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Autore: Alex_97    22/03/2013    1 recensioni
Dal Capitolo 1
-No, non mi lasciare! Ti prego, non proprio adesso! Io ho bisogno di te. Io … io ti amo- le lacrime scendono copiose sul suo viso, gli occhi arrossati, le mani tremano mentre accarezza il viso del suo angelo, si perché lui non è un semplice ragazzo, è qualcosa di più speciale, lui è coraggioso, forte, solare, dolce, intelligente, premuroso, il suo amore non conosce limiti, è buono con tutti e non ha pregiudizi verso nessuno, lui l’ha salvata da una vita orribile, fatta di dolore , sofferenza, maltrattamenti e prostituzione … è per questo che…
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 2

Erano lì, uno di fronte all’altra, lo sguardo incrociato, lui cercava di capire a cosa stesse pensando in quel momento la ragazza, ma soprattutto desiderava che rispondesse di si alla sua proposta, non sapeva spiegarsi perché lo desiderava così tanto, sentiva che per lui era fondamentale, ma al tempo stesso era strano, in fondo lui non la conosceva nemmeno, era appena arrivata da un’altra città, sapeva solo il suo nome e cognome, eppure sentiva una strana attrazione verso di lei.
Il giorno prima si sentì deluso quando dalla sua bocca uscì un “no”, credeva di essere stato poco convincente, di non aver trasmesso abbastanza entusiasmo, era stato da sempre un ragazzo che si preoccupava per gli altri, a volte anche troppo, come quella volta che ha voluto difendere un ragazzo, che nella loro scuola veniva spesso emarginato, e per fare quella buona azione si è ritrovato con il naso sanguinante e un occhio nero per una settimana.
Era così triste, per non esser riuscito a convincere la ragazza, che i suoi amici se ne accorsero immediatamente.
-Ehi amico, cos’hai? Hai una faccia- gli chiese un riccio.
Non rispose era troppo immerso nei suoi pensieri.
-Non mi dire che te la sei presa di nuovo per un brutto voto in biologia, lo sai che quella ce l’ha con te-  continuò un ragazzo dalla pelle ambrata mentre si accendeva una sigaretta.
-Secondo me ha solo fame- esclamò un biondino che stava sgranocchiando delle patatine alla paprica.
-Ti sembra la faccia di uno che ha fame? Secondo me c’è di mezzo una ragazza- sentenziò un altro ragazzo con gli occhi azzurri come il cielo.
-Liam ci sei?- fece di nuovo il riccio scuotendolo.
-Eh? Cosa? Che è successo?- domandò Liam come se si fosse risvegliato di colpo.
-Parlavamo di te amico, cos’hai? Sei strano?- chiese il moro facendo uscire una scia di fumo dalla sua bocca.
-Ah … no … niente, pensavo- disse senza sapere cosa rispondere.
-A cosa?- continuò il riccio.
-O a chi?- chiese invece quello con gli occhi azzurri, con un espressione da Sherlock Holmes.
-Una ragazza- rispose Liam.
-Avete visto? Lo sapevo che si trattava di una ragazza, sono un genio!- esclamò di nuovo il ragazzo dagli occhi color del mare, sventolando in aria le mani e saltando per la gioia.
-Nella mia mente ci sono impressi solo i suoi occhi, non riesco a togliermeli dalla mente, ma … non vi preoccupate non è niente di importante- li rassicurò.
E continuarono a parlare e scherzare come facevano sempre, da quando erano piccoli.
In quel momento però era di fronte a lei, il suo cuore batteva forte, temeva che potesse scoppiare da un momento all’altro, e quando sentì la sua risposta gli sembrò che il mondo si fosse fermato, per fargli vivere più a lungo quel momento … aveva detto si.
Gli sembrò di aver raggiunto un traguardo, credeva che non avrebbe mai accettato la sua proposta, e invece … mai dire mai nella vita.
La prese per mano, era calda, liscia, morbida, tremava leggermente, allora cercò di trasmetterle tutta la sua energia, per tranquillizzarla e lei lo sentì, allora fece un profondo respiro e con lo sguardo gli fece capire che poteva iniziare il loro tour privato.
Iniziarono dalla sala mensa, era una stanza grandissima, doveva contenere tutti gli alunni dell’istituto, c’erano tanti tavoli disposti in file, sul lato destro il bancone con le signore che consegnano le varie portate, il più delle volte minestre, verdure cotte, e budino al cioccolato che a prima vista sembrava “cacca”. Diciamo che quella scuola non era conosciuta per i suoi cibi deliziosi.
-Intanto che giriamo per la scuola posso chiederti qualcosa? Così per curiosità- le chiese gentilmente lui.
-Bè dipende da cosa vuoi chiedermi-
-Hai dei segreti?-
-No, ma sono molto riservata- Serena ovviamente aveva paura che potesse fare domande a cui non poteva rispondere.
-Ok, allora quando vuoi mi fermi-
Iniziò a farle domande.
-Quanti anni hai?- prima domanda.
-Quasi diciotto, tu?-
-Diciannove. Da dove vieni?- seconda domanda.
-Da Southampton, più a sud di Londra-
-Come mai ti sei trasferita qui?- terza domanda.
Ok ora iniziava a diventare difficile, per questo Serena era convinta che la sua vita fosse orribile, non potevi permetterti di parlare con qualcuno che dopo tre domande già non sapevi più come rispondere, era costretta a mentire, non poteva certo dirgli “il mio patrigno è inseguito dalla polizia perché prostituisce ragazze, tra cui me e le mie sorelle, allora ha deciso di trasferirsi sotto falso nome in questa città, chissà, forse tra un mese, due mesi, tre, quattro, anche cinque mi trasferirò di nuovo, finchè la polizia non verrà a dargli di nuovo fastidio, e sarò costretta per l’ennesima volta a lasciare tutto e ricominciare da capo, per questo non posso avere amici, e non dovrei neanche parlare con te, semplice no?”, no certamente non poteva rispondergli in questo modo.
-Il mio patrigno aveva bisogno di cambiare aria-
-E tuo padre …?- quarta domanda.
-Mio padre … -Serena abbassò lo sguardo, sospirava nella sua mente la parola “papà”, erano anni che non pronunciava più quel nome e le mancava tantissimo, a casa era proibito farlo, almeno in presenza del suo patrigno- mio padre è morto dieci anni fa e … - una lacrima le scese calda sulla guancia.
-Scusami non volevo, sono stato un idiota, io … - cercò di scusarsi Liam.
-No, non ti preoccupare, tu non potevi saperlo- lei gli sfiorò la mano, si guardavano negli occhi, nessuno dei due sapeva cosa dire, era una situazione davvero imbarazzante.
Per fortuna la campanella li salvò, segnando la fine della ricreazione.
-Io tornerei in classe, non voglio farmi conoscere come quella che sta sempre fuori- lo salutò con lo sguardo e si diresse in classe.
Liam era rimasto lì, immobile, pensando ai suo occhi profondi, alla sua mano morbida, alla sua voce dolce, quella ragazza era strana, misteriosa, ma non sapeva spiegarsi perché non riusciva a togliersela dalla mente.
Erano quasi arrivati a visitare la palestra, in realtà erano così presi dalla conversazione che usciti dalla mensa avevano solo percorso il corridoio, giungendo davanti alla grande porta gialla che portava al campo da basket, dove si sarebbe dovuto incontrare con i suoi amici, il primo ad arrivare fu Harry.
Harry era una bellissimo ragazzo, era nella classifica dei più belli della scuola, decine di ragazze gli sbavavano dietro, ma lui voleva solo divertirsi, non voleva una relazione seria, aveva i capelli ricci e castani, gli occhi verdi, come due smeraldi, tutte impazzivano per i suoi occhi, a volte si ritrovava bigliettini rosa che profumavano di lavanda infilati nel suo armadietto, vi erano scritti messaggi d’amore, inviti per un appuntamento, alcune erano così sfacciate da andare subito al punto e chiedergli di fare sesso, ogni volta faceva  un sorriso divertito e rispondeva “sono una persona generosa non posso non accontentare una simile richiesta di affetto, credo che farò un’opera buona stasera”, diciamo, però, che non era così per sua scelta, lo era diventato, a 13 anni si era innamorato di una ragazza, era pazzo di lei, non faceva che parlarne tutto il tempo, era riuscito a conquistarla, stavano insieme da qualche mese, poi un giorno lui scoprì che lei lo tradiva con un suo compagno di classe, da allora decise che si sarebbe divertito anche lui, e le avrebbe solo sfruttate per divertirsi. Inoltre era il più piccolo dei cinque amici, aveva diciotto anni, ne avrebbe dovuti fare diciannove a febbraio, aveva iniziato la scuola elementare un anno prima rispetto agli altri.
-Liam, batti il cinque!- esclamò alzando una mano in aria e rimanendo così perché l’amico non se ne accorse.
-Ciao Harry- rispose atono.
-Che ti succede? Pensi ancora a quella ragazza? Non ha accettato di nuovo di venire con te?- chiese poggiandoli una mano sulla spalla in segno di conforto.
-No, ha accettato, ma ho fatto una figuraccia-
-Tipo?- chiese curioso l’amico.
-Tipo che le ho chiesto di sua padre, e lei mi ha risposto che era morto, sono proprio un cretino- rispose portandosi le  mani in volto sconsolato.
-Ma dai,  non potevi mica saperlo- cercò di consolarlo- e lei che ti ha detto? Si è arrabbiata?-
-No mi ha detto le stesse parole che hai detto adesso tu- rispose alzando la testa e guardando il soffitto.
-Hai visto? Almeno non è permalosa questa ragazza, voglio conoscerla- disse facendo un sorrisetto strano, Liam lo notò e disse:
-Amico, togliti questi pensieri dalla testa, non credo sia quel tipo di ragazza-
-Ok va bene, te la lascio, però voglio vederla lo stesso-
-Puoi vederla in questo momento- disse Liam alzando lo sguardo da terra e seguendo con gli occhi la ragazza che si dirigeva verso di loro.
In classe.
-Signorina Dawson, dov’è il suo compagno di banco?- chiese la professoressa Skill, di Biologia, con una voce da cornacchia, alla prima impressione non sembrava molto simpatica, e infatti non lo era per niente.
-Non lo so professoressa- disse lei con voce lieve, era sempre stata molto timida nei confronti dei professori.
-E allora cosa sta aspettando? Vada a cercarlo no?- esclamò la cornacchia indicandole la porta per dirle di uscire.
E così fece, uscì dall’aula, richiudendosi la porta alle spalle, guardò nel corridoio speranzosa di trovarlo subito per non girare tutta la scuola, ma non lo vide. Iniziò a percorrerlo, voltò a sinistra e lo vide, dove si erano lasciati poco prima, vicino alla porta gialla della palestra, ma non era solo, ora era in compagnia di un altro ragazzo, forse un suo amico, si diresse verso di loro.
-Serena che ci fai qui?- chiese Liam.
-La professoressa Skill mi ha mandato a cercarti, vuole che ritorni in classe- disse lei.
-Ovvio, ha bisogno di qualcuno da torturare quella strega- disse stringendo i pugni e facendo diventare le nocche bianche, la Skill lo aveva preso di mira, sapeva che era un ragazzo buono, e provava gusto a dargli fastidio, non lo sopportava, ma il sentimento era reciproco.
La ragazza stava per andarsene, ma fu bloccata.
-Serena aspetta, voglio presentarti un amico- le disse Liam.
Lei si voltò, con sguardo basso, era molto timida con i ragazzi, anche se non si direbbe per una che fa certe cose.
-Piacere, io sono Harry- si presentò il ragazzo, porgendole la mano e mostrando un sorriso splendente.
-Piacere io sono Serena- rispose stringendo la mano gentilmente.
-Quindi vai in classe con Liam?- continuò il riccio.
-Si, da meno di due giorni- rispose l’altra.
-Scommetto che non lo sopporti più vero?- fece il riccio per prendere in giro l’amico e contemporaneamente per sapere cosa ne pensa la ragazza dell’amico.
-No, anzi, lui è molto gentile- rispose lei sorridendo guardando il ragazzo a cui si riferiva.
Liam, guardando il pavimento, arrossì leggermente, contento del complimento della ragazza.
-Ragazzi!- esclamò una voce gracchiante che si avvicinava a loro.
Tutti e tre si voltarono verso la voce, per vedere chi fosse, era la professoressa di biologia.
-Allora signorina Dawson! Io l’ho mandata per farlo tornare in classe, non perché anche lei si intrattenesse in una conversazione- rimproverò la mora guardandola da sopra gli occhiali, appoggiati sulla punta del naso.
-Mi scusi, è che … - ma non ebbe il tempo per scusarsi che venne subito interrotta.
-Mi dispiace che debba iniziare la sua permanenza nella nostra scuola in questo modo, ma sono costretta a farlo, devo mandarvi in presidenza- disse come se fosse dispiaciuta-  e tu ricciolino, che ci fai qui? Torna nella tua classe se non vuoi fare compagnia ai tuoi amici- concluse il suo rimprovero facendo segno al ragazzo di andarsene.
Dopo cinque minuti furono davanti alla grande porta della presidenza. Liam si fermò improvvisamente e lei dopo di lui.
-Serena scusami, non era mia intenzione far accedere tutto questo … - cercava di scusarsi Liam per la seconda volta.
-Liam- lo fermò la mora- non c’è bisogno che ti scusi … sai io non sono mai stata mandata in presidenza, vuol dire che questa sarà una nuova esperienza-
Un modo strano per cercare di tranquillizzarlo, di solito non si desiderava di andare in presidenza, ma le fu grato di non farlo sentire in colpa, e la abbracciò istintivamente.
Lei rimase sorpresa, ritrovandosi tra le sue braccia forti, stranamente non si allontanò, anzi, si sentì protetta.
Quando si divisero furono presi da un leggero imbarazzo, poi Liam posò la mano sulla maniglia della porta, l’abbassò ed entrarono nella grande stanza, tutti e quattro i lati erano ricoperti da librerie, piene zeppe di libri, con tutti i tipi di autori inglesi e stranieri.
In mezzo alla stanza una scrivania in quercia, sopra la quale c’erano tanti fogli, una lampada bordeaux, due grossi raccoglitori, un barattolo pieno di penne e qualche timbro.
Entrò il preside da una porticina nascosta.
-Buongiorno ragazzi!- esclamò il signore davanti a loro aggiustandosi la cravatta.
Non era molto alto, un po’ grosso, leggermente calvo, ma con un paio di grossi baffoni, un paio di grandi occhiali, giacca e cravatta.
-Buongiorno signor preside- risposero loro due in coro.
-Che avete combinato?- chiese poggiandosi con i gomiti sul legno lucido e guardando negli occhi prima uno poi l’altra.
-La professoressa Skill mi ha mandato a chiamare Li… - non poté finire di parlare.
-Ancora lei, siete i sesti in questa mattinata a essere stati mandati qui, e tutti per cose sciocche, quindi non preoccupatevi andate pure- detto questo vennero congedati e lasciati andare.
Il resto della giornata passò tranquillamente, riuscirono a sopravvivere all’ora di biologia senza essere ripresi nuovamente.
Quando Serena tornò a casa le sembrò molto più semplice sopportare tutto il dolore che si respirava, perché nel suo cuore aveva impresso il sentimento di felicità provata tra le braccia di Liam.
Era così contenta che voleva raccontare tutto alle sue sorelle, ma decise di non farlo quando il padre rimproverò la sorella, Susy, per aver chiacchierato con il vicino venuto a chiedere un po’ di zucchero, arrivò quasi alle mani se non fosse stato per Lola che intervenne a favore della sorella.
Ma il bisogno di parlare era troppo forte, aveva bisogno di confidarsi con qualcuno, o qualcosa, pensò così a quel diario che le fu regalato dalla madre un anno prima di morire, le disse: “Quando avrai il bisogno di sfogarti e di esprimere tutti i tuoi pensieri, non esitare a scrivere, vedrai ti sentirai meglio”.
Allora dopo aver finito di mangiare ne approfittò dell’assenza del padre, salì al piano superiore, entrò nella sua camera, aprì il primo cassetto della sua scrivania e prese il Diario.
Lo aprì, alla prima pagina scrisse: “MY DIARY"

17.11.2012
Caro diario,
oggi ho iniziato una lotta contro me stessa. Il mio cuore ha voglia di vivere, divertirsi, stare con gli amici, non avere pensieri per la testa e soprattutto ha una voglia pazzesca di approfondire l’amicizia con un ragazzo a dir poco fantastico.
Il cervello però lo sta avvertendo che non può fare quello che ha voglia di fare, che soffrirà molto quando sarà costretto a lasciare tutto per sempre e per l’ennesima volta.
Ma cosa si può fare? Al cuor non si comanda.
E il mio cuore non ce la fa più a rimanere chiuso in una gabbia, ha voglia di volare sulle ali dell’amore, ma quello vero, quello che ti fa sentire le farfalle nello stomaco, come dicono tutti, quello che io non ho mai provato perché non ne ho mai avuto la possibilità.
A te chiedo solo una cosa, di ascoltarmi perché solo con te mi posso sfogare, con le mie sorelle non potrei, e soprattutto con Susy, lei mi proibirebbe di fare amicizia con qualsiasi ragazzo, dopo quell’esperienza non si fida più di loro, mi direbbe che sarebbe uno sbaglio grandissimo, e forse è così.
Ma sai cosa ti dico? Ho una grandissima voglia di sbagliare.
Ora vado.
Ci sentiamo presto caro Diario.                                              Tua “S”empre

Ciao ragazze!
Ecco a voi.......
il secondo capitolo!
Spero vi piaccia.
Mi raccomando...
non esitate a recensire
e farmi sapere la vostra opinione!
Sarei molto felice!
Bye bye :*

  
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