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Autore: KuromiAkira    07/10/2007    3 recensioni
E se la persona che pensate conoscere più di chiunque altro si rivelasse diversa? E se vi accorgeste di averla sottovalutata?[InoXShika]
Dal capitolo 16 inizia la "seconda serie" di 'le due metà' con anche nuovi personaggi!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fuoco e sangue.
Grida e imprecazioni.
Lacrime.

Dapprima sfocato, poi sempre più nitido, il viso di una donna bionda.

- Mamma! –

“ mamma? “

- Mamma! –
- Yosho.. rimani qui nascosto. –

“ Chi sei?”

- Mamma! –



Shinji si svegliò sul divano.
Guardò sconvolto il suo corpo, pensando al sogno appena fatto.
Ci pensava… e le immagini gli scorrevano nella testa senza che lui potesse fermarli.

- I miei ricordi? Possibile? – si chiese

Perché ora? Perché?



Ino osservava il cielo e le nuvole con sguardo assorto, concentrata.
Shikamaru, steso sull’erba accanto a lei, di tanto in tanto si voltava a guardarla, vedendo sul suo viso sempre la stessa espressione stanca.

Non poteva continuare così. Possibile che il passato dovesse continuare a ripresentarsi, in qualche modo?

- Ino… -
- Voglio vendicarla. – sussurrò lei – Voglio finire tutta questa storia…. –
- Si. – rispose semplicemente lui, stingendole la mano

Lei la strinse ancora di più

- Mi dovete aiutare. – disse con voce rotta – Non ce la farò da sola. –
- Ovvio. Tranquilla, non sei sola. –
- Prima… hai detto che non è stata colpa di Kuromi… è vero, per vendicare Orihime dovrei uccidere Suzu però… non la capisco. Sembrava così disinteressata, Orihime diceva che anche lei voleva vivere come una famiglia… e allora perché l’ha fatto? –
- Piuttosto… Suzu prima era umana? – chiese Shikamaru.
- Probabilmente si. – rispose Ino con un sospiro – Mi chiedo cosa le sia successo… -
- Tu non ricordi né Kuromi né Orihime vero? –
- Mmm… impossibile, mia madre le ha incontrate pochi anni fa, io ero già qui a Konoha. –
Mentre lo diceva le parve di ricordare il laboratorio e quei corridoi che sembravano un labirinto per lei, così piccola all’epoca.
Si ricordò della stanza in cui era sempre rinchiusa con Shingo.

“ La stanza!”

Ino aprì gli occhi e si mise a sedere di scatto, imitata da Shikamaru che, non capendo, la guadò preoccupato.

- Che c’è? – chiese allarmato.

Ma lei non rispose, fissava l’erba e pensava, cercando nei ricordi, dettagli di quella stanza.

- La stanza… - mormorò
- La stanza? – ripeté lui
- La stanza…io da piccola ero sempre in una stanza, con Shingo. Anzi no… era Shingo ad essere sempre lì, quella era la mia stanza. – spiegò ricordandosi nei dettagli di una stanza calda e comoda, dalle pareti bianco sporco e mobili e coperte marroni – Quella stanza non c’è nel laboratorio. È la stanza di cui parlava Orihime! –
- Quindi ci eri stata… -

La ragazza si mise una mano sulla tempia

- Si… si ci sono stata… -

Provò a ricordarsi altro.

Si ricordò nei dettagli l’armadio, grande ma completamente vuoto, i cui spesso lei e Shingo si nascondevano, invano, dalla madre, il lampadario che nemmeno funzionava, il letto nel quale in realtà non dormiva mai, ossessionata da incubi, la finestra da cui guardava sempre il bosco e da cui, saputa dell’esistenza del padre a Konoha, cercava con lo sguardo il villaggio e meditava di scappare.

Poi, come un fulmine a ciel sereno, si ricordo di aver visto, mentre pensava a Konoha e a suo padre, Nao, seguita dagli scienziati… e da una donna.

Una donna mai vista, dall’aria pacata e fredda, vestita con un kimono, dai capelli neri legati da uno chignon.

In quel momento non ne diede molto peso.
Però, pensandoci ora, poteva essere un altro esperimento.

“ Chi era?”

Quella donna, entrata nel laboratorio, non ne era più uscita.

- Shika, devo tornare al laboratorio. – disse – Devo cercare una cosa. –
- Perché? – chiese preoccupato. Non capiva cosa stesse succedendo ma vide l’espressione sicura della ragazza – Vuoi che venga con te? – chiese.

Ino perse sicurezza. Sentiva di voler andarci da sola. Però se avesse incontrato Kuromi o Suzu… o se fosse stata sopraffatta dai ricordi….

Decise di farsi accompagnare e si incamminarono nel bosco fuori Konoha.

- Credi che la donna che hai visto fosse Suzu? – si ritrovò a chiedere Shikamaru stupito
- Non so, non sono nemmeno sicura di ricordarmi bene. Ma avevo visto una donna e dallo sguardo… dalla postura… -
- Scusa ma credo che lo sguardo, da umana a gatto, sia un tantino diverso – rispose con ironia lui, sorridendo – E poi cosa vuoi ottenere? –
- Voglio capire cosa le passa per la testa. Voglio capire perché si comporta così. Voglio saperlo. –

Arrivati nei pressi del laboratorio videro proprio Suzu.

- Che sorpresa vederti qui. – disse – Sei venuta a vendicarti? –
- No. Non ancora, almeno. – rispose lei incerta.

La gatta sembrò sorpresa.

- Cosa ci sei venuta a fare qui? –
- Voglio parlarti. Voglio sapere chi sei e chi eri prima di diventare un esperimento. –

Suzu la fissò. Poi sospirò appena, distogliendo lo sguardo.

- Non troverai risposta. –
- Perché? –
- Perché non ricordo nulla del mio passato. Nemmeno il sesso. Se parlo al femminile è perché
Orihime e Kuromi si sono sempre rivolte a me in questo modo, dicendo che Suzu era un nome da ragazza. –
- Però… ad una domanda puoi rispondere. Chi sei ora? –
- Lo sai anche tu. Un esperimento. –
- Ti consideri solo questo? –
- Esattamente. – rispose quasi scocciata – Hai altre domande? –
- Si. Perché hai ucciso Orihime? –

Suzu chiude gli occhi. Sembrava davvero seccata.

- Mi ero stancata. –
- Stancata? E di cosa? Di lei? Di noi? –
- Di tutto. Non mi voglio certo immischiare nella vendetta di Kuromi. Ma lo sguardo di quella ragazzina… -

Suzu balzò su un albero, guardando Ino.

- Stasera verrà Kuromi. Quando viene qui è sempre molto emotiva. Puoi approfittartene, se vuoi. –
- Perché mi dici questo? Hai intenzione di tradire anche lei? – esclamò arrabbiata la bionda.
Ma cosa aveva in mente Suzu?
- Tradire? Io non tradisco Kuromi. Né ho mai tradito Orihime. Semplicemente mi sono stancata. – rispose, poi balzò su un altro albero – Ma lascerò che finiate voi questa questione. – concluse dileguandosi.

Ino fissò per un po’ il punto in cui era sparita.

- Sembra non sentirsi coinvolta. – intervenne Shikamaru –Agisce perché si era stancata della situazione, nonostante si dichiari estranea. –
- La verità è che non è affatto estranea. Orihime ha detto che Suzu desidera far finire tutto. È probabile che nemmeno lei conoscesse davvero Suzu però… in questo caso potrebbe aver avuto ragione. –
- Ino. Che vuoi fare? –
- Voglio sapere chi è la donna che ho visto quel giorno, 12 anni fa. E capire se è Suzu. Forse capirò perchè si comporta così. – disse avviandosi al laboratorio. – Suzu ha detto che Kuromi verrà qui. Voglio provare a fare una cosa, dopo. -




Kuromi camminava lentamente in mezzo all’oscurità del bosco.
Era sera ormai.
Suzu era chissà dove, ma non era una novità.
Se ne andava sempre in giro per conto suo.
Sinceramente anche lei era stupita dal comportamento del gatto. Era sempre disinteressata e pacata. Ma in passato era sempre con Orihime.
Non si sarebbe mai aspettata che proprio lei avrebbe ucciso quella ragazzina.
Continua a ripetere chi si è stancata. Ma si mostra impaziente di veder conclusa questa storia.
Kuromi non sapeva chi era Suzu. Lei ricordava il suo passato e anche Orihime. Ma Suzu no.

“ Suzu è sempre stata così. Ma finora non mi ha mai messo i bastoni tra le ruote. Ora invece… comincio a temere che possa giocare anche a me qualche brutto tiro. Meglio stare attenta… “

Entrò nel laboratorio, nella stanza dove Nao faceva tutti gli esperimenti.
Era la sua casa. In fondo al cuore sapeva che era triste e ambiguo considerare quel posto una casa però lo era. Era l’unica casa per lei.
Il suo sguardo si fece triste.
Si inginocchiò. Poco dopo cominciò a tremare e singhiozzare.
Sapeva che andare lì le faceva quell’effetto. Ma ci andava lo stesso tutti i giorni a vivere quell’attimo di debolezza assoluta.
Appena guardava i lettini, le macchine e i fogli degli appunti di Nao, Kuromi cominciava a piangere.
Perché anche l’ultimo legame della vita era stato reciso.
Ora, senza colei che le aveva dato la forza e le aveva tolto la sua natura umana.
Senza colei che aveva giurato di seguire… cosa avrebbe fatto?
Dopo essersi vendicata… cosa mai avrebbe potuto fare?
Sapeva bene che la sua vita, già senza significato, avrebbe perso ogni motivo di continuare.

Sembrava ironico… ma era conscia che la sua vita si sarebbe spenta con quella di Ino, anche se lei magari avrebbe continuato a vivere dopo essersi vendicata.

- Madre – sussurrò

- Kuromi… -

La ragazza si voltò di scatto. Dietro di lei una figura nell’ ombra. Kuromi non la vedeva bene.
Lunghi capelli dorati, occhi color del cielo… quello sguardo…

- Madre? –
- Kuromi. – ripeté la donna

A Kuromi si illuminò lo sguardo. Corse verso la donna, ancora in penombra.

- Madre! Sei proprio tu? Sei tornata da me? –

Sentì una mano accarezzarle la testa, lentamente.

- Si. perché tu sola mi sei fedele. E tu sola sei venuta da me. –

Kuromi cominciò a piangere.

- Non abbandonarmi mai più, madre. Rimani con me. Ti prego. – mormorava, priva di lucidità.

Andare al laboratorio le faceva quell’effetto… eppure ci andava ogni giorno.
Alzò la testa, con gli occhi lucidi. Lo sguardo felice e sereno, come quello di una piccola bambina.

- Oh madre! Tutto questo è per dimostrarti la mia gratitudine per avermi dato la forza! –
- Sei sicura che io ti abbia dato la forza, Kuromi? –
- Ma certo! Ora ho la forza tanto invidiata di mio fratello. Ne è valsa la pena portarlo da te per farci unire. Si, io e lui siamo uniti ora. E tu eri stata così felice di unirci. Però… quel giorno mi hai parlato dell’esperimento inverso, di quando hai diviso la forza di una sola persona in due… madre… Il tuo più grande esperimento qual’è? Io o lei? –

La donna si inginocchiò e fece appoggiare la testa di Kuromi sulle sue gambe, facendo cadere le lacrime di quest’ ultima sulla gonna..

- Tu sei l’unica che mi è rimasta. L’unica davvero degna di essere figlia mia. –

Kuromi sorrise. Poi sentì gli occhi pesanti e un forte mal di testa.

- Madre… ti vendicherò.. lo giuro… - bisbigliò prima di addormentarsi.
- Kuromi… -

Appoggiò delicatamente la ragazza per terra e si alzò, dirigendosi verso l’uscita del laboratorio.
Fuori c’era Suzu ad aspettarla.

- Notevole. Veramente notevole… -
- Sei rimasta ad aspettarmi, Suzu? – chiese

La donna, rimasta fin’ora in penombra si fece finalmente vedere.
Ma quello sguardo era lo stesso che aveva visto anche Kuromi.

- Non avrei mai pensato fossi capace di prendere il vestito della tua odiata madre e comportarti come lei per capire Kuromi… devo dirlo, ottima recitazione Ino. -
- Recitare la parte di chi non sono fa parte del mio lavoro di spia. Non è niente per me. –
- Sei sicura aver recitato la parte di chi non sei? –

Ino sorrise tristemente.

- Le somiglio davvero tanto? –
- Siete identiche, Ino. Soprattutto lo sguardo. Hai la stessa sua aura e prima ha parlato proprio come parlava lei. È quasi inquietante, sai?-
- Già… non dirlo a me… -

“ Anche se mi vuole uccidere… un po’ mi fa pena… ma in fondo non ne ho il diritto…. “

- Avresti potuto ucciderla, perché non l’hai fatto? Sei rimasta qui così a lungo.. –
- Ti sbagli. Sono andata al laboratorio per cercare una cosa, poi sono tornata indietro. –
- Una cosa? –
- Una cosa su Akira Mikihara. –
- Quindi? –
- Akira Mikihara era una nobile spodestata dal popolo. Le furono portati via i figli e ucciso il marito davanti ai suoi occhi. Poi scomparve. Si diceva fossa fuggita dal suo villaggio, il villaggio di Shiroi. Ti ricorda nulla? –

Suzu sembrava ascoltare con interesse. Un dubbio si fece strada nella sua mente.

- Non vorrai mica dire che… -
- Io vidi quella donna. Ho cercato gli appunti di mia madre, ho trovato la lista con tutti gli esperimenti che ha fatto. Ad Akira Mikihara fu esportato il cervello. L’esperimento è stato segnato come concluso. Ovvero andato a buon fine. Così sono andata a Konoha e ho cercato informazioni su questa donna. Suzu, io credo che Akira Mikihara sia tu. –

Il gatto fece una smorfia. Agitava nervosamente la coda.

- Non ci sono prove. E comunque non ricordo. –
- O non vuoi ricordare. Al villaggio di Shiroi era in corso una guerra civile, cominciata proprio 12 anni fa. A cominciarla fu proprio il marito di Akira Mikihara. Guarda caso è lo stesso villaggio in cui ho recuperato Shinji. –
- Cosa vuoi fare? Potrei essere quella donna, a allora? – esclamò furente.
- E allora… potrei riuscire a capirti di più… così come sto cercando di capire Kuromi. – rispose Ino tristemente.
- Perché? Kuromi ti vuole uccidere, io ho ucciso Orihime. Perché non ci uccidi e basta? –
- Kuromi è vittima di se stessa. –
- Appunto per questo! Non capisci che ormai non ha più nulla? Anche se ti uccidesse continuerebbe a soffrire, anzi starebbe ancora peggio. Dovresti ucciderla e mettere fine alla sua sofferenza! –
- Quindi è questo che volevi? Vuoi che io uccida Kuromi? Vuoi che uccida anche te per metter fine a tutto questo? –
- Tu hai la tua vita, Ino. Kuromi no. La sua vita era nostra madre. –
- E tu? –
- Io? Io non sono così ossessionata, non me ne importa nulla. –

Suzu guardò Ino, sembrò tranquillizzarsi.

- Io sono un gatto con il cervello umano. Per me, anche volendo, non ci sarà vita normale. Kuromi è troppo instabile per averne una. Orihime poteva e ha provato ad averla, ad avere una famiglia.
Potevo accettare di continuare a vivere insieme a loro. Poi Orihime se n’è andata. E tutto ha perso significato. Perché Kuromi l’avrebbe comunque uccisa, prima o poi, poi avrebbe ucciso te o sarebbe morta per mano tua. –
- Non possiamo proprio essere una famiglia. Già… però tu continuerai a essere tormentata. Vuoi che vi uccida tutti. E credo che prima o poi mi ritroverò a farlo. Perché voglio vendicare Orihime. E di certo non voglio essere uccisa da Kuromi.-

Ino si incamminò verso Konoha ma notò subito che Suzu la stava seguendo.
Si voltò sorpresa e il gatto le andò vicino.

- Non dirmi che ora ti allei con me! – esclamò stupita Ino

Suzu la guardò.

- Io non sono mai stata dalla parte di nessuno. Se ora vengo con te è perché ora come ora mi conviene. Tu e Kuromi vi scontrerete ancora, forse definitivamente. Io ti aiuterò. –
- Perché? –
- Perché poi potrai uccidere me. E tutto questo finirà. Poi vivi la tua vita, e non pensare più a noi. –

Ino si ritrovò suo malgrado ad andare a Konoha con Suzu.
E a pensare che fosse meglio così. Aveva ormai capito cosa passava per la mente di Suzu.
Voleva vivere con esperimenti come lei.
Poi quando Orihime le tradì perse ogni speranza di far parte di una famiglia. E cominciò a desiderare che lei, Kuromi e la stessa Orihime morissero.
Ha ucciso Orihime perché aveva perso la pazienza.
Ma Kuromi… doveva ucciderla solo lei, Ino, per poter liberare definitivamente la sua anima da un eterna ossessione.


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Capitolo un po’ confusionario… spero di aver spiegato bene cosa vuole Suzu.
Come avevo detto all’immancabile Akami, la mia sorella/cognata forever and ever, questo capitolo è stato lungo XD
Perché quando sono in crisi su un capitolo poi ci scrivo su un poema XD
Bhè è anche vero che, sapendo che stavo per finire Tenshi no Koe, ultimamente mi sono concentrata solo sull’altra fiction e solo ora che l’ho finita sono tornata su ‘le due metà’
Ma anche con questo dovremmo essere agli sgoccioli.
Spero stiate leggendo. Se ci siete, datemi un segno di vita, please.
  
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