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Autore: AngyEFP    23/03/2013    1 recensioni
(...) Chiacchieravamo come due buoni amici, ma non conoscevo quel ragazzo
“Comunque io mi chiamo Harry, Harry Styles!” aveva un tono da dire 'ma tanto tu lo sai già'
“Io sono Angy, molto piacere!” risposi perplessa
Mi sorrise, rincuorato e allo stesso tempo deluso che non lo avessi riconosciuto, ma come avrei potuto conoscere già il suo nome?! (...)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 40
CAPITOLO 40

Alone

Alle 9:30 dopo aver cenato Harry salì in camera a fare la valigia. Mi travolse la malinconia, quando l'avrei rivisto non lo sapevo. Era ancora con me, ma gia mi mancava da morire. Mi misi accovacciata sul divano abbracciando le ginocchia e accesi la TV. Ironia della sorte, su Mtv stavano trasmettendo WMYB. Fissavo lo schermo impassibile; ero consapevolissima del fatto che Harry era quello che era ma vederlo alla TV mi era insolito e faceva il suo effetto, a chi non farebbe effetto vedere
il proprio ragazzo alla TV?! Quando la canzone arrivò al suo assolo mi vennero i brividi. Era vicinissimo a quella ragazza, vicinissimo alla sua bocca. Il mio stomaco sotto sopra. Che cosa brutta la gelosia!
Quando scese, appoggio il suo borsone vicino all'ascensore e venne in salotto. Tremavo nel vederlo pronto per partire e quando si sedette vicino a me e mi mise un braccio intorno alle spalle iniziarono a scendermi delle lacrime.
“Quanto dovrò stare senza di te?” gli chiesi rimanendo con lo sguardo fisso al televisore
“Non lo so...”

La mattina dopo, quando aprii gli occhi, non trovai Harry sdraiato vicino a me, non sentivo il suo respiro sulla mia pelle, non recepivo il suo odore tra le lenzuola. Guardai l'ora, 6:12. Harry in quel momento era già a casa e io mi sentii sola; quella casa mi era sempre troppo grande quando lui non c'era. Presi il suo cuscino e lo strinsi forte a me, era impregnato del suo odore, ed era come una droga per me. Con gli occhi pieni di lacrime mi diressi verso il bagno. Non ero in ritardo ma feci comunque tutto di fretta, volevo uscire da quella casa, che senza Harry non riuscivo a definire casa mia. Vestita andai in cucina a fare colazione e trovai un biglietto vicino ad un pacco.

Buongiorno amore mio. Ben svegliata!
So benissimo come ti senti, e fidati che
io provo le stesse cose. Ti ho fatto un pic-
colo regalo.. Ormai ti conosco e so che la
mattina non hai ne tempo ne voglia di farti
la colazione così ho pensato potesse esserti
utile. ;) Passa una buona giornata
Ti amo infinitamente amore mio! <3

Aprii il pacco e trovai una macchinetta del caffè, una di quelle che macinano i chicchi di caffe, fanno il cappuccino con tanto di schiuma e il the. Della serie “Nespresso. What else?” senza George Clooney! Battute a parte mi feci un caffe e mi diressi fuori casa. Tanto perchè Harry non finisce mai di sorprendermi trovai un mazzo di rose sul tavolo della hall. A quel punto ero in ritardo e mi precipitai in stazione a prendere il treno. Mentre, un piede dopo l'altro, velocemente, mi dirigevo verso la mia monotona giornata pensavo a quanto mi sarebbe piaciuto vivere una situazione diversa: svegliarmi all'ultimo momento con i riccioli di Harry che mi solleticavano il naso, fare tutto di corsa e gridargli dietro di sbrigarsi, spingerlo in macchina e farmi accompagnare a scuola, scendere davanti a scuola e baciarlo davanti a tutti, come una coppia normale, dirigermi verso Ellie, voltarmi e salutarlo un ultima volta con la mano prima di entrare in classe. Ma vivevo in un modo completamente diverso. Se qualcuno mi avesse chiesto “Come fai a sopportare questa situazione?” Io non avrei saputo rispondere.
Scesi dal treno, mi guardai intorno estraniata e poi mi diressi verso scuola. Erano le 7:56. Mi fermai a guardare la gente che entrava e quella che rimaneva fuori a chiacchierare fino all'ultima campanella. Mi venne la nausea al solo pensiero di attraversare quelle porte e quei corridoi, tirai fuori dalla borsa una sigaretta, la accesi e mi sedetti sugli scalini dando le spalle all'entrata. Quando mi sfiorò l'idea di tornare a casa Ellie mi si presentò davanti
“Partito?”
“Stanotte.. Non rigirare il coltello nella piaga per favore”
“Sai la novità?”
Scossi la testa mentre osservavo la mia sigaretta che si consumava sempre di più
“Dah se ne è andata! Ed era ora aggiungerei”
“Cosa?”
“Hai capito bene. Ora è meglio che entriamo, a meno che non vuoi fumarti anche il filtro di quella sigaretta!”
Attraversammo quei corridoi uno dopo l'altro, come sempre stracolmi di persone.
“Ieri c'erano delle primine che cantavano una canzone...”
“E questo dovrebbe interessarmi?”
“Si... Era dei tuoi amici!”
Spalancai gli occhi
“Non puoi fregare me... Ho fatto delle ricerche. Harry Styles, anni 18, data di nascita 1 febbraio 1994, vive a Holmes Chapel e, cosa più importante, fa parte di una molto promettente band inglese classificata terza all'ultima edizione di Xfactor UK...”
“Mi spaventi!”
“...se vuoi vado avanti!”
“No. Ho capito”
“La cosa positiva, è che non ho trovato niente riguardo alla vostra relazione, se non un insignificante foto, ma ho capito che il tuo caro partner è molto preso di mira in questo periodo. In conclusione: Stai attenta!”
“Lo so. Dovrà essere lui quello attento, io alla fine non sono nessuno”
“Sei quella che rischia di più invece. La sua vita è gia stata stravolta da un mondo che ha imparato a conoscere. Tu invece da un giorno con l'altro ti ritroveresti in alto mare, e da sola!”
“Harry non mi abbandonerebbe mai Ellie!”
“Non ho detto questo. Sai cosa intendo...”
Ellie aveva ragione, ma in qualsiasi caso dipendeva tutto da Harry.
Quando entrai in classe lo sguardo di Francisco fu il primo che incontrai.
Mi tornò alla mente quel maledetto sogno e il mio umore cambio per la terza volta di quella mattina. Arrivo l'intervallo e uscii a fumare, da sola. Mi guardai in giro, guardai le persone che passeggiavano per il giardino, quelle che erano sedute a fumare e quelli al piano di sopra alla finestra. Mi resi conto che i miei veri amici potevo contarli su una sola mano e pensai che se mai la mia relazione con Harry sarebbe uscita allo scoperto sarebbe cambiato tutto. Il mio nome conosciuto ovunque, sarei diventata popolare anche io, mi avrebbero riconosciuto tutti. A pensarci bene, non era quello che volevo. La mia vita mi piaceva così com'era. Non ero nessuno e nessuno volevo rimanere. Amavo Harry come non avevo mai amato nessuno ma la situazione in cui lo amavo non era stabile, non mi assicurava niente...
“Cosa fai oggi pomeriggio?”
“Ellie ma sei scema?!”
“Eri cosi impegnata a pensare che non mi hai neanche sentita. Quali pensieri ti occupavano?”
“Pensavo. Se un giorno si dovesse venire a sapere...”
“Io ci sarò!”
“Lo so Ellie” le sorrisi e la abbracciai forte, e inaspettatamente lei ricambiò l'abbraccio.
“è suonata!”
“Andiamo”
“Non ti ha salutata stamattina!”
“Intendi Fra? L'ho notato ma non capisco il perchè”
“Chiediglielo...”
“Tu sai gia il motivo, dimmelo tu no?!”
“è depresso, e semplicemente per il fatto che gli rivolgerai la parola, ritornerà quello di prima. Quindi vai. Il mio migliore amico depresso è insopportabile!”
Le feci una linguaccia e andai a cercarlo
Lo cercai ovunque senza trovarlo, finche i corridoi si svuotarono e mi arresi. Prima di tornare in classe feci tappa in bagno e chi incontrai? Tac!
“Ti cercavo..”
“Anche io”
“E perchè?”
“Perchè devo parlarti”
Feci due passi indietro
“Perche ti allontani?”
“Perche l'ultima volta che lhai detto mi hai baciata”
“è stato così orribile?”
“NO. Ma sono impegnata”
“Già... Tu perche mi cercavi?”
“Perchè stamattina non mi hai salutata? E perche sei così in questi giorni?”
“Non dovresti esserne contenta?”
“Perchè dovrei?”
“Perchè ora i ruoli si sono ribaltati”
“La cosa non mi fa piacere! E non voglio che stai così”
“Dovresti”
“Smettila! So cosa si prova, e non voglio che passi quello che ho passato io”
“Perche?” mi chiese avvicinandosi
“Perche sono stata innamorata di te e nonostante il fatto che ti volevo mio ho sempre preferito la tua felicità alla mia. E ora voglio che tu sia felice come lo volevo allora!”
“Devo confessarti una cosa. Mi sei sempre piaciuta, dalla seconda. A settembre quando tornammo a scuola pensavo di ritrovare la sclerata e stupida ragazzina che avevo lasciato a giugno, ma tu in quell'estate cambiasti molto. Ma non ti dissi mai niente perchè credevo che le nostre vite fossero incompatibili e avevo paura di te. Quest'estate mi sono accorto che l'unica che volevo realmente eri tu, dopo tutte quelle con cui sono stato per dimenticarti. Tu, solo tu. E ti ho persa. Come trovai la forza per dirti tutto ti persi!”
Ero talmente concentrata sui suoi occhi che piano piano si arrossavano che non mi accorsi che ero finita contro al muro, le sue labbra a cinque centimetri dalle mie e le sue braccia che mi chiudevano al muro. Avevo i brividi.
“E ora sei qui, davanti a me, e come nel sogno che faccio tutte le notti ora vorrei solo baciarti fino al suono della campanella. Ma non posso, perche ho perso tempo, ho perso le mie occasioni e ho perso te e non puoi chiedermi di non essere completamente a terra perchè mi è impossibile, come mi sarà impossibile non fissarti mentre segui le lezioni, mentre ti alzi per andare alla lavagna, mentre con la tua nonchalance tieni testa ai professori, mentre di nascosto sotto il banco ti metti a messaggiare, mentre fai finta di fare gli esercizi di matematica e in realtà pensi ai fatti tuoi, mentre, con l'aria più sexy e provocante del mondo, all'intervallo fumi la tua sigaretta, in piedi con le gambe incrociate sempre sotto le scale antincendio, mentre fai streatching a ginnastica, con quei pantaloncini che ti incorniciano perfettamente il fisico. E mi sarà anche difficile non immaginare come sarebbe paradisiaco fare l'amore con te. Credo di essere veramente innamorato, per la prima volta nei 17 anni della mia vita!”
Ero paralizzata. Mi tremavano la mani. Se avessi aperto bocca non sarebbe uscito neanche un suono. A qual punto, persa nei suoi occhi e nelle sue parole che ancora mi rimbalzavano nella testa, feci l'errore più grande che potessi fare. Cedetti.
Lo afferrai con la fretta di chi ha aspettato per tre anni quel momento e iniziai a baciarlo. Iniziò a indietreggiare e finì con le spalle al muro dal lato opposto. Infilò le mani sotto la mia maglietta e mi stringeva a se, si girò e io finì ancora spiaccicata al muro.
Quando suonò la campanella realizzai la grande cazzata che avevo appena fatto. Lo guardai, i miei occhi si riempirono di lacrime e corsi via.
Dietro l'angolo qualcuno mi trattenne.
“Hai complicato le cose, lo sai?” sussurrò Ellie tenendomi per il braccio
“Ho fatto un casino!!!” esclamai scoppiando a piangere.

Più tardi ero sul lettino dell'infermeria, un tè caldo tra le mani e le parole di Ellie in sottofondo.
“Mettiti in testa che non è mai successo e lui farà altrettanto”
“La fai facile Ellie, troppo facile”
“Avete 17 anni, sono cose che capitano. Lo convincerò io a lasciarti andare”
“Il punto è che... Non so se voglio veramente che mi lasci andare
“Lo immaginavo” sospirò “Decidi cosa vuoi. Non pensare a loro due. Non pensare al passato. Pensa solo per te stessa, sei abbastanza brava nel farlo, impegnati ora!”
Si alzò dal lettino lasciandomi da sola con i miei casini.





~Angolo dell'autrice~
Insultatemi vi prego. sono una pessima scrittrice, menefreghista e insensibile.
non ho scuse valide ma vi spiego la situazione comunque
la mia vita dall'ultima volta che ho pubblicato è stata frantumata e ricostruita.
i miei si sono separati (frantumata) ma ho conosciuto una persona (...<3!) che mi sta aiutando a superare tutto (ricostruita).
A questo capitolo sto lavorando da novembre, ma l'ispirazione va e torna (per la maggior parte del tempo va)
spero vi piacerà comunque. grazie per tutto.
vi adoro come sempre!
   
 
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