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Autore: izumi_mori    23/03/2013    0 recensioni
kelly e una ragazza molto particolare viene uccisa dal suo ragazzo e......
Genere: Fantasy, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2:QUELLO CHE NON ERA GIUSTO.
 
 
Ripercorsi quel lungo e turbolento vortice di luci celestiali e mi ritrovai stesa davanti ai piedi di mia madre.
‘’fatto buon viaggio Kellison?’’ aveva un tono così celestiale e felice che mi diede i nervi,mi veniva voglia di risponderle così “si ho fatto un bel viaggio ma dirmi perché non mi hai accennato che potevo baciare la persona che amo,l’avrei fatto prima se potevo” oppure così” mamma toglimi la curiosità forse non ti sei dimenticata qualcosa?” invece gli dissi semplicemente così.
‘’’mamma dobbiamo parlare’’ la mamma mi guardò e poi fisso il pavimento e poi mi disse. ‘’si so di cosa vuoi parlarmi,volevo che lo scoprissi da sola,volevo che ti rendessi conto di quello che puoi fare e di quello che non puoi fare. A quanto pare tu ti sei resa conto di quel che puoi fare,o no?’’ la verità no, non sapevo quello che potevo fare o quello che non, comunque sta dì fatto che la mamma capì subito quello che stavo per dire ma io lo dissi comunque.
‘’mamma non potrò mai più tornare nel mio corpo non e così?’’ la mamma mi fissò e poi mi sorrise alla fine disse.
‘’no tesoro tu tornerai nel  tuo corpo ma prima devi fare altre cose qui. Quando hai finito la tua missione nel limbo 
paradisiaco potrai finire anche quella che ti è stata concessa sulla terra,ma fino d’allora dovrai rimanere qui.‘’per quanto ancora dovevo rimanere qui  un giorno,una settima, due mesi o un anno? Era così crudele stare qui senza poter far niente,senza abbracciare Chanel e senza abbracciare Cody, era tutto così strano e amareggiante. Ma poi mi venne un presentimento un qualcosa di strano e focoso mi salì dentro la mia anima,poi alla testa infine ero completamente infuocata,guardai la mamma che mi volle dire qualcosa ma poi ci ripensò in fine parlò.
‘’Kellison e normale da parte tua che sei arrabbiata,al posto tuo ero più dì infuriata questo e il minimo dopo tutto quello che ti è successo. Però esiste anche il perdono e dovresti farlo a cominciare da tuo padre,so che pensi che sia colpa sua se sono qui ma non e così piccola ….’’ la interrompi prima che potesse finire di parlare e parlai io.
‘’si che lo è se lui non ti aveva detto niente,se lui avesse fatto finta di niente a quest’ora tu eri ancora con noi. Mi chiedo solo perché lai fatto,perché ti sei uccisa per un uomo che non valeva la pena. E poi  non capisco perché hai tradito papà questo non l’ho capito.‘’ ero arrabbiata anche con la mamma oltre che con altre due persone .
Non sapevo veramente cos’era successo quella notte quando la mamma ci lasciò,papà mi aveva solo accennato che aveva tradito la sua fiducia in qualche modo capì che non mi stesse dicendo la verità,era tutto così strano quella notte anche la mamma era strana,tutti eravamo strani,pensai che anche gli adulti mentono e io non volevo mai mentire era così crudele dire quello che non era vero. Volevo sapere la verità,volevo capire quello che in 7 anni non sono riuscita a capirlo e sapevo che c’entravo io ma c’entrava anche Chanel ma in che modo?
‘’ mamma cos’è successo veramente la notte in cui tu sei … insomma … sei scomparsa.‘’ mamma mi guardò e mi accorsi solo ora che stava piangendo,con voce smorzata dalle lacrime disse.
‘’e così difficile dire la verità ora,ma prima o poi dovevo dirtela. Sai benissimo che chi si uccide e costretto a rivivere una seconda volta,bhè io non mi sono uccisa ma mi hanno uccisa. Quella notte parlai con tuo padre e gli dissi … e gli dissi …’’ mia madre non riusciva a finire di parlare,le lacrime la seppellirono e gli dissi che cosa gli voleva dire a papà.
‘’gli dissi che lui non era tuo padre ma solo il padre di Chanel,adesso mi odierai,chi mi ha uccisa era …’’ avevo qualcosa dentro una ferita che forse sapevo,mio padre da quel giorno si era distaccato molto da me e non capivo il perché adesso e tutto chiaro non ero figlia di mio padre ma allora di chi?
‘’chi mi ha uccisa e il tuo vero padre.’’ cosa? No. Perché ?
‘’ come? E per quale motivo,mio padre ha ucciso mia madre? No non posso crederci.’’ ero … non so nemmeno io come mi sentivo ma mi facevo solo tante domande,come? Perché? E perché non me l’avesse mai detto. Lei si asciugò le lacrime  e disse.
‘’ quella notte uscì di casa andai verso  la strada all’improvviso mi investi un macchina era quella di Bred il tuo vero padre e stato un incidente,un brutto episodio.’’ ma allora stava a dando da lui, volevo saperlo da lei,volevo sentirlo da lei. Dovevo saperlo.
 ‘’mamma e da lui che stavi  andando quella sera?’’ in cuor mio non riuscivo a capire amava papà anzi dovrei dire  Thomas oppure amava il mio vero padre?
‘’si lui doveva sapere di te,eravamo giovani ma quando sei nata tu nulla era poi importante,quando sei nata ho fatto credere che tu eri figlia di Thomas,sono stata una pessima moglie lo so ma come madre ho fatto di tutto pur di rimediare ai miei sbagli che ho commesso con tuo padre.’’ aveva il volto in lacrime,non volevo che stesse male infondo a seguito il suo cuore e se ha sbagliato l’ha fatto per darmi un padre anche se non e stato il miglior padre del mondo a modo mio gli voglio bene.
‘’mamma lui sa di me? Sa che sono nata? Sa che sono morta?’’ la mamma cambiò il suo volto triste e divenne seria.
‘’no, ero … stavo andando da lui per digli dopo 16 anni che lui aveva un figlia magnifica,intelligente e bella. Ma a quanto pare sono morta prima che gli è lo dicessi, Kellison puoi farmi un favore so di chiederti troppo ma voglio che lui sappi di te Kellison dimmi che puoi andare da tuo padre e dirglielo’’ ma chi si riferiva a Bred o a Thomas?
‘’ a quale dei due?’’ mi guardò aveva un sorriso così bello,una ciocca di capelli gli andava negli occhi lei la scostò e poi parlò.
‘’a tutti e due Kellison‘’.
Infondo dovevo conoscere il mio vero padre biologico non potevo certo continuare a vivere dicendomi che era tutto a posto,dovevo conoscerlo,volevo conoscerlo era mio diritto sapere chi era mio padre.
Così presi di nuovo quel tipo di ascensore che mi portava sulla terra,ma questa volta mi ritrovai a casa mia, a casa di mio padre, era seduto con in mano la bottiglia di vodka era mezza vuota.
‘’ciao papà’’ era tutto quello che avevo in mente “ciao papà” non sapevo nemmeno io cosa dire.
‘’ho bevuto troppo tu sei in ospedale non sei qui e impossibile’’ si,ma ero lì e sapevo che finche non avevo completato la mia missione in questo limbo paradisiaco non sarei mai riuscita a tornare nel mio mondo.’’ no papà non sei ubriaco,io sono qui ma sono anche in ospedale,ora sono con la mamma e mi ha spiegato. So che non sono tua figlia ma infondo non ho mai conosciuto il mio vero padre. Quindi sei tu mio padre per me. Papà sono successe tante di quelle cose che non  puoi immaginare,però voglio che tu sappia che così facendo non aggiusterai le cose,ti prego smetti di bere ai già perso una figlia perché perderne un’altra?‘’ papà si mise a piangere era da tanto che non lo vedevo piangere. Mi faceva star male.
‘’ Kelly ho sbagliato tutto con voi ma io stavo male soprattutto quando tua madre e morta il mondo mi è crollato tutto addosso,e adesso che ti vedo non so come reagire non voglio perdere anche Chanel ho già perso te e tua madre non voglio perdere anche l’ultima figlia che mi e rimasta,però dimmi come devo fare Kelly.’’ era facile digli quello che non doveva fare ma per un alcolizzato e difficile smettere.
‘’ smetti di bere ecco che devi fare. Se non vuoi perdere anche Chanel smetti di bere.’’ e mi dissolvi così quel tornado mi portò in una strada che non conoscevo e lessi il  mio cognome “Watson” ma accanto c’era anche un altro nome “Bredford”il nome di mio padre.
Passai tra un muro e un altro e vidi la sua porta,entrai attraversandola,era come se qualcosa entrasse dentro di me. Una volta dentro lo vidi stava suonando il piano,la casa era molto bella:aveva un ampio soggiorno con angolo cottura,tre camere,un ripostiglio,un bagno e un balcone che dava su il dead night,mi venne un groppo in gola era lì che avevo festeggiato il mio compleanno il 24 Gennaio 2010,ed è da quel giorno che mi trovo con la mamma. Mi accorsi che davanti a quel’uomo che era mio padre c’era un calendario e mi accorsi che era il 30 gennaio come era passato in fretta il tempo,poi vidi che quel’uomo stesse piangendo,mi faceva male anche se non lo conoscevo ma infondo era pur sempre mio padre.
‘’’lei è Bred?’’  l’uomo si voltò quasi scioccato e mi vide.
‘’ si e lei come ha fatto ad’entrare?’’ era assurdo dire che avevo le chiavi infatti dissi la verità
‘’ io mi chiamo Kellison Watson e sono la figlia di Katrin Wilbur e sono anche sua figlia.’’ lui pare impallidito,sconvolto ma poi parlò.
‘’io non ho figli, e io ho investito Katrin,ma se anche fosse vero come è potuto accadere.’’ io la risposta non la conoscevo era del tutto ignara di come era accaduto tutto quanto. ’’ sinceramente io non lo so ma mia madre mi ha detto che lei e il mio vero padre,e sinceramente adesso e troppo tardi perché io sono morta per ora comunque se vuole vedermi sono in ospedale al San Luis.’’  e anche lì mi dissolsi nel nulla come ho fatto prima con mio padre. Ora non mi restava altro che andare da Cody e digli come stavano veramente le cose,ma mi accorsi che quel tornado mi aveva catturato e stava girando così forte che non capii dove mi stesse portando. Poi lo vidi Deen ero confusa,volevo andarmene volevo andare da Cody ma invece mi ero ritrovata lì perché?
Vidi la mamma che mi dava la mano allora io glielo dissi.
‘’perché?’’ lei mi guardò lo faceva spesso in questi giorni, e mi sorrise come faceva sempre.
‘’e qui che la tua missione finisce ora sta te completarla dalla terra,spero che farai sempre la scelta giusta.’’ che voleva dire con quelle parole,io non capivo, non riuscivo a capire.
‘’mamma che devo fare?mi stai dicendo che posso tornare nel mio corpo ora? Che ho finito la mia missione qui? Mamma ancora una volta sei un mistero per me’’ lei parlò subito dopo di me.
‘’vai a parlagli così potrai tornare alla tua vita e potrai avere la vendetta  che tu vuoi anche se per me non è così che funzionano le cose.’’ la mamma aveva ragione ma non volevo vederlo e ne parlagli,ma alla fine lo dovetti fare.
‘’ciao Deen,ti prego non parlare parlo io,non sono morta e quando tornerò te la farò pagare,ma sai che c’è e che non sarà mai abbastanza,perché quello che hai fatto a me e peggio di quello che potrei fare a te,non voglio neanche sapere il perché l’hai fatto ma voglio solo che tu la paghi solo questo‘’. E me né andai così senza dagli il tempo di rispondermi,lo odiavo e avrei fatto qualsiasi cosa pur di fargliela pagare,mi aveva tolto la vita anche se e grazie a lui che ho scoperto di amare Cody.
C’era qualcosa che non andava,qualcosa che mi trascinava e mi accorsi che ero tornata nel mio corpo,ero felice ma ancora non mi risvegliavo e alla fine mi accorsi che ero fuori dal mio corpo ero lì  e mi stavo guardando.
Mamma mi venne vicino e cominciò ad’accarezzarmi ero così triste avevo il volto pieno di lacrime,la mamma me le asciugò come faceva quando ero piccola.
‘’ mamma … perché … non sono riuscita a rientrare nel mio corpo …. Perché e cosi difficile’’ già era tutto difficile accettare che ero uno spirito era tutto così strano,ho 24 anni ed’è tutto così misteriosamente complicato.
‘’tesoro dai tempo al tempo,devi solo aspettare.‘’ ma cosa dovevo aspettare  che la morte venisse a prendermi? No grazie ma sono già morta,perché doveva capitare a me d’incontrare una persona così crudele e cattiva, perché non potevo vivere il mio amore con Cody? Perché?
<> dissi tutto d’un fiato era difficile ammettere quello che avevo dentro ma lei era l’unica che poteva darmi un aiuto in fin dei conti lei era e lo è ancora mia madre.
<> Mary Katrin Wilbur la madre più saggia che io potessi avere,perché sa sempre quello che provo quello che sento, perché riesce sempre a entrare dentro di me e a tirare fuori la verità. Il punto e che lei aveva ragione ma non lo volevo ammettere a quei tempi ero ambiziosa e anche un po’ egoista ma adesso sono cambiata e sarò pronta a ricominciare.
Mi alzai e feci alla mamma che potevo continuare da sola che avevo capito tutto ma che c’era ancora qualcosa da fare,c’era ancora qualcuno d’avvisare e non dovevo perdere tempo con le chiacchiere,qualcuno aveva bisogno di me e quel qualcuno era mia sorella Chanel.
Quello strano vortice mi riprese e questa volta mi porto da Cody anche lui sapeva cosa dovevo fare a quanto pare,però la cosa strana che ero caduta proprio su Cody.
‘’ei  capisco che ti sono mancato ma cadermi sopra e un po’ troppo non credi?’’ risi perché sinceramente era il vortice che aveva fatto tutto.
‘’scemo e il vortice che mi ha fatto cadere su di te se fosse per me sarei anche potuta cadere per terra.’’ lui mi prese  e mi abbracciò ma questa volta le sue braccia mi trapassavano dentro,il mio tempo stava per finire e dovevo ancora avvertire Chanel. ’’ che sta succedendo perché non posso abbracciarti’’ aveva un tono così arrabbiato e io non riuscivo a diglielo ma lo dovevo fare se amavo i miei cari.
‘’sto svanendo. Ma questa volta e per tornare,però prima devi aiutarmi portami da Chanel sei il solo che può vedermi.’’ già mi ero scordata che lei era l’unica che non poteva vedermi.
‘’aspetta lei non può vederti?’’ no lei non può vedermi che ‘’così mi spaventi Cody che cosa devi dirmi.’’
‘’io posso vedere tua sorella e ho un messaggio per te’’
‘’cosa? Mi stai prendendo in giro? Se è uno scherzo non è divertente’’
‘’non è uno scherzo Chanel,davvero né anch’io ci credevo quando l’ho vista però lei e qui’’
‘’ah se è qui dimmi qualcosa che solo io e lei sappiamo avanti se è davvero qui dimmela’’ gli feci cenno con la testa di cominciare con il discorso.
‘’lei mi ha detto se ti ricordi di quando andavate a prendere i gelati da George’s ice creem.’’ Chanel la vidi piangere e sorridere allo stesso tempo.
‘’ma allora e qui’’
‘’e da un ora che cerco di spiegartelo. Comunque lei mi ha detto di dirti che sei in pericolo e che ti proteggerà sempre,e che devi credere in dio perché grazie a lui che lei è ancora qui.’’
‘’ok ci crederò di più ma … da chi sono in pericolo?’’  ‘’’e ma da chi e in pericolo Kelly’’
‘’digli da Deen’’
‘’da Deen.’’
‘’cosa da Deen’’
Scomparvi come facevo sempre avevo bisogno di chiedermi se quello che stavo facendo era la cosa giusta,se quello che temevo era veramente giusto. Ma chi ero io per dirlo cosa era giusto o cosa era sbagliato.
Ma sapevo che quello che non era giusto stava accadendo per colpa di una persona e quella persona era Deen.
  
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