Ecco
a voi un altro capitolo di Always.
Mi
dispiace aver tardato ad aggiornare, ma cercherò da adesso in poi di postare il
prima possibile!
Da
questo capitolo la situazione inizierà a sbloccarsi e… beh, non vi posso dire
nient’altro, solo
Buona
Lettura!!!
p.s. Mi raccomando, recensite!!!
Da quando era tornato a
casa per passare le vacanze estive, non riusciva a non pensare a lei.
L’aveva notata una sera, qualche
giorno dopo il suo ritorno, in un locale e aveva chiesto ai suoi amici chi fosse, ma nessuno sapeva il suo nome: per tutta la serata
aveva continuato a guardarla, era veramente una bellissima ragazza e poi, nello
stesso tempo, aveva un viso familiare.
Così decise di chiedere
chi fosse ad un ragazzo che lavorava lì e sembrava che la conoscesse.
Angelica gli aveva
risposto.
Conosceva solo una
persona con quel nome, quella ragazza che abitava accanto a lui, quella ragazza
timida e non così bella alla quale in tutti quegli anni non aveva mai rivolto
la parola.
Non poteva essere lei.
Quella ragazza era a dir
poco stupenda, estroversa, eppure aveva un viso che gli ricordava qualcuno.
All’uscita dal locale
decise così di seguirla con la propria macchina e quando si ritrovò nella
stessa via dove abitava lui, finalmente tutti i suoi dubbi furono appagati.
Quella notte non riuscì a
dormire molto: ogni volta che chiudeva gli occhi gli veniva in mente Angelica.
Lui ne aveva conosciute
tante di ragazze, e con la maggior parte di loro aveva avuto una “storia”, se
così si poteva chiamare; non c’era, infatti, una ragazza con la quale fosse
stato più di qualche settimana e della quale si potesse dire che fosse
veramente innamorato.
Soltanto una, una volta, quando ancora faceva il primo superiore, aveva
veramente catturato il suo cuore: erano bastati pochi attimi, pochi sguardi che
si fosse innamorato di lei.
Ma come succede anche
nelle più belle storie, alla fine, qualcuno deve soffrire, e in quel caso era
stato lui.
Aveva cercato di
dimenticare quella storia, e sembrava esserci riuscito, fino a quella sera.
Quella ragazza, Angelica,
gli aveva fatto provare le stesse sensazioni di quel
pomeriggio di tanti anni prima e questo un po’ lo spaventava. Da quella
volta, infatti, aveva deciso che non si sarebbe più innamorato, che non avrebbe
mai più sofferto in quel modo per amore, che si sarebbe solo divertito e non
avrebbe mai pensato alle conseguenze.
Sembrava esserci
riuscito, almeno fino a quando aveva rivisto Angelica.
Il mattino seguente, dopo
essere riuscito finalmente a dormire qualche ora, aveva pensato che si fosse trattato
solo di un sogno, anche perché quella notte era tornato a casa anche un po’
brillo; si era alzato e come tutte le mattine era uscito a correre.
Prima di superare la
soglia di casa però aveva esitato un attimo, pensando che forse quella ragazza
non fosse solo un sogno: ma aveva deciso comunque di uscire. Qualche passo e si
trovò di fronte quella casa.
Nessuna ragazza.
Soltanto un insolito
silenzio.
Ancora qualche passo
avanti e finalmente la vide: era appoggiata sulla ringhiera del suo terrazzo e
guardavo davanti a se, con uno sguardo quasi sognante ma nello stesso tempo
assente.
La fissò per qualche
istante, completamente preso dal suo sguardo e dalla sua bellezza, fino a
quando, come se si fosse accorta che qualcuno la stesse
guardando, Angelica si voltò.
Entrambi avevano lo
sguardo completamente perso nell’altro e nessuno dei due sembrava volesse far
terminare quel momento.
Angelica, però, che si
sentiva forse più imbarazzata di Gabriele, anche perché ormai era qualche
giorno che continuava a guardarlo quasi di nascosto, decise
di fare la prima mossa.
–Ciao-
Una semplice parola, che
nascondeva comunque dentro di se tutte quelle emozioni che in quel momento poteva
provare.
Gabriele, che ancora non
riusciva a credere che in realtà tutto quello che aveva provato la sera
precedente non fosse soltanto un sogno, esitò per
qualche istante prima di rispondere anche lui con un semplice ma nello stesso
tempo difficoltoso ciao.
Dopo quella semplice
parola pronunciata da entrambi sembrava fosse calato un eterno silenzio, anche
se in realtà era passato solo qualche secondo.
Gabriele, del canto suo,
non sapeva proprio cosa dir; poche volte era rimasto senza parole, ma di sicuro
quella era stata la più imbarazzante.
Angelica, invece, anche
se in un primo momento aveva quasi avuto paura a pronunciare quel semplice ciao,
cercò di sdrammatizzare la situazione.
–Se qualcuno adesso ci
vedesse, di sicuro ci scambierebbe per due personaggi shakespeariani,
non credi?-
Il ragazzo, infatti, si
trovava proprio sotto un balcone che ricordava molto il dramma di Shakespeare.
Gabriele però colse
subito il vero significato di quella battuta, appunto il voler allentare quella
circostanza piena di silenzi e imbarazzi.
–Per nostra fortuna i
nostri nomi non assomigliano nemmeno vagamente a Romeo o Giulietta-
Non appena pronunciate quelle parole non calò come prima un pesante
silenzio, anzi ambedue i ragazzi sorrisero e ambedue furono travolti dalla
bellezza del sorriso di chi gli stava di fronte.
Il momento però fu
piuttosto breve, interrotto dalla voce della madre della ragazza.
–Angelica, vieni. Dobbiamo
andare, faremo tardi!-
–Vengo, vengo-
Più si prolungava quella
situazione e più rassomigliava a Romeo e Giulietta e sia Angelica che Gabriele si ne erano accorti.
Non appena ebbe risposto
a sua madre, si voltò per guardare ancora quel ragazzo.
Fu lui però stavolta a
parlare per prima, benché in fondo gli dispiacesse che quella loro
“conversazione” fosse stata interrotta.
–Vabbè
ci vediamo. Ciao-
Aveva proprio detto “Ci
Vediamo”, non poteva crederci: il suo cuore aveva preceduto il suo cervello e
gli aveva fatto pronunciare quella specie di desiderio di rincontrarla.
Ma non gli dispiaceva
averlo detto e di sicuro non era dispiaciuto nemmeno ad Angelica sentirglielo dire.
–Ok.
Ciao-
Detto quello e dopo
avergli rivolto un altro sorriso, era rientrata. Lui invece, ancora per qualche
instante, era rimasto lì, nello stesso punto, quasi a ringraziare il destino di
quel incontro, anche se breve ma intenso per ciò che provava.
Non riusciva a crederci.
Le aveva parlato.
Ancora una volta aveva
capito che quella ragazza non sarebbe stata come le altre da lui conosciute,
sarebbe stata diversa e soprattutto lui, si sarebbe comportato diversamente.
Quella ragazza
rassomigliava molto a Sara, la persona che lo aveva fatto soffrire tanto tempo prima, soprattutto perché, dopo averla vista una
sola volta, non era scomparsa dai suoi pensieri: ma nel suo cuore sentiva che
lei era diversa, che non si sarebbe mai comportata in quel modo.
Sapeva poi che la doveva
rincontrare, doveva riparlare con lei, non poteva lasciarsela sfuggire, perché,
aveva capito e ne era certo, che lei fosse speciale.
Dopo questo
“primo loro incontro” lui aveva cercato in ogni modo di rincontrarla.
La sera, quando notava
che lei non era a casa, faceva il giro dei locali, sperando che fosse in uno di
quelli.
La maggior parte delle
volte la trovava sempre, si avvicinava a lei come per caso, come se fosse
passato lì per una semplice coincidenza e iniziavano a parlare.
Per entrambi non era importante
sapere dove fossero, se in una discoteca o in bar, se
per strada o dentro un negozio, l’importante era vedersi.
Era lui che si avvicinava
ogni volta a lei e le faceva sembrare tutto ciò solo
una coincidenza.
Ma Angelica lo sapeva
bene che non lo era.
Delle sue amiche le
avevano detto che per esempio la sera lui faceva il giro dei locali e proprio
per questo si faceva portare nei posti dove lui ancora non era stato e quindi
era proprio lei che creava queste circostanze molte volte.
Ma a nessuno dei due
interessava questo e lo avevano capito fin da quel primo loro incontro.
Oramai entrambi erano
presi l’uno dell’altro. Angelica non aveva più quella paura di
esprimere i propri sentimenti, perché dentro di se sapeva che anche quelli di
Gabriele erano autentici.
Gabriele, infatti, dopo
molto tempo aveva ricominciato veramente ad attaccarsi ad una persona e molto
probabilmente aveva anche iniziato ad amarla.
Ormai era passata tutta
l’estate e mancavano pochi giorni all’apertura delle scuole.
Per più di due mesi si
erano incontrati sempre “per caso”, avevano iniziato a conoscersi e entrambi
avevano capito i sentimenti che provava l’uno per l’altro.
Di una cosa però non
avevano tenuto conto: dell’intensità di ciò che provavano.
Gabriele a differenza di
Angelica, aveva già provato un sentimento simile e dentro di se sapeva che
quello che provava adesso forse era ancora più forte.
E proprio di questo si
trattava.
Lui aveva sofferto in
precedenza e per tanti anni non aveva voluto avere delle storie serie proprio
per questo.
Adesso però, benché
sapesse che lei non avrebbe mai potuto farlo soffrire, dentro di se provava
ancora un po’ di timore, ma cercava di non farglielo capire.
Comunque benché di sera fossero
spesso insieme e spesso si incontrassero anche durante il giorno, né Gabriele
né Angelica avevano chiesto un appuntamento o qualcosa di simile all’altro:
sapevano che stavano bene insieme, sapevano quello che provavano reciprocamente,
ma nessuno dei due prendeva l’iniziativa.
Almeno fino a quando una sera entrambi capirono di essere l’uno dell’altro.
Spero
che anche questo secondo capitolo vi sia piaciuto.
Lo
so, l’ho interrotto sul più bello.
Sappiate
però che cercherò di aggiornare presto.
Un’
ultima cosa.
Anche
se può sembrare che questo sia una specie di penultimo capitolo, in realtà non
lo è.
Gabriele
ed Angelica per essere veramente felici dovranno superare anche degli ostacoli.
Sapete
come si dice no?
Non
v’è rosa senza spine!
Per
adesso vi saluto e vi chiedo ancora di recensire, magari sempre oltre che con
commenti anche con suggerimenti sullo stile e la trama. A presto!
AngelOfLove