Ed ecco come sempre: ero in ritardo!
Mi alzai come uno spaventapasseri e mi diressi in bagno , come al solito , sempre occupato . Forse c’era papà.
Allora me ne andai in camera prendendo i vestiti e ne approfittai per andare a fare colazione. Mamma aveva preparato i pumcakes . Era felice , perché solo quando lo era li faceva.
Era un’aria gaia e felice che stamattina si respirava in quella casa. Beati loro. Papà uscì. Entrai in bagno e un odore insopportabile infastidì le mie narici. Mio padre aveva fatto il suo ‘’atto grande’’.
Chiusi il coperchio del water , dopo aver tirato lo sciacquone , che mio padre aveva dimenticato di fare.
Mi lavai , per poi indossare un jeans e un’esile maglietta con un golfino. Un filo di trucco e già ero fuori di casa.
Avevo perso l’autobus e quindi fui costretta a prendere la bici . Sempre meglio di niente!
Ehm…si, avevo quasi vent’ anni , ma ancora non avevo la patente!
Arrivai a scuola alle 8:35 e quindi fui costretta a entrare alla seconda ora.
Ero fuori nel cortile mentre aspettavo. Altri ragazzi avevano fatto tardi e stavano aspettando lì . Tutti mi guardavano male per il fatto successo il giorno prima.
In poche parole , il più figo della scuola , mi aveva difeso davanti a tre ragazzi che volevano approfittarsene della mia innocenza.
Ah , giusto credo che dovrei ringraziarlo! Ci penserei dopo scuola. Entrai .C’era la prof. Francescani detta la ‘iettatrice’ , come quello di ‘Avanti un altro’, perché si veste tutta nera e sembra davvero una
morta in vacanza.
‘Si accomodi signorina… la… interrogo… in .. storia’- mezz’ora solo per dire sta frase. Mi alzai con aria scocciata e pregai il cielo che mi andasse bene. Povera illusa: 4 con il rischio del recupero in storia .
Ma io dico , a cosa cazzo c’entra la storia con il giornalismo?! Il giornalismo è il mio sogno.
Rimasi altre quattro ore in classe , un’ora in più per punizione. Quella deficiente rompiballe!
Uscii e presi dalla borsa il mio computer. Guardai prima le ultime notizie di cronaca e poi aprii facebook . Bella merda. Ormai tutta la mia home era piena di ‘Sei una merda’ o ‘Sei solo una cessa’ , questo solo perché il ragazzo più figo della scuola mi aveva difeso e evitato che quegli idioti mi toccassero.
Ripensando al ‘fighetto’ : dovevo ringraziarlo!
Riposai il computer e mi alzai dalla panchina del cortile , uscendo lentamente dal portone centrale.
Decisi di andare a casa sua , tanto alla fine , lo sapevano tutti dove abitava. Ecco il lato brutto di essere i ‘popolari’ , tutti sanno tutto su di te!
Prima di scendere inviai un sms all’unica parte bianca dello Ying Yang: Cristina! Lei era la mia migliore amica … A DISTANZA!
Ed è sempre vero che le persone più belle sono sempre così lontane! Il mio secondo sogno era quello di incontrarla un giorno!
Era stata lei a spronarmi per andare a ringraziare il ‘fighetto’ . Ma a quel fighetto io dovevo davvero tutto!
Per tutto il tragitto casa-casa fighetto , rimasi con le mie cuffiette viola nelle orecchie ad ascoltare la mia eroina: Rihanna!
‘’She’s beautiful like a diamond in the sky’’
****
Ero appena arrivata alla panetteria di Jack. Faceva il pane più buono della città. Era così morbido e restava buono anche dopo due o tre giorni.
Dietro l’angolo doveva esserci la casa del fighetto , almeno così aveva detto Louis. Era il mio migliore amico dopo Cristina. Con l’unica differenza che Cristina sapeva che era la mia migliore amica , mentre Louis no e anche se lo avesse Saputo non avrebbe fatto nulla se non ridere.
Era così Lou, non prendeva nulla sul serio e spesso giocava con i sentimenti degli altri .
Potete pensare che è uno stronzo ehm… lo è, ma è lo stronzo più dolce del mondo!
Girai l’angolo , cominciando a sospirare ansiosamente , non sapevo come comportarmi in quella situazione .
‘Ehy , ciao sono la ragazza che hai salvato stamattina’
‘Ehm ciao ti ricordi di me?’
Non potevo crederci , io , Ellison Lion che facevo le prove su cosa dire , nello specchietto anteriore di una jeep parcheggiata davanti alla panetteria.
Chi andrebbe mai a comprare il pane con la jeep? Bha!
Comunque decisi di andare e basta , senza pensare un attimo in più su cosa dire.
Mi ritrovai davanti ad un portone celeste, quasi blu, sul quale c’era una maniglia tonda e ai due lati della porta c’erano due piccolo leone intinti nella pittura oro.
Bussai il campanello poco sopra la maniglia.
Dopo neanche un minuto venne ad aprirmi un signora con i capelli castani lunghi fino alle spalle. Aveva il viso tondo incolorito da un sorriso a trentadue denti . Era poco più alta di me e a dire il vero era
davvero una bella donna sulla quarantina.
‘Chi desidera signorina?’- mi chiese con una voce così sottile che feci uno sforzo per capire ciò che aveva detto.
‘Ehm…signora Lola, vero?’- speravo con tutta me stessa di aver indovinato il nome della mamma del fighetto , che mi aveva detto Louis.
‘Si , chi è lei?’- era un po’ confusa : potevo capirla!
‘Sto cercando suo figlio è in casa?’
Annuì con la testa , per poi girarla verso le scale e chiamare il figlio con gran voce, fino a far rimbombare la casa. Mi aveva esattamente rotto un timpano, ma pazienza!
Mentre aspettavo sull’uscio della porta che il mio eroe arrivasse cominciai a giocherellare con i miei capelli castani , che mi arrivavano un poco sotto le orecchie. Amavo i capelli corti , perché mi davano un’aria più forte e poi volevo essere diversa da tutte quelle copie patetiche , che si fanno i capelli tutti uguali. Ridicole!
Mi stavo annoiando ad aspettare e solo allora capii che ero andato a ringraziarlo senza avergli portato nulla . Decisi allora di tornare alla panetteria e di prendere i primi dolci che mi finiro sotto gli occhi. Occhi di bue a marmellata!
Me li feci mettere in un sacchetto e quando uscii vidi la porta blu quasi per chiudersi. Corsi velocemente e quando era quasi chiusa del tutto , riuscii ad aprirla spingendola con le mani.
Mi apparve di fronte a me il fighetto. Un ragazzo alto mooolto più di me , quasi mi faceva ombra; era moro con gli occhi nocciola che mi facevano rabbrividire; era il solito tipo stronzo e arrogante, ma terribilmente attraente.
Nah, non era proprio il mio tipo!
Alla mia vista inarcò un sopracciglio per poi degnarmi di un suo sorriso , che realmente era uno dei più belli che avessi mai visto.
‘Ehm..ciao’- furono le uniche cose che uscirono dalla mia bocca, mentre abbassavo lo sguardo per non incontrare il suo.
‘V-volevo solo dirti … ceh – non mi uscivano le parole
‘Prego , comunque’ – mi interruppe lui. Sorrisi.
‘Tieni ti ho portato questi’- gli diedi i biscotti-‘Mi ero dimenticata di comprare qualcosa e allora ho comprato le uniche cose più vicine’ – dissi sottovoce. Lui sorrisi buttando indietro la testa.
‘Se mi aspetti , ti riaccompagno a casa,così mi dici un po’ quello che è successo stamattina’- gli feci un cenno con la testa , come per dire ok. Lui entrò dentro , forse per prendere un giubotto , anche perché fuori ci stavano solo 0°, e io con la mia felpa striminzita stavo cominciando a soffrire il freddo.
‘Sicura , che non hai freddo? Se vuoi ti prendo un giubbino di mia sorella!’
‘No, non preoccuparti, prenderò solo una broncopolmonite acuta per la mia testardaggine. Grazie’- lui rise , prima di tornare dentro e uscire con in mano un qualcosa di viola . Era il giubbotto.
Era carino , ma non mi interessava molto come fosse in quel momento. C’erano i polaretti che ballavano la conga (?) e io giocavo a fare il drago con il fumo che mi usciva dalla bocca.
Chiuse la porta tirandola a sé.
Il giubbino mi andava stretto e non riuscii neanche a chiudere la zip. Sarà forse per la mia pancetta che sta crescendo smisuratamente?! Ma no , sono bella così come sono.
Mentre io ero preoccupata per la mia pancia , il ‘fighetto ‘ , che non sapevo neanche come si chiamava , parlava e parlava. Ritornai sulla Terra solo quando lui mi sventolò le sue enormi mani davanti al
viso.
‘Terra chiama Luna’- disse ammiccando.
‘Ci sono , passo e chiudo’ – ribatto come fossi uno 007. Lui buttò la testa all’indietro.
Camminavamo come due adolescenti con gli ormoni a go go. Lui mi spiegava un sacco di cose sulle tradizioni afghane , mentre io mi limitavo ad apprendere, perché non avevo nulla da dire.
Mi spronò a parlare un po’ di me , ma non ero molto interessante.
‘Mia nonna era americana’- cominciai , salvandomi dalle domande indiscrete sulla mia vita-‘ Mi ricordo che mi cucinava sempre il tacchino ricoperto con la gravy , per la festa del Ringraziamento. Lo adoravo , era così buono. Per dessert portava una crostata di zucca che era la fine del mondo. Mio fratello si leccava pure i baffi- mi fermai , per vedere se mi stesse ascoltando . Era interessato , a qualcosa su di me. Non mi capitava da quattro anni che qualcuno mi ascoltasse.
*Spazio lettrice*
Buongiornooooooo racHAZZE! Oggi sono un po' in ritardo , ma fa niente! Come state? Io sono felicissima perchè ho fatto la pace con un mio caro amico c: Fatemi gli auguri lol.
Comunque questo capitolo non è molto interessante , ma mi piacerebbe se lo recensiate. Mi sono accorta che oggi ho raggiunto le 214 visualizzazioni , ma ho solamente 2 recensioni?!
Susu recensite un po' yo (?)
Ah, piccolo particolare. Io darò i nomi al capitolo usando aggettivi contrastanti ( es: 4.Sole 5. Luna/ 4.Felice 5.Triste) . Non so perchè ma mi piace come idea <3
Vabbeh continuiamo la presentazione : il mio colore preferito è il glicine c: