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Autore: GigettaxDrakexD    24/03/2013    1 recensioni
Francesca, una ragazza 18enne, appassionata di One piece, vivrà una fantastica avventura fuori del comune. Leggete e scoprite!!!
PS:tutti i personaggi che non sono dell'anime/manga sono inventati.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akainu, Diez Drake , Nuovo personaggio, Supernova
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Francesca & co.'
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 La festa è finita e con degli ottimi risultati: ebbi una favolosa notizia da Elisa.
Anche Rufy si era dichiarato a lei!
Ora sì che si potevamo fare le coppiette felici!
In più una cosa scioccante. Mia madre aveva avuto un contrattempo con la riunione e tornò a casa indignata.
Naturalmente avete già capito.
Allibita, urlò peggio di una fan dei Tokyo Hotel.
Cercai di zittirla, tappandole la bocca.
Loro si erano già messi in posizione d’attacco.
“Aspettate, è mia madre, si è solo spaventata di vedervi qui!”
“Io spaventata?? TSK! Figuriamoci! Sai bene cosa potrei fare” sbottò
“In più hai organizzato una festa a mia insaputa, vergognati!”
“Di cosa dovrei sentirmi uno schifo? Lo dici proprio tu che facevi cose del genere come io adesso, mentre nonna andava a insegnare!” incrocia le braccia.
“Ma ma…sono le Supernova, da dove vengono?”
Non volevo dare tante spiegazioni.
“Non sono affari tuoi”
“Come osi rivolgerti a tua madre in questo modo, signorina!”
“Mamma, mi sa che sei rimasta nel secolo scorso, perché IO sono maggiorenne e IO decido cosa farne della vita. Poi parli come Boa Hancock”
“Sei una sgualdrina, ecco, una bastarda!”
“Ah, si? E chi è che fuma e beve in continuazione senza mai degnare di uno sguardo la figlia?”
“Non ti deve interessare, cretina, non metterti a farmi la predica, qui IO sono la mamma e qui comando IO!”
Mi stava sulle scatole quando si vantava di essere la comandante, mi doveva conoscere, odio quelli che mi ordinano di fare e dire.
Kidd domandò(con ancora la presenza della “sergente”:
“Che cacchio di madre ti hanno rifilato, eh?”
“Hai ragione” la fissai con sguardo assassino ”forse era meglio se non ce l’avessi mai avuta”
Per ciò che sto per dire mi dovreste prendere per scema.
Con sguardo serafico:
“Ah, mamma, lo sai che mi sono fidanzata?”
Tutti, increduli, si chiedevano chi fosse.
“E chi sarebbe quell’emerito deficiente che ti ha voluto?” ridacchiò, acida.
Attentava al suo bel faccino.
“Io. Qualche problema?”
Dalla folla uscì Drake, che osservò mia madre con disprezzo.
Non me lo sarei immaginata che si sarebbe fatto avanti, pensavo che sarebbe arrossito dalla vergogna.
Invece si era fatto riconoscere con voce decisa e senza repliche(bravo il mio Draki!!!)
“E tu chi sei?” fece il “sergente”, incredula.
“Sono X Drake, uno delle Supernove”
“…e mio fidanzato” aggiunsi, maliziosa, provandoci una certa vendetta verso il “comandante”.
La gente la credeva una signora sfortunata, ma era solo(scusate la parolaccia)una perfetta stronza.
“Dove abitano loro?” domandò.
“Vuoi iniziare la carriera da stolker?” ghignai.
Dio che goduria nel guardarla arrabbiata nera.
“Se. ne. devono. andare, CHIARO?!?!” sbraitò, smanettando.
“Chetatiiiiiiiiiiiiii!!!!!” le gridai
“Ho 18 anni, lo vuoi capire, trecentesca?!?!?? Di certo non si fanno intimidire da un’isterica come te e non vedo l’ora di trovare una casa in affitto per levarmi e lasciarti sola come una povera disgraziata!” ripresi fiato.
Aveva la faccia sbigottita, parlava in monosillabi e scuotendo la testa, preparò una semplice valigia e sbattò con forza la porta di casa, dicendomi:
“Vado a dormire da Vanessa, la mia amica, almeno non ti vedo fino a domani mattina!”
Ero libera, senza il sergente tra i piedi.
Libera.
Mi voltai e diedi un ”buonanotte”, per poi ognuno tornare nelle rispettive case.
Baciai Drake e gli sussurrai:
“Grazie per avermi salvata da morte certa”
Mi abbracciò, replicando con una nota di divertimento:
“Missione compiuta, il mostro è stato abbattuto”
Risi.
Andai a letto con un gran mal di testa, ma tanta soddisfazione.
Però mi mancava una cosa, ne avevo bisogno.
Il mio cucciolotto di dinosauro.
Lo volevo lì, accanto a me, insieme, mentre dormivamo beati.
Sentii un colpo secco al petto.
Mi mancava così tanto, anche se era al piano di sotto?
Incredibile.
Bussarono alla porta. Era lui.
“Perché sei qui?” cercavo di non essere dura con lui.
“Non riesco a starti lontano” rispose, facendomi posare la testa sui suoi pettorali(e che pettorali!)
“Se è per questo, neanch’io”
Decidemmo di dormire nella stanza matrimoniale, avvinghiati l’uno all’altro.
Eravamo diventati una cosa sola.
Ci mancavamo all’istante.
Eravamo affamati di baci e carezze.
Quella notte era da condividere su Facebook.
 
  
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