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Autore: Nihal07    19/03/2013    2 recensioni
"Detto questo Sakura se ne andò all’istante.
Maledicendo Naruto e la sua stupidità.
Maledicendo quella donna, sempre più carina e sexy.
Maledicendo il suo maestro, ma senza sapere il perché."
1. Se amate la Kakasaku, siete i benvenuti!
2. Se amate la KakaKure, potreste rimanere delusi.
Grazie a chi passerà!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Kurenai Yuhi, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Ancora Grazie a chi segue questa storia ^^
Mi fa davvero piacere =D
Si accettano critiche! XD
Nihal


Capitolo VIV
 

 
Sakura si sedette a terra e iniziò a piangere senza fare alcun rumore.
Li aveva appena visti: Kurenai era così vicina, e Kakashi… Non aveva fatto niente per impedire il tutto.
O meglio, nella sua mente si immaginò la scena, che fortunatamente non aveva visto fino alla fine.
Ringraziò se stessa per essere scappata prima.
Voleva solo andare da Naruto. Perché se li era trovati davanti?
Respirò profondamente, asciugandosi le lacrime.
Sperava soltanto non l’avessero sentita, dato che quando se n’era andata, non l’aveva proprio fatto in silenzio.
Decise che sarebbe andata comunque da Naruto, magari facendo il giro più lungo, ma ci sarebbe andata. Sapeva che a quell’ora, il biondo non stava dormendo.
 
“Kakashi!”
Il jonin sentì Naruto che lo chiamava.
Aveva qualcosa di strano. O meglio, niente di strano, se non si consideravano le due bottiglie di sakè che aveva in mano.
“Na-Naruto? Che fai con due bottiglie di sakè in mano?”
“Vorrà dire una. La prima me la sono scolata tutta, sà?”
 Kakashi si passò una mano dietro la testa.
“Non dovresti bere anche l’altra.”
“Perché? Chi me lo vieta? Lei?”
“Bè, in effetti, non dovrei.”
“In verità, la padrona della locanda, quella carina al piano terra, me le ha offerte per tutti e quattro, ma Kurenai e Sakura non erano nella loro stanza, quindi mi chiedevo se voleva berne un po’ anche lei.”
Ma, la padrona della locanda non era quella donna anziana che avevano incontrato appena arrivati?
“Senti Naruto, la tua percezione è altamente modificata. Ti va se torniamo nella tua stanza?”
“A finire anche la seconda bottiglia?”
Kakashi piegò di lato la testa. “Ehm, se proprio ci tieni…”
 
Una volta nella stanza di Naruto, il biondo non ci mise molto a prendere sonno.
“Domani ti sveglierai con un gran mal di testa, testa quadra.”
Kakashi sorrise.
Si passò una mano sul viso.
Era davvero stanco, ma con tutto quello che era successo, non riusciva proprio a dormire.
Guardò la bottiglia per un paio di secondi.
Non era un tipo che reggeva molto l’alcol, ma era anche vero che era da molto che non metteva a dura prova il suo corpo in fatto di bere.
Prese in mano la bottiglia, e prese la grande decisione.
Infondo, un paio di bicchieri non potevano fargli così tanto male.
 
Sakura aprì lentamente la porta.
“Naruto, stai dormendo?”
Lo vide disteso sul pavimento con due bottiglie di sakè sopra al tavolo.
“Hai bevuto tu, tutta questa roba?”
Sospirò, ma gli sorrise.
Si accucciò vicino a lui guardandolo: era davvero carino quando non faceva prendere aria a quella dannata bocca. Gli accarezzò dolcemente la testa, passando la mano tra i capelli biondi del ragazzo. Poi, prese una coperta e gliela posò sopra.
“Non cambiare mai, va bene?”
Chiuse la luce e uscì dalla stanza.
E ora, che avrebbe fatto?
Scese le scale, scendendo fino al piano terra.
Ormai, stavano dormendo quasi tutti.
Ad un tratto, sentì una mano che si appoggiava sulla sua spalla.
“Takao?”
“Hey! Sakura, vero? La ragazza carina di Konoha.”
La rosa arrossì.
“Bè… Che ci fai qui?”
“Mi chiedevo se ti andasse di passare un po’ di tempo insieme.”
“Ma è tardi a quest’ora…”
“Si, me ne rendo conto, ma… Domani pomeriggio tornerai a Konoha, quindi mi chiedevo se ti andava di andare a letto più tardi almeno questa sera.”
La ragazza sorrise.
“Si certo, mi piacerebbe, ma…”
Aveva avuto una brutta giornata. Uscire con un ragazzo, non era la sua aspirazione principale. Non ora.
Takao sorrise.
“Ok, non sono il tuo tipo.”
La ragazza abbassò lo sguardo. “Non è questo, è che ho avuto una brutta giornata, e ti rovinerei soltanto la serata se uscissi con te. Davvero, io vorrei uscire con te, tornare a Konoha e sentire la tua mancanza credendoti l’uomo giusto, però… Mi vedo costretta a proporti di essere soltanto amici.”
Il ragazzo arrossì.
“Si era proprio visto che ci stavo provando?”
“Oh, si si. Voi maschi siete incapaci di nascondere qualsiasi vostra intenzione quando si tratta di corteggiare una ragazza.”
“Dovrei prendere lezioni allora.”
“Quando troverai una ragazza carina, a cui fare la corte, chiamami.” Sakura sorrise.
“Allora, amici?”
La rosa annuì, ma il sorriso sul suo volto durò ben poco, in quanto, sentì una voce più che familiare.
“Non credo di aver mai visto nessuno provarci in modo così evidente. Più che pietoso, direi.”
“Kakashi…”
“Hey! Come ti permetti!”
Kakashi negò con la testa.
“Dico solo che non dovresti provarci se alla fine non riesci a concludere niente. Lei, che cos’è? La decima ragazza con cui usi lo stesso metodo?”
“Tu, bastardo.”
Sakura si mise tra i due, abbassando la voce e parlando a Takao.
“Scusalo, di solito non si comporta così.”
“Lo conosci?”
La rosa annuì. “Lui è il mio maestro. L’hai visto oggi pomeriggio, prova a ricordare.”
“Si, va bene. Ma ora non sembra lo stesso.”
L’Haruno sospirò. “Scusa, ma devo sistemare una cosa.”
Sorrise.
“Ci vediamo domani, va bene?”
Con questo, Sakura salutò il ragazzo, andando da Kakashi, ed invitandolo a salire e tornare in camera.
Durante la strada, lo guardò un paio di volte.
“Cos’hai da guardare Sakura?”
La ragazza arrossì, ma cercò di rimanere seria.
“Sei stato da Naruto?”
Kakashi barcollò un attimo, prima di appoggiarsi al muro.
“E anche se fosse?”
“Non mi risponda con un’altra domanda! Avete bevuto?”
Il jonin si sedette per terra.
“No.”
La rosa si accucciò alla sua stessa altezza e sospirò. “Non possiamo fermarci qui. Dobbiamo raggiungere la sua stanza, Sensei.”
“Non chiamarmi così. Non sono più il tuo maestro.”
Sakura sbuffò. “Va bene, ma adesso si alzi.”
“No.”
“Cosa?!”
“Nel senso… Credo mi serva una mano.”
La ragazza sorrise, e lo aiutò ad alzarsi, appoggiando un braccio del jonin intorno alle sue spalle.
Stettero in silenzio fino a quando non arrivarono alla stanza di Kakashi, e Sakura lo aiutò a sedersi sul bordo del letto.
“Sakura, scusa per prima…”
“Non si preoccupi, non è stato poi così grave.”
“Non ricordo di preciso cosa ho detto, ma non deve essere stato un grande spettacolo.”
La ragazza rise.
“No no, Haruno! Non farlo, ho la testa che mi scoppia.”
Sakura abbassò la voce. “Figuriamoci domani mattina.”
Kakashi si girò verso la ragazza, e la guardò per 10 secondi, senza dire nulla.
“Kakashi… Perché mi guardi così?”
Sakura abbassò lo sguardo. “Credo proprio tu abbia bisogno di una lunga dormita.”
Il jonin si avvicinò a lei, sussurrandole qualcosa all’orecchio.
“Devi per caso dirmi qualcosa?”
Il corpo della ragazza sussultò.
“I-Io… No…”
“Non si mente, Sakura…”
La ragazza strinse i pugni. “Tranne quando si tratta di lei e Kurenai, vero?”
L’Haruno si portò una mano alla bocca: cosa aveva appena detto?!
Kakashi rise. “Un bel casino vero?”
La ragazza abbassò lo sguardo. Non sapeva perché le stesse dicendo così, ma le sembrava impossibile che qualcosa tra loro due potesse andare male. Non li aveva forse visti quella stessa sera?
Il jonin appoggiò la testa sulla spalla di Sakura.
“Non cambiare discorso. Rispondi a quello che ti ho chiesto.”
“Se è così tanto evidente, perché non me lo dice lei? Se pensa che ci sia qualcosa che dovrei dirle, perché non prova ad indovinare? Maestro, lei non fa domande se non è sicuro di avere una risposta. Il problema è che la risposta la sa già.”
Kakashi si tirò su. “No no Sakura, così è troppo semplice. Ascolta: tutti ci innamoriamo prima o poi. Chi più, chi meno, chi una volta sola, chi tre o quattro. Io ho amato una volta sola, e quella mi è bastata. Tu non devi fare come me. Non devi continuare su questa strada; perché fino a quando l’amore non ti attraversa del tutto, mostrandosi completamente, tu sei ancora in tempo, puoi ancora vivere senza di lui. Sei giovane, e io non voglio farti sorpassare questa linea. Tu uscirai da questa stanza, e smetterai di pensare al sottoscritto. Non sei la prima persona che vedo soffrire per amore, ma sei una delle prime che veramente mi importa. Smetterai di pensare che i miracoli accadono. Non esiste nessun miracolo, non in questo campo, non con me. Torneremo a Konoha e tu ti innamorerai. Ti innamorerai di un ragazzo che possa tenerti la mano alla luce del giorno, che possa farti credere in te stessa e che possa renderti felice.”
Il jonin le posò una mano sul capo. “Metti la testa apposto, ok? Si tratta solo di fare un po’ di ordine… Tutto… Qui…”
Kakashi sprofondò in un sonno profondo, cadendo tra le braccia di Sakura, che a stento trattenne la voglia di piangere.
La ragazza lo distese lentamente e prese una coperta che successivamente gli posò sopra.
Lo guardò per un paio di minuti.
“Lo pensi davvero Kakashi?”
Sakura gli passò una mano fra i capelli. “In queste cose, se bastasse convincere la nostra mente che tutto è sbagliato, probabilmente nessuno soffrirebbe. È il nostro cuore che vede ogni cosa nel verso giusto. È lui quello che cerca di dare ad ogni parola, fatto o incontro un nome e un perché.”
Sakura uscì dalla stanza cercando di non fare rumore.
Perché l’aveva incontrato? Perché con Sasuke niente era funzionato? Perché lui era diventato il suo maestro? Tutte quelle parole, quei gesti, quelle attenzioni. Non riusciva a togliersele dalla testa. Doveva esserci un motivo. Tutto doveva avere un senso.
Anche lei voleva la sua storia d’amore.
Non voleva ricevere mazzi di fiori ogni giorno, stupidi regali ogni mese o sentirsi dire parole romantiche ogni minuto.
Voleva solo per una volta, anche lei, potersi svegliare accanto all’uomo che amava. Tenerlo per mano mentre la accompagnava a casa. Guardare un film con lui, addormentandosi sul divano. Scherzare sul fatto che lei era completamente negata su cose che a lui riuscivano benissimo. Potersi prendere in giro e subito dopo riconciliarsi senza il bisogno di parole. Poterlo abbracciare per tutto il tempo che voleva senza dover chiedere il permesso per entrare nella sua vita ogni volta che ne aveva bisogno.
Insomma, cose semplici, di cui ora sentiva la necessità.
Arrivata nella sua stanza si lasciò cadere sul letto e prese sonno senza nemmeno accorgersene.
Per un po’ le parole di Kakashi le rimasero in testa, ma poi tutto si dissolse e non rimase più nulla.
Domani avrebbe affrontato il problema.
Ora, voleva solo sognare di poter accarezzare almeno una volta quel mondo troppo distante da lei.



  
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