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Autore: AliceC12    23/03/2013    6 recensioni
Cosa accade quando, per uno scherzo del destino, due anime si ritrovano intrappolate nello stesso inferno?
Jess Tomlinson si ritroverà in questa situazione e non riuscirà più ad uscirne; gli occhi color blu cobalto di quel ragazzo, finiranno per intrappolarla in una morsa letale, tanto che non potrà più farne a meno.
Una situazione orribile si trasformerà in una storia d'amore meravigliosa, difficile da capire ma impossibile da distruggere.
Un bacio e un ringraziamento a tutte coloro che seguiranno la storia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 1

-E dai, piantala! Louis non puoi portarlo via?-
-Mi spiace, è dotato di mentalità propria-
Harry Styles.
Un nome, una garanzia.
Alto 1.80, capelli ricci, occhi color verde smeraldo, labbra rosee e sottili: obiettivamente un bel ragazzo.
Mi veniva dietro da circa cinque mesi e, forte della sua nomea di “fusto” della scuola in quanto capitano della squadra di calcio, non perdeva occasione di mettersi in mostra.
Convinto che il suo fascino da bello impossibile avesse un qualche potere magnetico anche su di me, sferrava in continuazione la sua mossa ottenendo in cambio cumuli di due di picche.
La sua insistenza mi infastidiva ma al contempo mi lusingava.
Era il migliore amico di mio fratello Louis e sfruttava questa posizione per passare intere giornate a casa nostra ed intrufolarsi di soppiatto nella mia camera mentre, puntualmente, mi mettevo lo smalto alle unghie dei piedi.
-Andiamo Tomlinson, so che prima o poi cederai…-
-Bene, fino ad allora esci dalla mia stanza- ringhiai fermamente, prima di cacciarlo fuori come ormai era mia consuetudine fare alle 4 di ogni pomeriggio.
Tutti i martedì avevano gli allenamenti quindi, non appena sentii la porta d’ingresso serrarsi, girai la chiave nella toppa e cominciai a godermi quelle poche ore di libertà e solitudine prima che rientrassero i miei.

-Perché non ti ci metti insieme? E’ un figo della madonna e tu ancora gli resisti? Io gli sarei già saltata addosso- dopo aver allontanato la cornetta dall’orecchio, scioccata dai discorsi appena espressi dalla mia amica Lauren, ricominciai il discorso.
-Perché non può trovarsi un’altra ragazza? Non lo sopporto più-
-Non diresti così se fossi qualsiasi altra ragazza della scuola-
-Ma tu sai che mi piace distinguermi dalla massa- affermai con un velo di ironia.
In effetti era vero: appartenevo a quel gruppo di ragazze poco interessate all’aspetto fisico,per le quali le gonne e i tacchi alti costituivano una macchina da tortura. Il trucco era uno dei miei peggiori nemici; matita e rimmel potevano passare ma ombretti, blush, primer o qualsiasi altro prodotto permettesse di eseguire un make-up complicato, erano come un’allergia per me.
A scuola non facevo parte del gruppo delle cheerleader, né del club di matematica. Non ero la ragazza di un giocatore di calcio, ma il cognome Tomlinson mi aveva fatto guadagnare un certo rispetto grazie al ruolo di mio fratello nella squadra.

-Dunque ragazzi, Costantino vinse la battaglia di Saxa Rubra nei pressi di Ponte Milvio nella primavera del 312. Questo gli permise di affermare il suo potere su tutto l’impero romano-
La tentazione di aprire la finestra e scaraventarmi di sotto dal terzo piano, divenne irrefrenabile davanti ai discorsi sempre più soporiferi che la Burbon stava blaterando da un’ora.
Era ormai fine maggio e la scuola sarebbe terminata a breve, ma la stanchezza degli ultimi giorni era diventata insostenibile.
Fortunatamente il pensiero di passare l’intero mese di luglio all’estero, più precisamente in Messico, in compagnia di mio fratello, riusciva a darmi la forza di impegnarmi anche durante quei giorni fatali; cosa necessaria, perché un brutto voto avrebbe compromesso la partenza.

-Ciao Jess-
Mi salutò mio fratello con un bacio sulla guancia al quale ricambiai con un sorriso, mentre ero impegnata a cucinare la mia ricetta migliore:risotto ai funghi e bacon.
-mmm che profumino-
-L’ho preparato solo per te-
Il nostro rapporto era un misto amore-odio: una perfetta simmetria che si avvicendava a momenti alterni e ci permetteva di andare d’accordo senza sembrare falsi.
L’odio si presentava sotto forma di lotte per il telecomando, sfuriate per il volume eccessivo della musica, richieste di denaro ai nostri genitori che potevano rifornire a turno solo uno di noi.
L’amore, invece, non si manifestava apertamente ma tramite la sua gelosia nei confronti dei miei ex-fidanzati, che aveva messo sotto torchio per capirne le intenzioni. Attraverso la preparazione di pietanze che sapevamo essere adorate dall’altro, o passaggi in macchina a qualsiasi ora del giorno.

Lo guardavo soddisfatta addentare voracemente le ultime fette di bacon rimaste nel piatto, ma le troppe smancerie che mi aveva rivolto mi avevano fatto intuire che qualcosa non andava.
-Ora che ti sei spazzolato il piatto, pensi di dirmi cosa c’è che non va?-
-Solo se prometti di mantenere la calma-
-Dai…- lo incoraggiai.
-Harry verrà in vacanza con noi- disse tutto d’un fiato, tappandosi le orecchie con le mani, pronto a sopportare una delle mie scenate isteriche.
Meglio censurare tutti gli insulti che uscirono dalla mia bocca per evitare che i deboli di cuore ne rimangano secchi e passare alle ultime battute.
-Non lo voglio lì e soprattutto non voglio che mi guardi il culo mentre sono in costume da bagno-
-Dai,  lo terrò buono-
-Sarà meglio-

Le urla disumane della mia amica non appena saputa la notizia, mi trapassarono violentemente i timpani attraversando la cornetta telefonica.
-Tu…tu…tu- balbettò in preda al panico che, da parte mia, era solo disperazione.
-Si, lo dovrò sopportare anche lì-
Lauren si ammutolì all’improvviso, lasciandomi intuire che, se avessi continuato di quel passo, sarebbe venuta a casa mia per schiaffeggiarmi.
-Non è colpa mia se non puoi venire, te lo avrei lasciato volentieri- sospirai con rassegnazione.
-Sono sicura che succederà qualcosa tra voi-
-Oltre al fatto che mi stuprerà?... Non penso proprio- affermai scherzosa prima di attaccare il telefono e scendere in cucina per la cena a base di pollo arrosto preparato da mia madre.
-Libertà- questa fu la parola che invase la mia mente non appena la campanella che segnava l’inizio delle vacanze estive suonò, tra le urla di studenti eccitati all’idea di non dover più mettere piede nell’istituto Robert Hollis per tre mesi.

-Harry muoviti con quella valigia o perderemo l’aereo-
Giugno era volato via; avevo passato la maggior parte del tempo facendo sport e portandomi avanti con i compiti, così da non essere obbligata a portarli in Messico.
L’emozione aveva invaso il mio corpo all’idea di quel viaggio che attendevo da mesi ormai, ma in quel momento l’euforia si era trasformata in collera.
La velocità e prontezza di quel ragazzo era paragonabile ad un maratoneta che cerca di portare a termine 11km di corsa dopo aver affrontato il pranzo natalizio della nonna: missione impossibile.
Erano dieci minuti che io e Louis lo aspettavamo in macchina, volgendo sguardi sfuggevoli all’ora segnalata sul cruscotto dell’auto che sembrava passare ad un velocità davvero illogica.
-Harry- lo rimproverai nuovamente.
-Calmati dolcezza, c’è bisogno di tempo per creare una capigliatura sexy come questa- rispose varcando la soglia di casa che io e Louis stavamo fissando impazienti da un quarto d’ora.
Guadagnatosi un’occhiataccia raggelante con quell’affermazione, capì che forse era arrivato il momento di muovere quel benedettissimo sederino che la mamma gli aveva donato e salire in macchina, prima che la mia collera si trasformasse in furia omicida.
-Dai piccola, so che non sei arrabbiata-
Mi colpii sonoramente la fronte con la mano destra in segno di disperazione e lo spinsi nel veicolo, alla cui guida Louis sghignazzava divertito.

Volo Londra-Messico, prepararsi all’imbarco.

La vocina invisibile dell’altoparlante stava richiamando il nostro volo da circa dieci minuti; superammo in fretta e furia il chek-in e il metal detector e ci fiondammo nell’abitacolo.
Ad aspettarci una miriade di sguardi che, da euforici al pensiero della meta prestabilita, erano diventati furiosi in attesa dei tre passeggeri che avevano provocato la partenza ritardata dell’aereo.
-Visto cos’hai combinato?-
Sussurrai ad Harry spintonandolo contro il sedile affinchè velocizzasse le operazioni.
-E dai Jess, non è morto nessuno- lo sostenne Louis.
-Smettila di dargli corda- ringhiai contro mio fratello, sempre pronto a difendere l’amico.

-Jess… Jess- una vocina irritante si insinuò fastidiosamente nelle mie orecchie interrompendo il pisolino che mi ero imposta per trascorrere quelle 11 ore di viaggio accanto a Styles nella maniera più indolore possibile.
-Jess- insistette.
-Cosa c’è?- mugugnai infastidita.
-Ho paura-
Solo in quel momento mi resi conto delle violente turbolenze che stavano scuotendo l’aereo.

Attenzione. E’ il capitano che vi parla. Stiamo attraversando una forte corrente d’aria. Vi preghiamo di rimanere seduti, allacciare le cinture e portare i sedili in posizione eretta.

Un’altra scossa e poi niente… il vuoto.



Spazio autrice: Questo è il primo capitolo. E' molto descrittivo e non da una vera e propria anticipazione sul contenuto della storia. Non si sa se il protagonista sarà Harry oppure un altro ragazzo. Se vi interessa scoprirlo continuate a seguire la storia. Se lasciaste una piccolas recenzione mi farebbe davvero molto piacere. grazie mille :)
  
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