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Autore: CatcatKhad    23/03/2013    6 recensioni
Alice e Bella hanno 17 anni e sono sorelle. Classiche sfigatelle, si vestono male e hanno una popolarità e una compagnia pari a zero.
Menomale che c'è Emmett, loro fratello maggiore, che se le porta appresso sotto preghiera dei genitori.
Emmett è tutto il contrario. Il bello della scuola, ammirato da tutti, ma chissà che anche lui non abbia avuto problemi in passato..
L'arrivo di una ragazza sconvolgerà la vita di tutti, ma fra le (dis)avventure dei ragazzi, che non si nasconda qualcosa di più grande.
Tratto dalla storia:
'Il luccichio di quel pezzo di metallo, spuntato dalla sua tasca all'improvviso, e la follia omicida che si leggeva nei suoi occhi, iniettati di sangue e pieni di un odio sadico, la fecero impallidire e, sfortunatamente, rendere consapevole del guaio in cui erano finiti. Cercò di divincolarsi dalla presa che la immobilizzava, in un ultimo, disperato, gesto d'amore.'
Genere: Erotico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, J.Jenks, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, PWP, Violenza | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo dodici Salve a tutti! Come state? Spero bene! Allora, in questo capitolo vedremo l'uscita speciale, fra le nostre amate ragazze, la super-donna Rose e i tre ragazzoni! Siete pronti? Spero di strapparvi almeno un sorriso! :D
Buona lettura!


- No Alice, non puoi prendere rossetto scuro e ombretto scuro e metterli insieme, se lo fai poi sembri una Baba Yaga!(*) - La russa scosse la testa, mentre Alice con la faccia corrucciata si stampava in mente quel consiglio. No rossetto e ombretto scuri insieme.
- E prima di mettere il rossetto, dovresti spalmare... - La bionda si guardò un attimo attorno, ovviamente non le venivano in mente le parole, quindi chiese aiuto al fratello.
- Ecco, dovresti applicare del borotalco perchè così non va via quando bevi. - Anche Bella si annotò quel dettaglio, non aveva mai capito come facevano le ragazze a non sbavare il rossetto sul bicchiere, o sulla bottiglia.
- Rosalie, cos'è una Baba Gaga? - Emmett girò la testa verso i sedili posteriori, approfittando della sua poca conoscenza della cultura russa per poter osservare per bene le gambe della ragazza.
- Baba Yaga, Emm, non Gaga. E' una strega che vive in Siberia e assomiglia a un'anziana signora appena alzata dopo una notte di baldoria, sbronze e droga pesante. - Dmitrij rispose al posto della sorella, costringendo quindi indirettamente il ragazzo a girarsi di nuovo, e togliendogli la visuale.
Per l'ennesima volta, il telefono di Rosaliya squillò, a vuoto, nella tasca posteriore dei suoi shorts neri, impostato sulla vibrazione lei non lo sentiva, forse pensava che fosse la strada e mai si sarebbe sognata che quella telefonata le avrebbe reso la giornata completamente diversa.
Alla settima chiamata, lei sentì vibrare la gamba, ma la macchina era ferma ad un semaforo, quindi sollevò il bacino come la sera prima e tirò fuori il suo cellulare, sorridendo.
- Questo vibratore è molto noioso, non lo sento quasi mai! - Sbottò, prima di rispondere a sua madre, tappandosi l'altro orecchio per sentirla bene.
Intanto, i quattro che viaggiavano con lei erano rimasti di stucco: aveva detto... vibratore? Dmitrij sapeva che la sorella aveva commesso un errore, ma purtroppo i fratelli Cullen non ne erano a conoscenza, e ahimè credevano veramente alla storia del... giocattolo.
- Ciao mamma, che cosa succede?* - Rose si stava preoccupando, era strano che sua madre la chiamasse così tante volte, ormai sapeva che, quando non rispondeva, il telefono della figlia era silenzioso, quindi riprovava poco dopo o le mandava un messaggio.
- Ciao amore, sono all'ospedale...* - La voce della donna era emozionata, bassa e appena tremante, e la russa spalancò gli occhi, trattenendo un singulto.
- Come all'ospedale, mamma? Che cos'è successo, stai male? Mamma ti prego dimmi che hai!* - Ora era seriamente allarmata e nel panico, e anche Dmitrij, dal sedile del guidatore, la stava osservando tramite lo specchietto con l'ansia, fermo ad un altro semaforo.
La madre non rispose, solo passò il telefono a Vadim, il suo compagno, che si schiarì appena la voce.
- Non preoccuparti Rosaliya, siamo solo venuti a fare una visita, e... Dimmi, ti piace Igor?* - Rose, dopo aver notato gli sguardi inquieti dei suoi compagni di viaggio, fece loro segno di tranquillizzarsi e sorrise.
- Sì, mi piace... Quindi, è Igor?* - Un sorriso emozionato apparve sul suo volto, si morse appena un labbro e vi appoggiò sopra l'indice, mentre con la schiena avanzava in avanti e Dmitrij tirava un sospiro di sollievo.
- Sì, tesoro, è Igor.* -  Questa era di nuovo la voce della madre, e Rose trattenne un urlo di gioia, per non far pensare ai suoi nuovi amici che lei era una pazza, infondo non era così.
- Un altro piccolo frugoletto da coccolare, ed è un maschio!* - Sussurrò, e Dmitrij allentò la presa sul volante, sorridendo e scuotendo appena la testa, mentre Emmett e le sue sorelle li fissavano curiosi.
- Nostra madre è incinta, e abbiamo appena scoperto che è un maschio. - Disse ai suoi amici, e li vide rallegrarsi alla notizia, l'arrivo di un bambino era sempre una notizia grandiosa, anche se la persona in questione non era conosciuta o solo di nome.
- Beh, visto che ora posso dirlo, se quel bambino crescerà come il fratello o la sorella, possiamo stare certi che sarà una bomba ad orologeria! - Alice se ne uscì così, con una naturalezza e una spontaneità che fecero scoppiare a ridere il suo migliore amico, e sua sorella.
Suo fratello, invece, era rimasto a pensare alle sue parole, e accidenti se aveva ragione! Il suo povero gioiello, il più prezioso, era a rischio da tempo, e pur avendolo lustrato per bene, cercato in ogni modo una cura, non era riuscito a cambiare la situazione, scomodissima.
- Va bene mamma, glielo dico, e tu vedi di stare a riposo, non vedo l'ora che arrivi quel giorno, questo già lo sai no?* - Rose sentì una risata cristallina dall'altra parte, e sorrise.
- Sì amore, è dal momento in cui te l'ho detto che non vedi l'ora! Ma, amore siete a casa?* - Dmitrij accellerò appena, immettendosi in un tratto di autostrada ormai a lui noto.
- No mamma, siamo in macchina e stiamo andando a fare compere con dei nostri amici!* - Rose arrossì, quando notò che dallo specchietto retrovisore della portiera, Emmett aveva lanciato un paio di occhiate nella sua direzione, anche se non ne era così certa, e aveva sorriso lievemente, nell'esatto momento in cui i loro occhi si erano incontrati.
- Amici? Che genere di amici, Rosaliya Konstantinova Dostojevskaya?* - Era una sua allucinazione, o sua madre aveva un nonsochè di malizioso, nella voce? La cosa la fece arrossire ancora di più, e le ragazze lo notarono, insospettendosi subito.
- Amici, mamma, sono solo amici! Sono tre fratelli, due ragazze e un ragazzo.* - Si soffermò per un istante in più su quelle ultime due parole, e a Dmitrij si congelò il sangue nelle vene, sgranò gli occhi e quasi gli venne l'istinto di frenare di botto, riuscendo a placarlo però in tempo. Fortunatamente.
- E come si chiamano, amore?* - Rose si immaginò la madre, con gli ormai soliti vestiti prèmaman addosso seduta sopra alla poltrona, o sul divano, accanto al marito, e le salì una nota di nostalgia nella voce, per rispondere alla domanda.
- Le ragazze sono Isabella e Alice, mentre il fratello si chiama Emmett, poi ho conosciuto tante altre persone mamma, sono tutti così gentili con me!* - Non le avrebbe raccontato dell'episodio con Sergej la sera prima, sapeva che non le era mai piaciuto molto e, soprattutto dalla loro rottura, cercava di non parlare di lui nemmeno per sbaglio, anche se sua madre Olga era da sempre una sua grande amica.
- Sono davvero contenta per te amore, ora ti lascio, sicuramente hai di meglio da fare che stare ad ascoltare una donna in piena tempesta ormonale! Salutami tutti e ricordati, riempi di baci quel biondino che ho messo al mondo tanti anni fa! Ti voglio bene stellina.* - Chiuse la chiamata, e gli occhi di Rose divennero lucidi per un attimo, infatti non rispose subito alla domanda di Dmitrij, anzi lo fece replicare tre volte.
- Rose, ma mi ascolti quando parlo?! Che ti ha detto la mamma?* - Emmett stava guardando il suo amico come se quest'ultimo fosse stato un pescivendolo, era parecchio agitato e quasi strillava, infondo non doveva preoccuparsi più di tanto, lui non le avrebbe mai torto un capello, nè ferita o umiliata, quindi avrebbe potuto affidarla a lui in un momento di crisi.
Al massimo, l'avrebbe fatta rivoltare per un po' fra le lenzuola, che problema ci sarebbe stato?
Emmett caro, perchè non fai altro che pensare a lei, e a cosa le faresti molto, molto volentieri? Non è che facendo così, migliori tanto la tua situazione!
La vocina dentro di lui aveva ragione, doveva smettere di pensare a lei, alle sue gambe ancora in bella vista, al suo balcone da paura che gli urlava, da quando l'aveva vista in costume prima, quanto fosse assolutamente ben messa.
Un messaggio sul cellulare, nemmeno lui poteva dire quanto stesse sperando che fosse Lauren, o un'altra qualsiasi ragazza con cui sfogare le sue frustrazioni impertinenti e irremovibili.
Effettivamente era una donna, ma molto lontana, forse anni luce, dal finire fra le braccia di Emmett: la signora Cullen, Esme, aveva appena avvisato i figli che, entro la sera, lei e il marito sarebbero stati di ritorno a casa, e che quindi non si sarebbero dovuti preoccupare se, usciti e una volta rientrati, avessero trovato le luci accese.
- Ha detto che la tua fidanzata non le piace e che ti devo dare tanti baci. - Detto fatto, si tirò su fino ad arrivare alla guancia del fratello, cercando di non sbattere il fondoschiena in faccia alle sue amiche, e lo sbaciucchiò teneramente, facendolo ridere e sconvolgendo Emmett, quanto avrebbe voluto essere al suo posto!
Lentamente, la macchina imboccò un parcheggio quasi in centro, e si fermò pochi minuti dopo, il parchimetro pagato e tutti i ragazzi scesi, a guardarsi attorno.
Rose era piacevolmente sorpresa, era veramente graziosa quella città, e chissà cosa avrebbe incontrato nelle vie, magari un negozio in cui poter comprare dell'intimo decente per lei stessa e le sue amiche, in compagnia di due dei cinque uomini della sua vita e un ragazzo bello, simpatico e, soprattutto, fratello delle due con lei.
Bella guardò l'orologio, ormai mancava mezz'ora al suo appuntamento e, dopo aver fatto il punto della situazione con il fratello, si incamminò a passo spedito verso lo studio dentistico del dottor R. Jenks(**), noto in tutta la città e dintorni, dopo aver stampato un bacio sulla guancia a tutti.
Quindi, gli altri si avviarono tranquillamente verso il negozio sportivo, per le divise dei ragazzi; appena vi misero piede, il commesso soddisfatto si diresse verso di loro e per poco non svenne, alla vista di quelle due bombe sexy di fronte alla porta.
La bionda curiosava fra i vari costumi per il pattinaggio sul ghiaccio, mentre l'altra guardava in giro senza una meta fissa; i due ragazzi stavano aspettando che lui rivolgesse loro la parola, ma era come immancabilmente perso nei suoi pensieri.
- David, c'è qualche problema? - Maria, l'altra commessa sulla trentina, spuntò dal retro e gli si avvicinò, seriamente preoccupata.
- No, Mar, tranquilla. Vado a servire io i clienti, li conosco. - E detto questo, li raggiunse in un attimo indossando un fantastico sorriso smagliante.
- Ciao Dmitrij, ehi Emm! Cosa posso fare per voi, ragazzi? - Allungò appena le braccia in avanti congiungendo le mani e alzò in modo incredibilmente snaturato entrambe le sopracciglia, come se fosse stato davanti a due scemi.
- Dovremmo ordinare altre divise per la squadra, questo è il nuovo logo da far stampare sopra alle felpe e alla parte superiore. - Emmett gli consegnò un foglio a colori con il simbolo della scuola, e il ragazzo lo osservò attentamente per un attimo.
- Beh, c'è una bella differenza con quelle vecchie, entro quando vi servono ragazzi? Due settimane e mezzo, al massimo tre vi bastano? - Lui e il russo si scambiarono un'occhiata, poi annuirono a tempo.
- Mitya, guarda queste cover per i pattini quanto sono belle!* - Rose si era bloccata da cinque minuti davanti ad un paio di copripattini azzurri, con degli strass dello stesso colore sul bordo alto: effettivamente, a lei ne servivano un paio nuovi, per aver consumato quelli vecchi in ben tre anni di 'ottimo servizio anticaduta'.
Il fratello la raggiunse e le diede ragione, per quanto a lui non piacessero quelle cose non poteva che concordare con lei sul fatto che, incredibilmente, erano veramente belle.
- Se vuoi le compriamo amore, a te non servivano?* - Lei annuì, mentre Alice li aveva raggiunti e fissava quelle strane cose di cui non aveva mai capito il funzionamento.
- Cosa sono, ragazzi? Credo di essere l'unica a non averlo mai saputo, ma io seriamente non capisco. - Dmitrij scoppiò a ridere, la circondò con un braccio e si allontanò, cominciando a spiegarle tutto.
Intanto Emmett stava osservando Rose da vicino alla cassa, e notava come i suoi capelli lunghissimi le sfiorassero praticamente il sedere, rendendola ancora più femminile, aggraziata e sensuale.
- Sai pattinare, Rose? - Appoggiò il gomito sinistro al bancone mentre il ragazzo era andato sul retro a fare una prova per il logo, e la testa sul palmo aperto della mano, mentre lei si girò sorridendo.
- Sì, diciamo che riesco a tenere i pattini per i piedi. - Non era una ragazza che amava particolarmente vantarsi di ciò che faceva, ma la rendeva piena d'orgoglio la sua bravura nel pattinaggio. Anche se, ovviamente, non lo aveva detto al ragazzo, non voleva sembrare una montata.
- Ai piedi, intendi dire, non è così...? - Emm ridacchiò appena per il suo sbaglio, quanto era bella quando diceva castronerie in inglese cercando di parlare in modo complicato!
- Sì, perdonami. - Lei sorrise, e a lui apparve così ammaliante da stordilo, ma fortunatamente gli anni che erano passati dal primo giorno in cui cominciò quella vita fatta di sballi, ragazze ma anche serietà e diligenza, lo aiutarono a non capitolare fra le braccia della bella russa.
- Un giorno di questi mi piacerebbe vederti pattinare, puoi farlo anche con i pattini a rotelle, non è così? - Quanto sarebbe potuta essere bella, con un costume da pattinaggio, mezza nuda praticamente, volteggiante per una pista, se già così era una dea scesa in terra?
- Ragazzi, Bella mi ha appena chiamata e mi ha detto che è uscita poco fa dallo studio, ci ha messo stranamente meno del solito! - Alice apparì alle loro spalle, seguita da Dmitrij che ancora non smetteva di ridere.
Ma si interruppe, non appena capì che sua sorella era rimasta sola insieme ad Emmett, in una zona isolata del negozio, e soprattutto non visibile dalle altre parti.
- Allora andiamo a prenderla, poi mangiamo qualcosa in giro e aspettiamo vostro cugino! - Emmett non ci mise un attimo in più a decidere, e tutti furono d'accordo con lui; uscirono dal negozio dopo aver pagato tutto ciò che avevano preso, e Dmitrij si offrì di portare le borse per la sorella, da vero gentiluomo.
- Mio fratello me le lancia in faccia, se gli chiedo gentilmente di aiutarmi a portarle. Non è così, Emmett? - Lui fece una faccia da cucciolo che fece scoppiare a ridere i due russi, e scuotere la testa alla sorella.
Dunque tornarono indietro fino allo studio del dentista, di fronte al quale vi era già Bella, pronta ed eccitata all'idea di mostrare agli altri il suo look definitivo.
Appena la raggiunsero, lei sorrise a trentadue denti... liberi da quella gabbia di ferro che li imprigionava da così tanto tempo!
- Oh, Bella, sei... sei... piccante! - Rose si raccolse le mani al petto e la guardò, mentre gli altri corrucciarono un momento la fronte alla sua esclamazione.
- Grazie Rose, sei gentile... - Neanche Bella aveva capito l'affermazione della russa, ma contava il pensiero, infondo se lei fosse andata a Mosca non avrebbe capito un accidente e chissà cosa avrebbe detto agli abitanti.
- Beh, sorella mia, ora sei veramente perfetta! - Alice stritolò la povera Bella, dopo averle fatto i complimenti, poi fu il turno di Dmitrij che la sollevò in aria; Emmett, invece, non fece granchè, la osservò solamente e fece un cenno con la mano. Non era mai stato tanto bravo ad esprimere i propri sentimenti alle persone attorno a lui, per quanto a volte si fosse sforzato veramente, non ci riusciva e ci rinunciava sempre. Quasi sempre.
- Allora, andiamo? - Dmitrij cinse le spalle della sorella con un braccio e la attirò a sè, stampandole un bacio fra i capelli e facendola arrossire appena, e gli altri annuirono alla sua domanda.
Poco più in là, vi era un bar che da sempre era la meta dei ragazzi che andavano a Port Angeles per fare un giro, shopping o chissà cosa; Emmett e le sue sorelle lo riconobbero quasi subito, e proposero agli amici di andare là.
Mezz'ora dopo, era tutti seduti attorno ad un tavolino rotondo nel dèhors del bar, con un menù in mano e un paio di birre, fanta, coca light e una bottiglia d'acqua naturale; ognuno di loro ordinò qualcosa, e dopo un piatto di pasta all'italiana per i ragazzi, due cotolette alla milanese con contorno e un'insalata greca per le sorelle Cullen e Rosaliya, tutti e cinque si alzarono, pagarono il conto e continuarono a fare un giro per i negozi.
Dmitrij sentì arrivare un messaggio sul suo cellulare, e appena lo lesse ridacchiò sotto i baffi, prese per mano la sorella e fece l'occhiolino agli altri.
- Andiamo da Victoria's Secret amore, voglio che tu ti compri dei completini carini, ho notato che ne hai lasciati parecchi a Mosca. - Rose lo guardò quasi sconvolta, da quando a suo fratello andava bene che lei indossasse quel tipo di completi intimi? E soprattutto, che addirittura arrivasse al punto di indurla a comprarne altri?
Ma non replicò, anzi approfittò ben volentieri di quell'occasione ghiotta per una ragazza che, come lei, amava fare shopping sfrenato.
Emmett, dopo quelle parole, afferrò malamente per il polso le due sorelle e si incamminò davanti ai due russi, quasi correndo, per evitare di guardare Rosaliya che, altrimenti, avrebbe fatto una bruttissima fine. Non gli importava assolutamente niente che Dmitrij fosse lì assieme a loro, l'avrebbe presa in un istante, magari tornando alla macchina quasi volando e rompendo le portiere. Oh sì, sarebbe servito il meccanico, se non lo sfasciacarrozze.
Emmett, ancora? Non sei un po' troppo masochista, figliolo? Sarebbe il caso di smettere, non credi? Hai già Lauren, mettiti insieme a lei e sei a posto.
Maledetta vocina della coscienza, pensò il ragazzo stufo marcio, poi lasciò le sue sorelle e infilò le mani in tasca, con lo sguardo basso.
Arrivarono al negozio, dopo un po', e Rose subito arrivò davanti alle vetrine tutta agitata, adorava quella marca e appena poteva faceva scorta di completini che, infondo, venivano usati molto spesso; le due sorelle la seguirono e la raggiunsero, esaltate forse come lei, e subito entrarono dentro, seguite dai due ragazzi.
Intorno a loro, vi erano parecchie commesse intente ad aiutare vari clienti, e quattro modelli a petto nudo che scattavano foto con le ragazze esaltate dai loro muscoli quasi perfetti.
Dmitrij era geloso, aveva già capito che uno di quei quattro aveva adocchiato la sorella, ma... Quando lo riconobbe, dovette trattenere a stento una risata, mentre la sorella confusa gli stava chiedendo cosa ci fosse stato di così divertente.
Emmett li aveva raggiunti mentre le sorelle, dettate dalle sagge parole di Rose, avevano afferrato un paio di completi molto carini, ancora nei 'limiti della decenza' che il fratello delle due esigeva.
Dmitrij alla fine scoppiò a ridere, e la sorella con le braccia al petto lo guardò corrucciata, fino a che un paio di mani sui suoi fianchi la fecero girare di scatto, e sorridere a trentadue denti.
- Viktor! - Urlò, poi gettò le braccia al collo del cugino che, senza maglia ma con un colletto nero e papillon incorporato, la strinse subito, riempendola di baci.
- Ma cosa ci fai qui, mezzo nudo?!* - Appena si staccarono lei lo osservò dalla testa ai piedi, e lui scosse la testa ridacchiando.
- Mia madre lavora qui come direttrice e oggi è la giornata 'compra intimo e porta a casa un modello!', allora mi è venuta l'idea di presentarmi qui.* - Disse, ad una Rose più che sconvolta.
Intanto, Alice e Bella li avevano raggiunti...



Angolino autrice: allora, cari lettori, vi ho strappato un sorrisino? Spero tanto di sì, vi va di comunicarvi ciò che vi ha suscitato questo capitolo tramite recensione? A presto, un bacione, Alba97.







Viktor nel negozio




(*) Baba Yaga: nota strega nelle favole russe, si dice che mangi i bambini e abbia un aspetto orripilante.
(**) R. Jenks: fratello dentista del dottor J. Jenks, avvocato da grido.




   
 
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