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Autore: ineedhoran    24/03/2013    9 recensioni
Niall e Emma si conoscono online e fra di loro si instaura un'insolita amicizia a distanza, destinata però a terminare nel momento in cui il ragazzo - grazie al grande successo dovuto a un talent show canoro - scopre la fama. Emma è delusa dal comportamento dell'ormai ex amico e decide di non avere più niente a che fare con lui. Ma non sa che dovrà affrontare ciò che il destino ha in serbo per lei.
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Questa fanfiction è l'intreccio di cinque storie diverse, ma tuttavia legate fra loro. Liam, Zayn, Louis e Harry ne saranno protagonisti tanto quanto Niall.
Buona lettura!
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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get out of my mind



15 mesi dopo - ottobre 2011

- Cami, per favore! Te lo sto chiedendo in ginocchio!
- No, Em, è inutile che insisti, oggi non balzo la scuola. E nemmeno tu! - Emma alzò gli occhi al cielo e si attaccò alla manica del giubbotto della mora.
- Ti prego! Lo sai che giorno è oggi e sono già abbastanza giù di morale per questo, figuriamoci se riesco a sorbirmi anche due ore di filosofia con la Fabbri!
Camilla grugnì seccata e lanciò un'occhiataccia all'amica.
- Smettila - si limitò a dire.
Emma si passò una mano fra i capelli biondi, esasperata. - Come vuoi, vorrà dire che andrai a scuola da sola.
Fece per fare dietro front ma l'altra la strattonò per un braccio, facendola voltare verso di sé, tirandole poi uno schiaffetto sulla testa.
- Okay, dammi almeno cinque buoni motivi per venire a scuola con te e mi arrendo, altrimenti verrai con me - disse Emma con tono di sfida.
Camilla alzò un sopracciglio. - Bene - si mise le mani sui fianchi e cominciò a camminare avanti e indietro sul marciapiede.
- Motivo numero uno: non sai falsificare la firma di tua madre, e se lei ti becca puoi considerarti in punizione per... mmh - si grattò il mento con fare teatrale - minimo tre anni!
La bionda serrò la mascella, poi alzò il mento, facendole segno di andare avanti.
- Motivo numero due: sei la cocca della Fabbri e in filosofia hai 9, quindi quella stronzata che hai detto prima è soltanto una scusa - continuò, incrociando le braccia al petto. - Motivo numero tre: oggi vengono consegnati i compiti di inglese, e tutti sappiamo che non vedi l'ora di ricevere il tuo solito 10, Miss ho-la-mamma-Americana.
Emma sbuffò, evidentemente infastidita.
- Motivo numero quattro: non puoi lasciare che quella rompi scatole di tua cugina mi stia alle calcagna per sei lunghissime ore solo perché non ci sei tu. E' parente tua, non mia, pertanto non sono tenuta a sopportarla - aggiunse Camilla, strappando un sorriso all'amica.
- Non è colpa mia se le stai simpatica - si giustificò Emma alzando le spalle. Poi sospirò. - Dai, manca un motivo.
- Motivo numero cinque: se oggi non vieni a scuola non vedrai quel figo di Christian mentre gioca a pallavolo!
La bionda inarcò un sopracciglio, poi scoppiò a ridere. - Non me ne frega niente di Christian! E' un viziatello che si crede la fine del mondo solo perché ha un bel culo e una moto che costa più di casa mia. Patetico!
- Però gli piaci.
Emma arricciò il naso. - Ma lui non piace a me! Anzi, è a te che piace!
Camilla avvampò vistosamente e si affrettò a cambiare argomento. - Okay, ho capito, il motivo numero cinque non è valido.
- Quindi devo dedurre che oggi non andremo a scuola? - domandò Emma, sorridendo e battendo le mani come una bambina.
- Eh, no, mia cara! Eccoti qua il quinto motivo: se vieni a scuola, non rischierai di incontrare quel coglione Irlandese per le strade di Milano. Mentre se decidi di bigiare...
Emma sbarrò gli occhi all'idea e prese l'amica per mano, dirigendosi frettolosamente verso l'entrata della metropolitana. - Bene, andiamo a scuola!
Camilla sorrise soddisfatta e seguì l'amica, congratulando sé stessa mentalmente.


Niall era convinto che l'avrebbe dimenticata. Era fermamente sicuro che, col passare del tempo e con il susseguirsi di novità così grandi e importanti, come - per dirne una - diventare l'idolo di migliaia di ragazze, si sarebbe scordato di lei.
E invece era lì, di prima mattina, seduto sul letto di quell'hotel di Milano, a torturarsi le mani mentre cercava di non badare al compagno di band che russava rumorosamente dall'altro lato della stanza. Si era alzato presto poiché l'ansia che lo pervadeva al pensiero di trovarsi nella sua stessa città l'aveva seguito anche nei sogni, e ciò non era stato molto d'aiuto per il suo sonno. Per di più, ogni volta che serrava le palpebre scorgeva il suo viso. Nitido come se fosse trascorso solo un giorno dall'ultima volta che l'aveva vista in webcam.
Si alzò dal letto, dirigendosi verso il bagno per andare a sciacquarsi la faccia. Poi andò a frugare nella valigia alla ricerca di qualche capo pulito da indossare: optò per una polo grigia e dei semplici jeans. Si vestì lentamente, cercando di non fare rumore per non infastidire il compagno di stanza, dato che tutti sapevano quanto fosse poco simpatico se svegliato bruscamente.
Diede un'occhiata all'orologio: le 7:40. Non sapendo cosa fare, si sdraiò sul suo letto a pancia in su, con le braccia dietro la testa. Chiuse gli occhi e la vide, davanti a sé: i bellissimi capelli biondi come il grano che le cadevano leggeri sulle spalle - ah, quante volte avrebbe voluto toccarglierli, per constatare se fossero così morbidi come sembravano. Scorse quei grandi occhi neri come la pece e le ciglia lunghe. Vide il suo sorriso dolce e perfetto aprirsi sul suo volto e quel tenerissimo principio di fossette formarsi agli angoli della bocca. Riuscì ad udire la sua risata cristallina e la sua voce soave, che mesi prima gli era sembrata così meravigliosa, sebbene avesse avuto la possibilità di sentirla solo attraverso il microfono del computer. La vide arrossire, come spesso capitava, fargli una linguaccia, e poi mordersi il labbro inferiore, come era solita fare quando era nervosa.
Gli venne in mente il bizzarro episodio in cui si erano conosciuti, e il modo in cui sin dalla prima parola erano andati d'accordo.
Pensò a tutte le videochiamate che fece di nascosto nel periodo in cui lui e i suoi compagni di band erano dei partecipanti di X Factor, poiché più volte i suoi amici e non solo l'avevano rimproverato dato che trascorreva troppo tempo al computer. Sgattaiolava via negli orari più strani, rifugiandosi nei luoghi più assurdi, solo per vedere quel sorriso che gli illuminava le giornate. Potevano anche essere le 6 del mattino, ma lui sapeva che lei non avrebbe mai rifiutato una sana chiacchierata con il suo amico di Mullingar.
Rammentò quella volta in cui si era dovuto chiudere in bagno e lei, accorgendosene, si imbarazzò un sacco dicendogli che avrebbe benissimo potuto chiamarla dopo aver fatto "i bisognini" - così li soprannominò lei. Lui rise talmente rumorosamente che pensò che qualcuno l'avrebbe di sicuro scoperto e, quando sentì bussare alla porta, dallo spavento fece cadere il laptop nel gabinetto. Inutile sottolineare che il colpevole era Louis, che ovviamente non voleva fargli la predica, ma semplicemente se la stava facendo addosso.
Poi pensò a quella volta in cui decise di presentarle i suoi compagni: Zayn, Liam, Harry e Louis. Sorrise involontariamente al ricordo del viso confuso della bionda, quando sentì Zayn parlare per la prima volta, col suo particolare accento da Pakistano di Bradford. Appena furono soli lei domandò se il ragazzo mulatto fosse ubriaco perché sembrava biascicare mentre parlava, e ovviamente a quelle parole Niall rise fino al mal di pancia.
Ricordò quel pomeriggio in cui aveva trascorso tre ore buone a cercare di imparare qualcosa di italiano. Si poté considerare soddisfatto quando riuscì a dire "ciao, mi chiamo Niall e mi piace la pizza" senza impappinarsi o mordersi la lingua.
Il ricordo più bello però era sicuramente quello legato all'ultima volta che la vide. Gli One Direction avevano appena firmato un contratto discografico e questo era un grande passo per una band così giovane e nuova come la loro. Quando le diede la notizia, la vide liberarsi in un grido di gioia, alzarsi dalla sedia e mettersi a saltellare e a ballare per tutta la camera, per poi avvicinarsi allo schermo e scoccare un rumoroso bacio sulla webcam. Desiderò infinitamente di poter sentire quelle labbra sulla sua guancia, e si ripromise che un giorno sarebbe successo.
E invece dal quel pomeriggio non successe proprio nulla.
Tutti quei pensieri erano entrati prepotentemente nella sua testa e gli davano il tormento. Non riusciva a darsi pace. Perché non l'aveva più cercato? Be', magari l'aveva fatto, però lui aveva perso il telefono la sera stessa in cui lui e i suoi amici avevano firmato il contratto discografico, quindi non poteva saperlo. Per qualche giorno non aveva avuto un attimo di pausa, colpa di tutti gli impegni di lavoro e delle fan che crescevano a dismisura e lo fermavano in ogni angolo di Londra. Aveva smarrito il suo numero, e inspiegabilmente lei l'aveva bloccato su Twitter e aveva reso il suo profilo privato, così lui non poté contattarla nemmeno da altri account.
Rimpiangeva di non averle detto quanto effettivamente tenesse a lei, ma nonostante questo continuava a non capire perché lei fosse sparita così, senza preavviso. Non sapeva se essere arrabbiato con lei poiché non conosceva le sue ragioni, ed era proprio questo dover vivere nell'ignoranza che lo faceva innervosire.
Si alzò di scatto dal materasso, facendo cadere un libro che si trovava ai piedi del letto.
- Niall... - mugugnò Harry, il viso immerso nel cuscino. I capelli ricci gli ricadevano rovinosamente sulla faccia. Ma riusciva a respirare?
- Sì, scusa Harry, non l'ho fatto apposta, ora esco - borbottò il biondino, chinandosi per raccogliere il libro.
- No, Niall...
Il ragazzo si girò verso il riccio, seccato all'idea che volesse chiedergli qualche favore, dato che non aveva voglia di fare il carino con nessuno. - Che c'è? - domandò.
- Piantala di pensare a quella - disse l'altro, voltandosi verso l'Irlandese e piantando gli occhi verdi ancora assonnati nei suoi.
Niall aprì la bocca esterrefatto, cercando più volte di dire qualcosa, senza però riuscirci.
- Fidati di me, smettila di pensare a quella là. E' solo una troietta, di sicuro non ti ha più scritto perché si è trovata un ragazzo qua e ovviamente per lei era più comodo di uno che abita a chilometri di di...
- La smetti di sparare stronzate?!
Niall sapeva che l'amico stava cercando di confortarlo, ma dare quei titoli alla sua - ex - amica di sicuro non lo aiutava.
- Quello che dici non ha senso, e poi lei era soltanto un'amica, chiaro?
- Ma...
- Tu non capisci un cazzo - sibilò il biondo, interrompendolo di nuovo. Gettò il libro sul proprio letto e uscì dalla stanza, sbattendo la porta.
Dannazione, perché Harry non si faceva gli affari suoi?
- Hey, Niall! Ho sentito la porta sbattere, tutto bene? - accorse Liam, ancora in pigiama e con lo spazzolino in mano.
- Sì, certo, benissimo. Dormito bene con Zayn e Louis? - domandò alludendo ai restanti due amici, con la chiara intenzione di cambiare discorso.
- Louis parla nel sonno, come al solito, e Zayn ha voluto a tutti i costi stare attaccato al computer fino alle 2 di notte, quindi... sì, ho dormito meravigliosamente! - disse il ragazzo, aprendosi in un ampio sorriso e scuotendo la testa per aggiustare i capelli castani. A dispetto di quel che diceva, lui stravedeva per i suoi compagni di band e, abituato alle loro consuetudini, aveva davvero un viso riposato.
- Sicuro che è tutto okay? - chiese dopo pochi secondi, vedendo che l'amico non faceva altro che fissare il pavimento. - Vuoi parlarne?
Vedendo che continuava a tacere, gli appoggiò una mano sulla spalla, scuotendolo un poco.
- Fammi indovinare, Harry ha iniziato con i suoi soliti discorsi non esattamente delicati? - domandò Liam.
- No... cioè, sì, ma non è quello il punto. Non è colpa sua. Anzi, gli ho risposto male e ora mi sento un po' in colpa.
Il castano fece un sorriso sincero e Niall lo abbracciò, per poi perdersi in un lungo sospiro.
- E' che da quando so che saremmo dovuti venire in Italia per questa signing session, non faccio altro che pensare a lei. E non capisco perché! - sbottò Niall, agitando le mani. - E va bene, mi ero preso una cotta per lei, ma è stato tempo fa! E poi non la conoscevo nemmeno per davvero... è assurdo.
Liam assunse uno sguardo comprensivo, poi sospirò. - Io invece penso che tu conosca lei meglio di molta gente che ti sta attorno tutti i giorni.
Il biondo lo guardò in cerca di una spiegazione, che non arrivò.
Rimuginò per qualche attimo.
- Non so, lei aveva qualcosa... non so cosa, ma mi faceva stare bene. Mi faceva sorridere per nulla, parlando con lei mi sentivo a mio agio... un po' come con te.
Liam lo guardò divertito. - Mi dispiace amico, ma a me piacciono le donne e... - Niall gli diede una leggera spinta, ridacchiando. - Idiota - aggiunse.
Trascorse qualche secondo di silenzio.
- Secondo te si è dimenticata di me?
- Cosa? Certo che no.
- Pensi che oggi verrà? - Il castano lo guardò confuso, non capendo. - Sì, insomma, alla signing. Alle fine era nostra fan, no? Tifava per noi.
- Tifava per te - lo corresse Liam, poi fece una pausa. - Non so, Niall... io non la conosco come la conosci tu, ci avrò parlato al massimo un paio di volte. Non so cosa l'abbia spinta a non cercarti più, però, in seguito a quello, non penso che...
- Hai ragione, ho capito - sbuffò l'Irlandese, sedendosi per terra. Liam fece per imitarlo. - Mi lasci da solo? Per favore - Il castano lo guardò con aria triste, poi si incamminò verso la propria stanza, ancora con lo spazzolino da denti in mano.
Si pentì leggermente di aver mandato via l'amico, che era anche disposto a dargli sostegno, ma l'unica persona che Niall avrebbe voluto accanto in quel momento era proprio Emma. Perché non riusciva a togliersela dalla testa?



So get out, get out, get out of my mind
and come on, come into my life
I don't, I don't, don't know what it is
but I need that one thing
and you've got that one thing.
- one thing























?
Eccomi qua! :)
Sono contentissima di aver trovato 5 recensioni al prologo e che 5 persone abbiano messo la mia fanfiction fra le preferite, 1 fra le ricordate e 13 fra le seguite! So che non sono numeri alti, ma considerando che non ho mai postato nulla su efp prima d'ora per me è un grandissimo traguardo!
Comunque sia questa è una song-fic e ogni capitolo terminerà con una strofa di una canzone dei ragazzi, infatti alla fine del capitolo uno c'è "One Thing".
BUT I NEED THAT ONE THIIIIIIIIIIIIIIIIIINGGGGG
(proprio come l'acuto finale di Zayn lol)
Da oggi cercherò di aggiornare ogni domenica, ma questo dipenderà dalla quantità di compiti e materie da studiare che avrò e soprattutto dalla mia voglia di scrivere HAHA - non so voi, ma quando costringo me stessa a buttare giù qualche riga quando proprio la mia vena da scrittrice sta facendo la siesta, escono fuori certe schifezze che sembrano scritte da un lamantino ubriaco (non che io sia una scrittrice nata eh, comunque che paragone di mmmerda haha).
Sooo see you next sunday! :D

Teddy



  
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