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Autore: safeoned    24/03/2013    2 recensioni
Dal prologo ''non pensava a niente di tutto ciò. Qualcuno lo fa quando tweetta ad una celebrità?''
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO - TWEET HEARTS


Era un giorno iniziato come tutti gli altri, a dire il vero. Non c’era niente che suggerisse che la vita sarebbe cambiata, a parte forse il meteo che era previsto come caldo e soleggiato. Quella era l’unica ragione per la quale, quando Louis scrisse un tweet a Harry Styles, famoso membro dei One Direction, non pensava a niente di tutto ciò.
Qualcuno lo fa quando tweetta ad una celebrità?

***

“Svegliati, principessa!” L’urlo scellerato dell’irlandese compagno di stanza di Louis, tagliò la sua consapevolezza, trascinandolo via dal sonno. Borbottando incoerentemente una risposta, il ragazzo più grande si girò, nel tentativo di soffocare il suo insopportabile amico. Davvero, a volte si chiedeva come fossero riusciti a vivere insieme per tutto quel tempo senza farsi fuori a vicenda e finire morti in un fosso.

“Oh non fare così, piccolo, oggi dobbiamo lavorare e se anche so che odi alzarti, tu puoi trovare conforto nel fatto che io odi svegliarti,” disse Niall cantando, aspettandosi una sorta di commento insolente dal ragazzo ancora avvolto nel suo piumino. Quando la risposta non arrivò, sospirò afferrando il cuscino che si era portato dietro in caso di emergenza. “Okay Lou, non avrei voluto farlo,” mormorò alzando il cuscino sulla sua testa cominciando poi a sbatterlo sulla testa del ragazzo che stava dormendo.

“Niaaaaaall!” Si lamentò Louis, alzando le mani, nel tentativo di proteggere il suo viso dagli attacchi del cuscino di piume. “Vai senza di meeeeeee!”

“Non posso, Lou! Mi hai fatto promettere di farti arrivare in tempo al lavoro da quando il capo ha detto che ti avrebbe licenziato al prossimo ritardo.” Louis poté sentire il sorriso sfacciato che si era inevitabilmente allungato sul viso di Niall. Onestamente, la paga del lavoro era davvero minima, quindi era sbagliato tutto quel mal di cuore. Non lo odiava, aveva solo maggiori speranze per la sua vita anziché lavorare nel reparto di intrattenimento di una libreria. Naturalmente lui non poteva aspettarsi molto avendo lasciato l’università. Se non fosse stato per Niall non avrebbe più un posto di lavoro da tempo. Certo, se non fosse stato per Niall, in primo luogo non avrebbe neanche avuto un lavoro.

“Va bene! Va bene, sono su di te stupido,” Mormorò senza una reale malizia. Come sentì i piedi del biondo scendere dal suo letto, abbracciò il cuscino. Louis si sedette appoggiandosi alla testata del letto, guardando il suo giovane compagno di stanza, notando che l’unico cambiamento da quando si erano conosciuti erano i suoi tratti da bambino scomparsi.

Era il secondo giorno del Duemila dieci, e Louis si era ritrovato in presidenza, ancora. Non era un combina guai, gli piaceva solo farsi delle risate, cosa che la maggior parte dei suoi insegnanti non condividevano. Certo, era presto per trovarsi già seduto fuori dall’ufficio del preside –era probabilmente un record per lui, ma aveva un pubblico adorante da intrattenere e non poteva deluderli. Aspettò, finché un ragazzo biondo che non aveva mai visto –cosa difficile dal momento che Louis si era imposto l’obiettivo di conoscere tutti- venne accompagnato dentro e gli venne detto bruscamente dalla sua scorta di sedersi accanto a Louis e di non muoversi. Erano rimasti seduti in silenzio per un totale di trentatré secondi fino a quando Louis non lo ruppe.

“Allora cosa ci fai qui?” Chiese allegramente, mostrando il sorriso più affascinante che aveva imparato ad usare con le persone che lo ignoravano. Il ragazzo lo guardò con aria interrogativa, insicuro di cosa avesse potuto pensare il suo vicino ficcanaso. Lo guardò per un totale di quindici secondi prima di rispondere, Louis lo sapeva perché li aveva contati.

“A quanto pare non è visto di buon occhio incitare una rivolta in classe su quale squadra sia meglio tra quella inglese o irlandese,” disse con un’alzata di spalle e un accento di uno spessore irlandese. Louis non riusciva a smettere di ridere, provocando uno guardo di disapprovazione nei loro confronti dal segretario che pochi secondi dopo tornò al suo computer. Fu in quel momento che capì che sarebbero stati migliori amici.

“Lou, se ti piace quello che vedi, tutto ciò che devi fare è dirlo.” La voce di Niall lo riportò al presente in tempo per vedere il suo amico sbattere le ciglia.

“Oh tesoro, sai di non essere il mio tipo,” tubò Louis canzonandolo.

“Ahimè, sono un tipo troppo biondo e molto meno famoso di quello che ti piace,” rise fino a quando non ricevette uno schiaffo dal suo aggressore. “Ma seriamente, Lou, ora ti alzi così puoi prepararmi la colazione e possiamo arrivare in tempo al lavoro!” Normalmente il ragazzo più grande si sarebbe lamentato gemendo e combattendo per non voler cucinare ancora una volta –in realtà si pensa che qualcuno che ami così tanto mangiare sappia come cucinare QUALCOSA- ma agli occhi blu che lo fissavano da dietro il cuscino non si poteva negare niente.

“Oh va bene, buco nero di un leprecauno. Ma solo perché ti amo.” Ridacchiò Louis, raggiungendolo per poi scompigliargli i capelli biondi, ricordandogli che fossero tinti. Lui probabilmente ci avrebbe creduto meglio se avesse visto Niall con i capelli bruni, ma si era rifiutato, essendo stato più tempo un biondo finto che un bruno naturale. Il suo sorriso era grande e smagliante, e Louis poteva dire onestamente che fosse un ragazzo attraente. Se non si fosse avvicinato a lui così tanto da considerarlo suo fratello, avrebbe tentato di uscirci insieme, ma il ragazzo più giovane aveva ragione. Lui era troppo biondo e molto meno famoso del ragazzo che piaceva a Lou. Con questo pensiero spinse il suo corpo fuori dal piumino stiracchiandosi, inarcando la schiena e godendosi lo scricchiolio delle sue articolazioni gommose. Lo sguardo disgustato di Niall lo fece rotolare pigramente fuori dal letto. “Bene, andiamo oltre, so che non vedi l’ora di guardare tutti i disastri che potrò combinare stamattina.” Rise Louis, offrendo la mano al suo migliore amico per aiutarlo ad alzarsi. Così erano le mattinate trascorse dall’anno in cui Niall si era diplomato alla Sixth Form e Louis aveva lasciato l’università, e onestamente, nessuno dei due volesse andasse in altro modo.

***

Il problema di Louis era che gli toccava sempre a cucinare perché le sue abilità di cuoco erano appena un gradino sopra Niall. Se l’irlandese inceneriva un toast, lui l’avrebbe solo abbrustolito. Avevano investito in un libro di cucina che avevano visto in vendita mentre lavoravano, nella speranza che i loro talenti nascosti da cuochi uscissero allo scoperto, ma ben presto scoprirono che neanche le istruzioni passo passo avrebbero potuto salvarli. Questo, e anche il fatto che il pozzo senza fondo irlandese non potesse sopportare l’idea di aggiungere una scaglia di burro su tutto –sul serio, questa signora Paula Deen aveva qualche problema. Ma, se c’era una cosa che Louis sapeva fare, erano le uova con il pane tostato, che aveva sempre pensato fossero abbastanza facili, ma dopo il piccolo incendio che Niall aveva causato nella loro cucina non ne era stato più così sicuro. In mattine in cui non dovevano correre terribilmente in ritardo (tipo il ritardo a causa dell’autobus che li costrinse a correre perché era più veloce), simili a questa, erano quelle a cui partecipavano di buon grado.

Dopo aver consumato il pane con le uova, Louis si fece una doccia veloce indossando la sua divisa da lavoro che consisteva in una camicia cachi con bottoni azzurri. Se non fosse stato per il fatto che lavorava con il suo migliore amico e che riceveva una paga che bastava per pagare affitto e cibo, avrebbe trovato indegno il codice di abbigliamento del lavoro. Era stato abbastanza difficile trovare qualcosa di adatto da indossare tra le sue magliette a righe ed i suoi pantaloni dai colori vivaci che aveva quasi smesso di indossare dal primo giorno di lavoro, credendo che non servisse comprare vestiti per guadagnare soldi. Fortunatamente per lui, aveva una madre che lo portava a fare shopping di continuo per incoraggiare i suoi sforzi, nonostante fosse ancora un po’ amaro per lei il fatto che avesse lasciato l’università. Ad essere onesti, aveva avuto una terribile idea. Era andato a scuola dai quindici ai diciannove anni ed era stato così vivace che non aveva imparato nulla di ciò che lo avrebbe portato dove avrebbe voluto essere davvero, ossia cantare difronte a migliaia di persone, e quando aveva sentito che neanche Niall sarebbe andato all’università, gli era sembrata la decisione giusta. Certo, sarebbe potuto tornare indietro, ma questo comprendeva ammettere la sconfitta, e lui era troppo orgoglioso per questo.
Mentre faceva la sua riflessione, si arrotolò le maniche della camicia, con un’espressione carina sul volto, decidendo che se fosse andato di male in peggio avrebbe chiesto a Niall di essere il suo protettore.

“Lou! Se non finisci la tua sega mattutina svegliandoti ti avrò svegliato per niente e arriveremmo comunque in ritardo!” La voce di Niall tuonò dall’altra parte della porta, impaziente.

“Si, si! Ho quasi finito, devo solo pulirmi sul tuo asciugamano!” Rispose Louis mordendosi le labbra, cercando di non esplodere in una risata.

“Cazzo.” Mormorò il biondo finché la porta non venne aperta.

“Giovane Niall, che linguaggio volgare, cosa direbbe tua madre?” Il bruno si finse sotto shock mentre si infilava le scarpe.

“Direbbe che sei una testa di cazzo per averci messo così tanto tempo.” Ribatté.

“Si, si, piccolo. Non ti preoccupare, sono pronto. Andiamo a sopportare un altro giorno di lavoro minimamente pagato da schiavo.” Louis acclamò il suo amico fuori dalla porta con sé.

***

Erano passate solo tre ore ed il ragazzo di Doncaster era annoiato fino alle lacrime. Infatti, se non si fosse sentito umiliato, si sarebbe messo a piangere solo per avere qualcosa da fare. La libreria era priva di vita a parte lui, Niall ed il loro direttore che stava cercando di catturarli per assegnargli altro lavoro. Sembrava l’inferno, piegato sulla ricerca di trovare qualche ragione per sparare a Lou, dopo l’incidente che poteva o non poteva aver coinvolto la nuova Audi del capo, ma per qualche ragione non riusciva a licenziare Niall, che aveva esplicitamente detto che se avesse licenziato Louis se ne sarebbe andato anche lui.

Da quando erano arrivati Louis non aveva più visto i capelli biondi del compagno di stanza, i due erano stati incaricati di fare l’inventario e riporre poi sugli scaffali assegnati la merce. Era giunto agli ultimi oggetti, una pila di DVD che sarebbero stati aggiunti al ripiano superiore, un crudele scherzo del destino, Louis non avrebbe mai potuto raggiungere quella zona. Era diventato una sorta di nemico, prendendosi gioco di lui essendo fuori dalla sua portata, ma il suo ego gli impediva di fermarsi e chinarsi per prendere uno sgabello. Ogni muscolo del suo corpo era teso mentre cercava di raggiungere un punto più alto stando in punta di piedi cercando di spingere il DVD nella sua mano nel posto vuoto che portava il suo nome. Con un rapido movimento delle dita, lo mise al suo posto. Sospirando di sollievo, si asciugò in modo melodrammatico la fronte. Uno in meno e diciannove da mettere al loro posto. Ne stava prendendo un altro quando sentì un fruscio dietro di lui. Si voltò rapidamente per vedere chi fosse il nuovo ospite nella stanza, ritrovandosi Niall raggiante con una rivista stretta al petto.

“Siccome ho finito la mia parte, e poiché credo che questo posto sia più morto di una città di fantasmi, ho pensato di fermarmi e venirti a leggere le ultime notizie sul nostro modo preferito per rifarci gli occhi.” Disse scherzando e tirando fuori da sotto il registratore di cassa uno sgabello. Louis buttò furtivamente un’occhiata alla copertina, respirandoci sopra. L’attuale band più famosa al mondo, One Direction, apparivano in copertina con una foto troppo bollente per una band che aveva come pubblico delle ragazzine di dieci-sedici anni. Il trio era stato modellato per assomigliare a delle rockstar, Liam Payne, quello ‘sensibile’ era stato trasformato in un cattivo ragazzo dai capelli arruffati e con uno sguardo fiammante bordato da eyeliner, un look che sembrava più adatto ad un motociclista, con il suo taglio basso, camicia bianca macchiata di grasso, giacca in pelle e jeans strappati, che ad una popstar. Zayn Malik, quello ‘misterioso’, aveva sicuramente già conquistato il titolo di cattivo ragazzo, sfoggiava un ciuffo che poteva competere con quello che indossava di solito, che raggiungeva il suo picco sotto un cappello di feltro. Anche lui aveva gli occhi bordati da eyeliner ed indossava un completo che sembrava un po’ più adatto a lui, la maglia bianca accostata ad una giacca nera, dei jeans neri strappati e dei grandiosi stivali che Louis avrebbe voluto tirare fuori. Certamente, non era stato quello a catturare la loro attenzione. No. C’era il più giovane del trio, Harry Styles. I suoi ricci erano stati lasciati in cima alla sua testa disordinatamente ed i suoi occhi verdi trafissero l’anima di Louis dalla copertina, circondati da eyeliner che li rendevano più luminosi. Era stato vestito per assomigliare a Mick Jagger, Lou era certo di come i suoi occhi fossero incatenati ai jeans stretti del ragazzo ed al gilet di pelle aperto che rivelava cose che assolutamente nessuno avrebbe avuto il permesso di mostrare in pubblico in quel modo. Nella foto, Harry stava tirando una sciarpa che era attorno al suo collo, guardando seducente verso la telecamera e mordendosi il labbro, la stessa cosa che facevano i suoi compagni di band, solamente con davanti vecchi microfoni. Se Louis fosse stato onesto, si sarebbe almeno dovuto scusare con se stesso prima di strappare la rivista dalle mani dell’irlandese e correre come un diavolo verso casa.

“Accidenti, pensi che La Profana Trinità possa essere più sexy?” Lo prese in giro Niall, facendo volare il suo sguardo fino al volto sotto shock di Louis prima di aprire la rivista, distraendosi cercando di far scomparire l’immagine. Nel tentativo di liberare la sua testa da pensieri veramente cattivi, il ragazzo più grande tornò al suo lavoro, mentre Niall cercava l’articolo nell’indice. Niall li aveva nominati ‘La Profana Trinità’ perché credeva che quei tre ragazzi fossero stati chiamati dal loro inferno personale. Scherzi a parte, non poteva credere che quei tre ragazzi potessero essere COSÌ attraenti ed irraggiungibili, aveva detto, e Louis era stato d’accordo con lui. Non era come una ragazzina o qualcosa di simile –Okay, stava scherzando, aveva un poster sul muro e questo era ben lontano da essere peggio delle sue sorelle.

“Allora, tipo, mi piacerebbe fare cose terribili a Zayn. E dopo sposerei Liam perché lui è la cosa più dolce.” Iniziò Niall ad inveire dopo aver trovato l’articolo e di conseguenza più foto della band, incurante della preoccupazione del suo amico. “Se questo fosse stato un ‘scopa, sposa e uccidi’ mi dispiace dire che il tuo ragazzo sarebbe stato ucciso.” Louis mugugnò distrattamente cercando di mettere i DVD al loro posto nello scaffale, cosa che gli sembrò molto più difficile da fare in quel momento rispetto a poco prima.

“Anziché ucciderlo, mandalo a me.” Con le dita tese per spingere la cassetta oltre il centimetro in più di cui aveva bisogno. Girò le sue dita come la prima volta, nella speranza che funzionasse come prima. Trattenendo il respiro lo guardò mantenere il suo posto e stare immobile. Ne mancavano solo diciotto. Dio, era annoiato.

“Niall, amore, sei venuto qui per farmi divertire con un articolo sui tre ragazzi più sexy che camminano sulla terra, quindi ti consiglio di iniziare a leggere prima che io faccia qualcosa di pazzo con questi DVD per compensare la mondanità delle nostre vite,” sottolineò, afferrando un altro DVD.

“Non c’è bisogno di scaldarsi, principessa” ridacchiò il biondo “Vediamo…” si fermò un attimo per schiarirsi la voce “Sono passati solo due anni e la band britannica One Direction ha già stravolto le classifiche facendo la storia della musica, senza mostrare alcuna nota di rallentamento…”

***

Il resto della giornata passò lentamente come era iniziata, e Louis rimase sorpreso nell’essere sopravvissuto. Segretamente credeva che l’unica ragione era quella rivista, che aveva comprato appena il suo turno era finito. Anche Niall l’aveva letto insieme a lui, con molto entusiasmo, finché non lo aveva interrotto con i suoi due centesimi, Louis voleva possedere e leggere l’articolo da sé. Aveva provato per tutto il giorno a tenere lontano dalla sua mente la copertina ed il servizio fotografico che la seguiva, ma ora che era di nuovo al sicuro nel loro appartamento, lasciò che la sua mente viaggiasse mentre le sue dita sfogliavano pigramente le prime pagine. Erano davvero ragazzi attraenti e altrettanto talentuosi, stava dicendo qualcosa sulla musica pop che c’era stata in quei giorni, che il più delle volte, andava oltre la musica stessa. Ma mentre apprezzava ognuno di loro a modo suo, Harry era sempre stato il suo preferito. Lo era sempre stato dai tempi di X-Factor. C’era qualcosa di lui in cui si identificava, ed i sentimenti crescevano ogni volta che imparava qualcosa di nuovo sul ragazzo del Cheshire.

Potremmo sicuramente stare bene insieme, pensò mentre leggeva i fatti di fuoco su Harry, notando che i gusti musicali della popstar coincidevano con i suoi. Mentre continuava a leggere, la musica che aveva fatto partire sul suo computer cambiò diventando rock con battute tipo giungla che gli fecero venire voglia di ballare. Amava quella canzone e chinò la testa e cantò le parole insieme agli strumenti, tanto che decise di scriverci un tweet. Era vero, lui era uno di quelli. Tirò il computer verso se stesso e cliccò velocemente su Twitter, il suo sito più visitato. Onestamente, se fosse stato in sé si sarebbe vergognato del numero di tweets che aveva tweettato nell’ultimo paio di mesi sul suo account. Non era salutare essere dipendente da un sito come lo era lui, soprattutto se i suoi tweet erano sulla più piccola delle cose. L’ultimo, che era stato sulla colazione che aveva fatto quel mattino per Niall, era all’inizio della sua pagina. Era un giorno in cui non aveva tweettato nemmeno quindici volte, il che significava che era stato al lavoro a lungo il che che gli aveva impedito di dare ai suoi venticinque followers qualcosa da leggere.

Scrisse alcuni dei suoi versi preferiti del brano -We walk into the fire and the flames are getting higher, you came and dropped the bomb that blew me away- e stava per premere invio quando sentì il bisogno di fare qualcosa di diverso. Evidenziò il testo, cancellandolo ed iniziando a scrivere ancora, trionfante, prima di premere invio. Sorrise tra sé e sé mentre rileggeva il tweet.

@Louis_Tomlinson: penso che @Harry_Styles apprezzerebbe “FIRE” dei Kids In Glass Houses #truefacts

Rimase sul sito un altro paio d’ore, senza aspettarsi davvero una risposta dal ragazzo famoso. Dopotutto, aveva quattro milioni di followers, che probabilmente gli tweettavano ogni secondo, non avrebbe avuto alcuna possibilità, giusto? Ma questo non lo fermò nel sentirsi un po’ deluso, finché non spense la luce ed il telefono si illuminò segnalando una nuova notifica di Twitter.

***

La mattina dopo, Louis si svegliò da solo, a causa di un sogno che gli era appena sfuggito di mente. Prese il telefono per controllare l’orario quando vide il tweet. Non era su di lui, ma il suo stomaco si capovolse, come se lo fosse stato.

@Harry_Styles: We walk into the fire and the flames are getting higher, you came and dropped the bomb that blew me away.






Salve ragazze! Ecco il prologo della fan fiction che ho iniziato a tradurre da un po' di tempo, premetto che l'autrice ne è a conoscenza e le ho chiesto personalmente il permesso.
I capitoli sono sedici, compresi prologo ed epilogo, per ora ne ho tradotti cinque e posso dire che non delude per niente.
Aggiornerò ogni venerdì, in modo regolare. Ho tradotto in italiano dall'inglese pari pari, e vi prego di non rubarla dal momento che ci ho speso tempo ed energie.
Insieme al capitolo posterò anche le canzoni presenti.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
A venerdì,
Giulia.

canzone

   
 
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