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Autore: _elisa_open_book_    23/03/2013    2 recensioni
Non solo Katniss è stata pedina dei giochi di Capitol City.
Questa è una raccolta di storie raccontante dal punto di vista di altri personaggi, che hanno a modo loro subito l'ingiustizia dei Giochi.
Una serie di ff che non obbliga a leggerle tutte, con capitoli uno diverso dall'altro.
Spero che vi piaccia! :)
Elisa
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rue
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Daila, la mia preparatrice, mi sta aspettando nella sala sottostante la mia pedana, dove mi fa indossare una giacca scura e mi stampa un bacio in fronte.
Prima che io possa dire qualcosa, un suono secco e piatto inonda la stanza.
-E’ il segnale che devi entrare nel tubo...- mi sussurra all’orecchio la donna stravagante mentre mi abbraccia con molta forza.
-Lo so Daila, lo so. Abbi cura di te e di tuo figlio.-
-E tu... Falli tutti a pezzi!-
Non capisco l’ironia delle sue parole, ma salgo sulla piattaforma di metallo che, pochi secondi dopo, si comincia a sollevare lentamente. Daila mi saluta con un cenno della mano, mentre con l’altra si asciuga una lacrima che non è riuscita a ricacciare nell’occhio, anche se io le avevo ordinato di non piangere mai in mia presenza.
Improvvisamente i suoni attorno a me svaniscono. Non capisco se è l’effetto del tubo a chiusura ermetica o la mia agitazione. Probabilmente la seconda cosa.
Ora, in questo preciso istante, potrei rimanere paralizzata dalla paura che mi avvolge.
Mi impongo di stare calma: Cato e gli altri accorreranno in mio soccorso nel caso dovesse capitarmi qualcosa.
La pedana sbuca in un grande prato contornato da boschi. Che schifo i boschi. Mi sarebbero piaciuti molto di più dei campi. Ma in fondo c’è più occasione di nascondersi così.
Di fronte a me è situata la Cornucopia, traboccante di beni di prima necessità, armi, sacchi a pelo e zaini dal dubbio contenuto. Sopra la bocca della Cornucopia dorata uno schermo esagonale mostra il conto alla rovescia.
53... 52... 51...
Mi guardo attorno in cerca di Cato. Oh... Cato sarà la mia salvezza nell’Arena.
47... 46...
Eccolo, tre pedane alla mia destra. Ha un’espressione truce, cattiva. Si volge un momento verso di me e ci facciamo un lieve cenno con la testa.
38... 37... 36... 35...
Mi mordo l’interno del labbro con violenza per dar modo al mio corpo di eliminare l’adrenalina in eccesso. Sento un sapore ferroso in bocca e sputo sulla pedana.
“Ehi Clove... ci sarà sangue abbastanza oggi!” mi dico. Allora impugno un lembo della giacca e lo rigiro fra le dita.
20... 19... 18...
Devo elaborare un piano...
Il tempo scorre ed io decido di correre il più velocemente possibile verso la bocca del corno al gong. Mi guardo meglio attorno e noto che noi Favoriti siamo stati divisi in varie sezioni del semicerchio dove sono disposte le pedane. Non posso contare su nessuno per ora... Solo su me stessa. Valuto i tributi vicino a me: l’otto... scarsino, la cinque... se la darà a gambe verso il bosco, il sei... forse non l’ho osservato abbastanza durante le sessioni di allenamento, forse avrei dovuto prestare molta più attenzione al voto preso per la dimostrazione agli strateghi...
9... 8... 7... 6... 5... 4...
3... E se invece mi rifugiassi fra gli alberi aspettando che Cato, Marvel e Glimmer accumulino un po’ di scorte...
2... E se questo ragazzo del Distretto 6 mi aggredisse appena sceso dalla pedana...
1... E se...
... GONG! ...
... Il sangue mi ribolle nelle vene mentre scatto verso la Cornucopia e mi approprio di uno zaino e di un sacco di iuta molto vicini alla mia pedana. Continuo a correre e mi giro un attimo indietro per vedere se qualcuno mi arriva alle spalle. La ragazza del 5 se l’è data a gambe, come previsto... E pure il ragazzo dell’otto. Invece il sei mi viene incontro ed io inciampo su un tubo di plastica. E’ un contenitore. Lo apro a tentoni ed estraggo il lungo martello che contiene. Il tributo mi si avventa addosso: scelta azzardata in quanto non possiede armi. Gli rifilo un bel colpo in testa con l’arnese recuperato e mi rialzo. A poca distanza dal corpo della mia prima vittima c’è un set di coltelli che brilla alla luce del sole cocente. Abbasso lo sguardo su di esso e una ragazza dal fisico piuttosto atletico mi scaraventa a terra, ma sfortunatamente per lei, io le tiro su una clavicola il coltellino che sono riuscita ad acciuffare prima del ruzzolone. La ragazza stramazza a terra. Io afferro il set e mi concedo un paio di secondi per scegliere accuratamente l’arma con cui finire la mia seconda vittima.
Vedo Cato ad una decina di metri di distanza, vicino alla bocca del corno: se la caverà.
Mi dirigo verso il bosco per aspettare che il sangue scorra senza correre troppi rischi, poi mi raggiungeranno anche gli altri. Trovo un sacco a pelo sul percorso e lo raccolgo. Quando rialzo lo sguardo, vedo un tributo con un’ascia alzata che sta per abbattersi contro qualcuno: potrebbe anche essere Glimmer, o Marvel...
Gli pianto una coltellata sulla schiena e cadendo lui rivela l’identità della sua preda: è Katniss Everdeen, la ragazza del 12, con punteggio 11 alle sessioni private. Cerco di colpire anche lei, ma è riparata da uno zaino arancione che tiene stretto sulla pancia.
Si alza e scatta verso il bosco. La inseguo per una decina di metri, ma non provo neanche a beccarla, perderei l’arma fra le piante, perchè, pur essendo la maga del  tiro dei coltelli, in corsa faccio fatica a centrare i bersagli.
Lascio la ragazza correre verso il folto del bosco, mentre io mi acquatto in un cespuglio al limitare di questo e faccio il conto delle vittime provocate fin’ora: sono a quota tre...
...Ma mi sono lasciata sfuggire la Ragazza in Fiamme.
La prossima volta la ammazzo, è una promessa.
  
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