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Autore: Danielle Johnson    10/10/2007    2 recensioni
Una ragazza, un ragazzo. Lei è segretamente innamorata di lui. Lui è segretamente innamorato di lei. La loro amicizia è indissolubile ma una serie di eventi rischiano di farla sgretolare pian piano. Riusciranno a sistemare tutto? Ne vale la pena? Il gioco vale la candela?
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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***Assurdamente Noi***



Che devo fare?
Vivere questo amore e prendere ciò che viene o fuggire, fuggire in un posto dove non mi posso far male, dove lui non può ferirmi.
Dove lui non può ferirci! Ho una figlia da tutelare, prima della mia felicità c'è lei.
Dany non esiste più, ormai, è sepolta in un qualche angolo nascosto di me, ora sono Elle.
Due facce della stessa medaglia.
Possibile che la vita sia così difficile? Perchè non sono rimasta a casa mia?



Capitolo 4 - Quando torna l'amore...


Quando la cena fu pronta uscii fuori a chiamare Jay e Jade, non ce la facevano più a stare sul divano senza fare nulla quindi erano usciti in giardino.
A quella vista il mio cuore s'addolcì, Jay rincorreva Jade, facendola ridere.
Era una cosa stupida, suppongo, ma le lacrime ricacciate dentro per chissà quanto tempo volevano debordare dai miei occhi.
Jade era mia figlia, e Jay suo padre... Che c'era di più perfetto?
Forse il fatto che io e Jay non stavamo insieme? Forse il fatto che Jade non sapesse affatto chi fosse suo padre?
Quest'ultimo si accorse della mia presenza e si girò verso di me, sorridendomi.
"E' pronto..." la mia piccola corse subito verso di me.
"Mamma, Mamma! Jay è il mio papa'?" ok, non avevo mai affrontato il discorso 'perchè tutti i bambini hanno un papa' e io no'... Guardai Jay, non lasciando trapelare il mio sconcerto.
"No, tesoro, tu non hai un papa'" risposi tranquillamente per poi prenderla per mano e portarla in sala da pranzo dove diverse leccornie sostavano sul tavolo in attesa di essere ingurgitate.
Dopo cena, messa a letto la bambina, io e il mio vecchio amico rimanemmo soli.
"A Jane manca un padre" notò lui.
"Lo so, ma non mi va che si affezioni troppo a nessuno" confessai.
"Sei stata brava, a tirarla su tutta sola"
"Avevi qualche dubbio?"
"E tu?" proferì prima di alzare un sopracciglio
"Molti, ma lei è una bimba d'oro... Mi ha facilitato le cose"
"Quando sarà grande? Quando vorrà sapere chi è il suo padre biologico?"
"Jay, non capisco dove tu voglia arrivare..."
"E' mia figlia, Dan. E' qui che voglio arrivare"
"Dan se n'è andata nel momento stesso in cui tu l'hai lasciata con quello stupido biglietto" commentai, lui si passò una mano nei capelli, lo conoscevo bene, era nervoso e aveva un pensiero fisso.
"Prima che tu partissi ti ho chiesto di restare, mi pare"
"Tu credevi di amarmi solo perchè c'era lei, Jay, non negarlo"
"No, ti sbagli..."
"Per favore, Jay, per una volta vuoi rendermi tutto più semplice?" sospirai "Oggi ti ho concesso di conoscere mia figlia"
"Non sei cambiata affatto, Dan o Elle o come diavolo vuoi che ti si chiami... Ma ti sei rattristata, spenta..."
"Prova a dire che sto invecchiando e ti uccido" ridacchiammo entrambi, poi sospirai nuovamente "Jay, se è questo che ti preoccupa, non dirò mai che sei tu... il suo padre naturale." avevo tratto la conclusione sbagliata e lui abbassò lo sguardo.
"Dan, ti stavo solo chiedendo di rimanere nei paraggi"
"V-v-vuoi entrare nella sua vita?" balbettai, no, non gliel'avrei concesso.
"Voglio conoscerla... Come farebbe un padre vero" lui si avvicinò a me, e mi sfiorò la guancia con il rovescio della mano, delicatamente.
"Non posso darti una risposta precisa, ora, Jay. Forse sarebbe meglio aspettare..." ma proprio in quel momento il mio cellulare squillò.
Guardai il display 'Bonnie' misi il vivavoce visto che non funzionava bene il telefonino.
"Elle, dove sei?" l'inglese era rigoroso, Bonnie capiva poco l'italiano.
"A Roma, come ben sai. Come va, lì?"
"Uno schifo! Ho litigato a morte con Jim. Abbiamo mollato tutto, mi ha davvero stufata!"
"Ehi ehi calma! Sei pazza o cosa? E Jason?" Jason era il figlio di Bonnie, aveva l'età di Jade.
"Jason... Ha ascoltato tutto..."
"Bonnie, ragiona, Jason potrebbe uscire traumatizzato da questa cosa, ti avevo o no avvisato di non far conoscere mai il tuo uomo a tuo figlio? E tu guarda che vai a combinare!"
"Comunque ho preso la macchina, entro 4 ore sarò da te" Bonnie attaccò, senza aspettare risposta, guardai Jay.
"Una tua amica?"
"Sì, sarà qui tra..."
"Quattro ore, sì, l'ho capito..."
"Ma... Ma... Noi parliamo velocemente... Come?" chiesi...
"Sono stato in America per un po'" confessò, io gli lanciai un occhiata scettica che sicuramente non gli sfuggì.
"Davvero?" dissi con sarcasmo.
"San Diego" disse, io sbuffai "A La Jolla, University of California" mi disse, questo rinfresco la mia memoria.
"Accademia Militare?"
"La conosci?" mi chiese alzando un sopracciglio.
"Ho lavorato lì per un progetto della NASA" spiegai, lui sorrise.
"L'H314B?" chiese, io annuii pensierosa, poi spalancai gli occhi
"Tu che ne sai?"
"Ero un ufficiale Generale, lì..." confessò, io chiusi gli occhi per assorbire l'impatto di quelle parole e cercare un singolo momento in quel periodo dove credevo di averlo visto."La festa al Karl Strauss" mi rinfrescò la memoria.
"C'eri anche tu? Assurdo!" dissi accennando un sorriso, che scomparve quasi immediatamente "Pe-Pe-Perchè non hai provato a parlarmi?"
"Non sapevo se fossi realmente tu e quando ho chiesto di te..."
"Gli altri me l'hanno detto..." dissi, quasi in uno stato di trance "'C'è un generale, laggiù, che vuole informazioni su di te...' mi disse Gooch, io risposi 'Beh, non è il primo e non sarà l'ultimo... Ditegli che sono impegnata, non mi piacciono i guerrieri'" conclusi,ecco perchè non si era avvicinato! Avevo detto la parola 'impegnata'...
"Sì, qualcosa del genere, ho pensato che se stavi davvero con qualcuno non avresti voluto vedermi"
"Sei stato uno stupido" commentai "Io..." 'ti amo' pensai, ma dissi "ne sarei stata felice, ovviamente." ero molto diplomatica, e questo lo preoccupò.
"Dan, andiamo a letto" mi disse, io lo guardai come se fosse matto "Non insieme, scemotta... Non cambierai mai"...
Fece una piccola pausa e mi bloccai, sapevo ciò che stava per dire e mi bloccai.
"E rimarrai per sempre la mia piccola Dany" Ecco, era proprio ciò che temevo, tutto quell'autocontrollo, affinato con gli anni era svanito, ora cercavo solo protezione in un suo abbraccio, poggiando l'orecchio sul suo petto.
"Il cuore..."
"Ce l'hanno tutti" mi disse, sarcastico, io sorrisi.
"Intendevo dire che batte"
"Il tuo no?"
"Batte forte." finii, lui mi guardò dolcemente, senza proferire altro.
Non so per quanto rimanemmo così, ma ricordo chiaramente che mi piacque.
Non successe nulla oltre quell'abbraccio, ma andai a letto contenta così, con la strana sicurezza che l'avrei sognato.


--------------------------------------------------->To be continued!

Allora eccoci qua all'angolo della scrittrice. Allora? Questo chappy vi è piaciuto?
Devo dire che è il mio preferito (tra quelli che ho scritto fin'ora).
Grazie a Miau, mia nuova lettrice, spero che ti piaccia anche questo come i precedenti, se non di più.
  
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