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Autore: postergirl84    20/03/2013    11 recensioni
La Push un posto come tanti ma che per qualcuno significa casa.
La Push un posto come tanti e forse l’unico per ritrovarsi.
La Push un posto come tanti e forse l’unico per ricominciare.
La Push un posto come tanti e forse quello giusto per innamorarsi.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Embry Call, Jacob Black, Nuovo personaggio, Quileute
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Capitolo 14
Terzo incomodo

 

Rinfilo li slip, allaccio il reggiseno e poi mi siedo sulla scrivania. L’angolo della stanza più lontano da quel dannato termosifone. Sbuffo e mi mordicchio un’unghia.
“Giuro che non ci metto più piede in camera tua”,  dico mentre guardo Jake cercare, in mezzo al mucchio dei vestiti sul pavimento, i suoi boxer.
Lui inarca un sopracciglio, trova i boxer e li infila. “Perché?” chiede muovendo un passo verso di me.
Lo blocco alzando una mano e scuoto la testa. “Non provare ad avvicinarti, Jake, fra te e il termosifone, non ho mai avuto così caldo in vita mia.”
“Ti stai lamentando, Rose? Perché prima non sembrava che…”
Afferro un libro e glielo scaglio contro. Lui scoppia a ridere e mi passa la mia maglietta. “Ok, ok, solo posti all’aperto e io che pensavo volessi farlo in un posto comodo, per una volta.”
“Non pensare, Jake.”
“Sei strana, Rose, lo sai?”
Alzo gli occhi al cielo e metto la maglietta mentre mi passa anche i jeans. “ Sì lo so o non verrei a letto con te.” Che poi questa è la prima volta in un mese che ci finiamo effettivamente in un letto. Di solito è la sua auto o la stanza del cancellini a scuola o… oddio ma che problema abbiamo?
Chiude i pantaloni e poi si gratta la testa. “Non è un complimento, vero?”
Scoppio a ridere e scendo dalla scrivania. “No, non lo è.”
“Porca miseria.”
Sgrano gli occhi e lo guardo. “Jake, scherzavo io…”
“Non è per te, Rose. Sta tornando mio padre. Porca miseria.” Scosta la tenda della camera e vedo un auto della polizia che si ferma.
“Non era fuori fino a stasera?” Chiedo, cercando le mie scarpe. Mi ci mancava giusto questa, farci beccare mezzi nudi in camera.
“Sarà tornato prima, dove cavolo è la mia maglietta?” chiede lui spostando le coperte.
“C’è l’hai già addosso. Mi manca una scarpa.”
“Ok, manteniamo la calma niente panico, Rose.”
“Come faccio a mantenere la calma, Jake?”
Si guarda, mi guarda e respira. “Siamo vestiti, andiamo.”
“La mia scarpa,  Jake.”
“Levati pure l’altra.”
“No che non la levo…”
“Jake, sei in casa?”
 Perfetto, c’è un modo peggiore per conoscere qualcuno?
“Sì, pà.”
Mi afferra per un polso e mi trascina dietro di lui. Arriviamo in salotto e, quello che dovrebbe essere il padre di Jake, ci guarda.
Ehm, piacere sono Rose, ho appena fatto sesso con suo figlio ma è una gioia conoscerla?
Jake sorride al padre e infila le mani in tasca. Perché continua a fissarmi. “Non credevo tornassi così presto”, dice infine.
“Questo è evidente, Jake.”
Oddio che volevo dire, mica ha capito che…
“Papà, lei è Rose. Rose, mio padre Billy”
Mi allunga una mano e io gliela stringo.
“La ragazza che vive da Embry, ricordi te ne ho parlato,” continua Jake.
“Sono sicuro che non mi hai proprio detto tutto, figliolo.”
“Papà…”
Ok, ora  ho capito da chi ha preso Jake.
“Io… ecco devo andare. Jake, gli appunti di storia puoi tenerli, me li
ridai domani.”
“Che appunti?” dice lui aggrottando la fronte.
“Ma sì, figliolo, non stavate studiando? Immagino sia venuta qui per questo.”
Billy mi guarda e poi guarda il figlio. Mi avvicino al  piccolo divano e infilo la giacca.
“Ecco, vado. È stato un piacere conoscerla.” Eh, come no, proprio un piacere.
“Anche per me, Rose. Anzi… perché non vieni al falò di domani sera?”
“Il… il falò?” chiedo guardando Jake.
Lui si stringe nella spalle. “È una specie di tradizione.”
“Ah io …ecco.”
“Dì a Embry di portarti,” conclude Billy in un tono che non sembra lasciare molta scelta. Sospiro e, dopo aver salutato un'altra volta, esco di casa.
 

 

Stupida pioggia mai che arrivi al momento opportuno. Vivo qua da tre mesi e non ha fatto altro che piovere, ho praticamente riannunciato a mettere i tacchi, e ora che ne ho bisogno che fa? C’è il sole? Il sole a La Push. Mi prendi forse per il culo tu?
Mi pare evidente che il falò ci sarà stasera e mi pare ancora più evidente che io ci dovrò essere.
Jake e Embry.
Per quanto è possibile cerco di non ritrovarmi mai con tutti e due insieme. È stupido, ma non riesco a non sentirmi … in colpa. In colpa per cosa, poi? Per quello che provo per Embry e per quello che succede con Jake? Sospiro e guardo Embry seduto al tavolo in cucina.
“Che hai?” mi chiede.
“Il falò di stasera, il papà di Jake vuole che venga pure io.”
“Billy?” Annuisco e lui inarca un sopracciglio. “Quando ci hai parlato?”
“Ieri ero da Jake e..”
“Ovviamente.”
“Ovviamente cosa?”
“Che eri da Jake.”
“Stavamo studiando.”
“Dovrebbero darvi una borsa di studio per quanto studiate.”
Sospiro e mi alzo. “Lascia stare non dovevo parlartene.”
Sbuffa e poi si sposta i capelli dagli occhi. “È una riunione del consiglio, Rose. Sai dei lupi, credo che Billy pensi sia giusto farti ascoltare le storie, tutto qua.”
“Ma sono le vostre storie io…”
“L’insicurezza non fa per te, Principessa.”
“Che vuoi dire?”
“Che di solito non ti lasci intimidire dalle cose e non è il caso di farlo per questa.”
Si alza in piedi anche lui e fa un passo verso di me, mi fissa alcuni istanti,  allunga una mano ma poi la lascia ricadere lungo il fianco.
“Possiamo andare via prima, ok? Fammelo capire e mi invento una scusa.”
“Grazie.”
Si stringe nelle spalle e torna a sedersi. Lontano, di nuovo.
 

 

Mi siedo su un  tronco d’albero e alzo la testa. Le stelle. È ironico che a Los Angeles, la citta delle stelle, quelle vere non si vedano mai. Qua a La Push invece, nelle rare sere senza pioggia, il cielo sembra illuminato a giorno.
Sospiro e torno a guardare le fiamme del falò davanti a me. Embry e Jake sono a pochi passi di distanza che giocano a pallone. Mi mordicchio un’unghia e Kim mi passa una lattina di coca sedendosi vicina. “La prima volta che sono stata ad uno di questi falò ero cosi terrorizzata da non mollare la mano di Jared un attimo. Patetico, eh?”
“No, è solo una cosa dolce.”
Mi sorride e si sposta una ciocca di capelli. “Che stiamo guardando?” Chiede seguendo il mio sguardo.
Bevo un sorso di coca e sbuffo. “Niente di importante.” Mi guardo intorno. I ragazzi che mangiano, le ragazze che chiacchierano, sembrano tutti cosi sereni. “Chi è la bambina con Claire?” Chiedo a Kim, notando una bambina dai capelli rossi mai vista prima.
“Oh lei…è…”
Ma certo che idiota. “L’imprinting di Jake, giusto.”
Sospiro e la osservo  meglio. I boccoli le arrivano a metà schiena, non dimostra più di sette , otto anni, ha una Barbie in mano e sta insegnando a Claire a fare una treccia.
È senza dubbio la bambina più bella che abbia mai visto ma, in un certo senso, anche  strana.  Osservo Jake, sta ancora passandosi la palla con Embry ma ogni pochi secondi si volta a guardarla come ad assicurarsi  che stia bene o, più probabile, come se avesse addosso una sorta di calamita. Spostamento di gravità. È questo che ha tentato di spiegarmi? In effetti anche a Jared e Kim succede la stessa cosa: i movimenti di uno sono sempre legati a quello dell’altro, non ci avevo mai fatto caso prima di stasera.
I-M-P-R-I-N-T-I-N-G. Scandisco la parola nella mia mente, come a volerci trovare un altro significato, un senso diverso. Un giorno, magari neanche troppo lontano, ad Embry succederà la stessa cosa.
Kim sembra intuire i miei pensieri e mi sfiora il braccio. “Secondo te
è una cosa così orribile?” Mi volto a guardarla, giocherella con un anello prima di rimetterselo al dito.
“Non lo so Kim. Non per te e Jared, voi siete perfetti. Non sarebbe neanche servito l’imprinting, sareste finiti lo stesso insieme e Paul sembra persino meno idiota  quando c’è Rachel. Ma Quil e Jake, loro… non mi sembra giusto. Non riesco a capire come i loro imprinting…”
“Non c’entra quello che tu e Jake…”
“Io e Jake cosa?” Le chiedo prima che finisca di parlare.
Scuote la testa “Rose, non sono cretina e non mi serve neanche la mente condivisa per capire quello che sta succedendo.”
“Non è niente. È solo, non so… esercizio fisico.”
“Pensi che l’imprinting si possa rompere?”
Sospiro. “Non lo so, ma non… Oh  Kim, io non volevo cioè, mi spiace. Ma non c’entra niente con te e Jared, te l’ho detto, anche senza imprinting si sarebbe innamorato di te, mi sembra il meno idiota del gruppo.”
Torna a sorridere e mi abbraccia. Se c’è una cosa buona che ho ricavato da tutte queste assurdità è lei.
“Rose? Imprinting a parte, lo sai che è il suo migliore amico, vero?”
Sbuffo e torno a guardarli. “Mi sono messa in un bel casino, eh?”
“Enorme.”

“Ehi, non hai mangiato niente.”
Troppo immersa nei miei pensieri neanche lo sento arrivare. Si siede vicino a me e mi allunga un muffin. Scuoto la testa e lui si stringe nelle spalle, addentandolo.
Dio, non è possibile, Rose, Non perderti, non perderti.
Mi guarda. Il suo viso illuminato dalle fiamme del fuoco, il problema è che qua sto bruciando pure io. Poso il mento sulle ginocchia, mentre a poco a poco si siedono tutti.
“Hai freddo?”
“No, ci sei tu.”
Sorride e si avvicina di più facendo sfiorare le nostre ginocchia. “È il momento delle storie”, mi sussurra all’orecchio.
Osservo Jared abbracciare Kim e Jake prendere in braccio Nessie. Imprinting, ancora. “È il papà di Jake a raccontarle. Vedrai, ti piacerà.”
Billy si schiarisce la voce e tutti tacciono. Lascio che la sua voce mi porti via, almeno per un po’.
 

Vampiri, licantropi, guerre. Tutto questo è davvero reale? Tutto questo è successo? Da quando le leggende non sono più solo leggende? Come ci sono finita qua in mezzo? E soprattutto perché non sono scappata? Perché non ho paura? Mi volto a guardare Embry, butta nel fuoco l’ultimo pezzo di legna e poi torna a sedersi. Indovina perché non hai paura, Rose.
Nessie sbadiglia ancora in braccio a Jake e lui si alza in piedi. Mi passa vicino e mi sfiora il fianco sorridendo.  “È ora di andare a casa”, dice scompigliando i capelli alla bambina.”  Imprinting. “Ci vediamo domani, Rose.”
Annuisco con la testa e lo guardo andare via.
“Che dici andiamo anche noi?” Mi chiede Embry, con le mani in tasca.
Sospiro. “Sì, direi che è stata un'altra di quelle serate da pieno di informazioni.”

 

Camminiamo in silenzio per un po’, da quando è così buio?
“Così c’è stata una guerra”, dico rompendo il silenzio.
“Non proprio, è stato tutto piuttosto noioso, un gran parlare e pochi fatti.”
“Ah, che peccato.”
Scoppia a ridere e mi allunga una mano aiutandomi a non inciampare fra
le radici. L’afferro e sbuffo infastidita per quello stupido formicolio.
“Non dico che morivo dalla voglia di combattere ma non so, sarebbe
stato uno scopo.”
“Uno scopo?”
“È che, a volte, sembra solo che stiamo aspettando qualcosa.”
“Embry, tu non sei solo un lupo.”
Si ferma e si volta a guardarmi. Mi mordicchia le labbra nervosa.
“Tu…ecco. Non sei solo quello. Non devi per forza aspettare qualcosa di questo genere per avere  uno scopo.”
“E tu cosa stai aspettando, Principessa?”
“Non stavamo parlando di me,” dico riprendendo a camminare.
“Ne sei sicura?” Mi sorpassa e misi mette davanti.
Mi fermo e sospiro. “Che c’è?”
“Non hai risposto alla mia domanda.”
“Quale?”
“Che cosa stai aspettando?”
“Forse di riprendere a vivere,” dico e scuoto la testa sorridendo.
“Mi sembra l’angolo filosofico, per oggi basta.” Provo a prendermi in giro per alleggerire la tensione.  Faccio un altro passo ma lui mi blocca per un braccio.
“Se ora faccio una cosa, Rose, domani non cambierà niente.”
“Cosa?”
Si avvicina e io smetto di respirare. Mi bacia e ritrovo l’ossigeno.

 

Angolo autrice.

Con un giorno d’anticipo eccomi qui, ma domani giornata piena e ho preferito farlo prima e il capitolo è pure più lungo del solito. Che stia diventando troppo buona?
Lo so che molte di voi sono confuse e forse questo capitolo non avrà fatto altro che aumentarla ma mettiamola così Rose è davvero innamorata di Embry o per lo meno ci siamo vicini, il problema vero e che Jake… o Jake. Che le cose siano cambiate?
Grazie davvero per il sostegno e per tutte le recensioni.
Alla prossima settimana
Noemi

   
 
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