Capitolo 14
Terzo incomodo
Rinfilo li slip, allaccio il
reggiseno e poi mi siedo
sulla scrivania. L’angolo della stanza più lontano
da quel dannato termosifone.
Sbuffo e mi mordicchio un’unghia.
“Giuro che non ci metto più piede in camera
tua”, dico
mentre guardo Jake cercare, in mezzo al
mucchio dei vestiti sul pavimento, i suoi boxer.
Lui inarca un sopracciglio, trova i boxer e li infila.
“Perché?” chiede muovendo un passo verso
di me.
Lo blocco alzando una mano e scuoto la testa. “Non
provare ad avvicinarti, Jake, fra te e il termosifone, non ho mai avuto
così caldo
in vita mia.”
“Ti stai lamentando, Rose? Perché prima non
sembrava
che…”
Afferro un libro e glielo scaglio contro. Lui scoppia a
ridere e mi passa la mia maglietta. “Ok, ok, solo posti
all’aperto e io che pensavo
volessi farlo in un posto comodo, per una volta.”
“Non pensare, Jake.”
“Sei strana, Rose, lo sai?”
Alzo gli occhi al cielo e metto la maglietta mentre mi
passa anche i jeans. “ Sì lo so o non verrei a
letto con te.” Che poi questa è
la prima volta in un mese che ci finiamo effettivamente in un letto. Di
solito
è la sua auto o la stanza del cancellini a scuola
o… oddio ma che problema abbiamo?
Chiude i pantaloni e poi si gratta la testa. “Non
è un
complimento, vero?”
Scoppio a ridere e scendo dalla scrivania. “No, non lo
è.”
“Porca miseria.”
Sgrano gli occhi e lo guardo. “Jake, scherzavo
io…”
“Non è per te, Rose. Sta tornando mio padre. Porca
miseria.” Scosta la tenda della camera e vedo un auto della
polizia che si
ferma.
“Non era fuori fino a stasera?” Chiedo, cercando le
mie
scarpe. Mi ci mancava giusto questa, farci beccare mezzi nudi in camera.
“Sarà tornato prima, dove cavolo è la
mia maglietta?”
chiede lui spostando le coperte.
“C’è l’hai già
addosso. Mi manca una scarpa.”
“Ok, manteniamo la calma niente panico, Rose.”
“Come faccio a mantenere la calma, Jake?”
Si guarda, mi guarda e respira. “Siamo vestiti,
andiamo.”
“La mia scarpa,
Jake.”
“Levati pure l’altra.”
“No che non la levo…”
“Jake, sei in casa?”
Perfetto,
c’è un
modo peggiore per conoscere qualcuno?
“Sì, pà.”
Mi afferra per un polso e mi trascina dietro di lui.
Arriviamo in salotto e, quello che dovrebbe essere il padre di Jake, ci
guarda.
Ehm, piacere sono Rose, ho appena fatto sesso con suo
figlio ma è una gioia conoscerla?
Jake sorride al padre e infila le mani in tasca. Perché
continua a fissarmi. “Non credevo tornassi così
presto”, dice infine.
“Questo è evidente, Jake.”
Oddio che volevo
dire, mica ha capito che…
“Papà, lei è Rose. Rose, mio padre
Billy”
Mi allunga una mano e io gliela stringo.
“La ragazza che vive da Embry, ricordi te ne ho
parlato,”
continua Jake.
“Sono sicuro che non mi hai proprio detto tutto,
figliolo.”
“Papà…”
Ok, ora ho
capito da chi ha preso Jake.
“Io… ecco devo andare. Jake, gli appunti di storia
puoi
tenerli, me li
ridai domani.”
“Che appunti?” dice lui aggrottando la fronte.
“Ma sì, figliolo, non stavate studiando? Immagino
sia
venuta qui per questo.”
Billy mi guarda e poi guarda il figlio. Mi avvicino
al piccolo divano e
infilo la giacca.
“Ecco, vado. È stato un piacere
conoscerla.” Eh, come no, proprio
un piacere.
“Anche per me, Rose. Anzi… perché non
vieni al falò di
domani sera?”
“Il… il falò?” chiedo
guardando Jake.
Lui si stringe nella spalle. “È una specie di
tradizione.”
“Ah io …ecco.”
“Dì a Embry di portarti,” conclude Billy
in un tono che
non sembra lasciare molta scelta. Sospiro e, dopo aver salutato
un'altra volta,
esco di casa.
Stupida pioggia mai che arrivi al
momento opportuno. Vivo
qua da tre mesi e non ha fatto altro che piovere, ho praticamente
riannunciato
a mettere i tacchi, e ora che ne ho bisogno che fa?
C’è il sole? Il sole a La
Push. Mi prendi forse per il culo tu?
Mi pare evidente che il falò ci sarà stasera e mi
pare
ancora più evidente che io ci dovrò essere.
Jake e Embry.
Per quanto è possibile cerco di non ritrovarmi mai con
tutti e due insieme. È stupido, ma non riesco a non sentirmi
… in colpa. In
colpa per cosa, poi? Per quello che provo per Embry e per quello che
succede
con Jake? Sospiro e guardo Embry seduto al tavolo in cucina.
“Che hai?” mi chiede.
“Il falò di stasera, il papà di Jake
vuole che venga pure
io.”
“Billy?” Annuisco e lui inarca un sopracciglio.
“Quando
ci hai parlato?”
“Ieri ero da Jake e..”
“Ovviamente.”
“Ovviamente cosa?”
“Che eri da Jake.”
“Stavamo studiando.”
“Dovrebbero darvi una borsa di studio per quanto
studiate.”
Sospiro e mi alzo. “Lascia stare non dovevo
parlartene.”
Sbuffa e poi si sposta i capelli dagli occhi. “È
una
riunione del consiglio, Rose. Sai dei lupi, credo che Billy pensi sia
giusto
farti ascoltare le storie, tutto qua.”
“Ma sono le vostre storie io…”
“L’insicurezza non fa per te,
Principessa.”
“Che vuoi dire?”
“Che di solito non ti lasci intimidire dalle cose e non
è
il caso di farlo per questa.”
Si alza in piedi anche lui e fa un passo verso di me, mi
fissa alcuni istanti, allunga
una mano
ma poi la lascia ricadere lungo il fianco.
“Possiamo andare via prima, ok? Fammelo capire e mi
invento una scusa.”
“Grazie.”
Si stringe nelle spalle e torna a sedersi. Lontano, di
nuovo.
Mi siedo su un
tronco d’albero e alzo la testa. Le stelle.
È ironico che a Los Angeles,
la citta delle stelle, quelle vere non si vedano mai. Qua a La Push
invece,
nelle rare sere senza pioggia, il cielo sembra illuminato a giorno.
Sospiro e torno a guardare le fiamme del falò davanti a
me. Embry e Jake sono a pochi passi di distanza che giocano a pallone.
Mi
mordicchio un’unghia e Kim mi passa una lattina di coca
sedendosi vicina. “La
prima volta che sono stata ad uno di questi falò ero cosi
terrorizzata da non
mollare la mano di Jared un attimo. Patetico, eh?”
“No, è solo una cosa dolce.”
Mi sorride e si sposta una ciocca di capelli. “Che stiamo
guardando?” Chiede seguendo il mio sguardo.
Bevo un sorso di coca e sbuffo. “Niente di
importante.”
Mi guardo intorno. I ragazzi che mangiano, le ragazze che
chiacchierano,
sembrano tutti cosi sereni. “Chi è la bambina con
Claire?” Chiedo a Kim,
notando una bambina dai capelli rossi mai vista prima.
“Oh lei…è…”
Ma certo che idiota. “L’imprinting di Jake,
giusto.”
Sospiro e la osservo
meglio. I boccoli le arrivano a metà schiena,
non dimostra più di sette
, otto anni, ha una Barbie in mano e sta insegnando a Claire a fare una
treccia.
È senza dubbio la bambina più bella che abbia mai
visto
ma, in un certo senso, anche
strana. Osservo
Jake, sta ancora
passandosi la palla con Embry ma ogni pochi secondi si volta a
guardarla come
ad assicurarsi che
stia bene o, più
probabile, come se avesse addosso una sorta di calamita. Spostamento di
gravità. È questo che ha tentato di spiegarmi? In
effetti anche a Jared e Kim
succede la stessa cosa: i movimenti di uno sono sempre legati a quello
dell’altro, non ci avevo mai fatto caso prima di stasera.
I-M-P-R-I-N-T-I-N-G. Scandisco la parola nella mia mente,
come a volerci trovare un altro significato, un senso diverso. Un
giorno, magari
neanche troppo lontano, ad Embry succederà la stessa cosa.
Kim sembra intuire i miei pensieri e mi sfiora il
braccio. “Secondo te
è una cosa così orribile?” Mi volto a
guardarla,
giocherella con un anello prima di rimetterselo al dito.
“Non lo so Kim. Non per te e Jared, voi siete perfetti.
Non sarebbe neanche servito l’imprinting, sareste finiti lo
stesso insieme e
Paul sembra persino meno idiota quando
c’è Rachel. Ma Quil e Jake, loro… non
mi sembra giusto. Non riesco a capire
come i loro imprinting…”
“Non c’entra quello che tu e
Jake…”
“Io e Jake cosa?” Le chiedo prima che finisca di
parlare.
Scuote la testa “Rose, non sono cretina e non mi serve
neanche la mente condivisa per capire quello che sta
succedendo.”
“Non è niente. È solo, non
so… esercizio fisico.”
“Pensi che l’imprinting si possa rompere?”
Sospiro. “Non lo so, ma non… Oh
Kim, io non volevo cioè, mi spiace. Ma non
c’entra niente con te e Jared, te l’ho detto, anche
senza imprinting si sarebbe
innamorato di te, mi sembra il meno idiota del gruppo.”
Torna a sorridere e mi abbraccia. Se c’è una cosa
buona
che ho ricavato da tutte queste assurdità è lei.
“Rose? Imprinting a parte, lo sai che è il suo
migliore
amico, vero?”
Sbuffo e torno a guardarli. “Mi sono messa in un bel
casino, eh?”
“Enorme.”
“Ehi, non hai mangiato
niente.”
Troppo immersa nei miei pensieri neanche lo sento
arrivare. Si siede vicino a me e mi allunga un muffin. Scuoto la testa
e lui si
stringe nelle spalle, addentandolo.
Dio, non è
possibile, Rose, Non perderti, non perderti.
Mi guarda. Il suo viso illuminato dalle fiamme del fuoco,
il problema è che qua sto bruciando pure io. Poso il mento
sulle ginocchia,
mentre a poco a poco si siedono tutti.
“Hai freddo?”
“No, ci sei tu.”
Sorride e si avvicina di più facendo sfiorare le nostre
ginocchia. “È il momento delle storie”,
mi sussurra all’orecchio.
Osservo Jared abbracciare Kim e Jake prendere in braccio
Nessie. Imprinting, ancora. “È il papà
di Jake a raccontarle. Vedrai, ti piacerà.”
Billy si schiarisce la voce e tutti tacciono. Lascio che
la sua voce mi porti via, almeno per un po’.
Nessie sbadiglia ancora in braccio a Jake e lui si alza
in piedi. Mi passa vicino e mi sfiora il fianco sorridendo. “È
ora di andare a casa”, dice scompigliando
i capelli alla bambina.” Imprinting. “Ci vediamo domani,
Rose.”
Annuisco con la testa e lo guardo andare via.
“Che dici andiamo anche noi?” Mi chiede Embry, con
le
mani in tasca.
Sospiro. “Sì, direi che è stata
un'altra di quelle serate
da pieno di informazioni.”
Camminiamo in silenzio per un
po’, da quando è così buio?
“Così c’è stata una
guerra”, dico rompendo il silenzio.
“Non proprio, è stato tutto piuttosto noioso, un
gran
parlare e pochi fatti.”
“Ah, che peccato.”
Scoppia a ridere e mi allunga una mano aiutandomi a non
inciampare fra
le radici. L’afferro e sbuffo infastidita per quello
stupido formicolio.
“Non dico che morivo dalla voglia di combattere ma non
so, sarebbe
stato uno scopo.”
“Uno scopo?”
“È che, a volte, sembra solo che stiamo aspettando
qualcosa.”
“Embry, tu non sei solo un lupo.”
Si ferma e si volta a guardarmi. Mi mordicchia le labbra nervosa.
“Tu…ecco. Non sei solo quello. Non devi per forza
aspettare qualcosa di questo genere per avere
uno scopo.”
“E tu cosa stai aspettando, Principessa?”
“Non stavamo parlando di me,” dico riprendendo a
camminare.
“Ne sei sicura?” Mi sorpassa e misi mette davanti.
Mi fermo e sospiro. “Che c’è?”
“Non hai risposto alla mia domanda.”
“Quale?”
“Che cosa stai aspettando?”
“Forse di riprendere a vivere,” dico e scuoto la
testa
sorridendo.
“Mi sembra l’angolo filosofico, per oggi
basta.” Provo a
prendermi in giro per alleggerire la tensione.
Faccio un altro passo ma lui mi blocca per un braccio.
“Se ora faccio una cosa, Rose, domani non cambierà
niente.”
“Cosa?”
Si avvicina e io smetto di respirare. Mi bacia e ritrovo
l’ossigeno.
Angolo
autrice.
Con un giorno d’anticipo
eccomi qui, ma domani giornata
piena e ho preferito farlo prima e il capitolo è pure
più lungo del solito. Che stia diventando troppo buona?
Lo so che molte di voi sono confuse e forse questo capitolo
non avrà fatto altro che aumentarla ma mettiamola
così Rose è davvero
innamorata di Embry o per lo meno ci siamo vicini, il problema vero e
che Jake…
o Jake. Che le cose siano cambiate?
Grazie davvero per il sostegno e per tutte le recensioni.
Alla prossima settimana
Noemi