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Autore: Francy_92    21/03/2013    2 recensioni
[Dal capitolo 11]
«Sei una pessima attrice, lo sai?» disse Nicholas ridendo. Era comunque una risata stanca.
«Perché?»
«“Stamattina mi sono svegliata con una brutta tosse”? Non avevi una scusa migliore?»
«Ehi, non prendermi in giro. È la prima cosa che mi è venuta in mente»
«E il colpo di tosse poi. Sei proprio pessima come attrice, lasciatelo dire»
«Grazie mille. Quasi quasi telefono di nuovo e dico che sto meglio»
«No, scherzavo» disse Nicholas uscendo la testa da sotto il cuscino e prendendo Brianna per i fianchi.
«Grazie per aver mentito»
«Figurati. Tutto per te!»
«Ti amo» le disse Nicholas.
Spero che vi abbia incuriosito almeno un pò... Per scoprire il resto... prego... entrate xD
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 38

 
Sembrava che quell’estate non dovesse finire mai, invece, Brianna si ritrovò a vivere quei giorni come se lei fosse rimasta immobile e tutto intorno a lei si muovesse alla velocità della luce.
«Tutto bene?» le avevano chiesto Abigail e Nicholas quando stavano per imbarcarsi per ritornare in Italia.
Abigail avrebbe trascorso un paio di giorni a casa sua e poi sarebbe salita da Brianna a Milano.
Lei, comunque, aveva sempre risposto che stava bene e che quell’estate era passata in un batter d’occhio.
«Quando il tempo lo trascorri con le persone che ami, passa subito. È una crudeltà, ma è veramente così» le aveva risposto Abigail.
Nicholas aveva optato per qualcosa di più… romantico?
«Avremo modo di prolungare la nostra estate, non preoccuparti. Non mi scappi più» terminando la frase Nicholas si era messo a ridere, ma Brianna non sapeva se sentirsi lusingata o terribilmente spaventata.
Quello che odiava più di tutto erano i progetti a lungo termine. Adesso che tornavano in Italia, Nicholas che intenzioni aveva? Preferì distogliere la mente da quei pensieri.
Se l’estate era passata velocemente, quelle diciotto/diciannove ore di volo dall’Australia all’Italia sembravano non passare mai. Brianna guardava l’orologio dell’aereo e sembrava che quei minuti non volessero passare mai.
«Sicura di stare bene?» le chiese Nicholas.
«Si, si sto bene»
«Cos’è che ti preoccupa?»
Doveva mentirgli e sperò di non tradirsi con la sua espressione «L’università»
Fortunatamente il suo sguardo accompagnava le sue parole.
Nicholas alzò un sopracciglio. Non capiva…
«Non so se sono in grado di farcela»
«Ma certo che sarai in grado di farcela. Cos’è che ti preoccupa davvero?»
Per un momento Brianna ebbe paura che si riferisse a qualcos’altro; forse era davvero così, ma Brianna continuò a mentire.
«Mi preoccupa il fatto di non riuscirci perché è passato troppo tempo da quando ho finito il liceo»
«Secondo me ti preoccupi per nulla»
«Si, può darsi…» Brianna non volle aggiungere altro. Meglio chiudere lì quella menzogna.
Non le piaceva mentire a Nicholas, ma per il momento era costretta a farlo. Ne avrebbero discusso non appena fossero arrivati a casa. Non voleva che gli altri passeggeri venissero a conoscenza dei loro problemi o delle paura di Brianna.
Quando sembrava che il tempo non passasse mai, il comandante annunciò che erano arrivati a Milano e che si stavano preparando per l’atterraggio; nel frattempo si erano accese le luci che informavano i passeggeri di allacciare le cinture.
«Finalmente» disse Brianna.
«Stanca di viaggiare?» la punzecchiò Nicholas.
«Più che altro, vorrei farmi una passeggiata di qualche chilometro. Magari torniamo a casa a piedi. Credo sia abbastanza per sgranchirsi le gambe»
«Per me, credo sia esagerato» rispose Abigail che si era appena svegliata.
«Ah, buongiorno, anche se dovrei dire buonasera? Non ci sto capendo niente. Che ore sono?»
«Sono le dieci di sera» rispose Nicholas.
«Ah bene, arriverò a casa a notte fonda» disse Abigail.
«Sei sicura di non volerti fermare da noi e poi parti qualche altro giorno?»
«No, ma grazie. Mi aspetta tu sai chi. Non mi vede da un bel po’»
«Va bene. Ci vediamo tra qualche settimana allora»
«Certo!!»
Le due amiche si abbracciarono così forte da far mancare il respiro. Non perché l’abbraccio fosse troppo forte, semplicemente perché stavano così bene che quel momento toglieva davvero il respiro.
Purtroppo durò poco. L’aereo sobbalzò e cominciò a frenare. Quando furono davvero in territorio italiano Nicholas e Brianna, dopo aver preso le valigie, accompagnarono Abigail al suo imbarco.
Anche lì, un abbraccio da mozzare il fiato.
«Ti voglio bene» disse Abigail.
«Te ne voglio anche io, tanto» rispose Brianna.
«Ciao Nicholas. Trattamela bene!»
«Ciao Abigail. Puoi contarci»
Tra pianti e arrivederci Abigail salì su un altro aereo e Brianna e Nicholas presero un taxi per tornare a casa.
«Non possiamo andare a piedi?» scherzò ancora Brianna.
«Se non fosse per le valigie, camminerei volentieri anche io»
«Mica le porti in spalle»
«No, ma odio il rumore delle rotelle sull’asfalto»
«Io lo amo… Mi fa sentire bene»
«Tu sei tutta particolare»
«Grazie» rispose lei, scoccandogli un bacio sulle labbra di lui.
A Nicholas piacque quel gesto, così poggiò una mano sulla guancia di lei e prolungò quel bacio, che finì nel momento in cui il tassista li informò che erano arrivati.
Brianna sorrise nel buio e Nicholas disse «Dai»
Dopo aver preso le valigie dalla macchina, Brianna aprì la porta. Nicholas entrò per primo e quando accese la luce, rimase immobile. Brianna entrò e lo guardò.
«Che c’è?» gli chiese.
«È tutto diverso qui»
«No, a parte il quadro, quel manichino da torturare e qualche tenda nuova, è tutto come prima. Ti sembra diverso?»
«Non saprei. Ho avuto questa sensazione»
«Forse perché non entri qui da parecchio tempo»
«Si forse è per questo»
«Sistemeremo le cose domani. Vieni con me» disse lei guidandolo in camera da letto.
«Oh no, mi stai portando nella stanza dove hai ucciso il mio povero quadro»
Brianna scoppiò a ridere «L’avevo pensata un po’ più romantica di così, ma si, stiamo andando là. Comunque te lo ricompro, sta tranquillo» disse lei continuando a ridere.
Quando Nicholas entrò non poteva credere ai suoi occhi.
Quel povero quadro era completamente distrutto. Un po’ di vernice qua e là, qualche taglio e un po’ di scarabocchi.
«Mi viene da piangere» disse triste lui.
«Su, su» disse lei, avvicinandosi e togliendogli la maglietta.
Nicholas iniziò a baciarla. «Anche se hai distrutto il mio quadro preferito, sappi che ti amo lo stesso»
«Bene» disse lei ridendo. «Ah, devo dirti una cosa. Credo ti piacerà»
«Non puoi dirmela dopo?»
«No…»
Nicholas si fermò e la guardò negli occhi Dimmi»
Brianna cominciò a sorridere e Nicholas la guardò di traverso. «Brenda ha partorito»
«Davvero? Ma è fantastico!»
«Si, lo è. Non lo è andare fino alle Hawaii per andare a trovare loro e la bambina»
«Una femminuccia?»
«Si»
Nicholas si buttò sul letto e cominciò a fissare il soffitto. Brianna gli si distese accanto e disse «A che pensi, Nicholas?»
«Niente, solo che Sam è un ragazzo davvero fortunato»
«Tempo al tempo» rispose lei, non perché volesse fare un figlio, semplicemente per rassicurarlo.
«Lo so. Quando vuoi partire?»
«Oh Dio! Non voglio sentire il verbo partire per almeno un mese! Sono stanca»
«Ok allora, il cinque febbraio ne riparliamo»
«Va bene. Adesso è meglio che vado a sistemare un po’ di cose»
«E no dai, avevamo iniziato così bene» si lamentò Nicholas.
Brianna ritornò sul letto e lo abbracciò.
«Questo è il massimo che posso darti» scherzò lei.
«Grazie»
«Figurati!»
Anche se era molto tardi, Brianna cominciò a disfare le valigie. Avrebbe dovuto fare più di una lavatrice.
«Voglio cambiare la disposizione dei mobili»
Nicholas, che stava guardando un po’ di tivù sul divano, la guardò e disse «Stai scherzando?»
«No, per niente!» disse seria lei.
«Cavolo, non ho nemmeno detto ai miei che sono qui!»
«Non cambiare argomento»
«Non sto cambiando argomento»
«Si invece. Va bene, ho capito. Io vado a letto»
Nicholas sorrise e, molto velocemente, spese la tv e la raggiunse in camera da letto.
La abbracciò da dietro e le baciò il collo «Ti amo»
Lei si voltò e gli disse «Che c’entra questo?»
«Niente, con quello che mi hai detto poco fa, ma voglio dirtelo sempre. Ti amo e voglio che tutti lo sappiano. Voglio che diventi mia moglie Brianna»
Brianna aveva paura di quella richiesta, ma anche lei voleva che tutti sapessero che erano innamorati.
«Io?» fu l’unica cosa, stupida fra l’altro, che riuscì a dire Brianna.
«Vedi qualcun’altra nei paraggi?» chiese lui.
«Voglio dire, io tua moglie? Non…»
«Non accetto un no come risposta»
«Nicholas…»
«No, lascia stare. Non voglio sentirtelo dire» disse lui, stendendosi sul letto e dandole le spalle.
«Aspetta, fammi finire» cercò di dire lei per porre rimedio, ma Nicholas non l’ascoltava. Sembrava che stesse già dormendo.
Anche Brianna, scoraggiata, si distese sul letto e provò a prendere sonno, ma niente… L’una, le due, le tre… non riusciva a dormire. Si alzò e andò in cucina.
Per tutto quel tempo aveva pensato a quello che le aveva detto Nicholas. Le stava chiedendo davvero di diventare sua moglie? A quanto pare si. Anche lei voleva diventarlo, ma allora perché non riusciva a dirgli “si”.
Spense la luce della cucina e mentre stava ritornando in camera da letto, si ritrovò davanti Nicholas.
«Ehi…» disse lei «Mi hai spaventata»
«Scusa, non volevo»
«Che ci fai alzato?»
«Ho visto che non eri a letto e poi la luce della cucina accesa. Va tutto bene?»
«No, non va tutto bene»
«Non ti chiedo nemmeno quello che hai?»
«Nicholas, puoi ascoltarmi per favore?»
«Dimmi»
«Non è te che sto rifiutando, semplicemente non credo che il matrimonio possa cambiare qualcosa»
«Non ti capisco, davvero. Non riesco a capire questo tuo modo contorto di ragionare»
«Nicholas, non voglio litigare»
«Nemmeno io, anzi avevo idee ben diverse, però è andato tutto storto. Pensavo che anche tu lo volessi»
«Hai davvero bisogno del matrimonio?»
«No, ma mi sarebbe piaciuto vederti vestita per l’occasione»
«Grazie, ma non possiamo sposarci solo perché tu vuoi vedermi con l’abito bianco» disse lei avvicinandosi a Nicholas che si era appoggiato alla porta della camera da letto «Non abbiamo bisogno di essere sposati per amarci come già facciamo»
Nicholas la fissò di traverso «Mi dici una cosa?»
«Si» rispose lei.
«Perché no? Mi hai detto che non abbiamo bisogno di sposarci, ma perché?»
Brianna si allontanò, ma Nicholas la fermò prendendole un braccio. «Perché?» le chiese di nuovo.
«Perché ho paura»
«Paura di che?»
«Paura che il matrimonio mi soffochi, che sia qualcosa che non riuscirò a reggere»
«Capisco» disse lasciandola ed entrando in camera da letto.
Brianna odiava litigare con Nicholas, soprattutto per quei motivi. Non le andava nemmeno di dormire a letto con lui, anche se voleva tanto abbracciarlo e fare l’amore con lui.
Si distese sul divano e copertasi con un plaid riuscì finalmente a prendere sonno.
Verso le prime luci del mattino, Nicholas aprì gli occhi. Si sentiva in colpa per come aveva trattato Brianna quella notte. Si sentiva in colpa perché la stava costringendo a fare qualcosa che non voleva. Si voltò per svegliarla e chiederle scusa, ma non c’era. Si alzò e uscì dalla camera. La vide sdraiata sul divano. Teneva stretto il plaid al petto. Quella sera aveva fatto parecchio freddo. La prese in braccio e la portò in camera da letto e la fece coricare dove aveva dormito lui; lì il letto era più caldo. Quando lui la coprì, lei aprì gli occhi e sussurrò «Ti amo Nicholas e mi dispiace»
«Non preoccuparti. Dispiace tanto anche a me» disse e si alzò dal letto, ma Brianna lo afferrò per la maglietta.
«No, rimani qui»
«Certo» Nicholas si distese accanto a lei e l’abbracciò forte.
«Odio litigare con te» disse lei.
«Adesso che so come la pensi, non te lo chiederò più»
«Magari tra qualche anno, ok?»
«Prenderò nota» disse sorridendo lui e la baciò.
«Voglio rimanere tutta la mattina con te, qui. Hai da fare?»
«Si, ho degli appuntamenti, ma rimanderò»
«No, non voglio che rimandi»
«Anche io voglio stare con te, quindi rimanderò»
«Possiamo stare insieme sempre, va a quegli appuntamenti» disse Brianna con poca convinzione.
Nicholas la guardò un momento e poi la baciò. Stavolta con più passione.
«Non vedo l’ora che arrivi stasera»
Brianna sorrise e lo baciò di nuovo. Quando Nicholas lasciò la camera da letto, capì che non avrebbe più potuto prendere sonno, quindi andò in cucina e preparò qualcosa da mangiare, anche se non aveva molta fame.
Notò anche che non c’era molta scelta, quindi decise che quella mattina sarebbe andata a fare la spesa. Le piaceva passare del tempo all’interno del supermercato. La faceva sentire libera, indipendente e l’aiutava a pensare.
Mentre sistemava la cucina, spuntò Nicholas mentre si sistemava la cravatta «Perché ti sei alzata? Potevi rimanere a dormire un altro po’» disse lui.
«Non ho più sonno»
«Che farai stamattina?»
«Credo che andrò a fare un po’ di spesa e poi ho intenzione di andare da tua madre»
«Ah, vero, mia madre. Dille che una sera di queste andiamo a cena da loro»
«Certo» disse Brianna.
«Sei sicura di stare bene?»
«Non lo so. Mi sento strana»
Nicholas si avvicinò a lei e le cinse i fianchi con le braccia «Se vuoi posso rimanere con te»
«No, davvero. Potrebbe passare subito e se fosse così tu perderesti un giorno di lavoro. Dai vai!»
«Va bene. Ah, ma poi hai pensato all’università?»
«Si, non sono nemmeno sicura di volerci andare»
«Come no?»
«Non lo so. In fondo ho tutto ciò che ho sempre desiderato e non mi è servita la laurea per realizzarlo. Mi va bene così»
«Pensaci bene»
«Lo farò» disse lei baciandolo sulle labbra.
Per tutta risposta lui la baciò con più vigore e l’abbracciò forte «Mi è mancato tutto questo» disse lui.
«C’era Amber a farti passare questi momenti!»
«Non credo proprio. Non eravamo soliti fare così»
«E cosa eravate soliti fare?» chiese ridendo Brianna.
«Non farti strane idee. Non parlavamo come facciamo noi. Non condividevamo quasi nulla. Solo il letto!»
«Ok, basta. Non voglio sapere più nulla»
Nicholas scoppiò in una risata e disse «Vado. Ci vediamo più tardi»
«Ok. Buon lavoro»
«Grazie. Ti amo» disse uscendo dalla cucina.
«Ti amo» rispose lei. Due secondi e Nicholas uscì di casa.
Bene, casa libera. Ora era da sola. Che fare?
Erano ancora le otto e le sembrava un po’ presto per uscire.
Iniziò a sistemare un po’ casa. Diede una ripulita a tutto, perché c’era uno spesso strato di polvere su quasi tutti i mobili.
Erano le dieci e aveva già finito di pulire e sistemare tutto.
La sera prima aveva deciso di cambiare la disposizione dei mobili, ma Nicholas l’aveva guardata male.
Se lui non l’avesse aiutata, l’avrebbe fatto da sola: infatti… Aveva spostato armadi, la parete dove teneva tutti i suoi libri del soggiorno, la tv, i divani.
Le faceva male un po’ la schiena, ma ne era valsa la pena. Adesso sembrava più bella casa sua.
Andò a farsi una doccia e uscì.
Fece la spesa in quattro supermercati diversi e aveva la macchina strapiena di cose da mangiare. Forse potevano non fare la spesa per un mese o due.
Purtroppo era già troppo tardi per andare da Teresa e Nicholas sarebbe tornato a momenti.
Quando tornò e dopo un’iniziale fatica nel portare tutti i sacchi della spesa dentro casa, iniziò a sistemare tutto quello che aveva comprato. Non riusciva nemmeno a chiudere gli sportelli. Proprio mentre stava lottando contro un cassetto che non voleva chiudersi, entrò Nicholas. «Per caso ho sbagliato appartamento?»
«No, vai bene» disse lei con voce forzata.
«Ma che stai facendo?» le chiese lui, vedendo la scena. Brianna che con la coscia cercava di chiudere il cassetto e le mani che stipavano il contenuto, cercando di farci entrare più roba possibile.
«Meno domande e più aiuto, grazie»
Nicholas andò ad aiutarla e togliendo un paio di pacchi di caramelle e patatine riuscì a chiudere il cassetto.
«Molte grazie, questo ero capace di farlo anche io»
«Figurati» disse ridendo lui. «Ma si può sapere che hai fatto stamattina? Non dovevi andare a fare la spesa o qualcosa del genere?»
«E questa che ti sembra?» disse lei indicando tutte le buste sparse per il pavimento.
«Pensavo avessi svaligiato i supermercati»
«A-ah spiritoso» disse lei andandogli incontro e abbracciandolo. «Mi sei mancato»
«Anche tu» rispose lui accarezzandole la schiena e baciandole il collo. «Alla fine hai cambiato la disposizione dei mobili, eh?»
«L’ho detto e dovevo farlo»
«Avresti potuto farti male»
«Ma non è successo. Mi aiuti con tutte queste cose?»
Nicholas prese alcune delle cose che stavano nei sacchetti e si guardò intorno «Non so dove metterli»
Brianna rise «Lascia stare. Fai una cosa utile»
«Cosa?»
«Chiama i tuoi e di loro che li invitiamo a pranzo»
«Oggi?»
«Secondo te?»
«Ma volevo stare con te»
«Lo so, ma non sono mai stati qui. Cioè tua madre si, ma in momenti che preferirei dimenticare»
«Ah, capisco» disse lui guardandola.
Seguirono attimi di silenzio «Allora?» disse lei.
«Sono felice di essere qui con te»
Brianna si avvicinò a lui con un pacco di pasta «Anche io» e gli sbatté la busta sul petto.
«Grazie» rispose lui ridendo.
«Dai chiamali. Io preparo»
 
Circa mezz’ora dopo i genitori di Nicholas si presentarono alla porta di casa. Brianna stava cercando di non far bruciare nulla, quindi dovette lasciare i fornelli a Nicholas per poter salutare Teresa e Greg.
«Ciao Teresa» disse amorevolmente Brianna abbracciandola.
«Greg» disse, abbracciando anche lui.
«È bello rivederti Brianna» disse l’uomo.
«Grazie. È bello anche per me. Dai, fate come se foste a casa vostra, io vado ad aiutare Nicholas»
«Si, si, vai!»
Brianna lasciò Teresa e Greg in soggiorno, mentre Nicholas stava quasi per ustionarsi con una pentola.
«Ok, lascia fare a me. Vai di là. Ci penso io qui»
«Sicura?»
«Sicurissima»
«Va bene. Bacio»
Brianna gli scoccò un bacio sulle labbra e non molto soddisfatto Nicholas ritornò dai suoi genitori.
Nicholas sperava che, dopo pranzo, se ne ritornassero a casa loro, invece Brianna aveva iniziato a prendere discorsi di vestiti, e quindi, con Teresa iniziarono a programmare la nuova linea autunnale.
Suo padre invece gli snocciolava aneddoti riguardo il loro lavoro, ma Nicholas non ascoltava. Era come se si trovasse in un mondo ovattato. Non sentiva nessuno, guardava soltanto: Brianna. Quando lei se ne accorse, gli fece l’occhiolino e sorrise. Il cuore di Nicholas ebbe un paio di sussulti, che furono sufficienti per dire
«Mamma, papà. Vi dispiacerebbe lasciarci da soli?»
Brianna lo guardava, ma non riusciva a capire il significato di quelle parole «Che fai Nicholas?»
Lui non l’ascoltò.
«Si certo» disse Teresa. «Tesoro, ci vediamo in negozio la prossima settimana»
«Brianna, grazie per il pranzo. Sei un’ottima cuoca. È stato bello rivederti»
«Grazie Greg, ci vediamo presto»
«Ciao figliolo» disse lui rivolto a Nicholas.
«Ciao papà»
Quando Nicholas chiuse la porta di casa Brianna disse
«Ma perché li hai mandati via?»
Nicholas non rispose, la prese in braccio e cominciò a baciarla «Te l’avevo già detto che avevo voglia di stare con te»
«Si, ma c’è tutto stasera»
«Adesso abbiamo a disposizione anche il pomeriggio. Anzi spegni il tuo cellulare, per favore. Non voglio che ci disturbi nessuno»
«Mi fai paura»
«Non averne» disse lui e riprese a baciarla. La portò in camera da letto e chiuse a chiave.
«Ti amo Nicholas»
«Ti amo da impazzire» disse lui.
«Questo è il nostro lieto fine?»
«Solo noi possiamo stabilirlo. Tu vuoi che sia il nostro lieto fine questo?»
«Io si, e tu?»
«Si, lo voglio»
«Dammi un pizzicotto, perché non ci credo che sei qui con me» disse lei e nel frattempo gli occhi cominciarono ad appannarsi.
«Ehi, ehi…» disse lui abbracciandola.
«Scusa, è che ti ho desiderato così tanto negli ultimi mesi che non mi sembra vero»
«Lo è Brianna»
Lei lo abbracciò ancora più forte. Aveva bisogno di sentire che era lì e che non se ne sarebbe più andato.
 
«Perché sei così raggiante stamattina?» le chiese Amanda quando la vide entrare in negozio.
«Non si può essere felici di prima mattina?» chiese Brianna.
«Di solito si, ma se lo sei tu, è successo qualcosa»
«No, tranquilla, non è successo niente. Sono solo contenta di ritornare a lavorare»
«Sei l’unica» disse Amanda guardandola di traverso.
Brianna e Amanda passarono tutta la mattinata a disegnare e a scegliere i tessuti per la nuova collezione.
Anche se era felice di ritornare a lavoro non vedeva l’ora di ritornare a casa. «Amanda, chiudi tu? Io devo scappare»
«Si, non preoccuparti. Ci vediamo pomeriggio»
«Grazie mille. A più tardi»
Uscì dal negozio e compose il numero di Abigail.
«Ehi straniera» rispose lei.
«Ciao Ab, come stai?»
«Bene, tu?»
«Una meraviglia»
«Che succede?»
«Niente di che» rispose lei ridendo.
«Non mi freghi cara signorina. Dai, dimmi che succede. Non mi lasciare così sulle spine»
«Fammi salire in macchina e ti racconto tutto»
«Ok, ma sbrigati»
«Ecco, ci sono. Allora… La settimana scorsa, quando siamo tornati, abbiamo passato il primo pomeriggio insieme, insieme»
«Ok, ho capito cosa intendi per insieme, insieme. Va avanti»
«Beh, mi sono accorta che ho un ritardo di qualche giorno»
«Che cosa?» disse Abigail ridendo.
«Hai capito benissimo»
«Ne sei sicura?»
«Non lo so, non ho avuto il coraggio di fare il test»
«Devi farlo Bri e poi andare da un ginecologo»
«Ho appuntamento oggi pomeriggio con la dottoressa»
«Ah bene. Sei felice?»
«Si, cioè rispetto alla prima volta, sta accadendo tutto molto lentamente. Meglio così. Mi sento più preparata adesso, anche psicologicamente»
«Meglio così. Ah  mi raccomando fammi sapere appena sai qualcosa»
«Certo. Adesso chiudo. Sono arrivata e Nicholas è davanti casa. Dovrei cercare di non far capire nulla»
«Bella missione, ma buona fortuna»
«A-ah, grazie. Ci sentiamo più tardi»
«Ok, a più tardi»
Brianna chiuse la comunicazione e scese dalla macchina. Nicholas le andò incontro e la baciò. Non aveva idea che forse la sua vita stava per cambiare, di nuovo.
Se era davvero, quella parola con la “i”, si sarebbe trovata un po’ in difficoltà nel dirglielo.
«Ciao» disse lei.
«Ciao» rispose lui. «Entriamo dentro»
«Com’è andata oggi a lavoro?»
«Al solito. Niente di entusiasmante. A te?»
«Abbiamo scelto i tessuti per la nuova collezione»
«Ah, questo si che è interessante»
«Posso assumerti se vuoi»
«Magari…»
Brianna sorrise «Come mai a casa così presto?»
«Non c’era molto da fare e ho deciso di venire prima, così avrei potuto preparare il pranzo»
«Chi tu? Meno male che sono arrivata in tempo» scherzò lei, ma quando entrò in cucina restò sbalordita.
C’era una tavola super imbandita. «Hai preparato davvero tutto tu?»
«Si»
«Oh, amore. Grazie» disse lei; si voltò e lo baciò.
«Figurati»
Rimasero molto tempo a baciarsi. «Dai, mangiamo altrimenti si raffredda tutto» disse Nicholas.
Dopo aver pranzato Brianna pulì e sistemò la cucina insieme a Nicholas e, dopo aver finito, entrambi si misero sul divano. «Grazie per oggi»
«Grazie a te per averlo permesso»
Intorno le tre del pomeriggio Brianna, che si era addormentata, si svegliò e chiamò Nicholas, che era già sveglio e la fissava. «Che c’è?» gli chiese lei.
«No, niente. Mi piace guardarti dormire. Sei così tranquilla»
«Perché non lo sono quando sono sveglia?»
«Non direi» scherzò lui.
«Grazie mille» disse lei dandogli un pizzicotto sul braccio.
«Ahi, mi hai fatto male»
«Te lo meriti. Comunque io adesso vado»
«Ma è presto»
«Lo so. Devo andare a prendere alcune stoffe»
«Ma non può andarci qualcun altro?»
«Tocca a me decidere quale prendere»
«Ah, allora, ci sentiamo più tardi»
«Certo» disse lei baciandolo.
«Stai attenta» gridò lui.
«Come sempre»
Brianna uscì di casa contenta che Nicholas avesse creduto a quella bugia. Odiava mentirgli, ma in un modo o nell’altro quella sera gli avrebbe detto la verità.
Quando arrivò davanti lo studio della dottoressa, improvvisamente si sentì assalire dall’ansia, ma fece un respiro profondo ed entrò.
Non c’era nessuno in sala d’attesa, quindi appena la dottoressa la vide, la fece entrare.
Dopo circa un quarto d’ora avevano già finito e la dottoressa sapeva, con certezza, se lei fosse incinta o no, ma non diceva nulla.
«Per favore, dì qualcosa» disse Brianna.
«Sei pronta stavolta?»
«Allora è vero?»
«Si. Sei incinta»
Brianna cominciò a ridere e si distese sul lettino. E ora come lo diceva a Nicholas? «Brianna?»
«Si, si. Sto bene»
«Sei pronta?»
«Si, sono pronta»
«Bene. Ti ho prescritto delle vitamine. Prendile durante i primi mesi. Voglio vederti esattamente tra un mese»
«Certo. Ci vediamo»
Brianna uscì dallo studio e salì in macchina. Non sapeva se andare a casa o in negozio. Decise di andare in negozio. Quella sarebbe stata la serata perfetta per parlare con Nicholas.
Sarebbe stato difficile non farne parola con Amanda o Teresa, ma dovevano saperlo prima Abigail, poi Nicholas e insieme i loro genitori. Sua madre non era mai salita a Milano e quella sarebbe stata un’ottima occasione.
Quando arrivò in negozio non c’era ancora nessuno. Decise di chiamare Abigail per informarla.
A quanto pare l’amica aveva il telefono a portata di mano, perché rispose al primo squillo «Allora?»
«Buon pomeriggio anche a te»
«Lascia perdere! Sei incinta o no?»
«Si, lo sono…»
Seguirono diversi urli e gridolini di gioia. «Ah che bello. Lo dicevo io! Che bello non vedo l’ora che ti si veda la pancia…»
«Mi fai paura Abigail»
«Quale paura, qui bisogna festeggiare»
«Lo faremo quando salirai con i miei genitori»
«Quando?»
«Ti chiamerò per dirtelo»
«Sono troppo contenta per te, Brianna»
«Grazie, ora manca dirlo a Nicholas»
«E al resto delle vostre famiglie»
«Si, ma ci penseremo più in là»
«Fai le congratulazioni anche a Nicholas, mi raccomando. Fammi sapere come la prende»
«Io spero che la prenda bene, però sai, non si può mai sapere»
«Non essere sempre pessimista»
«Ci provo. Comunque adesso vado che cominciano ad entrare i clienti»
«Ok, ci sentiamo. Un bacio e ancora auguri»
Brianna sorrise e disse «Grazie»
Nonostante avesse un po’ paura di affrontare Nicholas quella sera, non vedeva l’ora di ritornare a casa e quelle ore sembravano non passare mai. Per fortuna c’erano abbastanza clienti e questo le era bastato per distrarla, ma quando erano arrivate le otto, chiuse il negozio, visto che era rimasta sola, e si diresse verso casa.
Entrando aveva visto la luce della camera da letto accesa. Ok, Nicholas era a casa, infatti: stava lavorando al suo computer.
«Bentornata» disse lui guardandola.
«Grazie. Che fai?»
«Niente di che. Sto sistemando alcune cose»
«Capisco. Posso parlarti un attimo?»
«Certo»
Brianna si avvicinò al letto e si sedette accanto a lui.
Non sapeva da dove iniziare «Nicholas, io ho davvero paura di dirti quello che sto per dirti, ma devo farlo»
«Che cos’è successo?» chiese lui preoccupato.
«No, niente di grave, anzi… è solo che non è facile»
«Arriva al punto»
«Sono incinta» disse tutto d’un fiato lei. Aspettando, sempre con il fiato sospeso, la reazione di Nicholas.
Passarono circa dieci secondi e Nicholas si rilassò e disse «Davvero?»
«Si»
«Wow» disse lui sdraiandosi sul letto e fissando il soffitto.
«Wow? Non hai nient’altro da aggiungere?»
«Ti amo!» disse lui mettendosi nuovamente a sedere.
«Questo lo sapevo, ma sei contento?»
«Certo che lo sono sciocchina» così dicendo Brianna si rilassò e questo lo notò anche Nicholas. «Ecco cosa ti spaventava»
«Già»
«Non sarà come prima» la rassicurò lui.
«Lo so» disse lei baciandolo.
«Non ci posso credere, stiamo per avere un bambino»
«Si, ma non ora»
Nicholas sembrava non ascoltarla. «Quando l’hai scoperto?»
«Qualche giorno fa, cioè l’altro ieri. Oggi ne ho avuto la conferma»
«Sono felice» disse sorridendo lui.
«Mi fa piacere sentirtelo dire, davvero»
Nicholas l’abbracciò e la baciò. «Ti amo»
«Anche io, tanto»
«Che ti va di mangiare?»
«Pizza?»
«Aggiudicato!» disse ridendo Nicholas.
Dopo aver mangiato pizza e guardato un film, Brianna andò a stendersi sul letto. Cominciò a guardare la pancia e non vedeva nessun gonfiore, anche se sapeva che sarebbe durato poco.
Nicholas, entrando in camera, la vide fissarsi la pancia.
«Non si vede nulla»
«Ancora per poco»
«Non vedo l’ora»
«Ma tutti non vedete l’ora di toccarmi la pancia?»
«Tutti?»
«No, solo tu e Abigail»
«Lo sa?»
«Si, prima di te» disse lei.
Nicholas, adesso, non sapeva come comportarsi. La fissava e non riusciva a fare altro. Brianna se ne accorse e disse «Puoi toccare, ascoltare, fare quello che si fa di solito»
«Non è strano?»
«Non più del normale. Non preoccuparti, puoi sentirti spaventato»
«Non lo sono»
Brianna lo guardò di traverso «Ah no?»
«No… ok, solo un po’»
«Non nascondermi nulla, ok?»
«Va bene» Nicholas avvicinò la mano e l’appoggiò sulla sua pancia «Che strano… Giorno dopo giorno crescerà sempre di più»
«Già, non me ne parlare. Diventerò una mongolfiera»
«Non credo proprio»
«Vedremo»
Nicholas continuò a parlare, invano, perché Brianna già dormiva. La guardò e sorrise. Si avvicinò a lei e spense la luce.
Quella era la serata più bella della sua vita. Non credeva che sarebbe stato così bello ricevere quella notizia. Lo era stato anche la prima volta, ma solo in un secondo momento ne aveva capito l’importanza e si era pentito e maledetto per quello.
Ma adesso non valeva più la pena torturarsi per quello che era successo in passato. Stavano vivendo il presente nel migliore dei modi, e quella notizia era un futuro molto più roseo di quanto si potesse mai aspettare.
Anzi, se quel futuro era veramente rosa sarebbe stato ancora più contento. Ma, maschietto o femminuccia, avrebbe amato suo figlio o sua figlia più di quanto potesse fare.
 
Il giorno dopo, Brianna si svegliò con un forte senso di nausea. Passò quasi tutta la mattinata in bagno e Nicholas era rimasto con lei, che aveva più volte cercato di farlo uscire di casa, ma Nicholas non volle sentire ragioni e rimase accanto a lei per tutto il tempo.
«Vuoi che ti porti qualcosa?» chiese preoccupato Nicholas.
«No, grazie. Non occorre che tu faccia il mio schiavetto»
«Ma se posso perché no?»
«Non voglio. Non ho voglia di passare i prossimi nove mesi seduta, coricata o a riposare. Sarebbe solo peggio per me»
«Ma se stai male…»
«Se sto male mi siedo per un po’ e mi riprendo. Tranquillo» disse lei rassicurandolo e poggiandogli una mano sulla guancia.
 
Esattamente al primo mese Brianna andò dalla ginecologa che le aveva consigliato di continuare a prendere le vitamine, più per lei che per il bambino, che sembrava crescere forte e sano, anche se era ancora molto presto per dirlo, ma tutte le analisi erano buone, quindi non poteva che essere così.
Ottobre era il mese del compleanno di Nicholas, quindi decisero di festeggiare quella data con il compimento del primo mese di gravidanza. Lui, per l’occasione, le aveva chiesto se poteva indossare uno di quei suoi vestitini, ma a malincuore Brianna dovette abbandonare l’idea di entrare in quei vestiti. Le si vedeva un po’ di pancia e già lei non riusciva a sopportarlo. «Dai che sarà mai. Non ti si vede nemmeno»
Brianna l’aveva guardato in cagnesco e Nicholas, dopo aver letto un libro sulla donna durante la gravidanza, capì che era meglio non contraddirla e che un giorno di quelli sarebbero andati a fare shopping pre-maman.
 
«È il Natale più bello che io abbia mai passato, Nicholas» disse lei emozionata per quella cenetta a lume di candela, che non erano mai riusciti a fare.
«Mi fa piacere che ti piaccia. Ho una cosa per nostro figlio»
Brianna sentì le lacrime bagnarle le ciglia «Che hai comprato?»
«Siccome ancora non si sa il sesso, nonostante tu sia già al terzo mese, ho pensato che il suo primo ciuccio deve riceverlo dal papà. Spero ti piaccia»
Brianna scoppiò in lacrime, lacrime di gioia ovviamente.
«Amore, certo che mi piace. È stupendo! Grazie. Anche lui o lei lo adorerà» disse lei alzandosi e abbracciandolo. Lui, invece, la baciò con parecchia passione.
Erano le feste più belle che avesse mai passato. Con la sua famiglia. La famiglia che stava formando.

Quando al quarto mese di gravidanza la sua pancia cominciava ad essere piuttosto evidente, Brianna decise che era ora di dirlo ai suoi genitori, ma Nicholas l’aveva anticipata prenotando dei biglietti per la sua famiglia e per Abigail. «Grazie» gli aveva detto Brianna sempre con le lacrime pronte a rigarle le guance.
«Perché piangi?»
«No scusa, è colpa degli ormoni» disse ridendo.
«Ah, bene»
«Quando arrivano?» chiese lei asciugandosi gli occhi.
«Domani sera»
«Così presto? Perché non me lo hai detto prima?»
«Volevo farti una sorpresa»
«Ti è riuscita benissimo» disse lei baciandolo. «Ti amo» poi guardò la sua pancia e disse «Ti amiamo»
Era un momento bellissimo quello e Nicholas avrebbe voluto che il tempo si fermasse in quell’esatto istante.
Anche lui si era commosso, perché Brianna scorse un luccichio nei suoi occhi, ma non volle dire nulla, si limitò solo ad abbracciarlo più forte per quanto le fosse possibile.
«Abbiamo un problema» disse lui, riprendendosi da quell’emozione improvvisa.
«Oh dio, che c’è ora?»
«Dove metteremo la cameretta?»
Brianna rabbrividì. Era vero, non avevano pensato alla cameretta e non c’erano nemmeno stanze vuote.
«Oh cavolo! Hai ragione!!»
«Dai non preoccuparti. Cercheremo una casa più grande. Ci penserò io»
«Ma mi sarebbe piaciuto farlo o farla crescere qui»
«Anche a me, ma dobbiamo cambiare»
Brianna si sedette e appoggiò i gomiti al tavolo.
«Brianna non preoccuparti, per un po’ di tempo possiamo stare qui, tanto starà sempre con noi in camera»
«Si, ma come facciamo a trovare un’altra casa?»
«Ci penso io a questo»
«Va bene»
 
Nonostante tutto andasse a gonfie vele, Brianna aveva un po’ di paura a dirlo ai suoi genitori. Nicholas preparò la cena, con l’aiuto di Brianna e di Amanda. Nemmeno lei ancora lo sapeva. Quando arrivarono i genitori di lui, Brianna rimase tutto il tempo seduta con un cuscino sulla pancia. Non vedeva l’ora che arrivassero tutti per dare la notizia. Fortunatamente dovette aspettare poco, perché prima che Nicholas tornasse nuovamente in cucina, avevano suonato alla porta.
Era inverno e Brianna aveva indossato un maglione per nascondere la rotondità in eccesso, non che fosse una brutta cosa, ma non voleva rovinare la sorpresa.
«Vado io, Nicholas. Vai ad aiutare Amanda»
«Ok» disse lui baciandola velocemente.
Quando aprì la porta spuntò per prima Abigail.
«Ciao neo…»
«Stai zitta» disse Brianna pizzicandole un braccio.
«Neo…ehm… stilista. Scusa» si giustificò Abigail sorridendo.
«Ciao Abigail, mi sei mancata tanto» disse affettuosamente, un po’ per farsi perdonare per averla zittita.
«Mamma, papà»
«Tesoro» disse la madre entrando ed abbracciandola.
«Ciao Brianna» disse il padre che non si scioglieva in nessun tipo di abbraccio o gesti affettuosi per quanto era orgoglioso.
«Come stai?» chiese lui.
«Bene, grazie. Dai entrate, che fuori fa freddo»
«Ciao sorellona» disse Rose.
«Ciao sorellina, come stai?»
«Al solito. Bella casa» commentò lei entrando.
Quando Nicholas uscì dalla cucina salutò i genitori di Brianna e li presentò ai suoi.
Effettivamente loro non si erano mai incontrati e forse quella era la sera sbagliata per fare altre presentazioni.
Fortunatamente non ci fu nessun tipo di attrito tra di loro e la cena passò tranquillamente e con diversi tipi di chiacchiere. Anche Abigail e Amanda sembravano aver legato molto.
Brianna fissava tutti e quando vide che Nicholas la fissava sorrise. Era felice, felice di poter avere tutta la sua famiglia riunita in una sola stanza.
«Scusate» disse Briann Improvvisamente, calò il silenzio in quella stanza e se fino ad un minuto prima si sentiva sicura, adesso era spaventata morta. Nicholas si avvicinò e le strinse la mano «Io e Nicholas avremmo una cosa da dirvi»
«Vi sposate?» chiese la voce squillante di Beth, la madre di Brianna.
«Ehm, no mamma, non ci sposiamo»
«Ah» fece lei.
Seguirono alcuni secondi di silenzio, mentre Teresa cominciò a guardare, in maniera molto agitata, il marito e il figlio.
«Che succede?» chiese lei al marito.
Poi Brianna prese coraggio e si sfilò il maglione di dosso e lo gettò sulla sedia. Sotto aveva una maglia di cotone che mostrava perfettamente la sua pancia.
Tutti rimasero a bocca aperta, tranne Abigail che non stava nella pelle. Voleva alzarsi e accarezzare quella protuberanza. «Aspettiamo un bambino»
Fu la madre di Brianna che si alzò per prima e andò ad abbracciare la figlia «Congratulazioni tesoro. Perché non ce lo hai detto prima?»
«Volevo passare i primi mesi senza il tuo stress» disse scherzando lei.
Poi fu il turno di abbracciare Nicholas.
«Congratulazioni» disse sempre Beth.
«Grazie» disse sorridendo.
«Oh tesoro. Auguri» disse Teresa a Nicholas.
«Grazie mamma, ma dovresti abbracciare Brianna»
«Oh, stai zitto e lasciati abbracciare»
«Sono orgoglioso di te, Nicholas» disse Greg a Nicholas.
A poco a poco tutti abbracciarono i futuri genitori.
«Abigail? Adesso puoi toccare»
«Ah che bello!» urlò l’amica.
«Sono felicissima per te, amica mia» disse Abigail mentre le accarezzava la pancia.
«Grazie tesoro. Sono felice anche io, solo che ora dobbiamo cambiare casa»
«Perché questa non va bene?»
«Non c’è spazio per una cameretta»
«Ah, che peccato»
«Si, è davvero un peccato»
«Posso proporti una cosa?»
«Cosa?»
«Non ho più voglia di abitare giù. Voglio trasferirmi. Pensi che potrei stare qui?»
«Ma certo che puoi. Devo parlarne con Nicholas, ma penso che vada più che bene. Sarà fantastico!! Nicholas? Puoi venire un attimo?» urlò mentre quest’ultimo stava parlando con suo padre e il padre di Brianna.
Quando le raggiunse baciò prima la pancia di Brianna e poi lei «Ditemi»
«Noi dobbiamo comprare casa?»
«Si»
«Pensi che Abigail possa venire a vivere qui?»
«Certo che si. Sarà fantastico e poi avresti la tua migliore amica vicino»
«Ah, che bello! Te l’avevo detto» disse Brianna abbracciando Abigail.
«Grazie Nicholas» disse lei.
«E di che?» disse sorridendo lui.
Passarono tutta la serata a parlare. Brianna, Beth e Teresa discutevano sui nomi possibili da dare al bambino.
Avevano snocciolato diversi tipi di nomi, ma Brianna non era proprio interessa alle loro opzioni.
Avrebbero deciso lei e Nicholas il nome da dare a loro figlio.
Poco dopo mezzanotte i genitori di Nicholas si offrirono per riaccompagnare quelli di Brianna al loro hotel, così, dopo tutti i saluti, Brianna e Nicholas restarono da soli. «È andata benissimo» disse lui buttandosi sul letto esausto.
«Si, è andata meglio di quanto mi aspettassi» rispose lei stendendosi al suo fianco.
Nicholas si alzò e poggiò l’orecchio sulla sua pancia.
«Nicholas? Che fai?»
«Voglio sentire se scalcia»
«Non credo lo faccia con te. Io ho provato stamattina, ma niente»
«Magari con me ora lo fa»
«Ho qualche dubbio, ma continua a provare»
Nicholas continuava ad accarezzarla. 
«Sai?» disse lei «Stavo pensando a quando siamo usciti insieme la prima volta. Quanto è passato?»
«Sono passati quasi quattro anni»
«Accidenti… che fine ha fatto quel libro che hai comprato?»
«Lo conservo ancora. Però è nella casa dove stavo prima. Ricordi?»
«Si certo… Non potrei mai dimenticarla quella casa»
«Già. Ah eccolo!!»
«Ha scalciato?»
«Si, proprio ora»
«Guarda un po’. Con me non l’ha fatto»
«Tu continua a provare» disse lui ridendo.
Quella notte Nicholas dormi appiccicato a Brianna e non aveva fatto altro che tenere le mani sulla pancia.
Brianna non poteva che sentirsi al settimo cielo.
Quello era il paradiso.
   
 
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