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Autore: Ino chan    20/03/2013    1 recensioni
#SEGUITO DI DAZED AND CONFUSED.
-Quella che si prepara è la più grande battaglia per il genere umano.-
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era universalmente noto che Tony Stark fosse incapace di bussare ad una porta, nemmeno fosse nato sprovvisto di nocche, per questa ragione, Bruce, avrebbe dovuto sapere che una cosa del genere sarebbe potuta accadere. Dopo aver mollato l’Uzi nelle mani di Darcy e prima di farsi prendere dalla passione per lei, avrebbe dovuto chiudere a chiave quella fottuta.
Scattò a sedere, assieme a Darcy accanto a lui, mentre Tony sollevava gli occhi dal portatile che teneva fra le mani . Si fissarono, uno con l’altro, prima che le labbra di Tony tremassero e Darcy, paonazza, iniziasse a gesticolare con il lenzuolo che aveva avuto la creanza di tirare su con lei per coprirsi i seni abbondanti e lui tornasse sdraiato con la faccia fra le mani.
-Bruce.- la voce di Tony era flebile. Troppo flebile. Stava cercando di non  sbottare a ridergli in faccia. Bruce non aveva bisogno di vederlo  per sapere che stava sudando tutte e sette le camicie del proverbio per mantenere una parvenza di serietà.
-Sì?- gli chiese.
-Amico avresti dovuto mettere una cravatta alla maniglia.-
Bruce sentì Darcy emettere un gemito imbarazzato mentre si accucciava in avanti e si tirava il lenzuolo su la testa - Già avrei dovuto.- sussurrò da sotto le mani che gli coprivano il viso -Potresti…?-
-Oh certo.- Tony camminò all’indietro per quei tre passi che era entrato in stanza, afferrò la maniglia della porta e la richiuse.  Bruce ebbe il tempo di contate mentalmente fino a due prima di sentirlo scoppiare in una tremenda risata a pernacchia, chiamare Johnny a gran voce e raccontargli tutto in barba al fatto che, fermo com’era davanti alla loro porta,  lui e Darcy potevano sentire ogni parola.
-Possiamo rimanere qui fino alla fine dei tempi?-
Bruce sentì il corpo nudo di Darcy appoggiarsi al suo fianco , girò la testa e nella penombra della  luce che filtrava dal corridoio vide i suoi occhi chiari che lo osservavano più divertiti che imbarazzati. La tirò a sé, circondandole le spalle con le braccia, facendo attenzione a non stringere troppo per non farle male - Mi piacerebbe, ma il vostro aereo parte alle dieci.-

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

-Howard calmati.-
Era incredibile come quel bambino, a volte, sembrasse capire le situazioni così bene. Tony l’aveva tirato su dal suo box per baciarlo e abbracciarlo un po’, solo un pochino prima della partenza, per memorizzare bene quel buon odore che emanava, la morbidezza della sua guance contro le sue  e ora che doveva andare, quel fagottino,  non voleva sapere di lasciarlo. Scuoteva la testa, piangeva e si aggrappava alla sua maglietta opponendo una resistenza ostinata alle mani di Pepper che cercavano di tirarlo via.
Tony incontrò lo sguardo della compagna da sopra la testa scura del loro figlioletto. La conosceva da dieci anni,  ma quella era la prima volta che la vedeva con gli occhi lucidi a quel modo.
-Pepper.-
-Non vuole…-
Fosse stata una persona più fatalista, Tony, avrebbe visto in quel momento un cattivo segno. Un presagio di sventura, e invece strinse i denti, afferrò Howard da sotto le braccia e se lo staccò di dosso allontanandosi e tendendolo alla madre con le braccia tese.
Distolse lo sguardo da quegli occhioni azzurri pieni di lacrime, e lo lasciò andare.
Pepper strinse il bambino al seno cercando di calmarlo.
 Non era la prima volta che faceva i capricci per rimanere fra le braccia del padre, più di una volta Tony aveva dovuto presentare a conferenze e  ritirare premi con suo figlio a sedere su un braccio perché, nel momento di andare sul palco, non c’era stato verso che Howard lo lasciasse andare,  ma quel pianto disperato, ora, le stava forando le cervella. Sembrava capire che qualcosa di brutto poteva cadere. Che quella era l’ultima volta che vedeva suo padre.
-Tony…- mormorò .
Teneva gli occhi bassi e i pugni serrati. Era più difficile per lui che per lei quella separazione. Lo sapeva meglio di chiunque altro che quell’uomo egocentrico e  vanitoso detestava e temeva più di ogni altra cosa la solitudine e la lontananza dalla sua famiglia.
-Tony guardaci.-
Tony alzò gli occhi. Howard tendeva una manina verso di lui, lo stava implorando di riprenderlo fra le braccia, di spernacchiargli ancora le guancie  e di farlo volare e Pepper lo fissava e basta, tenendo il piccolo stretto forte. Sentì gli occhi bruciare,  e li distolse ancora, pregando che non gli scendesse nessuna lacrima.
Dall’interfono, distorta, arrivò la voce di Happy[*] - L’auto è pronta Signor Stark.-
-Grazie Happy.-
Si volse e se li ritrovò fra le braccia, Pepper che lo stringeva con un braccio alla vita e Howard che gli sbavava una guancia. Rimase per un momento immobile prima di stringerli a sua volta. Baciò Pepper ancora, come aveva fatto per tutta la notte, e  poi la fronte e il nasino di quel piccoletto che gli assomigliava ogni giorno di più.
-Vi amo, ricordatelo sempre.-

 -.-.-.-.-.-.-.-.-.

L’atmosfera che si respirava all’interno dell’auto guidata da Happy era ar di poco pesante. Le donne pressate una contro l’altra sul sedile  posteriore piangevano in silenzio, mentre quella seduta accanto a lui, guardava fuori dal finestrino completamente estraniata . Tossì e Sharon portò gli occhi scuri verso di lui.
Per essere bella era bella, non c’era dubbio, Capitan America aveva buon gusto.
-Cosa?- gli chiese Sharon con dolcezza.
-Mi chiedevo se, secondo lei, io avrei qualche speranza come agente dello SHIELD.-
Le sopracciglia di Sharon si arcuarono sorprese.
-Sì, ecco…-
- Lei, è troppo vecchio.- La faccia delusa di Happy fu comica,  Jane riuscì a non perdersela  grazie allo specchietto retrovisore - La soglia di reclutamento è al massimo trent’anni... Non si faccia forviare da Coulson, sono anni che serve.-
Happy sporse inconsciamente il labbro inferiore mentre scalava la marcia in vista del semaforo, l’auto diminuì gradatamente di velocità prima di sussultare in maniera anomala. Darcy, seduta fra Pepper con Howard fra le braccia  e Jane alzò lo sguardo.
Sbagliava o qualcosa si era posato sul tettuccio dell’auto?
-Happy …- chiamò debolmente prima del disastro.

 

Alla Stark Tower  Loki vide il bicchiere  da cui si era appena servito creparsi sotto ai suoi occhi… Qualcosa di terribile era appena accaduto.

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.


Il parabrezza era salto in aria, qualcosa era scoppiato, Sharon sentiva colarlo lungo la faccia. 
Aveva avuto l’impulso di coprirsi la testa con le mani per evitare la pioggia di vetri e ora, benchè fosse stata addestrata ad aspettarsi sempre il peggio, non aveva il coraggio di aprire gli occhi. Perché, maledizione, Natasha non era andata con loro? Sempre a fuggire le situazioni fra donne , maledetta!
Il grido di terrore di Jane fu seguito da quello di Pepper e dal piano di Howard, l’Agente si costrinse a sollevare le palpebre.
-CAZZO!- gridò.
Una specie di lancia aveva sfondato il parabrezza e aveva attraversato Happy da parte a parte. Il sangue che  Sharon si sentiva  addosso era quello dell’uomo chino in avanti sull’arma che l’aveva trapassato
Nella strada si sparse il terrore mentre tre finestrini dell’auto  venivano sfondate da braccia  coperte da scaglie di metallo e le donne venivano tirate fuori a forza.
Jane si sbucciò le ginocchia e le palme delle mani, Pepper attutì il colpo a terra a Howard che piangeva isterico fra le sue braccia, Darcy che era al centro del sedile, e non era stata raggiunta  vide  Sharon cercare di resistere alla mano che cercava di cavarla a forza dall’auto prima di venire  spinta anche lei fuori.
-Oddio. Oddio.- pigolò  con le lacrime che le scorrevano copiose lungo le guanciotte. Vide la testa scura di Happy muoversi, l’uomo volse il capo verso di lei, prima che un’altra mano  coperta di scaglie di metallo affondasse nel buco creato dalla lancia, l’afferrasse per l’impugnatura e la sfilasse.
Darcy vide le pupille dell’uomo appannarsi per il gelo della morte, gridò in maniera inconsulta da dietro le mani che aveva portato a coprire la bocca. Voleva la mamma, voleva il papà, voleva Bruce, Thor, Tony, chiunque…

Fu afferrata anche lei, senza che potesse fare nulla per impedirlo, e l’incubo ebbe inizio.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.


Lo scheletro della gigantesca berlina nera  giaceva a ridosso delle porte a vetri del Kennedy[**] come se fosse stata una normale carta straccia appallottolata e lanciata via. Tony sentì lo stomaco cedere alla vista della sagoma scura accasciata sul volante a far suonare in continuo il clacson. Dovette girare la testa per evitare di vomitarsi sulle scarpe.
Bruce si avvicinò al finestrino, tirò indietro dal volante il cadavere di Happy,  e lo osservò per un momento prima di alzare una mano e  chiudergli gli occhi  .
Ne aveva visti parecchi di cadaveri, aveva visto gente morire per malattia, ma era la prima volta che vedeva da vicino una vittima di omicidio. In quegli occhi vuoti c’era ancora una traccia della paura e del terrore che aveva provato nel momento della fine.
Sospirò, voltando la testa, e qualcosa entrò nel suo campo visivo.
Aprì a strattoni la portiera  che dava sul sedile posteriore dell’auto e si allungò per prendere il cellulare di Darcy che giaceva fra i vetri rotti, si ferì, ma non ci fece caso.
Con dita tremanti prese a scorrere fra i menù, lesse i messaggi, le chiamate, alla ricerca di qualche indizio,  guardò le foto e sì sentì morire.
C’erano tutti.
L’espressione ammirata di Thor davanti alla piramide di carte da gioco creata da  Remy,  Howard che succhiava convinto la punta del naso di Tony che rideva come un matto,  Diane e Sharon con il cappello da Babbo Natale, Jane che storceva il naso dopo aver bevuto un sorso di punch  un po’ troppo forte per lei, Charles appena sveglio che guardava imbronciato  in obbiettivo e alla fine lui…C’erano così tante foto di lui.
Bruce , da qualche parte dentro di sé, sentì Hulk gridare per venire liberato - Non ancora.- sibilò poggiandosi il cellulare al petto - Prima  tocca a me.-
Alzò gli occhi, oltre il tettuccio dell’auto incontrò lo sguardo irato di Steve.
Stavano pensando entrambi alla stessa cosa, era chiaro.
Fanculo l’ultimatum, Thanos si era preso  fin troppo di loro.

-Andiamo a riprenderle.- disse Thor da vicino Tony che annuì.

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 


-Maledizione.-
Sharon la testa dal pavimento e si guardò attorno. Era stata portata assieme alle altre in una sorta di cella illuminato da un solo  rettangolo di luce solare  che creava una piccola pozza di luce  sul pavimento  buio.
Incontrò lo sguardo di Darcy, mentre Jane fissava qualcosa oltre di loro. Qualcosa o per meglio dire, qualcuno accucciato  ad un angolo della stanza. Pepper si sollevò sempre stringendo fra le braccia Howard che non piangeva più, troppo sfinito per continuare e mandò un esclamazione sorpresa.

L’altro ospite della cella  era Diane.



 

FINE CAPITOLO:

Un grazie, enorme a Sparrow e a  DeaPotteriana per i loro commenti.

 

NOTE:

 

[*]Nei film, come nei fumetti, è la guardia del corpo /amico/ tutto fare di Tony. http://25.media.tumblr.com/tumblr_m9j9tywVsH1rw2uyvo5_1280.jpg
[**]
Il Kennedy è l’aeroporto di New York.
Disclamers:
La morte di Happy è ispirata ad una scena  del libro © Devil’s Kiss.

   
 
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