentre Stephan perquisisce con le mani ogni mio lembo di pelle, fino a sbottonarmi i pantaloni.
“Dopo tutto ciò dovrai perdonarmi di sicuro..” biascica, mentre armeggia con la cintura dei miei jeans.
“Oh, certo.” Rispondo sorridendo.
Messi giù i pantaloni, gioca  con l’orlo dei miei slip e inizia a farmi fremere dalla voglia della sua presenza dentro di me.
“CAZZO, JAYD!” urla Thomas aprendo la porta del bagno.
Stephan si stacca da me con faccia sorpresa e incazzatissima.
“Minchia, non abbiamo chiuso a chiave!” esclamo mettendomi le mani sul volto.
“ E poi cosa ci fai tu qui?” chiedo disperata e imbarazzatissima.
Ma ti pare che uno apra la porta di un bagno senza bussare?
Solo un coglione come Thomas poteva farlo, maledetti me e Stephan che non abbiamo chiuso a chiave, maledetti.
“Sai, io uso i bagni per pisciare, non per fare sesso con i drogati.” Esclama fulminando con lo sguardo Stephan, che chiude la porta in faccia al ragazzo e si veste di nuovo, senza proferire parola, così colgo l’occasione per vestirmi anche io.
Mierda, che situazione del cazzo, dovevamo pensare che Thomas era stato posizionato nello stesso corridoio di Steph, che palle.
Dopo quest’episodio non credo riuscirò più a guardare Thomas senza diventare un pomodoro, lo so, è qualcosa di imbarazzante al massimo.
Usciamo e non facciamo conto a Thom che ci aspetta fuori dalla porta, meglio far finta di nulla.
“Pensi che sia finita qui?” mi chiede il bruno, squadrandomi da capo a piedi.
“Dì qualcosa a Connie e a Summer e ti ammazzo.” Sputo acida nei confronti di Thomas.
Stephan sta zitto, ho paura che stia conservando tutta la sua rabbia per farla scoppiare di sicuro in una rissa, date le sue qualità di attaccare brighe sempre.
Ma dal suo sguardo, purtroppo capisco che non è incazzato perché ha invaso la nostra intimità, ma perché Thomas gli ha tolto un’ora di piacere assicurato.
Forse nemmeno lui tiene a me.
Thomas sta zitto e, dall’incrocio di sguardi, capisco che la situazione sta diventando pessima, così prendo per un braccio Steph e lo trascino con me fuori, di nuovo in cortile, lontani da quella merda di situazione.
Passano le ore senza dire una parola, Stephan ha già fumato due pacchetti di sigarette, io non ne ho più toccata una.
Ho paura e sono consapevole di aver sbagliato, ma alla passione non si comanda e Connie e Summer lo sanno che io e Stephan abbiamo sempre avuto un rapporto costituito solo da passione.
“Steph, io vado.” Sussurro alzandomi dal muretto.
Lui fa un cenno con la testa che mi sembra una specie di permesso e oltre a fumare insistentemente, adesso, batte anche il piede nervosamente a terra.
Mi dirigo verso la stanza, pronta ad affrontare qualsiasi cosa, qualsiasi, ma tutto ciò che trovo davanti la porta mi fa rimanere a bocca aperta: ci sono due trolley, i miei due trolley, con un bigliettino di sopra.

“Ci hai deluso Jayd. Trova un’altra stanza in cui alloggiare, noi ti avevamo avvisato.”

Rimango a fissare tutto ciò incredula, non posso credere che lo abbiano fatto davvero.
Ci mancava solo questo.
Stringo il bigliettino fra le mani, lo strappo, mi mordo il labbro per non urlare, infine prendo i trolley e me ne vado.
Ero pronta ad affrontare qualsiasi cosa, ma non questa.


AAAAYYYYYYOOOOOOOOOOO.

capitolo abbastanza movimentato eh?

Louis e Connie amorini.
Summer e la sua vecchia cotta per Thomas.
Liam e Zayn gelosi.
Jayden ubriaca fradicia.
Borsa di studio cancellata *per colpa di chi?*
Jayden e Stephan.
Thomas li vede.
Jayden fuori dalla stanza.
 c':

FFFFFFFFIUUU.
in pratica è un misto di 9304823049 idee, no?
mi dispiace tanto il fatto che le recensioni si siano abbassate, forse è colpa dei ritardi, ma per favoooore, non lasciateci sole *sara scoppia a piangere* :c
in più questo ayyyyoo è davvero corto e non è nel mio stile, ma devo andare fadopf
RINGRAZIO TANTO TANTO TANTO LE PERSONE CHE LEGGONO/ RECENSISCONO/ METTONO LA STORIA FRA I PREFERITI/ LE SEGUITE ECC.
crazie cente, ui lov iu. 


-Sara;Elisa;Ginevra.


 
  
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