"Why does it feel so good but hurt so bad
Oh oh oh...
My mind keeps saying
Run as fast as you can
I say I'm done but then you pull me back
Oh oh oh...
I swear you're giving me a heart attack
Troublemaker!"
Mi alzai dal letto di soprassalto. Ero riuscita ad odiare quella canzone che mi svegliava ogni mattina con un grosso spavento. Spensi il telefono e a malavoglia mi andai a fare un bagno caldo rilassante. Era lunedì, il giorno di tornare al lavoro e non ne avevo alcuna voglia. Mi vestii e mene andai a lavoro mangiando un cornetto alla nutella e sorseggiando un succo alla frutta. Quando arrivai in negozio andai nel retro per sistemare la mia borsa nel mio armadietto personale. Mi girai ma sbattei senza volerlo contro il possente petto di qualcuno. Alzai gli occhi verso i suoi color nocciola e scorsi il classico sorriso che increspava sempre le labbra di quel ragazzo che non riuscivo a sopportare insieme. Strinsi forte i pugni lungo il petto facendo diventare le mie nocche bianche ed emettendo un profondo respiro per cercare di calmarmi e di non perdere la pazienza che già non era al massimo.
"Di solito le ragazze che stanno con me emettono versi diversi".
Spalancai gli occhi mentre lui iniziò a ridere con quella sua voce profonda. Non mi ero ancora abituata al suo fare pervertito e a ciò che mi diceva senza farsi troppi problemi e presumo che non ci sarei mai riuscita.
“Ma tu mi vai bene anche così” continuò.
Lo fulminai negli occhi prima di andarmene per non sentire altri suoi commenti erotici e stranamente non cercò di trattenermi. Non volevo sentire altro da parte sua, già era abbastanza ciò che aveva appena pronunciato.
Mene andai a sistemare dei vestiti sulle varie mensole e ad aiutare qualche cliente che aveva bisogno di un consiglio quando delle parole pronunciate dal mio capo che mi fecero gelare il sangue nelle vene.
“Zayn, aiuta quella ragazza che ha bisogno di una mano con quel vestitino”.
Mi girai di scatto e mi accorsi che il mio capo si stava proprio riferendo a quel Zayn.
Corsi da lui a chiedergli assolutamente delle spiegazione e cosa ottenni alla fine?
Una notizia a dir poco disastrosa. Che era stato assunto per lavorare lì con me.
Il motivo? Perché attirava molte ragazze. Speravo ardarmente che fosse solo uno scherzo di cattivo gusto, ma invece no, era tutto vero. Non era possibile. Prima tira dalla sua parte mio padre e come se non bastasse ora devo condividere pure le mie noiose ore di lavoro con lui?!
Mi catapultai da lui e, prendendolo per il polso, lo portai via dalla cliente che stava aiutando fino nel retro del negozio. Lo spinsi contro la parete mentre mi guardava con una faccia a metà tra l'allibito , ma allo stesso tempo come dire, quasi felicemente sorpreso!
“Piccola stavo aiutando..” Non lo feci finire di parlare.
Ero troppo arrabbiata e mi dovevo assolutamente sfogare con le parole prima di rischiare di picchiare quel suo bel faccino.
“Tu mi devi lasciare in pace! Io non voglio che tu faccia parte della mia vita! Hai capito?!”
“Piccola, ingenua Darcy, io ormai sono parte della tua vita, e non intendo rinunciare a te per niente al mondo, sei tu che mi devi capire e ti devi rassegnare” mi disse tranquillamente non preoccupandosi della mia furia omicida.
La vena sul mio collo emerse per la mia rabbia mentre mi sentivo sempre di più ribollire dentro. Io davvero non riuscivo a sopportarlo, era una cosa più forte di me! E poi non capivo perché tanto si ostinava ad avermi sua con tutte le ragazze che poteva portarsi a letto ogni santissima sera!
“Mai e poi mai” dissi sicura di me prima di tornarmene al mio lavoro.
Fortunatamente non mi diede altro filo da torcere e sene stette sulle sue finchè arrivò fine giornata e ognuno ritornò a casa propria. Stavo per buttarmi sotto una doccia gelata, quando il telefono si illuminò per l'arrivo di un sms proprio da lui.
“Never say never” c'era scritto.
Trassi un profondo respiro ma decisi di non farci caso, forse perché non volevo arrabbiarmi ancora di più, ma piuttosto mene andai a farmi la doccia che mi aspettava dopo una lunga e faticosa giornata.