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Autore: SummerRestlessness    23/03/2013    0 recensioni
A una festa Sadie incontra Liam e tra loro scatta subito qualcosa. Ma quando Liam e Sadie vengono separati da un evento tragico, Zayn si sente quasi in dovere di prendersi cura della ragazza del suo migliore amico. Sarà davvero solo un dovere? Basterà Zayn a farle tornare il sorriso, mettendo insieme i pezzi delle loro anime distrutte? Oppure Liam tornerà, ribaltando completamente la situazione?
[In questa fanfic i ragazzi non sono famosi, anche se sono in una band; ci sono alcuni accenni di Larry ma proprio accennatissimi, se li trovate +5 punti a Grifondoro; ogni capitolo ha come colonna sonora una delle loro canzoni]
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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2. Solo

 

Now she’s feeling solo,

Hole in the middle of my heart like a polo

 

Sono passati forse dieci giorni, quando Zayn torna a casa ferito. Ed è ancora troppo presto, ma Sadie non ci puó fare niente. La sua, di ferita, non si è ancora rimarginata, e forse non lo farà tanto presto.

In quei dieci giorni Zayn non le ha permesso di andare in missione a cercare cibo e si è occupato di lei per tutto il tempo. Le ha fatto cadere in grembo casualmente piccoli lavori che la tenessero impegnata, ha fatto in modo che avesse sempre compagnia, che fosse Harry con le sue carezze dolci o Louis con le sue battute per tirarla su di morale, o Niall con i suoi sorrisi. E i primi giorni, quando tutto ció che lei voleva fare era starsene a letto a piangere, le aveva portato da mangiare e da bere. Ha lasciato che si isolasse dal mondo, che piangesse, perchè sapeva che era così che doveva andare, che lei doveva tirare fuori il dolore per non permettergli di rovinarle la vita. Che doveva piangere Liam per poterlo lasciar andare. Liam, che era stato tutto il suo mondo, anche prima dell'Avvento.

Lui e Sadie si erano conosciuti a una festa come un'altra, che in realtà si era rivelata per lei la più importante di tutte. Le era subito piaciuto quel ragazzo umile, genuino e generoso, sempre gentile con tutti. I suoi occhi profondi e sinceri, il suo sorriso rassicurante, la sua risata stupida, il modo in cui tutti, soprattutto i suoi amici, sembravano sempre ruotare intorno a lui, orbitare attorno alla sua figura, attirati dalla sua forza di gravità. Si erano conosciuti quella sera, erano usciti la sera successiva e da allora si erano visti ogni giorno. Harry li aveva soprannominati “2in1” e faceva un mare di smorfie ogni volta che i due si abbracciavano, si baciavano, si dividevano un frappè alla fragola o semplicemente si isolavano dal mondo, persi l’uno negli occhi dell’altra. In fondo però le voleva bene, tutti gliene volevano, anche se qualcuno, come Zayn, glielo dimostrava meno. Semplicemente per il momento era la prima ragazza entrata a far parte del loro gruppo di amici, per cui gli altri facevano un po’ fatica ad accettarla. Ma si vedeva che tutti, compreso Zayn, anzi soprattutto Zayn, che era il più legato a Liam, erano felici del fatto che lo rendesse felice.

Uscivano da un mese circa, quando era successo il Finimondo. Non si sapeva da dove fossero arrivate quelle creature, se dallo spazio o, come qualcuno diceva, dal sottosuolo. Erano creature simili agli umani, ma più grandi e dotate di una specie di corazza più dura della pelle umana, che emanava una specie di aura bianca. Probabilmente, si erano organizzate, rubando e costruendo armi potenti e al momento opportuno ne avevano approfittato per scatenare quello che ora veniva chiamato l’Apocalisse o il Finimondo. Avevano invaso nello stesso momento tutti gli angoli della terra, distrutto tutti i sistemi di comunicazione umani, catturato e ucciso la maggiorparte della popolazione. Li chiamavano semplicemente Nemici, proprio perché non sapevano da dove venissero, né chi fossero. Liam e Sadie al momento dell’Apocalisse si trovavano con gli altri al Simon’s Cafè, loro luogo di ritrovo, e si stavano appunto dividendo un frappè alla fragola, con grande disgusto di Harry. Erano bastati pochi secondi e tutto era crollato intorno a loro; potevano osservare dalle vetrate del negozio il loro mondo andare in pezzi solo l’attacco dei Nemici, impotenti, mentre quel cafè sembrava essere un baluardo della civiltà umana ed era rimasto intatto, proteggendoli. Non sapendo cosa pensare, cosa fare, avevano aspettato che la situazione si calmasse e quando erano finalmente usciti in strada la città era praticamente stata rasa al suolo. In qualche giorno, dopo aver realizzato la situazione, si erano organizzati insieme a tutti i superstiti del Simon’s Cafè e avevano iniziato a creare una comunità e a riportare un po’ di normalità nelle loro vite, nonostante fossero costantemente accerchiati dai Nemici. Avevano trasformato il locale in una casa accogliente e per un po’ le provviste erano bastate; poi però avevano dovuto avventurarsi a cercare altro cibo, altra acqua e altre beni necessari, come vestiti e sapone. A poco a poco avevano conquistato gli appartamenti di fianco al cafè, spesso anche combattendo contro i Nemici. Non sapevano niente delle proprie famiglie, né delle condizioni del resto del mondo: non era stato affatto facile, soprattutto all’inizio, ma in qualche mese erano riusciti a creare una vita che avesse qualche parvenza di normalità.

 

In quei mesi il legame tra Liam e Sadie era maturato e si era fatto più intenso. Lei non avrebbe mai pensato che potesse succedere, eppure l'aveva amato ancora di più. Aveva scoperto che era un leader nato e, anche se non sorrideva più spesso come prima, cercava sempre di tenere il morale alto a tutti. Prendeva decisioni difficili e combatteva coraggiosamente quando era necessario; ma era anche generoso e premuroso con i più deboli. Al suo fianco, lei qualche volta si sentiva fragile e incapace, nonostante fosse molto fiera di lui. Allora si dava ancora di più da fare: era una delle poche ragazze che partecipavano alle spedizioni per cercare cibo, cucinava, aiutava a tenere a bada i più piccoli, partecipava alle riunioni su decisioni importanti. Lui la rendeva migliore: le faceva venir voglia di fare di più e meglio, di cambiare le cose. Le dava speranza: lui era sempre ottimista, o almeno sapeva che mostrarsi ottimisti davanti agli altri era la cosa giusta da fare per non farli cadere nella disperazione. Sapeva benissimo che la situazione era tragica, ma sapeva anche che piangersi addosso era inutile. Lei invece era più pessimista: a volte si faceva prendere dallo sconforto talmente tanto che sbottava in frasi come "tanto è tutto inutile", guadagnandosi le occhiatacce di lui. Ma non era arrabbiato davvero: le prendeva la mano e gliela stringeva forte e quel semplice gesto bastava a ridarle un po' di fiducia e di coraggio. Lui era la sua colonna di marmo.

E ora che gliel'hanno portato via, Sadie è crollata miseramente. Zayn l'ha accudita in tutto per una settimana circa, poi finalmente lei si è decisa a uscire dalla sua nuova stanza. Non ha più voluto dormire in quella che divideva con Liam, non l'avrebbe sopportato. Zayn per dieci giorni non è nemmeno andato in missione, per non lasciarla. Sadie non si è nemmeno chiesta perché lo facesse: era il migliore amico di Liam, era ovvio che si sentisse in dovere nei suoi confronti. Il decimo giorno, peró, ha dovuto necessariamente andare con gli altri, complice un'influenza che ha messo ko Louis e Harry, cioè quasi metà degli Esploratori.

Quando lo portano dentro, lei sta contando le scatole di fagioli che sono rimaste nella dispensa. Vede subito che Zayn non riesce a stare in piedi da solo, ma rifiuta l'aiuto di Niall che vorrebbe sorreggerlo. Allora corre verso di lui e lo fa sedere sul divano del salotto.

«Cos'è successo?» gli chiede preoccupata.

Lui sorride ma non riesce del tutto a nascondere una smorfia di dolore: «Non è niente...»

Sadie scuote la testa: non può credere che anche in quel momento lui stia tentando di proteggerla e di essere forte e strafottente. Non riesce neanche a stare in piedi!

«Fa vedere» gli intima e senza dargli il tempo di ribattere inizia a togliere i pezzi di jeans sbrindellati e coperti di sangue all'altezza del suo ginocchio sinistro. C'è una ferita piuttosto profonda che taglia la carne in orizzontale, proprio sotto la rotula. Lei esamina la ferita in fretta: «Per fortuna non è arrivato ai legamenti…»

«Già» fa lui, ma la sua voce è così flebile che la costringe a spostare lo sguardo sul suo viso. È pallidissimo e ha delle occhiaie piuttosto marcate.

«Forse dovresti sdraiarti, potresti avere anche tu l'infl...» inizia a dirgli.

«Sto benissimo» ribatte lui testardo. Lei alza gli occhi al cielo e per qualche strano motivo le viene da sorridere. «Il solito» mormora mentre si alza per andare a prendere la cassetta del pronto soccorso, non prima di avergli intimato «Non ti muovere».

 

«Quanto ci metterà Zayn a guarire?»

Niall sta seduto vicino al camino acceso della casa in cui ora dormono loro cinque e le rivolge questa domanda dal nulla, mentre passa diretta al bagno.

«Non ne ho idea, non sono un medico, Niall» gli sorride, temendo di essere stata troppo dura. Niall è l’ultima persona al mondo che meriterebbe di essere trattato male. «Vedremo» continua poi «Credo che abbia preso anche lui l'influenza…»

Il ragazzo abbassa lo sguardo sulle proprie mani e annuisce piano. Poi, dal nulla, dice: «Era distratto… Per questo è successo. È stato stupido, è scivolato e si è tagliato con una lattina» ridacchia amaro «Con tutti i pericoli che ci sono, lui si va a tagliare con una lattina. Si vedeva proprio che aveva la testa altrove...» conclude, alzando gli occhi azzurrissimi su di lei. Per un attimo le sembra che abbia un tono allusivo. Che le stia dando la colpa di qualcosa. Certo, è preoccupato per Zayn, ma… Cosa puó voler dire? Da cosa è distratto Zayn? Niall si alza e se ne va, lasciandola immobile in mezzo alla stanza con la testa che turbina di pensieri.

 

Quando finalmente torna in salotto, Zayn è sprofondato al suo posto sul divano, ancora tenacemente seduto in qualche modo, e ha gli occhi quasi chiusi. Gli si siede di fianco con attenzione e in silenzio e inizia a medicare la ferita. Non appena versa l’alcol sulla ferita sente una specie di lamento tra i denti dietro di sé e con la coda dell' occhio vede che il ragazzo si è tirato su a sedere un po' più composto ed è più vicino a lei.

«Mi spiace di non aver fatto niente» le dice dopo qualche secondo, quasi in un sussurro.

«In che senso?» risponde lei senza capire. Probabilmente è la febbre che lo fa straparlare. Lei non c’era nemmeno quando si è ferito.

«Dieci giorni fa. Con... Liam».

Lei ha un piccolo sussulto. Loro due non hanno mai più parlato di quello che è successo quel giorno. Lei dava per scontato che non ci fosse niente di cui parlare e che farlo avrebbe solo peggiorato le cose. Invece lui si sentiva in colpa. Si è sentito in colpa per tutto quel tempo.

«Potevo fermarli. Potevo seguirli. Potevo... non so, fare qualcosa. E invece non ho fatto niente».

Lei non si gira verso di lui per non permettergli di vedere che ha gli occhi inondati di lacrime: «No, avevi ragione tu. Non avremmo potuto fare niente».

«Eppure…» continua lui con voce roca, come se stesse lottando contro qualcosa «Ci deve essere stato qualcosa che avremmo potuto...»

«Devi lasciarlo andare, Zayn» replica lei, finalmente voltandosi verso di lui e trovandosi il suo viso vicino a quello di lui «Io l'ho fatto e ora è tutto molto più facile».Gli mente guardandolo negli occhi, perchè sa che è di questo che lui ha bisogno. Lui rimane a bocca aperta per qualche secondo, ma non abbassa lo sguardo.

«Sei così bella» dice dopo un po' e la semplicità di quell'affermazione la fa sussultare.

«L’ho sempre pensato e lo penso tuttora, anche senza trucco, anche sporca, anche senza bei vestiti... ma non avevo mai notato quanto fossi bella anche dentro.»

Quelle frasi sono molto più di quanto il cuore di Sadie possa reggere in quel momento e quello che lui aggiunge poco dopo, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio con le dita, le dà il colpo di grazia: «Non ho mai invidiato Liam per niente, gli volevo troppo bene… se non per te».

Si avvicina a lei, le sue labbra ormai vicinissime e per un momento lei è immobilizzata e non riesce, non vuole, muoversi. Sa cosa sta per succedere e non si sposta. Poi la campanella d'allarme risuona per tutta la casa, per tutto il quartiere, e loro si allontanano in fretta. Non c'è tempo nemmeno per uno sguardo smarrito o di scuse, perchè tutti iniziano a sciamare da una stanza all'altra e presto il caos li assorbe, facendo dimenticare loro qualsiasi cosa che non sia la guerra.

 

 

 

 

 

 

 

 

N.D.Summer

Mah.

   
 
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