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Autore: ShinigamiGirl    22/03/2013    3 recensioni
Amelia è una ragazza con la colpa di essere nata con capelli rossi e occhi bianchi come la neve. La sua vita è solitaria, da emarginata, ma ben presto alcuni avvenimenti strani la sconvolgeranno.
Cap. 1: "Lui la mollò, lasciandola cadere a terra stremata, e continuando a ridere si chinò, sussurrandole: -Ci rivediamo presto, Mhirael."
Cap. 4: "Amelia sentì una vibrazione salirle dal braccio destro, col quale teneva il pugnale, e sentendo l’animale, ormai a un passo dietro di loro, si voltò per affrontarlo.
-AMELIA!- sentì urlare Tivresh, ma ormai era troppo tardi.
Il puma che li inseguiva le era già addosso."
Cap. 11: "Amelia, stordita, desiderò con tutta se stessa di poter essere libera. In quel caso, avrebbe staccato tutti gli arti di quel tizio e l’avrebbe torturato finché non fosse morto dissanguato. Stranamente, l’idea non le faceva per niente schifo."
Cap. 22: "Quando abbassò lo sguardo, vide che il libro e le sue mani si erano illuminate.
Fece cadere il volume, cacciando un urlo di spavento, ma la luce non scomparve. Incuriosita, si guardò meglio le mani: non erano proprio illuminate, erano dei segni comparsi sulla pelle a illuminarsi. Sembravano quasi dei tatuaggi"
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Kelly guardava Kento con una faccia annoiata.
-Perché continui a guardare quel libro?- chiese, indicando il volume viola sul tavolo, da cui l’elfo non si staccava mai.
-E’ prezioso, non so che farei se me lo rubassero, impazzirei, probabilmente- le rispose lui.
-Non puoi metterlo giù e giocare un po’ con me?
-In realtà…
-Dai Kento! Per favore!
L’elfo rifiutò prontamente.
La bambina si innervosiva sempre di più. Era così che si curava la sorella di un’amica? Secondo lei no. Erano passati un paio di giorni dalla partenza di Amelia, la sua bella, forte e coraggiosa sorella, ma Kento non aveva mai giocato con lei e non era nemmeno voluto andare alla base, nella casetta.
Ora la graziosa bimba era completamente seccata, voleva assolutamente che Kento si staccasse da quel libro così inutile e stesse un po’ con lei.
-Io sono una persona reale, quello è solo un insieme di cartaccia!- esclamò.
-Sarà anche cartaccia per te, ma per me vale moltissimo. Inoltre devo studiare, quindi va’ di tuoi amici, Kelly.
La ragazzina non andò dai suoi amici, non si mosse minimamente.
Perché?
Per un ovvio motivo: era sera, ma Kento era tanto preso dallo studio di quei libri, che aveva sempre in mano, che non se n’era accorto.
Sbuffò apertamente e afferrò il libro viola sul tavolo, senza pensarci, per poi correre fuori dalla casa, con Kento che la inseguiva.
-Kelly! Restituiscimi il libro!- lo sentì urlare.
Ma lei non se ne curò. Era così felice che non si ingobbisse sui libri a studiare che continuò a correre, andando nella foresta.
Per qualche strano motivo, qualcosa in lei le diceva di correre nella fitta boscaglia, anche se era il tramonto e non si fosse mai azzardata a fare qualcosa di simile in precedenza.
Kento la chiamava, mentre la seguiva da lontano.
Grazie ad un incantesimo, sapeva sempre dove si trovasse il libro.
L’elfo si chiese cosa passasse per la mente a Kelly, solitamente era una bambina dolce, che non disobbediva facilmente.
Pensò subito a quello che gli aveva detto Ibilith.
“E’ una ragazzina particolare, quasi come la sorella, quasi come te”.
Se fosse stata come Amelia, sarebbe stata una tragedia. Un problema irrisolvibile che avrebbe portato il mondo ad un declino totale.
Ma se era come lui…
Allora cosa avrebbe dovuto fare? Addestrarla?
Scacciò quei pensieri e riprese a correre, accorgendosi con orrore di aver rallentato la corsa.
Intanto Kelly si era fermata. Quel qualcosa, dentro di lei, l’aveva fatta fermare. Percepì un senso di tensione all’altezza del petto.
Quando abbassò lo sguardo, vide che il libro e le sue mani si erano illuminate.
Fece cadere il volume, cacciando un urlo di spavento, ma la luce non scomparve. Incuriosita, si guardò meglio le mani: non erano proprio illuminate, erano dei segni comparsi sulla pelle a illuminarsi. Sembravano quasi dei tatuaggi, e la stessa fantasia era sulla copertina del libro.
L’albero che aveva davanti tremolò, e ora che lo guardava meglio era davvero enorme.
Dal tronco comparve una figura minuta, una fanciulla in miniatura dai capelli semi trasparenti e due occhi che parevano gocce di rugiada.
Sembrava fatta di vetro e porcellana, due materiali che Kelly aveva visto ben poche volte, ma che l’avevano affascinata fin da subito.
-Che bella che sei!- disse, con un sorriso.
La creatura le sorrise di rimando, poi disse: -Allora, hai scoperto i tuoi poteri, finalmente.
La ragazzina la guardò con aria interrogativa, ma Kento piombò nella radura, interrompendo quasi l’aura incantata che sprigionava la creatura uscita dall’albero.
-Guarda Kento! Guarda! Una fatina!- esclamò Kelly, indicando la “fatina” e guardando l’elfo con occhi illuminati di stupore e meraviglia.
-Io non sono una fata- la contraddisse la creatura, con gentilezza -io sono una folletta. Le fate furono sterminate migliaia di anni fa, se esistono ancora, pochi sanno dove si trovano.
Kento rimase a bocca aperta.
-Ibilith! Come ha fatto a invocarti!?- esclamò, rivolto alla folletta.
-Non ho fatto nulla, lei è spuntata quando mi sono comparsi i tatuaggi!- rispose allegra Kelly, in attesa della gioiosa reazione di Kento.
L’elfo non sembrò affatto gioioso.
-C’è qualcosa che non va?- chiese la ragazzina, con un tono deluso.
-No! Sono solo… Sollevato. E stupito- le rispose l’elfo, con un finto sorriso.
-Ascoltatemi- li interruppe Ibilith, con tono severo -ora che i suoi poteri sono sorti, devi insegnarle la magia. Sai cosa la attende, fra un po’.
Kento annuì, sconvolto.
-Ora torno nella mia casa, le energie che ho sono poche.
Detto questo, la folletta fece un inchino in direzione di Kelly, le sorrise mandandole un bacio e tornò nel tronco dell’albero, che tremolò e tornò normale.
L’elfo non credeva ai propri occhi.
Kelly raccolse il libro, restituendoglielo.
-Scusa se te l’ho rubato- disse, con aria colpevole -mi insegnerai lo stesso la magia?
Kento annuì.
La prese per mano e la riportò a Yostrid.
La bambina non aveva la minima idea di cosa l’aspettava, purtroppo.
 
 
 
 
 
 
 
 
Spazio Autrice
 
Salve! Perdonatemi se pubblico un capitolo così corto, ma ho un sacco di verificheeeeee D:
Cercherò comunque di pubblicarne uno a settimana…
Fatemi sapere che ne pensate, a presto^^
 
ShinigamiGirl
   
 
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