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Autore: TheOnlyWay    25/03/2013    14 recensioni
«Ora possiamo parlare?»
«Lo sai, vero, che non puoi saltarmi addosso ogni volta che non voglio ascoltarti?»
«Mi diverto con poco, che vuoi che ti dica? E poi saltarti addosso non mi dispiace.»
Sei arrabbiata con lui, ricordatelo, si ripeté June mentalmente. Eppure, per quanto avrebbe voluto prendere Harry a schiaffi e urlargli di andare al diavolo, non riuscì a non sorridere debolmente.
«Comincio a pensare che tu abbia qualche problema con la coerenza, Harry. Sbaglio o poco fa hai detto che non c’era niente di cui parlare?» gli ricordò, un po’ mestamente.
Harry alzò gli occhi al cielo e le liberò i polsi. Tuttavia, non accennò ad alzarsi.
«Mi fai così incazzare, June, che non ne hai idea.»
«Io? Oh, questa è bella.»
«Ci sto provando, okay?» Harry sbuffò, poi si lasciò cadere di lato e si mise a pancia in su. Fissava il soffitto, ma con la mente era altrove.
June lo osservò per un attimo, cercando di capire cosa gli stesse passando per la testa. Non che fosse facile, perché Harry aveva una mentalità particolarmente contorta, oltre che una testa bacata.
«Voglio che tu ti fidi di me.»
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 9.

 




Quando Harry si fu rivestito, June riprese a respirare normalmente.
Scocciata da tutto quel teatrino al quale era stata costretta a prendere parte, lo seguì in cucina.
Harry aprì il frigo alla ricerca di qualcosa da bere, poi afferrò una bottiglia di Coca Cola e guardò June.
«Posso offrirti qualcosa?» domandò, con un sorriso cortese. June strinse lo sguardo.
«Se ti chiedo un bicchiere d’acqua mi ricatti, o posso stare tranquilla?» sibilò, ancora un po’ infastidita dal fatto che lui fosse riuscito a strapparle un appuntamento solo perché si sentiva troppo in imbarazzo ad averlo sopra di sé, seminudo.
Harry rise. «Per ora puoi stare tranquilla, piccola.» mormorò. Versò l’acqua in un bicchiere e glielo porse con un sorriso divertito. June bevve lentamente, pensando nel frattempo a cosa avrebbe detto ad Harry per giustificare la sua presenza lì. Perché, prima o poi, l’argomento sarebbe saltato fuori.
«Simpatica, la tua amica.» commentò, tanto per spezzare il silenzio e per ritardare ancora un po’ il momento delle spiegazioni.
«Non è una mia amica. Lei, be’…»
«Capisco. Lascia stare, non mi interessa.» lo zittì immediatamente, infastidita.
«Cosa c’è adesso?» incalzò Harry, con un sopracciglio inarcato. June lo guardò confusa.
«Che?»
«Sembri arrabbiata. Ho detto qualcosa che non và?» domandò, con un’espressione ingenua ed angelica che non gli si addiceva per niente.
Oh, certo. Non credeva davvero che lei ci sarebbe cascata con tutte le scarpe, vero? Non era mica così stupida da lasciarsi ingannare da quel tono soave e basso e da quegli occhi limpidi.
«A parte il fatto che mi hai praticamente ricattata e che tratti le ragazze come oggetti? No, figurati.» berciò, infastidita.
«Ma si può sapere quale idea ti sei fatta di me? Non sono un mostro sanguinario, porca puttana. Mi parli come se dovessi saltarti addosso da un momento all’altro!» si lamentò Harry, sinceramente offeso.
Va bene, poteva anche stargli antipatico, per quello non c’era nessun problema. Avrebbe cambiato idea molto presto, però da lì a crederlo un sessista bastardo il passo era lungo. Semplicemente, non aveva nessun problema – e soprattutto non si faceva alcuno scrupolo – nel trovare una ragazza carina che gli tenesse compagnia per un po’. Quanti problemi, per un po’ di sesso. Aveva diciannove anni, maledizione! Non centodieci.
«Tanto per iniziare, nel caso in cui te lo fossi scordato, mi sei già saltato addosso prima. Perciò ora non fare sua maestà dall’anima candida, perché con me non attacca.»
Harry la guardò per qualche istante, sorseggiando la sua Coca Cola con lentezza. June si affrettò a distogliere lo sguardo perché altrimenti, lo sapeva, sarebbe arrossita e lui avrebbe pensato che non le era dispiaciuto affatto trovarselo addosso mezzo nudo.
«Fai un sacco di storie, non ti ho mica violentata.» sostenne Harry, un po’ indignato.
«E ci mancherebbe altro, guarda.» June finì di bere l’acqua in un paio di sorsi, dopodiché lasciò il bicchiere nel lavandino. Harry seguì ogni suo movimento con attenzione, rendendosi improvvisamente conto che ancora non sapeva quale fosse il motivo che l’aveva spinta a presentarsi a casa sua, quel pomeriggio.
«Cambierai idea su di me, vedrai.» le assicurò, convinto. Poi si diresse di nuovo verso il salotto, fece cenno a June di seguirlo e si accomodò sul divano.
June tentennò un istante, indecisa sul da farsi. Forse poteva andarsene e lasciare che Harry e Louis se la sbrigassero da soli, ma non sarebbe stato giusto, perché Louis aveva fatto tanto per lei e le era stato vicino sin dal primo istante e lei l’aveva solo fatto litigare con il suo migliore amico.
Perciò si convinse a sedersi a distanza di sicurezza da Harry, onde evitare il rischio di ritrovarsi – di nuovo – preda dei suoi scatti improvvisi. Non aveva nessuna intenzione di pensare all’effetto che le aveva fatto trovarsi stretta a lui.
«Allora, piccola, ancora non mi hai detto che sei venuta a fare.» cominciò Harry.
June inspirò profondamente e cominciò a parlare.
«Non sopporto più Louis. Sembra un’anima in pena, e tutto per colpa tua!» accusò, puntando il dito indice verso Harry, che rimase stoicamente in silenzio. Per la prima volta sembrava non avesse nemmeno una risposta tagliente da rivolgerle. Perciò June intuì che nemmeno lui fosse tanto contento della situazione che si era creata. In quel momento, Harry non le sembrò il solito stronzo arrogante, ma un semplice ragazzo triste per aver litigato col suo migliore amico.
Che era triste lo si vedeva chiaramente. June sorrise, improvvisamente meno risentita di quanto lo fosse stata fino a qualche minuto prima, e si sporse in avanti per accarezzare il braccio di Harry, che sollevò lo sguardo, sorpreso.
«Perché non provi a parlargli? Andiamo, Louis non è uno che serba rancore.»
«E tu?» domandò Harry, fissandola per un lungo istante.
June ci pensò attentamente. Era una persona rancorosa? Non sempre e, soprattutto, non con tutti.
«Forse.» rispose, quindi.
«Perciò ho qualche speranza di piacerti?»
«Cosa c’entra, questo, adesso?» borbottò, mentre le guance le si imporporavano leggermente.
«Dai, piccola, lo sai perfettamente che è per questo che io e Louis non ci parliamo.» replicò Harry. June arricciò il naso, senza sapere bene cosa rispondere.
«Non puoi perdere Louis per me, Harry. Mi conosci appena e probabilmente il gioco non vale la candela.»
«Ti sbagli, piccola.»
June sbuffò. E adesso? Sembrava quasi che Harry avesse preso la questione troppo sul serio, come se conquistarla fosse diventata una questione di principio. E lei, in quei giochetti, non voleva entrarci nemmeno per sbaglio, perciò tanto valeva mettere subito le cose in chiaro.
«Tu non mi piaci, Harry. Sei troppo, per me.»
«Troppo cosa?»
«Sei troppo corteggiato, sei troppo esperto, sei troppo convinto. Ti basta, o devo continuare?»
«Continua, piccola, magari te ne convinci anche tu.»
Harry sorrise, sornione. Non lo ingannava. Non era affatto vero che non gli piaceva, semplicemente, ancora non era pronta per ammetterlo. Ma lui avrebbe aspettato, perché quando qualcosa gli interessava, sapeva essere davvero paziente. Perciò riportò la sua attenzione sul discorso iniziale.
«Louis sembra convinto che tu sia di sua proprietà.» sibilò, allungandosi in avanti per sistemarle una ciocca di capelli dietro le orecchie.
«Vuole solo evitare che io stia male per qualcuno che non se lo merita.» spiegò June, schietta.
Harry sembrò rimanerci male, questa volta.
«Certo che sei proprio stronza, lo sai?» sbottò, infastidito. June annuì, sentendosi un po’ in colpa. Ma che poteva farci? Era dell’idea che dire la verità fosse sempre la scelta migliore, anche se magari poteva non piacere.
E comunque, Harry poteva intestardirsi su qualcun’altra, anziché con lei. Se, come sosteneva fieramente, aveva davvero un sacco di ragazze pronte a scaldargli il letto, che andasse da loro. Per di più, non aveva nessuna intenzione di rendergli le cose più semplici. Non ci sarebbe cascata, non c’erano occhi verdi o sorriso sghembo che tenessero.
«Non voglio dire che tu non sei abbastanza, Harry. Quello che intendevo dire è che non ho voglia di stare male per colpa tua. Tutto qui.» provò a spiegare, un po’ più dolcemente. Harry annuì.
«Se ci pensi bene, quando dici che potresti stare male a causa mia, è perché ammetti che ti piaccio.»
Furbo. E intelligente. June l’aveva capito che tenergli testa non sarebbe stato così facile, ma lei non si sarebbe arresa. Non quando era palese che l’unico motivo per cui Harry ci provava con lei era dimostrare che poteva avere chiunque volesse.
«Ma sta’ zitto.» lo rimbeccò.
Harry sorrise vittorioso e June arrossì. Perfetto, in qualunque modo la mettesse, qualsiasi cosa dicesse, alla fine lei era quella che passava per l’imbranata di turno.
«Ora devo andare.» farfugliò, in preda all’imbarazzo. Harry continuò a sorridere, fastidiosamente divertito. June represse l’impulso di tirargli uno schiaffo e si alzò in piedi.
«Non avevo dubbi, sai?»
«Chi è lo stronzo, adesso?» domandò June, sarcastica. Si avviò verso l’ingresso, mentre Harry la seguiva a qualche passo di distanza.
Le aprì la porta e con un inchino la congedò. «Grazie per la visita, piccola.»
«Aspetta…» mormorò June, ferma sullo scalino.
«Parlerai con Louis, allora?» chiese, speranzosa. Harry sbuffò.
«Parlerò con Louis.» confermò. «Ma tu non dimenticarti che abbiamo un appuntamento, piccola.»
June mugugnò qualcosa di incomprensibile, alzò gli occhi al cielo e fece per allontanarsi. Qualcosa glielo impedì, però. Qualcosa che corrispondeva alla mano di Harry, che la afferrò per il polso sinistro e se la tirò addosso. Prima ancora che June potesse rendersi conto di essere praticamente appoggiata al suo petto, Harry si chinò e la baciò.




***




Buonasera :)
Oggi sono davvero di fretta, perchè devo preparare la cena e quindi ho trovato tempo solo adesso.
Niente, che ve ne pare? Spero che il capitolo vi sia piaciuto e prometto che la prossima volta vi scoccerò un po' di più con le note, ma sono proprio di corsa!
Fatemi sapere che ne pensate, vi adoro :)

 
 
 
   
 
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