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Autore: itsLarrybitch    23/03/2013    4 recensioni
Zayn ha una patologia degenerativa delle ossa che lo limita a un paio di stampelle. La sua vita cambia tutto quando la Fondazione dei Genies gli concede un desiderio e riesce ad incontrare il suo gruppo preferito, One Direction, e più importante, il suo membro preferito della band, Harry Styles.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Questo è il primo capitolo di una fanfiction Zarry che ho iniziato a tradurre. Non è ancora terminata, ma fin'ora i capitoli sono pazzeschi. Credo sia la mia ff preferita, è originale.
L'autrice del capolavoro è masexyhair, è una genia, il nome dice tutto, e questo è il link alla storia scritta da lei, è inglese http://archiveofourown.org/works/621848/chapters/1122350
Ho scoperto che tradurre una storia non è affatto una cosa veloce, ma ogni caso cercherò di aggiornare al più presto. Pace e amore, gente. :')










Condition





I tasti del pianoforte tintinnavano in armonia mentre Zayn Malik li pressava con le sue dita affusolate. La melodia era fin troppo familiare per lui, una canzone che conosceva a memoria con le mani e con le labbra. Cantava la dolorosa melodia dal suo posto al pianoforte nella vuota sala di musica della scuola, la sua voce echeggiava sui muri tappezzati con poster di strumenti e spartiti musicali, tirando fuori le parole di una delle sue canzoni preferite...

 

“Whenever you kiss him, I’m breaking... oh, how I wish that was me.”

 

Le sue dita trillarono gli ultimi accordi della canzone, lasciando che l’armonia sospesa nell’aria lo circondasse mentre ripeteva l’ultima frase. 

 

“Oh, how I wish that was me.”

 

Zayn lasciò scivolare via le mani dai tasti, passandole distrattamente tra i suoi lisci capelli neri. Gli piaceva tenerli in un bel ciuffo alzato sul davanti, si ritrovava sempre a giocarci e spingerlo all’indietro. Si grattò leggermente lungo il profilo abbronzato del suo viso l’accenno di barba che si sviluppava sulla linea rigida della mascella.  

 

Zayn era più grande di quanto indusse a pensare. Era stato bocciato e aveva dovuto rifare i corsi dell’ultimo anno di liceo, quindi sembrava molto più maturo degli altri nella sua scuola. Tutti i suoi amici se ne erano andati all’università l’anno scorso, e non aveva veramente cercato di farsene nuovi; sapeva che ne sarebbe solamente rimasto deluso. Gli altri studenti devono aver pensato che lui aveva trovato “the genetic lottery”, ma non avrebbero mai saputo che alla loro età lui era allampanato e imbarazzante quanto loro.

 

Sospirò, raggiungendo la sua tasca e controllando il cellulare. Nessuna chiamata persa.

 

Aggrottò le sopracciglia mentre scrutava lo schermo; erano circa le quattro, il che significava che era libero di andarsene per la sua strada. Abbassò il copritastiera e lo usò per mantenersi in equilibrio mentre si alzava dalla panca. Dal momento che aveva tutta la sua musica memorizzata, non aveva niente da portarsi dietro, il che rendeva tutto più facile.

Si allungò e prese le stampelle blu al lato del pianoforte, infilando gli avambracci al loro posto e afferrò i manici. Lentamente, uscì dalla sala di musica e si diresse verso l’atrio.


Non si aspettava di incontrare qualcuno, non l’aveva mai fatto. Forse un membro dello staff occasionale gli avrebbe rivolto un sorriso alla “fa schifo essere te”, e l’avrebbe superato goffamente. Camminava con queste stampelle da più di un anno; A questo punto, tutti sapevano che era limitato da loro. Nessuno gli aveva mai chiesto direttamente di questa cosa, però, il che aveva portato a molto bisbigliare dietro le spalle. Nessuno aveva mai effettivamente avuto le palle di parlare a lui personalmente. Ma forse era meglio. Zayn sapeva che nessuno vuole mai essere amico del ragazzino malato, è troppo deprimente

Circa un anno fa, Zayn iniziò a notare che le sue articolazioni iniziavano a far male. Ogni volta che correva o faceva sport voleva sforzarsi, ma finiva sul divano con i pacchi di ghiaccio intorno. Se li scrollava di dosso, dicendo che era perchè si allenava duramente, che tutti gli atleti ci passano, ma poi iniziò a rompersi le ossa, sempre più facilmente. Una caviglia rotta, una clavicola incrinata, poi si rimetteva in piedi e si rompeva qualcos’altro. Seppe che qualcosa non andava quando una mattina non riuscì camminare dal letto alla cucina e crollò a terra, rompendosi a metà l’osso sacro.

Dopo mesi passati all’ospedale cercando di guarire, oltre a sottoporsi a ogni tipo di esame, si scoprì che Zayn aveva una malattia degenerativa ossea chiamata Osteite Fibrosa Cistica, che significa semplicemente che la ghiandola della paratiroide espelleva troppi ormoni creando una crisi di identità alle ossa che iniziavano a mangiare se stessi. O comunque era quello che pensava di questo. Tipo, ragazzi andiamo, cazzo, smettetela di impazzire e lasciatemi camminare.

Così ora eccolo lì, abbattuto nel fiore degli anni. Lasciato vivere il suo ultimo anno di liceo come se fosse nessuno, rifacendo i corsi e guardato in malo modo dai suoi coetanei.

 

L’unico momento a scuola che Zayn realmente trovava piacevole era quando aveva modo di cantare e suonare il piano nella sala di musica durante le ore obbligatorie di ginnastica. (Perchè ovviamente lui non poteva praticare sport.) Non c’era nessuno lì pronto a giudicarlo o ad avere pietà per lui, erano solo lui e la musica. Zayn aveva una bellissima voce. Era adatta alla musica R&B che le donne bisognose di tutto il mondo ascoltano, sognando l’uomo perfetto che può soddisfare ogni loro desiderio. E’ un peccato che nessuno si sia mai preso la briga di ascoltarlo. 

 

Click, click, click. Le stampelle ticchettavano ovattate sul linoleum mentre percorreva il lungo corridoio, fermandosi nell’ufficio del professore di musica per dirgli che aveva finito di suonare. Quando finalmente raggiunse il suo armadietto, dopo aver armeggiato con la combinazione per qualche istante, la roteò e aprì con un fragore metallico che echeggiò forte nel corridoio vuoto.

L’interno del suo armadietto era zeppo di vecchi libri e pezzi di carta, che erano lì per raccogliere polvere mentre il suo zaino era poggiato in cima. Le pareti interne erano spoglie eccetto per qualche foto di sua madre e delle sorelle. Afferrò il suo giacchetto di pelle e se lo infilò, dando un'occhiata al suo riflesso nel piccolo specchio sullo sportello. Una volta soddisfatto della condizione dei suoi capelli, tastò il dietro dello specchio e prese una piccola fotografia nascosta alla vista. Restò un momento a guardarla, maneggiandola con cura essendo diventata piena di pieghe e cominciava a strapparsi. Era una foto di quattro ragazzi della sua età; Niall, Liam, Harry, and Louis, della famosa boyband One Direction.


Zayn prese un respiro profondo e sospirò, reggendo delicatamente la foto tra le labbra mentre la sua mente si riempiva di dubbi e domande. Controllò il suo telefono un’altra volta... niente.

“Si, non succederà mai.” Zayn bofonchiò tra sè e sè mentre riprendeva la foto tra sue labbra e guardandola ancora. I ragazzi dei One Direction erano seduti a caso nella loro sala studio, colti in un momento di schiettezza. Louis era stato congelato nel bel mezzo del discorso mentre le espressioni di Niall e Liam mantenevano una risata permanente. Harry era seduto tranquillamente di fonte a loro, la sua mente sembrava essere da un’altra parte.


Era la sua foto preferita della band. Gli piaceva chiedersi cosa Harry stava pensando, o cosa aveva detto Louis di così divertente. Lo faceva sentire come se fosse lì con loro, semplicemente seduto da qualche parte nella sala, godendo della reciproca compagnia. Maneggiando teneramente la foto che andava invecchiandosi, Zayn la fece scivolare un’altra volta nel nascondiglio segreto dietro lo specchio.


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Era una bellissima giornata d’autunno a Bradford, le foglie cadute schicchiolavano sotto i piedi e l’odore nell’aria del tardo autunno era inebriante. Zayn vide la squadra di calcio scorrazzare nel campo, correre avanti e indietro, manovrando la palla tra le due squadre. Uno di loro superò la difesa e prese un tiro. Lo riconobbe come Myles Fairview, il nuovo capitano. La palla superò il portiere e toccò il fondo della rete. Tutti i ragazzi acclamarono e si congratularono con il compagno di squadra, battendogli le mani sulla schiena mentre tornavano al centro.

Zayn sospirò, distogliendo lo sguardo dal campo e puntando alla sua vecchia ’92 Pontiac Grand Prix. Aveva avuto l’auto da sua mamma in modo da poter fare avanti e indietro dalle visite mediche e in cambio avrebbe ricevuto solo un piccolo regalo per Natale dei prossimi anni. Lui aveva ovviamente apprezzato, ma si sentiva in colpa che sua madre aveva dovuto spendere ancora di più per lui dopo la sua cura estensiva; un processo che era ancora in corso. La vernice nera si stava scheggiando lungo bordi e l’abitacolo continuava a puzzare di fumo sebbene avesse perso l’abitudine l’anno scorso, come ogni altra abitudine d’altronde. Zayn stipò le stampelle nei sedili posteriori e si diresse verso casa.

 

Appena Zayn entrò nella piccola casa della sua famiglia potè odorare il profumo del cibo cucinato da sua mamma e sentì le sue due sorelle minori blaterare in salotto.

“Zaynie, sei tu? lo chiamo sua madre Patricia.

“Si, ma’.” Zayn rispose mentre si toglieva le scarpe e sei dirigeva verso la cucina.

 

“Hanno chiamato?” chiese.

“No... mi dispiace, tesoro.” rispose lei, la delusione si espandeva sui suoi lineamenti mentre guardava il suo unico figlio.

 

Zayn fece un ghigno. “E chiamano loro stessi Genies.” 

 

I Genies erano un’organizzazione che si occupava di giovani malati; offrivano desideri a persone affette da varie malattie come quella di Zayn. Quando era in ospedale, il medico disse alla famiglia che avrebbero potuto chiedere un desiderio ai Genies, così si misero a compilare tutti i moduli e schede, avevano anche registrato un breve video in cui chiedevano di concedere a Zayn il suo unico desiderio.

L’unica cosa che voleva al mondo era incontrare i One Direction. Non voleva andare a un concerto, non voleva passare una giornata con loro, voleva solamente incontrarli e sapere che erano reali e conoscerli come se fossero ragazzi normali. Niente telecamere, niente maschere o montature, voleva solo parlare con loro e vedere come fossero realmente.

Bhè, questo era stato circa un mese fa, non si erano più fatti sentire da allora. Era abbastanza impossibile ottenere un contatto con la band, erano così impegnati, perchè avrebbero dovuto avere tempo per lui? Non è che stava morendo o roba simile. Aveva ricevuto email dall’organizzazione che dicevano che era un desiderio molto grande e che avrebbe potuto volerci un po’ di tempo per concederglielo, ma Zayn stava migliorando ogni giorno e continuava ad esserci un lungo silenzio da parte dei Genies, tanto che aveva iniziato a pensare che si fossero dimenticati di lui. 

 

“Sono sicura che troveranno tempo per te un giorno!” Disse Patricia, cercando di essere rassicurante.

 

“Si, perchè loro hanno un sacco di tempo libero per qualcuno come me.”

Patricia guardo suo figlio senza speranza. La addolorava il non poter dare a suo figlio tutto quello che voleva, ne aveva passate così tante. Ma loro non avevano abbastanza soldi, e i soldi che avevano servivano per la trattamento di Zayn; Per non parlare che sarebbe dovuto andare all’università il prossimo anno e non aveva praticamente nessun risparmio. Lei gli rivolse un sorriso triste, sapendo che non c’era niente che potesse fare per aiutarlo.

 

“Vieni e siediti per la cena, tesoro” disse con voce persa.

 

“Non ho fame.”

 

Zayn si trascinò nella sua camera e chiuse la porta. Lasciò cadere lo zaino sul pavimento e si buttò sul letto, esausto dall’aspettare qualcosa che non sarebbe mai avvenuto.

 

Si guardò la stanza intorno. Era infantile e semplice dalle lenzuola ai mobili alle pareti blu pallido che si estendevano perpendicolari al tappeto beige. L’unica eccezione alla regola era la parete dei One Direction, tappezzato di poster e foto della band. Guardò i volti dei ragazzi. Tutti loro sembravano così felici, sorridendogli dall’intangibile spazio dietro l’obbiettivo. Il suo sguardo cadde su Harry, il ragazzo dai capelli castani che era perfetto in così tanti modi. Era bellissimo, incredibile, tutto ciò che Zayn avrebbe voluto essere e di più. Harry era sempre stato il suo preferito. Si ricordò quando vide il suo provino ad XFactor dalla piccola tv nella sua stanza d’ospedale e pensava “Lui andrà lontano.” e ora l’unica possibilità che aveva di incontrarlo stava scivolando via.

 

Zayn affondava nella realizzazione mentre era steso sul letto, la luce attraverso la finestra si faceva più debole al tramonto. La sua mente vagava sulla scorsa estate. Zayn stava realmente progettando di fare l’audizione per il programma lo stesso anno, ma si era rotto la mascella in una partita e non aveva potuto cantare. Si era sempre chiesto cosa sarebbe successo se fosse stato in grado di andarci... Lo avrebbero probabilmente rimandato a casa, pensò.

 

Zayn tirò fuori il cellulare e scorse su tumblr per un po’, recuperando gli eventi della giornata. Il primo album dei One Direction sarebbe uscito la settimana seguente, ma loro avrebbero continuato a promuovere i loro singoli in giro per gli UK, quindi c’erano un bel po’ di nuovi scatti e filmati da guardare. Stava scorrendo sul tag di Harry quando la sua sorella più piccola entrò nella stanza.

 

“Oi, non puoi semplicemente entrare qui quando ti pare!” disse, un po’ infastidito. Lei lo ignorò, strisciando sul letto e stendendosi accanto a lui. Zayn sospirò e avvolse il braccio intorno a lei, usando l’altra mano per continuare a guardare il cellulare.

 

“Chi è quello?” chiese Safaa.

 

“E’ Harry Styles, sorella.” rispose Zayn, ancora scorrendo la pagina. “E’ in quella band che mi piace.” 

 

“Oh.”  Si fermò un attimo, conemplando il volto del giovane ragazzo.

“E’ grazioso!” sbottò, ridacchiando.

 

Zayn non potè fare a meno di ridere della sua reazione, tirando il telefono al petto e rise tra sè e sè.

 

Safaa guardò Zayn con i suoi grandi occhi azzurri.

 

“Pensi anche tu che sia grazioso?” chiese.

Zayn sorrise, fissando il ragazzo con i capelli ricci proiettato sullo schermo.

 

“Si, lo penso.”

 

“Ewwwwww!!!” piagnucolò Safaa, ridacchiando ancora di più.

 

“Hey, tu-” Zayn iniziò, arrivando a fare il solletico alla sorellina. Le prese la pancia e lei scoppiò in attacchi di urletti e risatine, cercando di combattere contro la presa Zayn. Lui non potè fare a meno di ridere mentre entrambi erano stesi lì alla luce fioca della sera.

 

Dopo che la crisi di risatine si fu calmata, Zayn prese un respiro prima di annunciare “Ho fame, andiamo a vedere cosa è rimasto della cena della mamma.”

Buttò giocosamente Safaa giù dal letto, borbottando un “fuori di qui” che le causò un’altro attacco di risatine. Si diressero entrambi fuori la porta alla ricerca di qualcosa da mangiare.

  
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