Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: mesafe    21/03/2013    3 recensioni
Mi lavo i denti. 16 movimenti secchi. 16 e solo 16. Mi lavo le mani. una. due. tre. quattro volte. Vado in camera. Calze, camicetta, gonna e felpa. Sempre e solo così. Predo la cartella e fortunatamente mi accorgo che è venerdì. 7 ore. Letteratura, Tedesco, Matematica, Storia, Pranzo, Ora-buco, Ginnastica, Ginnastica. Prendo le mie cose per ginnastica dall’armadio. A scuola non lascio vestiti perché è tutto pieno di germi ed è tutto sporco. Chiudo la porta di camera, attraverso il soggiorno, metto il giubbotto, apro la porta dell’appartamento, scendo le scale. L’aria fredda di Earl’s Court Road mi entra nelle vene. Sento le linee rosse nelle mie braccia risuonare, sento il dolore dell’incomprensione dentro di me. Stazione della metro, igienizzante a portata di mano; fortunatamente c’è un posto a sedere libero e mi ci siedo. Mi lavo le mani con il gel. St James’ Park. E’ la mia fermata; scendo e prendo l’autobus. Arrivo a scuola e il portone immenso mi da il benvenuto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
Uscita da scuola mi sentivo in colpa per Josh.
Non sapevo perché dato che fino a quel giorno mi aveva rovinata e basta, ma sapevo che avevo finto per metà e dovevo scusarmi.
Per questo, uscita da scuola, chiamai mia mamma e le dissi che avrei fatto tardi.
Successivamente chiamai la mamma di Josh.
In segreteria mi avevano dato il suo numero nel caso volessi parlare con lei del comportamento di suo figlio.
Non le avevo mai parlato.
Doveva essere una donna forte per aver cresciuto un ragazzo così tremendo e non essersi uccisa.

“Pronto?”
“Salve, sono Megan, Megan Rigby..So che non vorrebbe parlare con me, ma volevo venire a fare visita a Josh oggi.”
“Non ti preoccupare, so cosa ti ha fatto mio figlio e penso che sia lui quello che deve chiedere di te.”
Sapeva? Sapeva delle violenze?
Sapeva che mi aveva distrutto dentro?
No, non lo sapeva.
Non sapeva neanche che gli avevo abbassato i pantaloni.
o non avevo detto niente a nessuno e avevo scongiurato anche Yen.
La sua voce era dolce e limpida.
Il contrario di Josh. Josh è il diavolo e lei l’angelo.

Si chiama Freira.
Penso di aver pronunciato male i suo nome una miriade di volte e mi ha detto che è inventato perché suo padre era uno scrittore fallito.
“Freira è un nome bellissimo.
Io mi chiamo Megan perché mio padre era un cantante fallito e quando era giovane vide una bambina.
Le chiese come si chiamava e lei disse Megan. Scrisse una canzone per lei e da quel momento decise che mi sarei chiamata in quel modo.”
Mia madre mi raccontò questa storia tante volte da piccola.
Diceva che poi io cercavo qualcosa per casa e quando lei mi chiedeva cosa, io rispondevo che stavo cercando papà.
Dopo aver parlato con la mamma di Josh, lei mi disse che lui era in casa e mi dette l’indirizzo.

Casa di Josh si trova nel Chelsea, non molto lontano da dove vivo io. Presi la metro e scesi a West Brompton.
Arrivata a casa sua non sapevo se suonare il campanello o attraversare il giardinetto e poi bussare.
Presi una salviettina e l’igienizzante.
Misi un po’ di igienizzante nella mano e lo riposi nella cartella e con un gesto veloce suonai il campanello con la salvietta, la gettai a terra il più lontano possibile e iniziai a lavarmi le mani.

Josh era vestito con con jeans, maglietta e felpa. Io non ero passata da casa e avevo ancora l’uniforme.
Senza dire una parola chiude la porta e apre il cancellino.
Con il fianco destro apro il cancellino e con il sinistro lo chiudo.
Attraverso il giardino con la paura che mi possa fare male.
Arrivata alla porta busso e Josh mi fa entrare. Le pareti piene di foto di un bambino, molto probabilmente Josh, con suo padre o con sua madre.
Le guardo ammirate.
Con la coda dell’occhio guardo Josh.
“Mia madre mi ha chiamato e mi ha detto che saresti venuta. Ho preso due pizze. Se vuoi puoi usare il telefono di casa per chiamare tua madre e dirle che resti qui.
Non puoi ritirarti perché sennò Freira si incazza con me.”
Disse tutto senza neanche respirare. Lo guardai e sul suo volto comparve il suo solito sorriso. Avevo paura.
“Le invio un messaggio, non ti preoccupare.”
Mia madre non sapeva delle cosa che Josh mi aveva fatto e mi disse che andava bene.
“Bella questa foto.”
Dissi prendendo in mano la foto con una ragazza vestita di nero e una bambina elegante che lei tiene per mano.
“E’ Freira con mia sorella a Halloween.”
Poi nel petto della donna vidi una A rossa.
Stavano interpretando “La lettera scarlatta”. Oggi era la giornata di Nathaniel Hawthorne.

Mi misi a sedere.
Non mangiai perché avevo lo stomaco chiuso e anche perché odio mangiare davanti alle persone con le quali non ho un bel rapporto.
Nemmeno Josh mangiava.
“Io, Megan, non ti chiederò mai scusa perché tu non mi sei mai piaciuta. Pensavo che avrei potuto portarti a letto come tutte le altre ragazze che mi sono fatto, ma poi ho scoperto che sei tutta rincoglionita.”
“Sai vero che ti hanno espulso?”
“Sai vero che il ragazzino biondo che ti ha portato in infermeria ti vuole scopare proprio come volevo fare io?”
“Né io né te lo conosciamo bene. Andiamo in classe insieme e siccome, a differenza tua, lui ha un cuore, ha pensato bene di aiutarmi.”
Silenzio. Solo ora mi accorsi che gli occhi di Josh erano grigi. Grigi come il cuore di pietra che aveva in petto.
“Ti sei mai innamorato Josh? Hai mai pensato a una ragazza in modo morboso? Hai mai voluto baciarla? Eh, Josh ti è mai capitato? Penso proprio di no. Non saresti così stronzo, così rigido, così vuoto se tu ti fosti innamorato, anche solo una volta.”
Detto questo rimisi la foto al suo posto, presi la mia giacca e me la misi.

Raccolsi la cartella da terra e mi girai per salutare Josh.
Josh però piangeva. Josh piangeva. Non sapevo che cosa fosse successo. Forse era per quello che avevo detto?
“Josh..Io non volevo..”
“Megan, vattene.”
Rimaneva lì seduto, nella stessa posizione.
Fissava il vuoto e piangeva. Mi aveva chiamato con il mio nome. Qualcosa non andava.
E non andava di brutto.
Mi accovacciai vicino alla sua sedia e lui si girò.
Piegando la testa chiuse gli occhi e delle lacrime mi bagnarono il viso.
Si stava avvicinando e mi voleva baciare. No,non ancora.
Sgranai gli occhi e mi alzai con troppa foga.
Caddi per terra, ma subito mi misi a spalle al muro per non farmi prendere. Stavo respirando affannosamente.
Josh inizia a singhiozzare e a piangere rumorosamente. Mi alzo da terra e mi dirigo verso la porta.
“Ciao Josh.”
Chino sul tavolo, le maniche della felpa arrotolate e con le mani che gli cingevano la testa mi disse una cosa.
Una cosa che non scorderò mai.
Una cosa che mi ha fatto capire che tutti hanno un cuore.
“Ti ho fatto odiare i baci che sono l’unica cosa bella in questo mondo di merda.”
Buttai la cartella a terra. Josh e io eravamo affini in poche cose.
Mentre mi avvicinavo a lui notai delle strisce rosse sul suo braccio sinistro. Ne sfiorai una. Era ancora leggermente aperta.
Non gli feci vedere le mie perché lo avrebbe detto a tutti.
Lo presi per il braccio destro e lo alzai. Guardandolo in faccia gli chiesi il perché.
“Tu hai parlato con Freira giusto?”
Capivo a stento quello che diceva a causa dei singhiozzi.
“Si, ho parlato con lei.”
“Bene, lei non è mia madre. E’ la puttana che mio padre ha sposato dopo la morte di Ann.”
Capii immediatamente che il dolore che aveva lui dentro, era più forte del mio. Mio padre era vivo da qualche parte nel mondo. Ma sua madre no.
“Josh…mi dispiace. Io non so cosa dire.”
“Megan, ora fai parlare me, ti prego.”

Tenevo ancora il suo braccio con la mia mano. Non la lasciai.
Il mio disturbo era annullato lì dentro, dove la sofferenza stava logorando quel ragazzo.
La sofferenza gli aveva mangiato il colore degli occhi.
“Io, Megan, ho fatto quello che ho fatto perché tu ti chiami come mia madre.”
Mi cadde il mondo addosso. Chi era Ann? Ero troppo confusa.
Apri leggermente la bocca per parlare mentre i miei occhi si inumidivano.
Josh ribadì il concetto che dovevo stare zitta.
“Mia madre si chiamava Megan. Mia sorella Ann. Mia mamma aveva il cancro. Il cancro le venì quando era incinta di me.
Era al settimo mese di gravidanza. La squartarono per potermi salvare. Mia sorella, invece, è morta in un incidente. Era in macchina con quel cretino di mio padre.
Lui è sopravvissuto, ma lei no.”
Cercai di non piangere perché Josh, nel frattempo, si era accasciato su di me.
Disse che aveva visto delle foto di sua madre e che io ero tanto bella come lei e che quando lo rifiutai si sentì come se sua madre fosse morta di nuovo.
Disse che doveva baciare una Megan perchè la sua Megan non aveva avuto il tempo.
“Josh, io e te non possiamo stare insieme. Tu sei la persona più sbagliata per me e lo stesso vale per te.”

Presi il mio igienizzante e mi lavai le mani. Lavai anche le mani di Josh e le misi sul mio viso.
“Quello che farò ora, per me non significherà nulla. Ma voglio che questo Josh resti per sempre, perché è più umile.
Non è il rozzone che mi ha uccisa dentro. E’ il Josh che tutti devono conoscere”
Lo baciai. Mi fece schifo, ma non aveva mai baciato sua madre e aveva sofferto per colpa mia, come io avevo sofferto per colpa sua.
Mi accompagnò alla porta. Lo salutai con un bacio sulla fronte.
“Non ti ho fatto odiare i baci?”
“No, Josh.” E piano piano, un colorito marrone ritornò negli occhi di quel ragazzo.
 
“Meeegan! Stasera super festa a casa di Mitch, non puoi mancare!”
La voce di Yen rimbombò per tutta la casa.
Ed eravamo al telefono.
“Yen? Ma sei pazza? Sei che odio le feste!”
“Dai! So che hai dei vestiti bellissimi e so che un po’ di svago ti serve!
Domani c’è assemblea dei prof e scuola è chiusa! Dai dai dai!”
Mia mamma entrò in camera e mi sorrise.
“Dai Yen convincila!”
Urla mia mamma.
“Ok, ok, due contro una, non posso competere. A che ore?”
“Alle 9, fatti bella e lasciati quei capelli sciolti.”
“Va bene a dopo!”
Chiusi la conversazione e cercai nel mio armadio qualcosa di decente.
Optai per un vestito azzurro a metà coscia, del collant neri e delle calze alte.
Andai in cucina a mangiare qualcosa, anche perché a pranzo non avevo mangiato nulla.
Mia madre mi chiese come era andata da Josh.
Le dissi che era andata bene.

Ora mi sembrava di portate addosso a me anche la sofferenza di Josh.
Mentre mi lavavo i denti mi prese la strana idea di guardare i miei tagli.
Presi un cerotto e lo misi sul taglio di Josh. Lui non aveva colpa di niente.


ringrazio hingus per avermi detto detto come mettere l'immagine.
cercatela e flippatevi con le sue storie.
Adios.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: mesafe