Volete sapere una cosa buffa? Vi ricordate quando ho detto
che avevo già un’idea per la prossima shot (cioè questa)? Mezz’ora dopo me
l’ero scordata. :D *si lancia dalla finestra*
Yay! for
10th shot! :°D
10 - Clock
hand
Alle nove il sole è già alto.
A mezzogiorno, scotta tanto che
quasi non scotta più.
Alle sei il cielo si tinge
d’arancio e di rosso.
Poi, è notte…
La
meridiana di Suna è rotta. Non propriamente rotta, l’asta è ancora infissa nel
terreno, immobile da secoli ed intenzionata a restare al suo posto ancora a
lungo.
La
meridiana di Suna non funziona, perché il vento ha cancellato i numeri.
Granello per granello, il quadrante è stato eroso senza pietà, e non c’è più
nessuno in grado di calcolare nuovamente la posizione delle cifre.
Nella piazza
della meridiana c’è una panchina, verde, con una gamba pericolante. Temari si
siede sempre in quello stesso punto dove da bambina si fermava con la mamma,
quando era giovane e bella e sorrideva sempre. Ci va ogni venerdì, perché il
venerdì c’è il mercato, perché il venerdì Kankuro la manda a fare la spesa, e
perché Gaara le ha dato come giorno libero il venerdì.
Non perché
il venerdì arrivino gli messaggeri da Konoha, non perché l’ambasciatore
ufficiale sia Shikamaru.
La mattina
non arriva mai troppo presto per trovare la piazza affollata, con il sole già
rovente che non riesce scoraggia gli operosi abitanti. La meridiana punta verso
le porte del villaggio, e l’ombra lunga e stretta è la prima ad accogliere gli
inviati dell’Hokage dal loro faticoso viaggio. Poi li scorge anche lei e arriva
il suo sussulto di sorpresa -si sorprende ogni volta di vederlo tornare, benché
sappia che lui non salterebbe un incarico nel Paese del Vento nemmeno sotto
tortura.
Agita con
discrezione una mano verso il ragazzo con i capelli legati, che risponde al
saluto con un cenno del capo. Shikamaru le passa davanti, diretto al palazzo
del Kazekage per i nuovi ordini, e c’è un repentino scambio di sguardi. Nessuno
dei due si arrischia a parlare; Temari non è sicura della fermezza della
propria voce, mentre il cuore le martella in petto.
A
mezzogiorno in giro non c’è un’ombra, o un’anima, che magari sono la stessa
cosa. Temari si è spostata sotto il portico di uno dei palazzi della piazza,
dove non rischia di prender fuoco dal caldo e da dove riesce a vedere tutta la
strada principale. La meridiana punta dritta verso il basso, e lei si sta
scoraggiando. Poi una nuvoletta copre il sole ed eccolo alle sue spalle,
sbucato dal nulla senza che se ne fosse accorta.
Non fa in
tempo a bacchettarsi per la distrazione né ad aprir bocca che lui la guarda
intensamente, a lungo, magari scostandole una ciocca di capelli dalla fronte, e
lei si convince che non serve il mezzogiorno del deserto per farla andare in
fiamme.
Sul far
del tramonto la lancetta della meridiana è aguzza e sottile e si distingue a
mala pena sulla sabbia dello stesso colore del cielo.
Sono
ancora lì sotto il portico vuoto, le mani strette e gli affannosi respiri
intrecciati, a fare tutto ma soprattutto niente e a parlare in silenzio. I
capelli di Temari sembrano bruciare alla luce scarlatta come la sua pelle e i
suoi occhi, che però ardono per un motivo diverso. Sono restii a separarsi dai
baci e dalle carezze, anche col giorno che va via via svanendo e con la
lancetta che si fa sempre più affilata, sempre più precaria…
Il sole
scompare oltre le mura della città, l’ombra si spezza e Temari si volta con un
altro sussulto. Torna a guardare Shikamaru e lo trova che la fissa perplesso
per quel suo strano gesto. Lo trova ancora lì, lo trova anche al buio e non sa
spiegare perché ma si sente sollevata, così lo bacia di nuovo.
La notte
fa freddo, e la meridiana con la sua tenue ombra scura pare lugubre illuminata
soltanto dalla luna. Per un’altra settimana nessuno le presterà più attenzione,
né le terrà compagnia tutto il giorno, perché l’unica persona che continua a
consultarla nonostante la sua inutilità al momento ha altri pensieri. Pensieri
che coinvolgono l’accucciarsi nel tepore del proprio letto e del proprio
compagno, per fuggire al gelo della mezzanotte.
…l’anelata notte del
deserto.
---
Era nata inizialmente come angst, ma l’idea è cambiata
durante la stesura… per fortuna. In compenso le pare mentali non mancano, e se
nella precedente era Shika ad avere seri scompensi psichici adesso c’è Temari
convinta che si suo ragazzo si comporti come un’ombra e sparisca nel nulla.
Ultimamente sono in vena di fluff gratuito. *_*
Ah, lo so che l’idea della meridiana rotta è insensata,
come il fatto che a Suna non ci sia nessuno che sappia ricalcolare la posizione
dei numeri sul quadrante, ma non me ne frega nulla. *_* Esigenze di copione. XD
Christine: Certo che è emo, tutti siamo emo.
U_U Ah, non fare più scherzi come stamattina, ‘kay? :*
bambi88: Ma com’è che avete tutti
quest’amore spassionato per l’angst? XD *parla quella che scrive tutti polpettoni
introspettivi* Io mi commuovo sempre a leggere i tuoi adorabili commenti,
grazie mille ç_ç
NaTemari: Grassie! ^^ Teniamo alto l’onore
ShikaTema! è.é
MoMozzia: Certo che sono contenta dei tuoi
scleri XD Grazie mille, e prometto che se ti rinchiudono ti spedirò gli
aggiornamenti in cella d’isolamento… ;D
fantasyk87: Wow, che scarica di recensioni!
XD Grazie davvero ^^ Ed ecco qua Shika che torna a comportarsi da bravo
fidanzato come dovrebbe, finalmente. Per la gioia di tutti noi XD (per la 8#,
quello con cui parlava Gaara era Lee ^^)
Ayko: Grazie, devo ammettere che
quell’idea mi aveva particolarmente ispirato XD
Non vi ringrazio mai abbastanza <3
Will