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Autore: orkaluka    20/03/2013    1 recensioni
Quando dalle foreste di Hogwarts spariscono gli unicorni Melinda si offre volontaria per le ricerche, queste cominciano insieme a Ted e James, finiti, ovviamente, in castigo. Purtroppo però la questione non finisce qui, perché di fatti strani ad Hogwarts, quest'anno, ne accadono parecchi. Gli alleivi vengono attaccati da forze oscure e solo Melinda sembra in grado di percepire quando questi sono in pericolo. Tra amicizia, lealtà, magia e ovviamente avventura riusciranno Melinda, James, Rose, Scorpius e Al a sventare la minaccia che grava su tutti loro?
Siate clementi, é la mia storia non originale! Non sono affatto brava nelle presentazioni, quindi spero che vorrete dare almeno una sbirciata al testo XD
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Questo capitolo è dedicato a Deborosky grazie di aver dato fiducia a questa storia


Capitolo 17 - Scuse

 

 

Dopo il compito di trasfigurazione raggiunse la sua classe ad Incantesimi, dove il professor Laugh, stava cercando di far sollevare a tutti qualcosa di più pesante di una piuma.

“Melinda, cara eccoti. Sono felice di vedere che ti sei ripresa! Potresti venire tu a provare?”

Melinda fu trascinata dal professore in mezzo alla classe. Il professore era un tipo decisamente nella norma, né alto né basso, né grasso né magro, né bello né brutto, però aveva una personalità sprizzante che spesso faceva ridere gli allievi e che lo rendeva simpatico a tutti.

 “Allora il movimento lo conosci, l’incantesimo anche, vediamo come te la cavi!”

Melinda deglutì, estrasse la bacchetta e si concentrò. Aveva così paura di far del male al professore che si concentrò tanto quanto prima, se non di più. Alzò la bacchetta e pronunciò le parole, compiendo perfettamente il gesto.

“Vingardium Leviosa!”

 Il professore si sollevò da terra, di pochi centimetri, nessuno diceva nulla. Melinda mosse un poco la bacchetta e il professore salì ancora più in alto.

 “Potresti portarci in cima?”

 Melinda annuì e mosse ancora un po’ la bacchetta, finché il professore non poté toccare con una mano il soffitto.

“Magnifico, ora Melinda, con delicatezza, facci atterrare per piacere.”

 Il professore appariva, per la prima volta, estremamente calmo, inoltre parlava al plurale. Melinda mosse la bacchetta e fece atterrare il professore con grazia e delicatezza. Appena Melinda lasciò la presa sul professore la classe cominciò a sussurrare.

“Cara, ti sei accorta di cosa è successo?”

 Chiese il professor Laugh, lei scrollò le spalle.

 “L’ho sollevata fino al soffitto?”

 Il professore sorrise e le disse.

“E degli altri? Te ne sei accorta?”

Melinda aggrottò le sopracciglia.

“Cosa facevano gli altri?”

 Chiese, ma proprio mentre le parole abbandonavano le sue labbra si rispose da sola. Aveva sollevato tutti, tutti quelli presenti nell’aula.

“Io….no non me n’ero accorta.”

 Disse Melinda rispondendo alla domanda.

 “Immaginavo cara, ora vai pure al posto.”

 Lei annuì e prese posto accanto ad Al, che la ignorò completamente.

 “Direi” aggiunse il professore battendo le mani. “Dieci punti a Grifondoro! Ora signori mettetevi a coppie ed eseguite l’incantesimo sul vostro compagno.”

 La classe era a numero dispari e, per la prima volta, fu Melinda a rimanere da sola.

 “Cara, cara! Vieni, ti devo presentare una persona che vorrebbe parlare con te!”

Il professore prese Melinda per mano e la condusse da un uomo nascosto nell’ombra. Era piuttosto vecchio, molto basso e si appoggiava ad un bastone, come se da esso dipendesse la sua vita.

 “Piacere signorina”

 Il vecchio le porse una mano, che Melinda prese prontamente, quell’uomo era alto quanto lei, se non più basso.

 “Sono Vitius, un professore che molto tempo fa insegnava in questa scuola.”

Melinda gli sorrise.

 “Complimenti per la sua magia, vorrei parlare con lei di alcuni incantesimi…”

 Melinda parlò con il professore per tutta la lezione, mentre i suoi compagni si esercitavano. Scoprì che il professore aveva insegnato ai tempi dei signori Potter e del preside Silente. Discussero di incantesimi e Melinda apprese cose nuove, cose che avrebbe volentieri riferito ai suoi amici, se essi avessero voluto parlare con lei.

 

 

Alla fine della giornata Melinda si era rintanata in biblioteca fino alle otto, orario in cui avrebbe dovuto raggiungere il professor Spine. Alle otto in punto Melinda era davanti alla porta dell’aula di Difesa contro l’Arte Oscura, bussò e la voce sprezzante del professore le disse di entrare. L’aula era stranamente sgombra, i tavoli e le sedie erano stati spostati per far spazio in centro.

“Appoggi pure la borsa signorina Moon su una delle sedie.”

 Melinda obbedì all’istante poggiando la sua borsa su una delle sedie messe contro la parete.

 “Bene, oggi e nelle prossime lezioni cercheremo di comprendere come funziona il tuo potere, come schermarti dalle intrusioni altrui e come utilizzare il tuo “dono” al meglio.”

Melinda annuì.

“Bacchetta alla mano, prego.”

 Quella sera il professore sembrava essere felice, per un motivo alla ragazza del tutto sconosciuto.

 “Per prima cosa proverò ad invadere la tua mente, chiaro?”

No che non è chiaro, avrebbe voluto rispondere Melinda, ma fece finta di niente ed annuì. Il professore si concentrò e fissò i suoi occhi in quelli della ragazza, lei non distolse lo sguardo. Il professore alzò al bacchetta e disse.

 “Legilimens!”

 Non successe nulla, Melinda si sentiva esattamente uguale ad un attimo prima. Il professore Spine si concentrò maggiormente, il suo volto era una maschera di concentrazione. Melinda cominciò a percepire qualcosa, sembrava un ronzio come una mosca fastidiosa che girava intorno alla sua mente. Si concentrò per sentire quel ronzio e sentì la mente di Spine cercare di sorpassare i muri che innalzava sempre per schermarsi dai pensieri altrui. Spine si lanciò con una spinta contro i muri, che non si scossero nemmeno e rimasero al loro posto. Il ronzio cessò subito dopo.

“Dove hai imparato a schermarti così?”

Melinda scrollò le spalle.

 “Sono gli stessi scudi che uso per tenere fuori gli altri.”

Spine alzò un sopracciglio.

 “Strano. Ora prova tu ad entrare nella mia mente e a rubarne i pensieri e i ricordi.”

 Melinda abbatté quei muri e lasciò entrare i pensieri del professor Spine. Si concentrò sulla sua mente fissandolo negli occhi ed entrò in essa facilmente, nonostante gli scudi che la proteggevano. Cominciò a scavare a fondo. Vide il professore da bambino, accudito da una famiglia di maghi, poi lo vide affidarsi al cappello parlante che lo proclamò essere un Serpeverde, lo vide baciare una bella ragazza a sedici anni, poi lo vide affrontare i M.A.G.O e superarli, lo vide mentre entrava di nuovo ad Hogwarts contento di essere diventato un insegnante. Con uno scatto Melinda tornò alla sua mente.

“Sorprendente.”

Disse Spine.

“Davvero sorprendente.”

Era la prima volta in assoluto che Spine le faceva quello che pareva essere un complimento.

 “Io credo che per stasera basti, puoi andare.”

Melinda annuì e si avviò verso la Sala Comune di Grifondoro con la mente invasa dai pensieri di moltissime persone.

 

 

Al, Rose e Scorpius non si vedevano in giro e Melinda non sapeva bene cosa fare. James era andato a ficcarsi nei guai con Teddy e lei aveva già finito tutti i compiti. Decise quindi di dedicarsi ad un libro di Storia che raccontava di ciò che era accaduto al castello vent’anni prima. Si immerse talmente profondamente nella lettura che non si accorse di che ore fossero finché non alzò lo sguardo dall’ultima pagina del libro e si accorse che erano le due. Rimase immersa nei suoi pensieri ancora a lungo, non credeva al fatto che i suoi genitori le avessero nascosto un pezzo così importante di storia, per quale motivo poi? Era ovvio che prima poi ne sarebbe venuta a conoscenza. Era rimasta impressionata da ciò che aveva fatto il signor Potter da giovane, a ciò che lui e i signori Weasley avevano dovuto affrontare. Andò a letto con in mente battaglie epiche tra maghi oscuri e maghi buoni, ragazzi alla ricerca di oggetti oscuri per salvare un mondo, uomini che facevano da spia e grandi menti che lavoravano perché il mondo venisse salvato.

 

 

Passarono due mesi molto strani per Melinda, i suoi amici non le parlavano, James continuava a cacciarsi nei guai, seguiva le lezioni aggiuntive con il professor Spine, ascoltava i pensieri di tutti senza sentire niente di utile e andava bene a scuola. I suoi genitori e il fratello avevano preso a scriverle più spesso, sentendola un po’ triste e sola. Mamma continuava a raccontarle cose divertenti, papà le raccontava storie strane sulle sue missioni e il fratello le riferiva delle storie sui vicini di casa, che erano tutti dispiaciuti per la sua mancanza. La neve aveva abbandonato il cielo e la terra, così ricominciarono anche gli allenamenti di quidditch a cui Melinda assisteva sempre con un libro in mano. Nei due mesi aveva fatto ricerche molto approfondite sui personaggi della Storia recente, scoprendo moltissime cose interessanti. Le lezioni divenivano sempre più interessanti e alla fine di una giornata c’erano sempre molti compiti da svolgere, soprattutto perché si avvicinava con una velocità impressionante la fine dell’anno. Melinda il 3 marzo, una domenica, era stesa sugli spalti del campo da quidditch con un libro sulla pancia e un pallido sole negli occhi. La squadra di Grifondoro si stava allenando intensamente, la partita seguente si sarebbe tenuta di lì a una settimana. James volteggiava per il campo alla ricerca del boccino, che riuscì ad acchiappare in cinque minuti scarsi, Melinda applaudì con gli altri spettatori. Troppo facile. Lo sentì pensare, che sbruffone pensò lei, poi tornò alla sua lettura. Non sentì arrivare Al tanto quanto non lo sentì sedersi al suo fianco, solo quando lui tossicchiò lei alzò gli occhi dal libro.

 “C-ciao Al”

Disse. Al le sorrise e disse.

“Io ti devo delle scuse.”

 Melinda fece per interromperlo, ma lui fu più veloce.

“No, lasciami parlare. Io e Rose ne abbiamo discusso, è ovvio che tu non fai apposta ad avere il tuo “dono”. Scommetto che è grazie ad esso che mi hai salvato e che hai salvato anche la ragazza, veramente Mel, mi dispiace di averti trattata male.”

Lei gli sorrise e poi lo abbracciò.

 “Ti prego non mi lasciare più da sola ad Incantesimi e Difesa, perché è stato terribile!”

Lui rise.

“Rose e Scorpius sono a fare i compiti, ma sono sicuro che stasera anche loro verranno a scusarsi.”

 Melinda gli sorrise, poi disse.

 “Prometto che cercherò di non utilizzare il mio “dono” su di voi.”

Al scosse la testa.

“No, siamo migliori amici, non dovremmo avere segreti, piuttosto prometti che ci riferirai tutte le cose che scopri.”

 Melinda annuì e lo abbracciò un’altra volta.

 “Sono felice!”

 Seguirono il resto dell’allenamento parlando di tutte le cose che avevano lasciato in sospeso, alla fine James li raggiunse e disse.

 “Fratellino ti sei ravveduto è?”

Al gli sorrise e gli disse.

 “Guarda guarda, stare un po’ in sua compagnia ti ha reso più intelligente, ravveduto? Da quando usi questi paroloni?”

 I due fratelli si abbracciarono, poi tutti e tre si avviarono verso il capanno di Hagrid, che li aspettava per il the.

“Hagrid! Siamo noi!”

 Urlò Al bussando alla grande porta di legno. Hagrid aprì poco dopo, aveva un braccio sanguinante.

“Cosa è successo?”

Chiese Melinda, preoccupata. Hagrid li fece entrare sorridendo.

 “Ci è stato un piccolo incedente stamattina con la lezione di domani, ma nulla di cui preoccuparsi.”

I ragazzi si scambiarono sguardi preoccupati, la lezione del giorno dopo?

 “Ma Hagrid, non sarà pericoloso per gli allievi, vero?”

Chiese Melinda.

 “No no, tranquilla è che a loro ci piace la carne fresca.”

 I ragazzi si scambiarono sguardi ancora più preoccupati, ma non dissero nulla.

 “Allora Hagrid, come procede la caccia ai rapitori?”

Hagrid scrollò le sue grosse spalle e disse.

 “Non ci si arriva a niente, certo nessuno è più sparito, ma… Voi non dovreste sapere queste cose!” Melinda, Al e James fecero il loro più dolce sorriso da bambini smarriti, che comunque non fece vacillare Hagrid.

 “Voi non ci dovete entrare in questa storia, siete studenti, del primo anno. La preside fa delle ronde con gli altri insegnanti, ma voi queste cose non le dovreste sapere e io dovrei stare zitto zitto. Adesso la smetto di parlare.”

 Versò il the in quelle tazze giganti che usava solo lui e mise in tavola i soliti biscotti fatti di sasso.

“Ma Hagrid, abbiamo il diritto di sapere!”

 Ovviamente Melinda stava fingendo, sapeva delle ronde notturne e del fatto che non fossero arrivati a nulla, il suo “dono” serviva a qualcosa, in fondo.

 “Io non vi dirò niente!”

Questi ragazzi…mi ricordano così tanto Harry, Hermione e Ron, anche se sono molto diversi. James si caccia sempre nei guai, Al è più tranquillo e Melinda é…strana, ma molto simpatica. Melinda fece finta di non sentire ciò che Hagrid aveva pensato e sorseggiò il suo the.

“E Hagrid, avete mai ripreso la ricerca agli unicorni?”

 Chiese James cambiando completamente discorso. Hagrid scosse il grande capo.

 “No, purtroppo. Tra le sparizioni e le lezioni non ci è stato più tempo per cercare quelle creature purissime. Chissà dove sono finiti e perché se ne sono andati…”

 I tre ragazzi non avevano idee al riguardo, rimasero da Hagrid fino a sera, poi si avviarono verso il castello. Stavano camminando per i corridoi quando per caso incontrarono Alicia, che stava rientrando a scuola dopo una lunghissima assenza.

“Ragazzi! Sono felice di rivedervi.”

 La abbracciarono con gioia.

 “Come mai sei rimasta così tanto al San Mungo?”

 Chiese Melinda.

“Ci sono state delle complicazioni con la mia mente, non riuscivo più a ricordare nulla, nemmeno il mio nome, i Curatori hanno detto che è stato a causa di vari Confundus gettati su di me, mi hanno mandato in tilt il cervello, ma adesso sto bene.”

 Melinda non vedeva l’ora di porre le domande che le premevano, ma non voleva neanche essere indelicata. Alicia dovette notarlo perché rispose ancor prima che lei potesse porre la domanda.

“Non so chi sia stato e non so neanche cosa ho raccontato loro, so solo che erano più di uno.”

 Melinda annuì e non aggiunse altro, si divisero e si avviarono verso la propria Sala Comune.

 “Parola d’ordine.”

Disse la Signora Grassa, che appariva piuttosto annoiata e si osservava le unghie smaltate.

“Cuore di drago.”

 Disse Melinda e la signora grassa si scostò per lasciar passare i tre ragazzi.

“Al! Melinda! James! Dove eravate finiti?”

 Chiese Rose, nella Sala Comune c’era una gran confusione.

 “Il professor Zenit ha esposto una cosa qui.”

 Attaccato alla bacheca c’era un annuncio.

 “La preside Mcgranitt ha deciso che, in vista delle recenti sparizioni di allievi, per mantenere la sicurezza degli allievi, per ogni uscita o ritrovo al di fuori degli orari scolastici dovrà essere avvisato un professore. Le partite di quidditch non saranno sospese, mentre le uscite a Hogsmead si. Grazie per l’attenzione professor Zenit.”

 Melinda non capiva bene il senso del proclama, perché bloccare le uscite due mesi dopo l’ultima sparizione? A meno che non fosse scomparso qualcuno di recente, non aveva alcun senso. Melinda si trastullò ancora per un po’ finché un allievo del sesto anno non la raggiunse portandole un messaggio.

 “La preside vuole che la raggiunga nel suo ufficio.”


Note dell'autrice

Cosa sta succedendo? Perché la preside ha deciso di eliminare le gite a Hogsmead? Cosa sta accadendo? Per una volta ho deciso di lascirvi in sospeso, alla prossima lettori, se ci siete ancora!

  
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