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Autore: rora02L    24/03/2013    2 recensioni
Ciao, io sono Anastasia e somiglio ad un leone per tante cose, ad esempio per la mia criniera di capelli ... indomabili.
Ma la mia vita viene radicalmente cambiata un giorno, all'improvviso, come quando cade un fulmine a ciel sereno: è arrivato lui. E non sono più stata la stessa, sono diventata un gattino docile e indifeso ...
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mamma Mia !

Scopro, poche ore prima di partire, che nella sala accanto alla chiesa ci sarà uno spettacolo sugli Abba.
E che mia madre ci vuole andare, visto che una sua amica canta nel coro.
"Mamma, non mi sembra il caso ... sono distrutta." protesto io, ma lei non mi da ascolto e sostiene che mi farà bene pensare a qualcos'altro.
Non ho altra scelta ...
Troviamo la sala abbastanza facilmente, ma non il posto a sedere: è tutto pieno e siamo anche in ritardo. Ci mettiamo in angolo e guardiamo lo spettacolo: «Mamma Mia», ovviamente.
E certe canzoni mi fanno pensare a Federico. E altre al fatto che io non saprei vivere con un padre morto.
Ecco perchè sentivo che lui aveva in cuore un dolore anche più grande del mio ... e che è più forte di me. Perchè è così.
Mi sento un po' una egoista opportunista: vado a questa messa solo perchè tengo a lui, ma non sapevo nulla di suo padre.
Spero di non sembrare ipocrita ...
Quando finiscono di cantare e ballare, tiro un sospiro per farmi forza. E mi viene un dubbio: Non avrò mica gli occhi rossi o gonfi ?
Chiedo a mia madre che sorride e dice: "No, non sono rossi ... ma sono ancora un po' gonfi."
Oh no, speriamo che non se ne accorgano ! Per fortuna, ho messo un po' di trucco ...
Ero davvero vestita e truccata bene e tutto per piacere a quel ragazzo che è sicuramente all'infuori della mia portata. E non solamente perché stavo andando a messa.
Ma ci devo almeno provare, no ?
Usciamo dalla sala, con in testa ancora le canzoncine del musical.
"Lay all yuor love on me ..." canticchio piano insieme alla mamma e ridacchiamo nervose. E mi sembra sbagliato, considerando cosa è successo oggi un anno fa.
Ma Fede fa ogni giorno così: affossa la sua tristezza in un sorriso che sembra poter illuminare il mondo.
Per questo ...

"Gimmie gimmie gimmie ..." inizia mia mamma, abbozzando qualche passo di danza buffissimo e facendomi ridere. 
                                                                                                                                                                                                                 *
Siamo fuori dalla porta della chiesa e vediamo già i primi arrivati, che entrano silenziosi e ci guardano con sospetto: non ci conoscono, ovviamente.
Aspettiamo pazientemente i miei compagni di classe, che vengono scaricati uno ad uno dalle auto dei loro genitori. La prima ad arrivare è, ovviamente, Alice, a bordo di una punto rosso fuoco guidata dalla madre, che scappa via frettolosa.
Mia madre entra in chiesa e ci lascia da sole.
Poi è il turno di Davide con Max, l'altro ragazzo nuovo della classe. Ha perso un anno perchè aveva un tumore ai polmoni, ora i suoi capelli somigliano a quelli di un albino reduce da un combattimento tra scimmie ed i suoi occhi sono color azzurro pallido, mentre la sua carnagione è proprio quella di un albino. Una stilo grigia metallizzata fa una curva da rally e scarica la povera Giulia, che scende come se avesse fatto un giro su un auto-scontro. L'ultimo gruppo è quello delle inseparabili: Valentina, Teresa e Catia.
Non so bene cosa dire, quindi me ne sto in silenzio a completare il cerchio che abbiamo formato automaticamente, guidati dall'istinto del branco. Sono Giulia e Davide, come sempre, a prendere la parola per primi, dato che sono assolutamente incapaci di chiudere bocca e farsi gli affari loro. E non la smettono più.
Giulia chiede, con un velo di malizia e curiosità malsana: "Ma voi sapete come è successo ?"
"Io e Alice sì ... ma non me la sento di raccontarvelo, capirete a messa." taglio corto io, che al solo ricordo dell'articolo sulla morte del padre di Fede ho il mal di stomaco.
Alice annuisce e conferma. Un'altra auto arriva, ma carica di persone. Ed eccolo che scende e non potrei immaginarlo più dolce e bello di così.
Avevo paura di vederlo in lacrime e distrutto, ma sta bene ... almeno esteriormente. Porta davanti a sè un enorme vaso circolare pieno di fiori azzurri, il colore che più si addice ai suoi occhi e quindi a quelli del padre. E come il colore del mio maglioncino e dell'ombretto sopra le mie palpebre.
Ci guarda sbalordito, come se fossimo dei vantasmi e corre a mettere via i fiori.
"Ragazzi, che ci fate qui ?" chiede, avvicinandosi al gruppo. Oddio, è acconto a me ... E adesso che dico ?
"Sorpresa !" esclamo poco convinta, non sapendo assolutamente cosa dire in una situazione simile. Mi sento stupida, ma lui fa un sorriso ugualmente.
"Sono contento che siate qui ... ma ora devo andare, mia madre e mia sorella hanno bisogno di me." dice lui, indicando una donna e una ragazza di circa quattordici anni.
E corre da loro, lasciandoci lì.
"Sarà meglio entrare ..." propone Alice e tutti noi siamo d'accordo, visto che fa davvero freddo. La chiesa non è molto grande e aleggia una malinconia condivisa da tutti i presenti. Le pareti color crema sono illuminate dalle candele e dai lampadari rustici. Quadri di vari santi ci guardano, restando nelle loro pose statuarie.
Ci sediamo in un'ala della navata e guardiamo i compagni di classe della sorella di Fede, imbarazzati e nervosi quanto noi. Una fila di gente si mette in processione per abbracciare Fede, sua sorella e la madre.
"Dobbiamo andare anche noi ?" chiedo a Teresa, non avendo la più pallida idea di come comportarmi in questi casi.
"No, ci andremo dopo." risponde secca la mora, mentre spegne il cellulare.
La messa comincia e la prima cosa che noto è che non si canta come sempre. Il prete fa una omelia strappalacrime ed io non stacco gli occhi da Fede, che è a cinque file di panchine più in là e verso la mia sinistra.
Non tanto perchè sono attratta da lui naturalmente, ma perchè ho il terrore che si senta male o si metta a piangere. E non lo sopporterei.
Per fortuna, non succcede nulla di simile.
Arriva il momento della comunione e mi metto in fila, convinta che dietro verranno anche i miei compagni. Guardo Fede mentre prende l'ostia, tranquillo anche se triste. E solo allora mi accorgo che dietro di me non c'è nessuno dei miei compagni.
Adesso penseranno tutti che mi voglio dare delle arie o chissà cosa ! Ma io ero convinta ... Ormai.
Non posso più tornare indietro.

Prendo l'ostia davanti al prete e sento gli occhi di tutti puntati su di me, anche se cerco di convincermi che probabilmente non è così. Me ne ritorno al mio posto e attendo la fine della messa, che arriva puntuale.
Anche noi ci mettiamo in processione per abbracciare Fede.
Quando tocca a me, sento gli occhi che iniziano a diventare umidi e mi getto tra le sue braccia, come se fossi io ad aver bisogno del suo affetto e non il contrario. Vorrei passare l'eternità abbracciata a lui.
Sento il suo profumo fantastico, la sua pelle sulla mia guancia e le sue mani sulla mia schiena, anche se la giacca le divide. Mi stacco a malincuore e mi sembra quasi che qualcuno mi abbia tirato via da lui con la forza.
Lo saluto con un semplice "ciao" e torno dalla mamma, con ancora sulla pelle il suo calore. 
                                                                                                                                                                                                      *
"Ma la mamma di Federico mi guardava male, te lo giuro !" esclama mia madre in auto, che non smette di pensare alla figuraccia che lei ha fatto presentandosi, senza che nessuno la conoscesse.
"Mamma, guarda che Fede ha visto che andavo via con te ... l'avrà di sicuro detto alla madre, non preoccuparti." cerco di calmarla io, ma senza grandi risultati.
"Oh, forse avrei dovuto presentarmi e ..." continua a blaterare lei, ma io sono già lontana con la testa.
Sono tornata al mio abbraccio con Fede, anche se so che l'ha fatto solo per pura formalità.
Ma il mio coure e la parte più profonda di me, mi dicono che non è stato così. E che io voglio proteggerlo ad ogni costo.
Mi abbandono a quel dolce ricordo e mi lascio cullare dalla macchina, ascoltando distrattamente il ronzio di sottofondo della voce di mia madre.



Angolo autrice (me):
Mi spiace per il contrattempo, ma l'altra volta non sono riuscita a finire ...
E mi auguro che, nonostante il capitolo sia forse troppo corto, vi sia piaciuto ...
Fatemi sapere che ne pensate !
XOXO
La vostra Rora-chan <3
P.S.: questa storia ha una "base" reale, ossia è la storia di una parte della mia vita che ancora deve avere una conclusione e che avrà alcune modifiche in questa FF.
Non chiedetemi se ci sono riferimenti a persone realmente esistenti, perchè è così !
Saluti a tutte !
Ancora la vostra Rora-chan ! <3
  
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