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Autore: jack write    25/03/2013    2 recensioni
Tutto ha inizio in un caldo giorno di primavera, in una piccola scuola un ragazzo e una ragazza pensano sia un giorno come un altro ma all'improvviso accade qualcosa che cambierà la loro vita. Un viaggio che porterà i due protagonisti a scontrarsi con forze più grandi di loro.
Questa è la prima storia che pubblico su un sito, spero che vi piaccia.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il filo rosso

 

CAPITOLO 1: Il cambiamento
 

Una famosa leggenda cinese narra che ognuno di noi nasce con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci lega ad una persona, la nostra anima gemella. Le persone legate dal filo sono destinate ad incontrarsi superando le distanze di spazio e tempo. Questo filo rosso non può essere spezzato da nessuno: il legame che simboleggia è indivisibile e niente e nessuno può ostacolarlo.

I caldi raggi del sole primaverile entravano dalle finestre di una classe del quarto anno delle superiori, rischiarando l'opprimente stanza. Venti alunni riempivano altrettanti banchi, mentre un'anziana professoressa dai capelli bianchi, gli occhiali neri e gli abiti anteguerra cercava di attirare l'attenzione della classe. Una rapida visione da dietro la cattedra mostrava vari gruppi di allievi: cinque di essi cercavano di seguire, scrivendo appunti sui loro piccoli taccuini, dodici divisi in tre gruppi giocavano a carte; i restanti giocavano con il cellulare o semplicemente si dimostravano disinteressati alla lezione di filosofia.
Uno fra questi, seduto vicino alla finestra, veniva particolarmente illuminato dal sole. Il ragazzo, con la testa appoggiata sul pugno della mano destra, indossava una felpa nera, il suo viso era nascosto dall'ombra creata dal cappuccio di questa; la sua mente stava viaggiando, cercando una distrazione che gli facesse dimenticare gli avvenimenti degli ultimi giorni.
Perché non esci dalla mia mente, neanche ti conosco..., pensava mentre il suo sguardo si perdeva fuori dalla finestra.
Dall'esterno la struttura della scuola era semplice e squadrata, assomigliante ad un enorme ferro di cavallo, all'interno vi si trovava un piccolo cortile di cemento dove, qua e la, spuntava della bassa erba verde.
Il secondo piano dell'ala destra, in cui si trovava classe del ragazzo, era stata ristrutturata da poco e si vedevano ancora i segni lasciati dai lavori. Percorrendo il lungo corridoio color ocra, si trovava un'altra classe di venti alunni, una terza per l'esattezza, la situazione all'interno era decisamente migliore. Una giovane insegnante stava tenendo una lezione di tedesco e tutti i presenti stavano prendendo appunti, tutti tranne una.
La ragazza seduta in fondo alla classe aveva lo sguardo perso nel vuoto, un piccolo ciuffo di capelli ricadeva sul suo occhio sinistro, il colore rossastro di questi era attenuato da poche ciocche nere. I suoi occhi erano castani e il sole, con delicata maestria, li illuminava di una strana luce che conferiva una brillantezza quasi irreale.
Fatti forza, hai passato un periodo stressante e difficile, ma adesso stai bene, pensò la giovane, un sorriso si formò sul suo viso e le sue guance diventarono improvvisamente rosse.
«Juliet, alla lavagna!» la voce della giovane insegnante tuonò verso l'alunna distratta.
«Perché prof?» la delicata voce dell'allieva risuonò nel silenzio della classe.
«Sei l'unica che mi è sembrata distratta, vediamo sei hai seguito la lezione».
Non ho bisogno di seguire, studiando a casa riesco comunque ad ottenere ottimi risultati..., a quel pensiero si alzò dalla sedia, sbuffando.
Nello stesso istante, nella classe precedente.
«Blake! Possibile che tu non riesca mai a stare attento?».
Il ragazzo spostò lo sguardo verso la professoressa, notando l'incapacità di farsi rispettare da dei ragazzini.
«Vieni alla lavagna!».
Come se cambiasse qualcosa..., dopo l'ennesimo richiamo Blake si alzò dal banco, fece un passo avanti verso la cattedra, ma una forte fitta lo colpì all'altezza del cuore.
Juliet arrivò a pochi passi dalla lavagna, i suoi splendidi occhi si spalancarono e la mano destra le si strinse automaticamente sul petto, un forte dolore la opprimeva; la giovane cadde a terra, contorcendosi dal dolore.
Blake sentiva una strana morsa intorno al suo cuore, la voce della professoressa risuonò nella classe.
«Blake, smettila di scherzare. Non è divertente!».
«Non... riesco... a respirare» cercò di rispondere il ragazzo, il cappuccio scivolò mostrandone il viso.
I corti capelli neri si mossero al passaggio del tessuto, i suoi occhi neri si chiusero, il volto era contratto in spasmi di dolore. Blake si ritrovò al suolo, una strana sensazione attraversava il suo corpo e la sua mente; riaperti gli occhi il giovane vide un uomo.
Il viso della misteriosa persona era coperta da una maschera di un grigio metallo, scendendo lungo il corpo vide gli abiti completamenti neri adornati in parte da piccoli teschi di metallo. Il lungo cappotto di pelle che indossava, strisciava sul pavimento, ogni passo verso il ragazzo produceva dei leggeri rintocchi, dovuti a delle piccole croci di metallo attaccate alle fibbie del cappotto.
Blake cercò di strisciare indietro, anche se paralizzato dal dolore, finendo per toccare la fredda parete in fondo alla classe.
«Chi sei?! Allontanati!».
La paura si stava facendo spazio nella mente del ragazzo, proprio mentre l'uomo stringeva la mano in un pugno: in essa comparì una spada ricoperta di sangue. Le richieste di aiuto del ragazzo non trovavano risposta nei compagni, nessuno di loro vedeva quella misteriosa persona che si avvicinava sempre più a Blake; ormai terrorizzato, chiuse gli occhi mentre l'essere che gli si parava davanti preparava un fendente rivolto al ragazzo. Un rapido colpo tagliò diagonalmente il suo petto, un urlo di dolore uscì dalla sua bocca, le lacrime scendevano dagli occhi bagnandogli il viso. Gli schizzi di sangue si schiantarono sul muro e sui compagni vicini al giovane, macchiandone i volti e gli abiti; il dolore di Blake fu coperto dalle grida di paura dei suoi compagni. Il misterioso aggressore lo sollevò senza difficoltà e, con un rapido movimento, lo trafisse al cuore. Gli occhi neri del ragazzo diventarono vitrei in pochi istanti; il sangue macchiò il pavimento, l'uomo estrasse la spada e lasciò cadere violentemente al suolo il corpo esanime. Nessuno all'interno della classe riusciva a capire cosa stesse succedendo, ne come fosse potuto accadere, i loro occhi non erano riusciti a vedere il misterioso aggressore.
Blake si ritrovò in un posto completamente bianco, il suo corpo levitava nell'aria. Sono morto?, questo pensiero fece correre un brivido lungo la schiena del ragazzo, il petto gli doleva ancora, qualcosa che non aveva mai percepito prima scorreva nel suo corpo. Come un filmato proiettato contro un muro, il giovane vide la sua scuola, la telecamera entrò nella sua classe; lì giaceva il suo corpo, i suoi compagni paralizzati dalla paura non riuscivano neanche ad avvicinarsi ad esso. La visuale del ragazzo si spostò nel corridoio della sua ala, il misterioso uomo si stava avvicinando all'ultima classe; attraversata la porta vide Juliet a terra, contorta nel dolore.
No! Juliet!, il ragazzo capì che quell'essere avrebbe colpito anche la giovane alunna.
Devo fare qualcosa! Ci deve essere un modo...
Blake sentì la rabbia ribollire nel suo corpo e, ciò che percepiva come una flebile sensazione che gli scorreva sotto la pelle, iniziò a diventare più forte, come un fiume in piena durante un alluvione. Chiuse gli occhi, sentendosi svenire, il mondo bianco intorno a lui iniziò a diventare sempre più scuro, finché non divenne completamente nero.
Juliet stava tremando, la mano destra stretta al petto, la porta si aprì mostrando nuovamente l'uomo dalla maschera di metallo. La ragazza si sentì in pericolo e iniziò a strisciare, cercando di allontanarsi da quell'essere, la professoressa parlò ma Juliet non sentì una parola: il suo corpo era percorso dalla paura. La giovane si paralizzò quando vide la spada impugnata dall'uomo, chiuse gli occhi cercando di proteggersi con le esili braccia.
La porta della classe, dove era affisso un foglio che presentava la scritta “4N”, si distrusse, piccoli detriti si schiantarono contro il muro del corridoio. Con passo incerto uscì Blake, il cappuccio era tornato a coprire la sua testa ma si intravedeva il suo volto, il quale sembrava essere cambiato. Barcollando il giovane raggiunse la classe di Juliet: l'uomo misterioso stava puntando la lama della spada verso il cuore della ragazza.
Blake alzò la testa e spalancò gli occhi, questi erano diversi: il nero aveva lasciato il posto al blu scuro donandogli uno sguardo più profondo. Il ragazzo si lanciò verso l'uomo e, usando tutta la forza presente nel suo corpo, scagliò un forte pugno alla faccia dell'aggressore; questo barcollò di lato, non fece neanche in tempo a girarsi, prima di essere colpito da un secondo pugno, più forte del primo. L'uomo fu lanciato contro il muro laterale della classe, Blake gli si avvicinò rapidamente e sferrò un calcio con la sua gamba destra, centrandone il petto.
Il muro alle spalle dell'aggressore iniziò a creparsi e dopo un secondo calcio, si distrusse gettando numerosi detriti e l'uomo verso il cortile della scuola. Blake saltò attraverso il varco creatosi, atterrando sulla via di cemento, l'impatto con il terreno fece sgretolare il suolo sotto i suoi piedi, il cappuccio gli scivolò dal capo. L'uomo si rialzò e si soffermò sull'aspetto dell'avversario: oltre agli occhi anche i capelli avevano cambiato colore, diventando bianchi; anche il fisico del ragazzo si era modificato, infatti la sua massa muscolare era aumentata e il suo voltò non faceva trasparire emozioni. Blake si lasciò trasportare dall'energia che sentiva dentro di sè, la forza che iniziò a sprigionare creò un enorme bagliore, una grande bolla di luce lo circondò. Spentasi quella strana fiamma, l'uomo poté rivederlo, ora gli abiti del ragazzo erano cambiati: la felpa nera aveva lasciato posto ad un cappotto sbottonato di pelle bianca, sotto di esso si vedeva una candida maglietta; i pantaloni neri erano diventati dello stesso colore della maglia, delle piccole croci nere ne adornavano i lati, lo stesso motivo si trovava sulle spalle del cappotto. Gli occhi dell'uomo si soffermarono sulla mano destra del ragazzo, egli impugnava una spada ad una mano e mezza, la lama era nera decorata al centro da una piccola croce bianca.
Blake guardò il suo avversario, la maschera di metallo presentava numerose crepe e la parte che copriva ne la bocca si era staccata, mostrando un sorriso corrotto dal male. L'uomo sparì, ma il ragazzo ne percepiva ancora la presenza e improvvisamente capì, seguendo il suo istinto, utilizzò l'energia all'interno del suo corpo. In un attimo si teletrasportò nella classe di Juliet, all'interno vide l'avversario davanti al corpo della ragazza, si lanciò verso di lui ma fu colpito da un pugno, che lo fece schiantare contro il muro laterale della classe; l'aggressore puntò la lama verso il petto della ragazza e la spinse nel suo cuore.
Juliet urlò e i suoi occhi iniziarono a spegnersi lentamente. Il grido di dolore risvegliò l'energia nel corpo di Blake e la rabbia prese il controllo su di lui; ripresosi dal pugno, si teletrasportò davanti all'uomo, scagliandogli un forte calcio in faccia, esso fu scaraventato nuovamente fuori dalla classe.
Blake si teletrasportò dietro al nemico ancora a mezz'aria e lo fermò con una gomitata nella schiena, scagliandolo successivamente verso il suolo con un calcio. Il ragazzo si teletrasportò nuovamente e, utilizzando la mano sinistra, fermò l'avversario in aria; con quattro rapidi colpi di spada gli tagliò le braccia e le gambe e con un montante fece scorrere la lama attraverso il busto dell'uomo fermandosi all'altezza della gola. Tenendolo fermo, Blake gli tagliò la testa all'altezza del collo, sferrò un calcio al busto dell'avversario, dividendolo in due; governato dalla rabbia, il ragazzo prese al volo la testa del nemico, fece sparire la sua spada e creò una palla di fuoco con la sua mano destra, schiantandola nella faccia dell'uomo.
L'ira del ragazzo si dissipò mentre le parti del corpo di quell'essere si trasformavano in cenere e sparivano nel nulla.
Blake si teletrasportò nella classe di Juliet e si avvicinò ad essa.
«Juliet! Rispondimi!».
Il giovane appoggiò la mano destra sulla ferita di Juliet, essa si trovava sul suo cuore mentre quella della ragazza era a contatto con il petto Blake, una strana energia si formò tra i due ragazzi e il cuore di Juliet riprese a battere mentre il ragazzo si sentì svenire. L'ultimo dettaglio che vide prima di perdere conoscenza furono gli occhi di Juliet: il destro aveva cambiato colore diventando rosso, mentre il sinistro era verde. Essi rimasero di quel colore per qualche istante, ma proprio mentre Blake scivolava nell'oscurità questi tornarono normali.

 

   
 
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