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Autore: Silny    21/03/2013    2 recensioni
Hai svegliato il demone che speravo avessi ormai sconfitto
Siamo affondati nel rosso cremisi dieci mila volte per poi perdere...
Mi hai tenuto stretto e io ero al tuo fianco, senza potere
Ti ho visto distruggerti e ti ho dato la caccia
C’è un vuoto in me che le parole non possono riempire
"Non sapremo mai cosa sarei diventata senza di te..."
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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Amore e morte non sono altro che sinonimi
Anche gli dei hanno un passato
"Sai già cosa fare, prendi i tuoi fratelli e sbrigati!"
"... Sì, madre!"
In un villaggio fuori dalla portata delle mura reali,In una valle florida e piuttosto desolata, molti anni addietro, famiglie numerose di zingari sfidavano la fame rubando il pane ai commercianti che pernottavano in quel paese per l'abitudinario mercato, vivevano di vagabondaggio, in miseria.... e Kasandra era una di loro. Una landa sperduta, ma da sempre ricordata come tranquilla, in fondo vi erano solo tende di zingari e capanne di mercanti, qua e la solcata da piccoli corsi d'acqua e macchiata da alberi e appezzamenti verdi solitamente destinati ai pascoli e ai giochi dei bambini.
Vi erano diverse tattiche per abbindolare gli stranieri, ma la più comune, utilizzata anche dalla stessa Kasandra, era quella di impietosirli fingendosi una giovane madre costretta a quella vita, i suoi occhi verde smeraldo e il suo corpo seduttore facevano presto ad ottenere ciò che lei desiderava.
"Mi prendi in giro Kasandra?! E' questo che hai ricavato oggi?"
Ma la madre non era mai soddisfatta... lei era la maggiore di otto fratelli e in quanto primogenita aveva dei doveri ben precisi da rispettare, nonostante la sua giovane età, a quei tempi avrebbe già dovuto sposarsi e iniziare a procreare una nuova discendenza, non c'era spazio per l'amore.
Kasandra questo non lo accettava, il suo desiderio più grande era quello di poter andarsene, cambiare stile di vita, sposarsi per volontà propria... e creare una famiglia, non una discendenza.
Tuttavia, ciò non accadde mai, benchè le si presentò l'occasione...

***

Ora giaceva in una pozza d'acqua calda, rilassando così i suoi muscoli tesi. Il capo lasciato all'indietro e gli occhi chiusi. La boscaglia circostante era quieta, fredda, ma per lei accogliente come nessun altro luogo.
Non era stata una notte facile, anche se piena di soddisfazioni, e dopo anni che non uccideva più, l'intero regno le avrebbe dato la caccia.
Sorrise a questo pensiero, perché nessuno aveva mai visto in faccia la dea della morte senza esalare l'ultimo respiro e prenderla era pressappoco impossibile.
Si addormentò con quella dolce immagine impressa nella mente...

"Forza Kasandra, andiamocene via assieme, nessuno se ne accorgerà e potremo finalmente fare ciò che ci pare senza alcuna regola... potremo stare insieme per sempre."
"Non so, io... non credo di volerlo fare. Se dovessero scoprirci, mia madre me la farà pagare con la pelle."
"Non ci scopriranno mai e se dovesse succedere qualcosa io sarò sempre al tuo fianco... ci sarò io a proteggerti..."

Si svegliò di soprassalto con quel ricordo ancora fresco che la irritava non poco.
"Avevi detto per sempre, non è cosi? Avresti dovuto proteggermi, giusto? Ti cercherò e sarai il prossimo a morire. Godrò ogni istante della tua agonia... è una promessa  Kris!"
Una promessa fatta rivolta al cielo, rivolta alla luna, non era mai una buona cosa.


***

Kris, come Kasandra, viveva nel villaggio di Jalhy ed era anch'egli appartenente a una delle tante famiglie gitane del luogo. I due si conobbero nella prima infanzia per diventare così inseparabili.
Vissero assieme per lunghissimi anni imparando a contare uno sull'altra. Kasandra imparò da Kris a tirare con l'arco e l'abilità delle armi, mentre lui apprese le capacità delle piante curative e gli effetti dei veleni più comuni sfruttati dai mercanti, ma l'amore muta forma continuamente ed è fin troppo semplice scambiarlo per amicizia e in modo così scontato, nell'ultima fase dell'età adolescenziale i due scoprirono che c'era molto di più di una semplice complicità, ma come abbiamo già detto, tra gli zingari l'amore non aveva voce in capitolo e nessuna delle due famiglie era favorevole alla loro unione.
Questo non li diede per vinti, continuarono a stare insieme sfidando le furie dei genitori e pagando un caro prezzo quando venivano scoperti.
Andò avanti così per un paio di anni, fino a quando per entrambi non arrivò il momento fatidico del matrimonio, ma neanche in questa occasione si arresero. Ormai erano quasi del tutto adulti e Kris pianificò fin nell'ultimo particolare una fuga che li avrebbe portati lontano da lì.
Le fughe d'amore sono un classico dei tanti romanzi che leggiamo, molti di noi le sognano ad occhi aperti e Kasandra aveva avuto questo privilegio, avrebbe potuto così coronare il suo di sogno, tuttavia... la notte in cui Kris le chiese di sposarla e di fuggire insieme, lei si tirò indietro; aveva lasciato che la paura prendesse il sopravvento, che si prendesse gioco di lei e con quel suo semplice gesto di diniego la sua vita cambiò per sempre.
Quella notte al chiaro di luna, Kasandra non fuggì con il suo amato, per il semplice motivo che la paura l'aveva fregata e l'aveva legata per sempre al suo crudele destino...
Ma se gli avesse dato retta, probabilmente ora non avremmo una storia da raccontare...
Lui aveva insistito più e più volte, ma sempre con pessimi risultati e la mattina seguente la notte della sua proposta, Kris sparì senza mai fare ritorno.
Ora immaginatevi una giovane donna a cui vengono tolti l'amore e la libertà, in più la madre in quel mese fece presto ad organizzare il matrimonio della figlia. Kasandra non conosceva il suo futuro marito, tanto meno le importava, trascorse le prime tre settimane agonizzante nel suo dolore, sapeva di essere spacciata. In più occasioni tentò il suicidio, ma c'era una forza a noi momentaneamente sconosciuta, che tutte le volte le salvava la vita. Qualcuno forse ne sarebbe stato sollevato, ma Kasandra che non desiderava altro che morire si sentiva straziata da questi continui impedimenti, finchè una notte, la notte per giunta antecedente il suo matrimonio, una voce non le apparve in sogno...
"Kasandra... Kasandra, cosa stai facendo?"
Era una voce cupa, tetra, sibilava il suo nome, continuava a chiamarla lentamente, ma lei non era spaventata, se ne sentiva attratta e inspiegabilmente risucchiata. La sentiva calda, vicina, sentiva che faceva parte di sè...
"Io non lo so..."
Rispose lei mentre già qualche lacrima le solcava il viso dormiente.
"Io lo so come ti senti... ti senti affranta... triste.... ti senti abbandonata a te stessa... tradita... ma io ho un rimedio a tutto questo..."
Quella voce che biascicava e prolungava le s come il sibilo di un serpente...
"Se farai quel che ti dico... sarai felice... ti sentirai potente.... tu devi fidarti..."
Kasandra sapeva che in cuor suo non avrebbe dovuto farlo, ma per anni aveva dato retta al suo animo e non aveva fatto altro che causarle problemi, ora qualcosa o qualcuno di sovrannaturale le stava estirpando dal cuore tutta la sua bontà e la sua innocenza...
"Io... ti farò diventare... forte!... La mia... dea immortale..."
"Io voglio morire..."
"No!... non sarebbe meglio... vendicarsi... di tua madre... del tuo futuro sposo... di... Kris?... Non sarebbe meglio... vederli soffrire come loro hanno fatto soffrire te... non sarebbero loro a dover morire... e Kasandra?... Non sei d'accordo con me?"
Sì... sì lei era d'accordo, iniziava a sentirsi compresa, e la voragine che si era appena formata nei meandri del suo cuore si stava lentamente colmando di odio, rabbia... vendetta!
"Non devi far altro che... promettermi rispetto... e in più... quando io te lo chiederò... dovrai sacrificare... del sangue per me..."
Kasandra non rispose subito... non si sentiva all'altezza? Aveva paura? Aveva cambiato idea?
"...in che modo?..."
...no niente di tutto ciò, rispose dopo alcuni minuti, e senza indecisioni.
"Perfetto... vedo che sei... dalla mia parte... non c'è bisogno che io ti spieghi.... ti darò il potere... tu capirai... da sola..."
Quella voce si stava spegnendo in un sussurro e Kasandra aprì gli occhi giusto in tempo per vedere...
Una piccola nube di fumo bianco sopra la sua testa stava prendendo le sembianze di un volto... un volto scavato, macabro, privo di occhi e la bocca spalancata. Le stava venendo addosso inesorabilmente e niente avrebbe potuto fermarlo, Kasandra se ne sentì terrorizzata, ma prima che potesse sottrarsi, la nube le pervase la bocca di prepotenza e lei la inalò.
Tentò di alzarsi, ma cadde a terra straziata dal dolore gridando con tutte le proprie forze.
Dalla tenda a fianco alla sua accorsero alcune sue sorelle e sua madre che trovarono la ragazza a terra in un bagno di sudore.
Riprese coscienza di se dopo alcuni minuti e vide le donne allarmate, a questo punto avrebbe potuto raccontare quello che aveva visto, il dolore che aveva provato, ciò che aveva sentito, ma non lo fece, tutta la paura di qualche momento prima si dissolse lasciando posto a una sensazione di pace e di benessere.
"Figlia mia, come ti senti?"
"Bene madre, non ti preoccupare... è stato solo un brutto sogno!"
"Forze bevi questo, ti sentirai meglio."
"Ho detto di stare bene! Uscite dalla mia tenda e lasciatemi sola per favore!"
Le donne si guardarono con disappunto, ma uscirono ugualmente augurandole una buona notte. Kasandra prese la ciotola lasciatale dalla madre, la osservò, e poi la versò lentamente a terra.
Aveva un sorriso terrificante dipinto in volto e si sentiva invigorita più che mai.
In fondo a quella tenda spoglia, buia e riempita solamente dalla mobilia necessaria, su di un piccolo tavolo di legno, giaceva un panno scuro. Era sicura che fino a qualche minuto prima non ci fosse stato e si avvicinò incuriosita, quando lo svolse al suo interno si rivelò una lama con un serpente dorato a fauci spalancate avvolto intorno alla sua elsa. Risplendeva nella notte e nonostante il buio pesto, Kasandra riuscì a intravedere la sua immagine riflessa sul freddo metallo. La soppesò con le mani facendosela passare da una mano all'altra, provò qualche affondo e poi si arresto improvvisamente.
 "...Ti darò il potere..."
Ricordava ogni singola parola. Era dunque questo il potere di cui parlava quell'entità. Impugnò la lama con forza, nell'oscurità sembrava un tutt'uno con il suo braccio, e uscì dalla tenda per dirigersi verso quella del suo sposo. Camminava lentamente a grandi falcate in quella vasta terra dove decine di tende riposavano in una notte tranquilla, del tutto consapevole di se stessa.
Una volta entrata, Jeimhy, si svegliò dal suo sonno irrequieto.
"Chi sei? Cosa ci fai qui?"
"Silenzio! ..o sveglierai l'intero villaggio... sono Kasandra!"
"Kasandra? Finalmente ci incontriamo, ma lo sai che non dovresti essere qui ora!"
"Ero curiosa di vedere il mio cavaliere."
Tutto era cambiato, era tutto diverso, persino la sua voce le parve differente. Parlava lentamente, e il suono del suo richiamo era così inebriante e irresistibile... che quel povero uomo si fece incantare.
Kasandra passò le mani tra i suoi capelli, si avvicinò pericolosamente alle sue labbra e poi posò subito la lama sulla sua gola.
"Cos'è? Cosa stai facendo Kasandra?"
Lei per tutta risposta gli diede in bacio sulle labbra, poi ancora sul collo.
"Questa notte ti ucciderò!"
E le sfuggì una piccola risata, come quella di una bambina che freme d'impazienza.
"Non essere sciocca! Staccati di dosso e torna a dormire!"
Ma non aveva capito che non si trattava di un gioco e lei premette di più la lama sulla sua pelle, una piccola goccia di sangue ne uscì appena, quanto bastava per sentire dolore.
Jeimhy ora era spaventato, aveva finalmente inteso le vere intenzioni di quella donna e tentò di chiamare aiuto, ma le parole gli morirono in bocca... insieme al resto del suo corpo.
Da prima Kasandra si limitò a sorridere, poi una risata frenetica le uscì incontrollabile dal profondo del suo essere, mentre le sue mani si sporcavano di quel sangue amaro. Uscì dalla tenda e appiccò del fuoco con una torcia e di fronte quella brillante e calda sensazione, sentì finalmente di essere libera. Si diresse ancora verso la tenda della madre, mentre le prime persone accorrevano per via delle fiamme, alcuni iniziavano a dare l'allarme e quando Kasandra arrivò, sua madre era già con le spalle al muro in preda al panico.
"Sei stata tu! Maledetta! Che ne hai fatto di mia figlia?"
"Ma mamma! Sono io... Kasandra... sono sempre stata qui, solo non riuscivi a vedermi... non riuscivi a capirmi."
"No, sei una disgraziata metti via quel coltello forza..."
"Ma guardati... sembri un povero coniglio in trappola... Perché ti trema la voce? Hai paura forse?"
Piccoli e lenti passi, camminando circolarmente intorno alla sua preda. Provava un immenso piacere nel leggere il terrore sul suo volto.
La donna non rispose, ma rimase tremante di fronte alla figlia.
"Sai mamma... questa notte - e abbassando la voce- ho stretto un patto con il diavolo..."
Gli occhi della madre si spalancarono e il suo volto impallidì mentre Kasandra iniziò a ridere mestamente allargando le braccia e lasciando ciondolare la testa all'indietro. Erano le risa di chi ormai sa di aver vinto.
"Io devo vendicarmi di te, devo spargere il tuo sangue, e lui mi farà stare meglio!"
Ripeteva queste parole cantilenando, era questo il canto della sua anima ormai prigioniera delle tenebre.
"Tu sei uscita di senno ragazzina!"
"Oh no! Non io! Sei stata tu a rovinarmi la vita!"
E gridando questa frase a squarcia gola, si fiondò sulla madre che cadde a terra viva, ma con il ventre squartato.
Kasandra estrasse il pugnale...
"Questo è per avermi fatto perdere Kris..."
E le piantò il coltello in una spalla per poi estrarla nuovamente, il tutto accompagnato da grida, coperte da quelle di chi tentava di spegnere le fiamme che si propagavano al di fuori di quella tenda.
"E questo è per la mia vita!"
E fece cadere per l'ultima volta la lama sul corpo straziato della donna, conficcandola nel cuore mentre i suoi occhi esprimevano dolore, rabbia, tradimento, ma dopo tutto anche rassegnazione e sollievo. Una volta uscita, diede fuoco anche a quel delitto e se ne andò dal villaggio come avrebbe sempre voluto fare, lasciandosi alle spalle quello che rimaneva di lei e della sua vita; forse non era proprio così che si era immaginata la sua fuga, ma non aveva importanza perché la vecchia Kasandra ormai era morta insieme alla sua prima vittima, lasciando il posto a una nuova e potente donna...


...la dea della morte...


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Ecco il primo capitolo di questa storia!
...Bhé... capitolo... è quasi un capitolo! Per il momento si tratta ancora di uno straccio di storia, è ancora la presentazione di Kasandra e della sua vita prima che diventasse... macabra?
La storia vera e propria inizierà a breve, o almeno è quello che conto di fare.
Ora non posso far altro che ringraziare chi, con mia grande sorpresa e gioia, l'ha già inserita tra le seguite e ringraziare la mia fidata Maka-chan ( <---- la migliore, come sempre!) che mi ha onorato della sua recensione.
Si spera quindi in un "al prossimo capitolo" e saluti a chi leggerà.

Silny love
  
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