Nella solitudine non si è mai soli, io infatti mi ritrovo con il buio della notte ogni giorno, sotto le coperte al calduccio, tranquillo come nel ventre di una madre. Questo è il mio attimo di calma, questo momento è quello dove i miei pensieri da caos diventano un concetto preciso sospeso nella mente e finché non lo scrivo il sonno non appare. Questa notte mi sento inerme, mi sento come un sasso nel letto di un fiume, la corrente mi consuma come la pioggia stanotte consuma le tegole. Potrei alzarmi e cercare di deviare la corrente ma quest'erosione non fa male, mi distrugge ma è indolore, la vita mi uccide ma non me ne accorgo. Sono sempre quel sasso che attende di sgretolarsi e intorno a me ce ne sono molti altri, certi cercano di scorrere insieme alla corrente, certi tentano di non farsi corrodere e certi vengono salvati da una fine certa. Solo io resto immobile, da fermo vedo il caos intorno a me e penso che tutto questo sia qualcosa paragonabile a un finimondo, tanti sassi e tanti tentativi inutili, quanta stupidità in certi gesti, quanta negligenza negli approcci. Se solo esistesse una pietra che per sbaglio mi urtasse, mi chiedesse scusa e allo stesso tempo mi chiedesse di proseguire con lei, inizierei a farmi cullare dalla corrente, a frappormi tra la corrente e il sasso pur di vederla raggiungere il suo sogno sacrificando me stesso. Tutto questo solo perché lei parlandomi, parlando a quel sasso fermo, immobile e senza più speranze, mi ha fatto sentire vivo. Oh diavolo da quanto più non sento il mio cuore battere, non c'è più stata una fiamma che l'ha riscaldato. In fin dei conti una pietra reale c'è, ed è il mio cuore.