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Autore: Maya_Moon    23/03/2013    5 recensioni
Ciao a tutti! Mi chiamo Maya_Moon e questa è la mia prima fan fiction! Mi scuso in anticipo per eventuali errori e/o mancanze :3
La mia fan fiction si basa su un futuro ipotetico in cui Naraku è morto, tutti sono felici e contenti eccetera... Inuyasha e Kagome hanno avuto due gemelli completamente diversi l'uno dall'altra: Ayume e Koya (scusate i nomi, ammetto che non sono il massimo!).
I problemi adolescenziali (hanno da poco compiuto 18 anni) si sommano al fatto di essere mezzo demoni, i cui corpi sono incasinati dalla crescita e dal gene demoniaco che ha cambiato il loro corpo a briglie sciolte...
Cosa accadrà quando incontreranno il figlio di Sesshomaru?
_______________________________________________________
I primi capitoli saranno particolarmente brevi e non molto coinvolgenti, ma con un po' di pazienza si arriverà alla storia vera e propria!
Grazie per l'attenzione_
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Maya_Moon è seduta sotto il portico del guardino, mentre suo fratello Nicola cerca qualcosa da fare con il fantomatico quartetto. 
"Guardate!" esclama poi alzando il braccio: la sua mano stringe un pezzo di lucido legno chiaro, un po' ricurvo. Hinokami si precipita da lui, la coda che scatta di qua e di là.
"Dammi!" ordina tendendo la mano con il palmo all'insù. Nicola, in un gesto tipicamente infantile, stringe il pezzo di legno al petto, scuotendo la testa. Il demone leopardo stringe le palpebre riducendole ad una fessura, mentre Koya si fa avanti, gli occhi scintillanti di curiosità.
"Che cos'è?" chiede fissando pieno di bramosia l'oggetto. Nicola punta in fuori il petto, e tutto inorgoglito risponde:
"Koya, è un..." corruga la fronte: non sembra molto sicuro. Koya inclina la testa di lato, aspettando una risposta. Il bambino sorride e con uno scatto corre dalla sorella, portandole labbra al suo orecchio e coprendolo con una mano. Un paio di secondi dopo la ragazza solleva un sopracciglio e si volta a guardarlo, ma poi sussurra qualcosa di rimando. Nicola annuisce, e a passo di marcia torna dal mezzo demone. 
"E' un boomerang!" guarda la sorella, che gli mostra il pollice alzato. Sorride raggiante, mentre Koya chiede:
"Posso vederlo?" Nicola glielo porge, mentre Hinokami guarda lo scambio allibito.
"Stupido umano, poi vedr-AHI!" un pallone rimbalza lontano, e Maya_Moon ridacchiando batte il cinque ad Ayume. Hinokami si strofina la testa con una mano, e con uno scatto toglie il boomerang dalla mano di Koya. Con un sorriso perfido porta lo sguardo a Hikari, che sta annusando una margherita. Hinokami tende il braccio all'indietro, caricandosi. 
"Hinokami... aspetta...!" dice Maya_Moon alzandosi e avvicinandosi, ma è troppo tardi: con un grido - "Cagnetto! Al volo!" - il demone leopardo lancia il boomerang, e Hikari nel frattempo si volta verso di loro, ignaro dell'arma che volteggiando si avvicina al suo viso. Ayume si alza con un balzo, ma quando l'arma si trova a meno di due metri dal mezzo demone cieco, questi muove leggermente un orecchio floscio... e un attimo prima che il boomerang finisca la sua traiettoria contro il suo naso, Hikari - in perfetto stile Matrix - lo evita. Hinokami sospira, guardando il boomerang sparire dal suo raggio visivo con una piroetta.
"Peccato, sarebbe stato figo" borbotta voltandosi. Ayume si avvicina a Hikari e gli bacia la guancia, e mentre Nicola cerca un altro gioco da fare, sua sorella fissa l'orizzonte pensierosa. Sedendosi di nuovo sotto il portico, nota un piccolo oggetto avvicinarsi velocemente. Un altro rapido movimento delle orecchie flosce e Hikari piega la testa in avanti, facendo fare la stessa cosa ad Ayume. E, prima che Maya_Moon possa fare alcunchè per salvare la testa rossa di Hinokami, un nuovo grido rimbomba da San Giuliano Termefino a Pisa, sorprendendo qualche turista sulla Torre Pendente:
"AHI!




Yo! *si guarda nervosamente intorno* Ignorando il fatto  che non sono in ritardo, ma di più, vado subito dritta al punto: purtroppo, a causa dei miei impegni (e ne ho tanti, credetemi D: ), non posso garantirvi la pubblicazione settimanale del capitolo (ma va'?!)... e sì, so benissimo che era chiaro come il sole questo fatto xD
Il titolo è obbrobrioso, ma alle 23.30  non avevo niente di meglio in testa xD accetto suggerimenti ^^
Niente immagini stavolta... ma mi sto impegnando per farne qualcuna dato che mi ci diverto da matti xD!
In ogni caso, spero solo di rifarmi nelle vacanze di Pasqua ^^" 
Ci vediamo in fondo!

Maya_Moon




CAPITOLO 30 - 

Sesshomaru ringhiò, saltando giù dal tetto della capanna su cui era stato fino ad allora. Incuriosito dall'uscita di Rin assieme all'insulso mezzo demone, li aveva seguiti fuori dalla piccola casetta, da cui ancora uscivano le esclamazioni di gioia di Ayume e Kagome. Con un piccolo balzo era salito sul tetto, e da lì aveva ascoltato ogni parola di Rin e Hikari. 
Purtroppo, quest'ultimo aveva udito l'elegante atterraggio del demone cane - dimostrato dal movimento fulmineo di un orecchio floscio - e si era voltato sorpreso, un riflesso di quando ancora i suoi occhi percepivano la luce. Rin aveva seguito lo sguardo del figlio, incontrando quello afflitto del demone cane.
"Sesshomaru! Io..." egli balzò via, interrompendo la donna angosciata: ... pensavo l'avessi superata... Rin si portò le mani al viso, che già cominciava ad essere rigato dalle lacrime.
"Madre! Che succede? Dov'è Sesshomaru?" chiese preoccupato Hikari, a cui non era sfuggito il salato odore delle lacrime. Posò la mano sul braccio della donna, che gli accarezzò tremante il viso. Poi lo strinse a sé scoppiando in un pianto disperato.
"Oh Hikari... come vorrei che tu e Sesshomaru andaste d'accordo..." mormorò singhiozzando. Il mezzo demone sospirò, accarezzando teneramente la testa della madre con fare pensieroso.
 
"Sesshomaru!" gridò Hikari, tendendo le flosce orecchie e il naso fine in cerca di un suono, di un odore, di un qualcosa.
Accidenti a me!, pensò inciampando per l'ennesima volta, Accidenti a me e a quando fare pace, finendo per perdermi nel bosco... e da solo poi! Kamisama... grazie a Dio riesco a orientarmi con gli odori...
"Sesshomaru!" urlò ancora, portando le mani intorno alla bocca per amplificare il grido disperato. Chinò il capo intristito, le orecchie poggiate tristemente sulla testa. Si appoggiò con qualche difficoltà ad un albero, e da lì cominciò a parlare, sicuro di essere sentito dal demone cane.
"Senti Sesshomaru" disse alzando l'inutile sguardo "hai tutte le ragiono del mondo per odiarmi e ti capisco, ma quello che sto facendo - perdermi nel bosco, cercarti sapendo che non ti farai trovare, parlarti sapendo che non risponderai - non lo sto facendo  per amor mio o tuo, ma lo faccio per mia madre... per tua moglie! Nonostante il suo..." si agitò un poco, muovendo nervosamente le orecchie "... tradimento, lei ti ama ancora, e con tutta se stessa. Lei ha bisogno di te, Sesshomaru." sospirò, grattandosi la nuca alla ricerca delle parole giuste. Una flebile brezza invernale gli mosse la candida coda di cavallo, solleticandogli il collo niveo. "Non pretendo che tu mi tratti come se fossi tuo figlio... vorrei solo che Rin smettesse di soffrire." Hikari rimase a lungo in silenzio,aspettando una risposta che - il suo cuore già lo sapeva - non sarebbe mai arrivata. 
 
Sesshomaru ringhiò in modo a malapena udibile. Aveva sentito ogni parola di quell'abominio, e con rammarico si era reso conto che aveva ragione.
Mai potrò perdonare quell'infimo messaggero, Hikari... ma Rin, lei già l'avevo perdonata, pensò saltando silenziosamente di ramo in ramo alla ricerca della sua amata.
"Se... Sesshomaru...!" sussurrò lei quando la prese tra le braccia senza dire una parola. Poteva sentire chiaramente la sua ansia, ma sorrise quando sentì sua moglie abbracciarlo. Quando la posò a terra erano ai piedi del Goshinboku*. I due rimasero in silenzio per qualche minuto, finché Rin non fece un passo avanti.
"Ti prego Sesshomaru, parlami!" lo pregò torcendo la manica del kimono. Il demone cane sospirò.
"Non pensavo che mi avrebbe ferito in quel modo sentirti parlare di nuovo di quella vecchia storia..." mormorò evitando lo sguardo nocciola della donna. " L'ultima volta che l'hai raccontata è stato diciotto anni fa, quando fuggisti da me andando da Inuyasha e Kagome con tuo figlio." continuò ripensando a quel lontano giorno di quasi due decenni fa.
 
"Padron Sesshomaru... Rin è scappata!" gridò Jaken gettandoglisi ai piedi pieno di rimorso. Sesshomaru ringhiò.
"Va' a cercarla. Subito." ringhiò imperioso. Jaken si inchinò più volte costernato, e poi sparì. Ricomparì quasi un mese dopo, e riferì al suo padrone di averla trovata.
"Andiamo, allora." disse alzandosi con eleganza e cominciando a correre, ignorando il fastidio derivato dalla esasperante lentezza del suo servitore.
Nonostante la distanza fosse piuttosto grande, il demone cane arrivò dopo poco, ignorando le richieste di Jaken di rallentare un po' e di aspettarlo.
 Al villaggio Musashi spirava un lieve vento gelido: sembrava quasi che portasse con sé parte dell'ira di Sesshomaru, che senza alcuna esitazione si fermò davanti alla capanna del fratello.
"Rin!" chiamò riducendo ad una fessura le pallide palpebre. Neanche un secondo dopo fece un balzo indietro: Inuyasha aveva tentato invano di colpirlo con Tessaiga.
"Stai lontano da casa mia, dannato!" ringhiò il mezzo demone puntandogli contro la sua arma. Rimanendo in silenzio Sesshomaru sfilò Tokijin dal fodero, ponendosi in posizione d'attacco.
"Non è per te che sono venuto" disse poi guardandolo negli occhi "Anche se ucciderti magari mi divertirebbe un po'" Inuyasha ringhiò di nuovo, mentre dalla soglia si affacciava Kagome con Ayume e Koya. La piccolina salutò festosa Sesshomaru, ignorando il fatto che avesse tutta l'intenzione di uccidere suo padre, mentre Koya arricciò il nasino guardandolo e strinse l'orlo del kimono della madre, alla ricerca di una spiegazione.
"Tesori miei, torniamo in casa... il papà ha bisogno di... discutere con vostro zio Sesshomaru."
"Aru! Aru!" ripetè ridendo Ayume sbattendo la piccola coda pelosa. Koya invece additò il padre.
"Apà?" chiese avanzando un piccolo passo. Kagome lo prese in collo. 
"No piccolo mio... papà è occupato..." sussurrò Kagome. Nell'istante in cui Sesshomaru balzava addosso a Inuyasha lei si ritirò per celare ai figli il sangue e l'odio negli occhi dei due fratelli. Rin la guardò preoccupata, il piccolo Hikari tra le braccia che si agitava nel sonno.
"Che cosa succede?" domandò sporgendosi dalla soglia, in tempo per vedere Sesshomaru squarciare la spalla di Inuyasha con un fendente di Tokijin. Si ritrasse coprendosi la bocca con la mano, disperata. Koya si agitò tra le mani della madre facendole capire che voleva scendere. Mentre il piccolino correva dalla sorella abbracciandola ridendo, Rin diede all'amica il figlio, mormorando risoluta:
"Devo fermare la loro lotta!" e prima che Kagome potesse dire alcunché ella uscì dal suo rifugio sicuro, correndo poi dal marito. Si fermò però sulla soglia, sentendo le adirate e disperate grida di Inuyasha:
"Come puoi non capire, dannato?! E' tuo figlio!" un respiro affannato, un balzo all'indietro per evitare una stoccata. "Che importanza ha se è un mezzo dmeone?"  Rin si portò la mano alla bocca. 
"Non è per quello che è infuriato, Inuyasha..:" sussurrò piano, mentre il marito con un ringhio abbatteva Tokijin su Tessaiga.
"Sei tu che non capisci, stupido idiota!" gridò tornando in posizione d'attacco. Nonostante i suoi sforzi di mantenere un tono pacato, non era riuscito ad evitare di urlare. Inuyasha si bloccò, stupito dalla reazione del fratello.
"E allora... dov'è il problema...?" chiese corrugando la fronte. Sesshomaru ringhiò avvicinandosi con un balzo.
"Stanne fuori" gli intimò in tono atono. Alzò Tokijin sul mezzo demone, ed egli lo imitò con Tessaiga, ma... 
"Sesshomaru!" gridò Rin afferrandogli un lembo del vestito. Lui si girò guardandola sorpreso, ma poi riaffilò lo sguardo. Inuyasha fece poggiare la lama di Tessaiga sul freddo terreno, in attesa.
"Perdonami per la mia fuga... ma non voglio che Hikari muoia!" disse cominciando a piangere.
"Hikari... è quell'insulso abominio?" chiese con un sussurro. Sua moglie alzò lo sguardo dal suo petto, e nei suoi occhi color nocciola era palese la rabbia.
"Non è un'insulso abominio!" ribatté stizzita.Il demone cane si bloccò sorpreso. "Hikari non ha fatto niente di sbagliato... l'errore è mio...." mormorò riabbassando lo sguardo. Sesshomaru la fissò in silenzio, ma poi le fece una lieve carezza, imbarazzato dalla presenza del fratello che li fissava con i suoi brillanti occhi ambrati.
Sta' tranquillo, ti ucciderò più tardi, pensò lanciandogli un'occhiataccia per intimargli di sparire dalla sua vista. Fortunatamente Inuyasha capì** i pensieri del fratello e lentamente si avviò verso casa, ancora guardingo. Sesshomaru sentì distintamente l'esclamazione di felicità di Kagome e i saluti entusiasti dei piccoli gemelli ("Apà! Apà! Apà!"), e in qualche modo percepì una piccola fitta al cuore.
 
"Nonostante tutto il dolore che ho provato nei cinque anni in cui non mi hai rivolto la parola, vorrei dirti che, così come allora... io non mi pento di aver fatto vivere il mio Hikari" sussurrò Rin risvegliandolo dai ricordi. Il demone cane abbassò lo sguardo per incontrare quello della moglie.
"Nonostante fosse il frutto del tuo tradimento?" chiese instillando in quella domanda tutto il risentimento possibile. Rin non distolse lo sguardo, ma anzi lo mantenne, decisa a far capire a Sesshomaru cosa pensava.
"Sì, perchè nonostante fosse frutto dello sbaglio mio e di Meian, non meritava - e non merita - di morire... come non merita il trattamento che gli hai riservato in tutti questi anni." disse poi, osservandolo sbarrare gli occhi dalla sorpresa. Mai il demone cane era stato redarguito per un suo comportamento, né si era mai tanto meno aspettato che il primo sarebbe arrivato da sua moglie, che in primis aveva sbagliato molte volte nella sua vita. 
Ripensò alle parole della donna corrugando le sopracciglia, e facendo inconsciamente guizzare la mezzaluna violacea sulla fronte.
"Non... non lo meritava?" ripetè poi ancora sconcertato. Rin scosse la testa, mentre l'adrenalina di poco prima se ne andava lentamente.
"Eri me che dovevi punire ignorandomi, Sesshomaru... Lui non ti ha fatto niente di male..."
"La cosa peggiore che mi ha fatto è vivere!" ribatté adirato Sesshomaru con un ringhio, ma Rin non perse la grinta, decisa come mai lo era stata nella sua vita.
"Sì, ma chi gli ha donato la vita siamo stati io e Meian..." sospirò ripensando agli occhi pieni di sofferenza prima che li chiudesse per sempre, "... e dato che l'hai... ucciso... e mi hai ignorato per cinque anni... credo che continuare a far soffrire Hikari sia inutile, non trovi?" Sesshomaru ringhiò di nuovo, ma non rispose alla domanda ironica della moglie. Nella sua mente affiorò il ricordo di quel giorno in cui aveva ucciso quell'infimo traditore di Meian: prima di balzargli addosso pieno di rabbia, Rin sorrideva... sembrava... felice
Sospirò lievemente, mentre ricordava l'atteggiamento solare - fastidiosamente rumoroso, aveva sempre pensato lui - del mezzo demone dai capelli argentei: poco dopo averli scorti sotto il ginkgo biloba, lui l'aveva abbracciata, e il sorriso di Rin si era illuminato ancora di più.
Che fosse quello che la rendesse felice?, pensò guardandola: lo fissava con i suoi meravigliosi occhi brillanti, i pugni stretti davanti al petto, in nervosa attesa di una risposta. E così, seguendo per una volta il cuore invece della ragione, la strinse a sé in un delicato abbraccio. E mentre Rin rispondeva ammutolita all'abbraccio, Sesshomaru capì, dopo diciotto anni, che cos'era quella dolorosa fitta al cuore che aveva provato quel lontano giorno in cui aveva sentito le esclamazioni di felicità Kagome e i gemelli quando Inuyasha era tornato era la gelosia.
Perchè quella sensazione, la sensazione che qualcuno fosse felice del suo ritorno, non l'aveva mai avuta da qualcun altro che non fosse sua moglie e il suo servo.
 
"Hikaaari! Hikaari!" urlò Ayume correndo nel piccolo bosco.
Il suo odore è dappertutto, pensò angosciata, significa che ha girato in lungo e in largo senza riuscire ad uscire...
"Hikarii!" gridò ancora, guardando di qua e di là nella speranza di vederlo. Un lieve rumore la fece voltare di scatto, un rumore che conosceva ed amava: il lieve rumore di fusa che faceva Hikari quando era particolarmente soddisfatto.
"Hikari!" esclamò correndo verso il suono, la coda che frusciava contro i rami secchi e i cespugli.  Quando arrivò là dove proveniva la fonte del rumore, si fermò portandosi la mano alla bocca schiusa per la sorpresa: Hikari era appoggiato ai piedi di un grande albero, e stava riposando. I capelli candidi erano scompigliati dalla lieve brezza fredda, e le flosce orecchie pelose erano poggiate mollemente sul capo, conferendogli un'aria serena e particolarmente tenera. Hikari aveva la bocca semi aperta, e le labbra morbide, incurvate in un piccolo sorriso, gli nascondevano i canini affilati, mentre la parte superiore del viso era celata nell'incavo del braccio. 
Con un piccolo sorriso gli si sedette accanto, apprezzandone i lineamenti delicati e forti insieme. 
"Hikari... svegliati..." sussurrò a malincuore, accarezzandogli le guance e le sue ondulate voglie violacee. Il mezzo demone corrugò la fronte e si mosse un poco, e ripetendo quel lieve mugolìo si accoccolò meglio contro il tronco. Ayume gli baciò con tenerezza il naso, che si arricciò graziosamente. Mugolando spostò lievemente il braccio, spalancando i grandi occhi ciechi. Sussultando, arricciò il naso per percepire gli odori intorno a sé e capire chi fosse con lui, ma pochi secondi dopo sorrise, mostrando i canini brillanti.
"Ayume!" disse, e nonostante la cecità i suoi occhi brillarono. Ayume gli accarezzò un orecchio.
"Perchè eri qui a dormire?" chiese poi incuriosita. Hikari scrollò le spalle imbarazzato.
"Cercavo Sesshomaru, ma lui se n'è andato e non sono più riuscito ad uscire da qui... probabilmente era seduto sui rami più alti degli alberi, e il suo odore non mi è arrivato alle narici, permettendomi di andarmene con lui..."
"Cosa è successo?" domandò Ayume accoccolandosi tra le sue braccia, la coda bianca e nera che accarezzava lievemente il terreno secco. Hikari, accarezzandole le dritte orecchie a punta, le raccontò tutto quello che era successo, sorprendendola.
"Kamisama! Tutto questo è... accaduto mentre io ero con mia madre?" esclamò stringendogli la mano e tracciando i bordi delle nocche con le dita. Hikari annuì lentamente, per poi rivolgerle una timida domanda:
"E tu... come stai?" Ayume sorrise intenerita, e per farlo capire al compagno gli prese le dita della mano e le fece passare sulle labbra. Hikari sorrise a sua volta, percependo la contentezza della compagna.
"Sto bene... e sono felice!" gli diede un piccolo bacio sul collo, facendolo rabbrividire leggermente. "E tu lo sei?" Il mezzo demone annuì, arrossendo.
"Anche io lo sono, amore mio...!" le accarezzò la spalla. "Quando... quando dovrebbe nascere?" Ayume scrollò le spalle.
"Non lo so... mia madre ha partorito me e Koya dopo sette mesi... ma dato che io e te siamo mezzo demoni è probabile che ci voglia meno tempo..."  disse alzandosi e spazzolandosi i pantaloni, scuotendo la coda. Hikari la imitò sfiorando la rugosa corteccia dell'albero cui era appoggiato fino a poco prima. 
"Non vedo l'ora... sono molto curioso!" ammise ridendo. 
"Mi piacerebbe dirlo a Hinokami" disse Ayume prendendolo per mano e cominciando a guidarlo tra gli alberi e i cespugli.
"Non hai con te la sfera?" Ayume scosse la testa.
"L'ho lasciata a casa, avevo paura di perderla!" rispose sbattendo la coda bianca e nera.
"Mi sa che dovremmo chiedere a Mizuumi sama di ritardare un poco la celebrazione di Hinokami!" aggiunse Hikari facendo spallucce. "Doveva esserci stamani mattina..." Ayume si battè la mano contro la fronte spalancando gli occhi.
"Hai ragione!" esclamò accorata. "Con tutto quello che è successo me ne sono completamente dimenticata..." Si portò la mano alla pancia sorridendo lievemente, mentre Hikari le cingeva la vita con il braccio.
 
 
 
 
 
 







 
 
 



*Ormai teatro di un sacco di atti xD 
** OMG! Ha capito al volo qualcosa! E' la cosa più OOC che potessi fare dopo la carezza pubblica di Sesshy >.>  *evita i colpi dei due*

Ebbene sì, lo ammetto: questo è il capitolo più OOC di tutta la fan fiction u.u Perchè dai, ammettiamolo: quando mai Inu capisce al volo qualcosa? E poi, in quale universo Sesshomaru si fa brontolare e peggio, balbetta? Sì, stavolta mi sono lasciata trascinare nel buco nero dell'Out Of Character xD
Però mi difendo da una muta accusa dicendo scrivendo che secondo me era necessario per rendere l'idea...!!!
Spero vi sia piaciuto, e so che è piuttosto corto come capitolo.... ma sapete com'è, non era programmato che venisse pubblicato >.> chi ha capito si senta in colpa, please.
E mi raccomando, se avete un titolo che possa starci bene lo cambierò subito! u.u
However, spero di ripresentarmi il più presto possibile ^^" Ma dato che sto facendo peggio di Napoleone (tre storie tutte insieme!) è un po' arduo, sapete ^^" Sto scrivendo una storia èper un contest e una storia horror con un mio amico, quindi entrambe mi portano via del tempo... e mi dispiace che tutto questo si ripercuota sulla fan fiction!

Ah sì, me ne stavo quasi dimenticando: 70 recensioni gente, 70 recensioni. Io vi amo
<3 Continuate così, che mi rendete più felice di una pasqua (tanto per restare in tema xD)

Occhei, basta sproloqui. Me ne vado.
Au revoir! To infinity and beyond! *vola via con un jetpack*
Maya_Moon
  
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