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Autore: itsLarrybitch    09/04/2013    3 recensioni
Zayn ha una patologia degenerativa delle ossa che lo limita a un paio di stampelle. La sua vita cambia tutto quando la Fondazione dei Genies gli concede un desiderio e riesce ad incontrare il suo gruppo preferito, One Direction, e più importante, il suo membro preferito della band, Harry Styles.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2








“L’uso della propaganda di Stalin fu una componente chiave per la sua ascesa al potere. Manipolava le immagini e controllava cosa il pubblico poteva vedere per quanto riguardava l’arte e altre forme di media visivi..”

Zayn sentiva la voce strascicata del suo insegnante di storia mentre si avvicinava frettolosamente alla classe. Bhè, quanto le sue gambe stuzzicadenti gli permettessero di andare di fretta. Aveva dormito troppo dopo una notte passata a scorrere le dita sul cellulare e non aveva sentito la sveglia.  

“Scusate, sono in ritardo.” sbuffò appena apparve sulla soglia. L’insegnante gli rivolse un sorriso triste, guardando giù verso le sue stampelle mentre Zayn camminava tra le strette file di banchi. “È tutto ok.” Risposero.

Oh, pensò Zayn, non sapevo che stavate organizzando un festa della pietà, forse avrei dovuto portare qualcosa...

Odiava il fatto che gli insegnanti lo guardassero in modo “Oh, quel povero ragazzo zoppo...” Ma comunque si scusava per cose come questa.

Le sue stampelle sbatterono sul lato del suo compagno di banco mentre si schiacciava impacciatamente tra la sedia e il banco uniti, causando un po’ di bisbigli da parte dei calciatori e le loro ragazze in fondo alla classe. Dopo questo leggero baccano, l’insegnate risprese il filo del discorso.

“Quello che stavo dicendo era che Stalin aveva un enorme controllo sui media, e avrebbe messo a tacere chiunque lo avesse ritratto male...”

Zayn riconobbe l’argomento una volta capito di cosa trattava la lezione. L’aveva già imparato all’inizio dell’anno scorso, così non si preoccupò di prendere appunti.

Circa a metà della lezione una comunicazione arrivò attraverso l’altoparlante.

“Zayn Malik, ti recheresti in ufficio, per favore? Zayn Malik.” la voce monotona risuonò dal soffitto.

Ahhh, merda. Pensò Zayn. Devono aver fatto l’appello prima che arrivassi.

Raccolse le stampelle appoggiate sul pavimento e goffamente si incurvò uscendo un’altra volta dal banco. Poteva sentire gli sguardi di tutti puntati su di lui mentre arrancava fuori dalla classe.

Mentre camminava per i corridoi verso l’ufficio, Zayn si preoccupava sempre di più per le sue assenze. Era la terza volta in questo mese che arrivava in ritardo, e non voleva che chiamassero sua madre al lavoro. Lei aveva già abbastanza di cui preoccuparsi oltre alla  sua negligenza.

Svoltò l’angolo dell’ufficio del preside e vide sua madre lì in piedi, mordendosi le unghie per l’ansia. Maledizione.

“Scusa mamma, non volevo che ti chiamassero da qui-” iniziò Zayn.

“Zayn!” Patricia piangeva quando lo vide entrare nella stanza. I suoi occhi erano colmi di lacrime e afferrò le sue spalle immediatamente.

“Non succederà più, promesso!” implorò lui.

“Zayn!” ripetè lei, ma questa volta, Zayn potè vedere un sorriso formarsi sotto i suoi occhi lucidi.

“Hanno chiamato!!”

“Si, lo so, è per questo che sei qui ma’. Mi dispiace!” Zayn stava andando un pò sulla difensiva. Non c’era bisogno di farlo sentire più in colpa di quanto non fosse già...

“No, tesoro!” pianse. “I Genies!!”

Zayn la fissò, sbalordito.

“Che? Cos... Fai sul serio?” Balbettò. 

“Si!!” Le lacrime le rigavano il viso ora, ma il suo sorriso radioso era inequivocabile.

“Sono dovuta uscire dal lavoro e venire qui per dirtelo!” disse euforica attraverso le lacrime. “Vogliono vederti oggi pomeriggio alle cinque in punto!”

“Oh mio DIO!!” Zayn pianse. Avvolse le sue braccia intorno a sua madre e lei lo abbracciò forte, singhiozzando al suo orecchio. Finalmente suo figlio poteva avere quello che aveva sempre desiderato.

“Questa cosa è folle!!” esclamò lui, tornando alle sue stampelle sul pavimento, lasciando che Patricia si asciugasse le lacrime.

“Ma aspetta...” si fermò, pensando. “Io esco da scuola solamente alle quattro ed è a tre ore e mezza di macchina da qui!” l’espressione di Zayn cadde alla realizzazione che non ce l’avrebbe mai fatta.

“Stai scherzando??” Piagnucolò sua madre. “Dimentica la scuola! Questa è un’opportunità unica nella vita!”

Zayn alzò lo sguardo verso sua madre, realizzando che tutto quello che aveva sempre sognato stava per diventare realtà.

“...cazzo, sei seria?” chiese, ridacchiando all’improvvisa noncuranza di sua madre delle regole scolastiche.

“Non con quel linguaggio, ma si!” replicò, attirando Zayn in un altro abbraccio carico di entusiasmo.

“Oh mio dio, mamma, grazie.” Soffiò lui, chiudendo gli occhi incredulo a ciò che stava realmente accadendo. Lei lo strinse forte e poi lo lasciò, fermandosi per asciugarsi le lacrime quando si separarono.

Zayn sorrise. Amava molto sua madre, e questo momento di per sè era meglio di qualsiasi altra cosa avesse provato nella sua vita. Lei alzò lo sguardo verso di lui dopo essersi ricomposta, prendendo un lungo, profondo respiro, seguito da un sorriso.

“Bhè, è meglio che tu torni a casa e ti prepari, devi partire tra un’ora!”



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Tutto era una sfocatura indistinta. Zayn si fece una doccia, si cambò, afferrò uno snack e fu fuori la porta senza nemmeno realizzare cosa stava facendo. Era ancora sotto shock per la notizia che avrebbe incontrato i One Direction nel giro di qualche ora. I suoi nervi resero le tre ore e mezza in macchina assolutamente insopportabili.

E se mi odiano? pensò tra sè e sè. E se arrivo lì e mi metto in ridicolo?? Oddio, perchè ho anche solo desiderato questa cosa?!

La montagne russe nella sua mente stavano facendo scorrere il tempo incredibilmente veloce. Prima di rendersene conto, Zayn era faccia a faccia con una guardia di sicurezza con espressione severa che chiedeva il perchè stesse tentando di parcheggiare nel lotto dello studio dei One Direction.

“Ehm... sono Zayn Malik.” balbettò, tendendo il collo fuori dal finestrino, sorridendo nervoso verso la guardia. “Dovrei incontrare i ragazzi alle cinque.”

Poteva vedere un esercito di adolescenti raggruppate intorno al marciapiede vicino al cancello del parcheggio. Ovviamente stavano aspettando che i ragazzi uscissero, sperando di intravederli, magari ricavando anche un autografo. Zayn sorrise. Directioners! ‘My people!’  Salutò con la mano alcune ragazze che lo stavano guardando con curiosità e gli rivolse un pollice in su.

La guardia lo guardò sospettoso, alzando un sopracciglio mentre consultava la sua cartellina. Dopo un’insopportabile manciata di secondi, finalmente la guardia trovò il suo nome e gli permise di passare. Guidò fino ad un posto libero situato tra due macchine che fecero sembrare la sua un assoluto ammasso di ferraglie e spense il motore. Zayn era seduto da solo del sedile anteriore in silenzio, contemplando quello che stava per succedere.

“Oh mio dio. Non ce la posso fare.” si disse, raggiungendo le chiavi che erano ancora nel blocchetto d’accensione. Si fermò, desiderando disperatamente di riaccendere la macchina e guidare il più lontano possibile, ma incapace di girare la chiave.

“Cazzo.” mormorò, strappando le chiavi dal blocchetto e uscendo dallo sportello. Afferrò le stampelle dai sedili posteriori e diede un’ultima occhiata al suo ciuffo nel riflesso del finestrino. (Non che ne avesse bisogno, aveva già coccolato i suoi capelli un milione di volte durante il viaggio.)

Rabbrividì mentre si avvicinava all’entrata sul retro. L’inverno stava arrivando e oggi era particolarmente freddo rispetto alla settimana calda che avevano avuto a Bradford. Fu contento di indossare il suo giacchetto varsity preferito, rosso e bianco con una grande “M” su un lato del petto.

Entrando nell’edificio, Zayn vide delle foto di varie band appartenute alla Modest Management lungo i muri del corridoio e piccola sala d’attesa. BBC Radio 1 era in riproduzione dai piccoli altoparlanti situati negli angoli dove le pareti beige si incontravano.

Zayn vide l’addetta alla reception alzare lo sguardo dalla sua scrivania prendendo un respiro prima di alzarsi velocemente per andargli incontro.

“Tu devi essere Zayn!” intervenne lei, camminando verso di lui con i suoi piccoli tacchi rosa. Fece come per stringergli la mano ma sembrò ripensarci, non comprendendo come Zayn avrebbe potuto lasciare la sua stampella per due secondi senza cadere rovinosamente a terra.

“Ciao.” replicò lui, guardandosi intorno. “Dovrei essere da qualche parte?”

La segretaria quasi saltò per l’eccitazione nel rispondere alla sua domanda.

“Si! Dovresti salire di sopra nello studio di registrazione secondario. E’ al terzo piano. ” rispose, indicando in fondo al corridoio dove si trovavano gli ascensori. “Stanno facendo un’intervista in questo momento e saranno da te a breve.”

Zayn fissò per un momento la pura euforia della segretaria, e a quel punto si incamminò verso gli ascensori. La donna lo seguì, ticchettando dietro di lui pensando che gli servisse supervisione per riuscire ad arrivare lì.

“Grazie.” disse Zayn, congedandola dal suo dovere di assistente. Leggermente imbarazzata, riaffondò nella sua scrivania.

Aspettare l’ascensore fu una tortura. Zayn deglutì mentre guardava i numeri farsi sempre più vicini alla sua destinazione, e saltò quando sentì il “ding” che lo lasciava intendere di essere arrivato. Le indicazioni del terzo piano lo condussero in un groviglio di corridoi fino a quando non raggiunse una porta etichettata “Recording Studio B”. Prese un respiro profondo e girò la maniglia.




 

  
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