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Autore: Miele_    24/03/2013    4 recensioni
[ 10 Capitoli ]
[ Diverse Pairings, anche Crack! ] [ Arancione ]
[ Contenuti Forti | Incompiuta | Tematiche Delicate | Het | Slash ]

Dal Capitolo 01:
Infondo, Midorikawa era famoso proprio per quanto fosse stronzo, e per quanto poco gli importasse di tutti quelli che avesse attorno, compresi i suoi compagni.
“Perfetto, e il nome del defunto?” disse con la stessa cadenza di prima, accavallando le gambe e sistemandosi gli occhiali sul naso. Sembrava gli piacesse dire ‘perfetto’.
“Non saprei, vedremo stanotte” ridacchiò l’uomo, girandosi di scatto facendo ondulare la coda di capelli verdi e chiudendo la porta dietro di sé, il tutto seguito ancora da un altro scampanellio, sotto lo sguardo attonito di Hiroto Kiyama.

[ Presenza di una mia OC ]
Genere: Drammatico, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Tematiche delicate
Capitoli:
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{Chapter 01 :: The death is among us. }

 
Stavano parlando tutti animatamente, chi seduto su vecchi cartoni abbandonati, chi su muretti quasi completamente scrostati dalla pittura giallo pallido.

Fudou sbuffò: la situazione stava sfuggendo al suo controllo, ma non ci avrebbe messo molto a riportare l’attenzione su di sé. Odiava quando nessuno gli prestava attenzione. Infondo era lui il capo, no?

“State zitti e ascoltatemi, idioti” sibilò freddamente, ma quello bastò a riportare la calma nel gruppo, infatti in pochissimi secondi nessuno stava proferendo più una parola, e tutti gli occhi erano su di lui.

“Come avrete potuto capire, è da diverso tempo che lo Stato è in crisi, e dobbiamo approfittare di questa occasione per farci notare, il Governo non presterà più di tanto attenzione a quello che stiamo facendo, e solo a quel punto sfuggirà al suo controllo anche la popolazione stufa di questo comportamento da parte di quegli incompetenti che ormai ci controllano completamente” snocciolò, esibendosi poi in un sorrisetto strafottente che poco gradì uno degli uomini del gruppo, anche se quella volta si risparmiò di contraddire gli ordini.

Questo era quello che volevano far credere, di volere liberare i cittadini dal peso dello Stato, ma quello era solamente un modo per nascondere quello che era veramente il loro scopo, delle semplici parole buttate lì a caso per fare in modo che a nessuno potesse venire in mente quella che fosse realmente la verità.

Purtroppo, non c’era maggiore bugia di quella che Akio avesse appena raccontato; la maggior parte dei politici di quel periodo, infatti, erano sotto il loro controllo, e la maggior parte delle volte erano i primi ad agire contro i cittadini.

Perché la Mafia non ha mai una vera motivazione per distruggere le vite delle persone.
 
# # #
 
Una secchiata d’acqua gelata lo risvegliò dal suo stato comatoso, e i suoi occhi grigi si spalancarono, completamente spenti, come del resto la sua mente.

“Guardami, bastardo, lo so che sei sveglio! Guardami e rispondi alle mie domande!” urlò qualcuno poco distante da lui, ma Shirou era talmente stanco e ridotto male da non saper neanche dire se conoscesse o no quella voce, si preoccupò solamente di serrare gli occhi prima che i passi dell’uomo sconosciuto giungessero a pochi centimetri da dove fosse seduto.

Scoprì di essere legato ad una sedia da qualche parte in una stanza, in un posto tanto isolato da non riuscire neanche a sentire quello che succedesse al di fuori di esso; sentiva solamente le urla dell’uomo, che ogni secondo giungevano più indistinte alle sue orecchie, incitarlo ad aprire gli occhi e guardarlo, ogni frase seguita da una bestemmia o un calcio a qualche mobile presente nella stanza.

“Stronzo, non dirmi che sei morto” sussurrò di scatto con voce tremante, afferrandogli i capelli grigi con una mano e tirandoglieli, facendo così in modo che il viso del ragazzo si illuminasse con la flebile luce della lampadina situata al centro della stanza.

Si chiese subito se fosse davvero il caso di fingere di essere morto... magari se l’uomo avesse visto che era vivo, dopo avergli dato le informazioni l’avrebbe ammazzato lui stesso, facendo in modo che il male di Fubuki terminasse immediatamente, senza ulteriori sofferenze.

Non fece però in tempo ad aprire gli occhi per notare una chioma di capelli bianco/biondi, che l’uomo aveva già scaraventato a terra la sedia su cui si trovava, e di conseguenza anche lui, che dopo il colpo preso si chiese se finalmente non fosse morto davvero.

Successivamente i passi dell’uomo biondo si allontanarono, ed esso uscì rapidamente dalla stanza sbattendo la porta, poco prima che Shirou si lasciasse andare in un sospiro.

Proprio nell’istante in cui il trent’enne si portò una mano al viso sporcandola del rosso del proprio sangue, che era colato fino alle labbra dopo la secchiata d’acqua, la porta si aprì nuovamente, e un brivido percorse tutto il suo corpo.

E se l’uomo fosse tornato per assicurarsi che fosse morto davvero?

Invece bastarono pochi passi, lenti e leggeri, per far accorgere Fubuki del fatto che non fosse la stessa persona ad aver varcato la soglia di quella casa, seguiti poi da un paio di mani fredde e tremanti che si posarono dietro alla sua schiena, pronte a slegare tutti i nodi che lo tenevano ancora attaccato a quella sedia diroccata.

Subito dopo sentì una breve pressione sul braccio, e nuovamente la sensazione di essere stati liberati dalla stretta di una corda dal proprio corpo. L’ultima, finalmente.

Dopo quella sensazione, sentì come se la sua anima avesse lasciato andare il suo corpo, e l’ultima immagine che vide fu quella di sé stesso, sporco completamente di sangue sia sui vestiti che sulla pelle, sdraiato a terra, con di fianco una ragazza dai capelli non molto lunghi e blu, tirati indietro da un paio di occhiali rossi.

Come ultimo gesto da vivo, sorrise.

Infondo, era morto come era vissuto: sempre al centro dell’attenzione.
 
# # #
 
Uno scampanellio risvegliò dai suoi pensieri l’uomo dall’altra parte del bancone, che si aprì in un sorriso di cortesia una volta incrociati gli occhi neri dell’uomo davanti a sé.

Quello era il centro di onoranze funebri più a portata di mano per lui, e come si era preoccupato di appurare, quello nella zona più desolata di tutta Londra.

“Buongiorno, signore, mi dica di che cosa ha bisogno” disse cordiale, con voce un po’ troppo acuta per appartenere ad un uomo adulto, aprendo velocemente un fascicolo posizionato sulla propria scrivania, per poi estrarre uno dei tanti fogli fotocopiati tutti uguali e appoggiarlo davanti a sé, impugnando poi una penna a sfera pronto a trascrivere tutto ciò che gli fosse detto dall’uomo dai capelli verdi.

“Sono qui per prenotare un funerale” mormorò con voce piuttosto bassa l’uomo, schiarendosi la gola con un colpo di tosse finto e posando gli occhi sul cartellino che l’uomo aveva sulla scrivania, che ritraeva la sua immagine – senza gli occhiali, che invece in quel momento portava – e di fianco il nome Hiroto Kiyama.
 “Sì, perfetto, qual è il suo nome?”.

Ryuuji esitò un attimo, per poi schiarirsi nuovamente la voce e recitare il nome di uno dei suoi compagni: “Ichinose Kazuya”.

Infondo, Midorikawa era famoso proprio per quanto fosse stronzo, e per quanto poco gli importasse di tutti quelli che avesse attorno, compresi i suoi compagni.

“Perfetto, e il nome del defunto?” disse con la stessa cadenza di prima, accavallando le gambe e sistemandosi gli occhiali sul naso. Sembrava gli piacesse dire ‘perfetto’.

“Non saprei, vedremo stanotte” ridacchiò l’uomo, girandosi di scatto facendo ondulare la coda di capelli verdi e chiudendo la porta dietro di sé, il tutto seguito ancora da un altro scampanellio, sotto lo sguardo attonito di Hiroto Kiyama. 


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Eccomi qui c:
In questo capitolo e in quello scorso ho introdotto i personaggi principali, anche se non sono ancora tutti, che sono Aki, Ichinose, Harumi, Gouenji, Shirou, Haruna, Midorikawa, Hiroto e Akio.
Scommetto che come checca avreste immaginato meglio Midorikawa che Hiroto :’) non è vero?
E che Shirou non fosse il solito angioletto sempre risparmiato… ma è così, non mi piace scrivere le cose ovvie, cerco sempre di sorprendere.
Allora, cerchiamo di conoscerci un po’, come ho fatto in Asyliah… che indirizzo di scuola fate e che anno frequentate? Io il primo anno dell’Istituto Tecnico Turistico, anche se sono andata a scuola un anno prima :’D.
Beh, ringrazio tutti i 6 che hanno recensito il capitolo precedente e chi l’ha messa nelle seguite, graziee.
Un bacio.
Il vostro dolce marshmallow –come dice Akii.- 


  
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